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sabato 2 aprile 2022

"Scusate il ritardo" di Massimo Troisi in streaming: uno dei tanti film capolavoro non pervenuti

Tra i film di Massimo Troisi spicca l'assenza di "Scusate il ritardo" in streaming, su qualsiasi piattaforma lo si cerchi. È solo uno dei tanti titoli capolavoro assenti e non è soltanto una questione di diritti d'autore. Uno dei più grandi successi di inizio anni Ottanta con coprotagonisti Giuliana De Sio e Lello Arena, acquistabile certamente in dvd (e non in bluray, ma questa è un'altra questione che affronteremo in separata sede) ma non reperibile altrove in rete, legalmente si intende. Tra l'altro proprio nei mesi in cui gli introiti dello streaming hanno messo la freccia e sorpassato quelli dei titoli fisici.

Inutile cercare il film di Massimo Troisi su Netflix, su Disney+, dove pure campeggia "Non ci resta che piangere", men che meno su Amazon Prime Video. Una questione che non può lasciare indifferenti appassionati troisiani e non, anche nell'ottica di tramandare film preziosi alle nuove generazioni. Affinché "Scusate il ritardo" continui ad esistere, per estremizzare il concetto, è un qualcosa al quale occorre porre rimedio. Invece per ora resta l'ennesimo atto di abbandono di un serio lavoro di salvaguardia dell'opera del Nostro.

C'è da dire che Massimo Troisi è in buona, anzi ottima compagnia, tra gli autori di opere importanti e irreperibili in streaming: citiamo a questo proposito "La dolce vita" di Federico Fellini, "Il piccolo diavolo" di Roberto Benigni e "Un borghese piccolo piccolo" di Mario Monicelli. Ma l'elenco potrebbe essere molto più lungo.

Quali possono essere i motivi di tali mancanze? In primis c'è ovviamente una questione di diritti d'autore, di accordi mancati o di indisponibilità a concederli. Ed ecco che paradossalmente nell'era di internet è meno facile trovare "Scusate il ritardo" di Massimo Troisi rispetto agli anni delle videocassette. Si privilegiano i contenuti originali a discapito di ciò che è datato e viene reso meno affascinante.

Allo stesso modo a scegliere i contenuti che finiscono sulle piattaforme sono freddi algoritmi che prendono in considerazione gli altrettanto freddi numeri che fanno più facilmente i prodotti nuovi, magari celebri perché diventati virali. Sono questi che spostano gli abbonati, in una spirale che mette seriamente a rischio i capolavori di un tempo.

martedì 6 settembre 2016

Lello Arena: "Troisi un genio più di Einstein. Siani non dice la sua per piacere a tutti"

Ecco di seguito uno stralcio della recente intervista di "Libero" a Lello Arena.

[...] A 12 anni i suoi si trasferiscono a San Giorgio a Cremano.
«Solo 10 km di distanza da Napoli, ma li maledico accusandoli di egoismo e di volermi rovinare la vita. Penso che passare dal centro alla periferia sia la mia rovina, invece sarà la fortuna. Perché lì conosco Massimo».

Primo incontro?
«Spettacolo per la parrocchia e uno degli attori si ammala. Il regista dice: "Perché non prendiamo quel ragazzo che abita qui dietro? Quello che si lamenta sempre perché alle assemblee nessuno sta serio quando parla"».
massimo troisi lello arena scusate il ritardo

Chi è?
«Massimo, che è iper-attivo politicamente, è in tutti i comitati di scuola e interviene sempre. Però ogni volta che apre bocca, per quel suo stile strampalato di spiegarsi, gli altri ridono anche se sta esprimendo concetti importanti. E alla fine è sempre abbacchiato: "Ma che vita mi aspetta se la gente ride quando dico cose serie?"».

Diceva dello spettacolo.
«Troisi accetta la sostituzione anche se non ha mai recitato. Gli spiego che la scena è semplice, deve impersonare un salumiere che elenca i prodotti tenuti nel cestino: "Puoi dirli nell' ordine che vuoi"».

Poi?
«Il giorno dopo c' è lo spettacolo: "Lello, ho studiato il copione a memoria, so l' ordine preciso". Entra in scena e inizia: "Ci sta o' salame, poi o' capocollo e poi.. Anzi no". Mi guarda. "Sssscusate, aggio sbagliato. Cioè, prima ci sta o' capocollo e poi o' salame. O forse no...". E via così. Il risultato è che, ostinandosi nel cercare di dire l' esatto ordine del copione, la scena che doveva durare 20 secondi dura 20 minuti».

E funziona.
«Un successo strepitoso. Massimo mi guarda: "Ssscusa Lello, ma questo è o' teatro?". E io: "Più o meno". Lui: "Posso venire qualche altra volta?". "Certo, sono in via Recanati"». 

E lavorate insieme.
«Macché. Per otto mesi sparisce finché alle due di un pomeriggio di agosto, caldo soffocante, citofona: "Ti ricordi di me? Posso salire?". Gli dico: "Hai scelto il momento sbagliato per tornare: non si respira!". E lui: "Ero sicuro che saresti stato in casa"».

È l' inizio della vostra carriera, ma lei deve lasciare il rugby.
«Gioco in serie D, ma dopo ogni gara arrivo in scena ricucito e pieno di lividi. Massimo un giorno mi dice: "Lello, la gente pensa che allo spettacolo precedente ci hanno menato! Scegli: o il rugby o il teatro"».

Anche perché Troisi, più che la palla ovale, preferiva il calcio.
«Una volta mi obbliga ad andare a fare con lui una partita di beneficenza al San Paolo. Con noi gioca Mennea, che alla prima azione parte di corsa palla al piede e mi urla: "Lello, seguimi!!!". E io: "Ma che, sei cretino?"».

Meravigliosa questa. Continuiamo con il teatro.
«Io e Massimo apriamo il "Centro Teatro Spazio", una specie di comune frequentata da molti artisti».
Troisi però non sta bene e nel 1976 va negli Usa per farsi operare al cuore. Al suo ritorno nascono "I Saraceni": voi due ed Enzo Decaro.

È un successo e vi chiamano alla Rai per il programma "No stop".
«Magalli però ci chiede di cambiare nome, cosi decidiamo di diventare "La Smorfia", rifacendoci al libro dei sogni e alla mimica dell' attore».

È il boom. E lo sketch de "La Natività" (1979) diventa leggendario.
«Massimo ha pronto un monologo sui problemi di Napoli raccontati dalla moglie di un pescatore, ma sembra troppo pesante. Allora ci viene in mente di introdurre l' equivoco dell' Arcangelo Gabriele che sbaglia casa. E nasce: "Annunciaziò annunciaziò"».

Per fare l' Arcangelo lei si addobba in modo curioso.
«Trovo in casa la vestaglia di mia madre e la provo. Perfetta».
 
È un trionfo.
«Ma anche un grosso guaio dopo il primo passaggio in tv».
 
Perché?
«In Rai arrivano centinaia di proteste e veniamo denunciati per vilipendio alla religione di Stato».

Come finisce?
«Il giudice ci chiede: "Volevate vilipendere la religione?". Noi: "No, era solo un pezzo comico". "Va bene, andate". Assolti. Però per anni quello sketch è rimasto chiuso nelle teche Rai, solo Arbore ha avuto il coraggio di rispolverarlo».

Nel momento migliore, però, "La Smorfia" si scioglie.
«A Napoli facciamo 19 giorni di tutto esaurito con "Così è (se vi piace)": i bagarini vendono i biglietti da 3mila lire a 60mila. Siamo come i Beatles, abbiamo tutti ai piedi, le ragazze fanno a gara per andare a letto con noi».

Ma vi dividete.
massimo troisi lello arena enzo decaro la smorfia
«Ognuno ha ambizioni cinematografiche ed è meglio lasciarci all' apice del successo che continuare non riuscendo a restare allo stesso livello».

Lei e Troisi nel 1981 girate il film "Ricomincio da tre".
«Ci buttiamo nel cinema senza sapere come funziona e passiamo per stravaganti. Io mi occupo di tutto, dal casting alla produzione, dal caffè alla macchina da presa. E con Massimo c' è una grande intesa».

Tutta improvvisazione?
«Ma che scherza??? Quando si provava eravamo liberi di inventare e farci venire idee, ma una volta stabilita la scena Massimo voleva che si rispettasse il copione nei dettagli».

Dopo "No grazie, il caffè mi rende nervoso" (1982), esce "Scusate il ritardo" con cui lei vince il David di Donatello.
«Il film più completo, bella storia».

Eppure vi separate: Troisi si concentra sul cinema, lei continua a fare film, ma pure teatro e tv con Scherzi a Parte e Striscia la Notizia.
«Esigenze diverse, Massimo ha altri progetti. Ma forse anche la consapevolezza del futuro. E l' intenzione di non tenermi legato sapendo che prima o poi avrei dovuto fare a meno di lui».

Cosa intende?

«Non ha nemmeno voluto figli: sentiva che se ne sarebbe andato presto».
 
Morirà il 4 giugno 1994.
«Sono al saggio di mia figlia, squilla il cellulare. Una giornata di gioia si trasforma in tragedia».
 
Arena, ripensa ai tanti anni vissuti con Troisi e...
«Rido. Per la sua imprevedibilità, le sue fantastiche stranezze. La sua voglia di goliardia».


Troisi: per lei è stato...
«Un genio, più di Einstein perché è entrato nella vita delle persone comuni. Poi un amico. Un fratello. Una guida. Quando è morto mi sono detto che avrei fatto di tutto per non farlo dimenticare. Mi sto accorgendo che non serve: la gente lo ama ancora e lo amerà per sempre».

A proposito di artisti partenopei: Alessandro Siani le piace?
«Lo conosco per quello che fa e mi sembra stia girando un po' a vuoto. È un grande manager e ha ottime capacità, ma nun tiene o' coraggio di dire la sua, farci capire da che parte sta, prendere posizione su Napoli, sulla comicità, su se stesso. È il problema di chi vuole per forza piacere a tutti».



massimo troisi christian de sica carlo verdone
Piccolo notiziario troisiano di fine estate
Ad Ostia è stata intitolata una sala teatrale a Massimo Troisi, in Viale Cardinal Ginasi 12. E dal 22 settembre parte il cartellone con lo spettacolo "Beate noi", che vede protagoniste Milena Miconi e Francesca Nunzi.

Dedicata a Massimo anche la quarta edizione del Camaiore Film Festival, dedicata ai cortometraggi indipendenti e sperimentali. Appuntamento al teatro dell'Olivo dal 16 al 18 settembre. Nella piazza centrale di Monteggiori domenica 4 settembre è stato invece proiettato "Pensavo fosse amore invece era un calesse". 
 

lunedì 21 dicembre 2015

Il 28 dicembre l'inaugurazione delle scale di "Scusate il ritardo" intitolate a Massimo Troisi

A mesi di distanza dalla decisione ecco la data: 28 dicembre 2015, alle ore 10:00. Le scale degli indimenticabili duetti Massimo Troisi-Lello Arena nel film del 1983 "Scusate il ritardo", secondi probabilmente soltanto a quelli di Totò e Peppino, porteranno da quel giorno il nome di Massimo Troisi. E il titolo del secondo lungometraggio troisiano ben si presta a questo  omaggio che ha tardato tanti, troppi anni per avere luogo.

Insieme a questa notizia, che a breve riprenderanno tanti altri magari usando come sempre anche le nostre stesse parole, pubblichiamo le foto e il video di uno dei nostri raduni proprio su quelle scale...ricordi stupendi di quelle giornate a cui solo noi possiamo e sappiamo dar vita.
  
Grazie al comune di Napoli, che siamo quasi obbligati a "scusare per il ritardo". Speriamo non sbaglino anche loro scalinata e intitolino a Massimo proprio quella usata nel film.




  
                                  

giovedì 11 giugno 2015

Massimo Troisi, lo scugnizzo di San Giorgio a Cremano

il postino massimo troisi the postmanNel mare degli articoli dedicati a Massimo a ogni suo anniversario di nascita e scomparsa, Daniela ci ha segnalato questo, semplice e senza retorica. Leggendolo mi sembra di ritrovare molto dell'artista e della persona che ho imparato a conoscere. Grazie a Daniela e grazie a Gianmaria Tammaro di Linkiesta.it.

Cristiano
 
    
Morì il 4 giugno del 1994, e se continuiamo a ricordarlo è perché era una persona qualunque, uno specchio e un’ombra della Napoli del dopoguerra

martedì 28 aprile 2015

"Crescete e moltiplicatevi": Enzo Decaro saluta gli "Amici di Massimo Troisi" (VIDEO)

Massimo Troisi Enzo Decaro Lello Arena La Smorfia
Il caso ha voluto che mi trovassi a lavorare su un set con Enzo Decaro. Girare qualcosa con lui, ammirare come lavora da vicino è stato davvero affascinante. Quando poi, durante una pausa, mi ha chiesto lui spontaneamente come procedesse l'avventura del nostro gruppo ci siamo sciolti in una appassionata discussione su Massimo e sulle nostre attività. Mi sono così accorto che le nostre opinioni a riguardo convergono su numerosi punti. Poi, come promesso, ho fatto filmare questo breve saluto a tutti voi. Visibilmente emozionato quando ha visto quel viso stampato sulla mia maglietta, Enzo ci ha invitato a crescere e a moltiplicarci, incoraggiandomi poi a continuare a portare alto il nome di Massimo come faccio da tanti anni. Sono, siamo tutti qui per questo.
Cristiano

                              
enzo decaro amici di massimo troisi
 

martedì 10 marzo 2015

Le scale di "Scusate il ritardo" finalmente intitolate a Massimo Troisi

Massimo Troisi Lello Arena Scusate il ritardoCi avevamo pensato più di dieci anni fa, scovandole per la prima volta quando la loro ubicazione precisa era stata dimenticata anche da qualcuno che aveva partecipato al film. Scherzando, ma non troppo, con Daniela ci dicevamo che saremmo andati di notte ad apporre una targa per intitolarle a Massimo. Ora pare proprio che quel sogno stia per diventare realtà. Le scale di "Scusate il ritardo", che a mio avviso hanno ospitato i duetti comici migliori in assoluto dopo quelli di Totò e Peppino (dopo c'è il nulla o quasi), porteranno il nome di Massimo Troisi.

Scale Scusate il ritardo Massimo Troisi Napoli
Il Mattino scrive: 
"Dal degrado ai riflettori. Dalla dimenticanza a un omaggio doveroso. Le scale immortalate nel film 'Scusate il ritardo', in cui Lello Arena sfoga le sue pene d'amore, saranno dedicate a Massimo Troisi, il grande attore che proprio quelle scale ha reso eterne nella sua celebre pellicola. Lo ha deciso, su proposta di un comitato di cittadini, la commissione Toponomastica del Comune di Napoli.
Le scale «di Troisi»
si trovano nel quartiere Chiaia, a ridosso di via Crispi. Da quelle parti, in via Luca Da Penne e in piazzetta Beneventano, il grande regista e attore girò il suo secondo film. la scorsa estate quel luogo è stato lasciato al più completo abbandono e alle erbacce. Adesso, in nome di Troisi, è ora di valorizzarlo, come dovrebbe essere fatto per altri luoghi mitici del cinema a Napoli".

Festeggiamo con due foto del nostro ultimo raduno, scattate proprio sul luogo, che immortalano alcuni degli splendidi partecipanti come fossero seduti sul divano di casa loro.

Cristiano


Scale Scusate il ritardo Massimo Troisi Napoli
Scale Scusate il ritardo Massimo Troisi Napoli

giovedì 5 marzo 2015

Massimo Troisi all'università di Napoli: ciclo di lezioni per il master di drammaturgia e cinematografia alla Federico II

Si terrà oggi, giovedì 5 marzo dalle 14.30 alle 16.30 nell'aula 342 del Dipartimento federiciano di Studi Umanistici, la prima di un ciclo di lezioni, tenute da Vincenzo Caputo («Sono uno a leggere, loro milioni a scrivere». Massimo Troisi 1994-2015), le quali saranno dedicate alla produzione dell’artista nativo di San Giorgio a Cremano. Tale ciclo si inserisce all’interno dell’ampia offerta didattica legata al Master di II livello in “Drammaturgia e cinematografia. Critica, scrittura per la scena e storia” della Federico II, coordinato da Pasquale Sabbatino.

Le lezioni consteranno di due momenti complementari. Da un lato sono programmate ore di didattica frontale, le quali si pongono l’obiettivo di analizzare la genesi, i nuclei tematici e le questioni legate all’attività, teatrale e cinematografica, del comico. A questo momento se ne somma, però, un altro. Esso coinvolge in maniera attiva i frequentanti del Master, i quali sono chiamati a elaborare, riscrivere e ripensare la sua produzione. Entrambi i momenti prevedono la proiezione di sketch, interviste, film legati alla figura di Massimo Troisi, arricchiti da testimonianze di attori, registi e amici.

In particolar modo nella lezione di giovedì 5 marzo («Ritornare al copione»? Il teatro de “La Smorfia”) si analizzeranno i “mini atti unici” del trio Arena-Decaro-Troisi e il ruolo, sia attoriale che scrittorio, di quest’ultimo all’interno di tale teatro. Le lezioni prevedono una preliminare riflessione sulla fondamentale edizione einaudiana della Smorfia (1997 e 2006). Attraverso la visione e l’analisi delle rappresentazioni, l’attenzione si soffermerà in particolar modo sui monologhi, dove Troisi – da solo in scena – riesce a mostrare tutta la propria bravura attoriale. Seguiranno poi, nei prossimi incontri, discussioni sulla scrittura di Troisi per la scena e per il cinema, sulla fortuna della sua figura all’interno della narrativa contemporanea e sui rapporti con le arti figurative del tempo. Inoltre, a chiusura del ciclo, i partecipanti al Master saranno invitati a scrivere l’opera (teatrale, narrativa o altro), che l’attore sangiorgese non ha mai scritto. È l’opera che emerge in filigrana dalla visione delle sue interviste, dalla riproposizione di alcune sue specifiche caratteristiche attoriali, dalla totale riscrittura di alcuni sketch della Smorfia, i quali sono ormai “classici” del teatro italiano.

L’obiettivo è quello di consegnare a studenti e studiosi, appassionati e addetti ai lavori, l’immagine inedita di un Troisi vivo e prolifico. In questi vent’anni di assenza fortemente presente, che ci separano dalla morte, l’eredità di Troisi è germogliata in modi e tempi diversi, dimostrando quanto la sua vicenda artistica rappresenti una tappa importante nella storia del teatro e del cinema, italiano e internazionale.


domenica 18 gennaio 2015

Lello Arena e Giuliana De Sio, protagonisti di "Scusate il ritardo", ricordano Massimo Troisi

"Vado in sale e attraverso piazze che hanno il nome di Massimo, ho vinto un premio che porta il suo nome... Questo ha un suo piacere, ma sono cose di cui avrei volentieri fatto a meno... Quando Massimo è mancato pensavo di dover avere la funzione di alimentare il suo ricordo, ma lui è sempre stato il più bravo. Certo, mi sono dato da fare perché il nostro materiale fosse a disposizione di chiunque. Ma Massimo manca, è una mancanza lancinante, anche se la sua presenza in chi lo ama è fonte di ispirazione ancora presente" confida Lello Arena che, a proposito dell'esperienza di comicità avuta insieme, ammette: «E' stata messa un'asticella in un punto molto alto, spesso difficile da saltare anche per noi protagonisti di quel progetto. Quell'asticella sta lì anche per me: a volte riesco a saltarla, a volte mi faccio male, ma sono felice che sia stata messa anche da me. C'era quella poesia, nella comicità, che la rendeva insuperabile. Una buona pietra di paragone: e sono contento di aver partecipato a quel progetto. Poi, la Smorfia era un progetto archiviato già quando Massimo era vivo e forse ha avuto vita breve perché ha detto quello che doveva dire. Un rammarico dato dalla mancanza di Massimo è il cercare di capire quali altre frontiere ci fossero ancora da esplorare. Da soli è più complicato. E meno divertente.

Lello Arena


 
Il segreto della riuscita di un prodotto, sia per il piccolo che il grande schermo, risiede proprio nella dinamica delle relazioni che, grazie al regista, si instaurano tra gli interpreti. Non basta il talento di un singolo. Il film è un gioco di squadra e gli attori lo sanno. Tutto ciò l'ho imparato dai grandi attori come Vittorio Gassman e Massimo Troisi con i quali ho lavorato. Loro si sono sempre posti verso gli altri colleghi con grande umiltà e senza protagonismi pericolosi. È questo il modo di pensare di tutti gli artisti internazionali, purtroppo non sempre messo in pratica da quelli italiani.
 
Giuliana De Sio
Tratto da Il tempo
   

sabato 18 ottobre 2014

Mostra a Roma dedicata a "Il postino" e a Massimo Troisi

Un film celebrato da sabato 18 ottobre al centro per l’arte contemporanea La Nuova Pesa, spazio voluto dall’attrice Simona Marchini come luogo di incontro e divulgazione, scambio e contaminazione tra i diversi linguaggi della creatività. Nel ventesimo anniversario dall’uscita nelle sale dell’ultimo capolavoro di Troisi, il suo fascino magnetico torna a incantare. In forma di mostra.

In scena la lunga storia di un’impresa che ha contribuito a fare degli Anni Novanta una stagione memorabile per il cinema italiano, forte proprio in quel periodo dei successi di Tornatore, Salvatores e del grande ritorno di Bertolucci. Attraverso i bozzetti, gli schizzi con cui venivano visualizzate le scene, gli oggetti in uso sul set si ricostruisce un ideale story-board tridimensionale. Arricchito dei costumi firmati da Gianna Gissi e delle foto di scena di Mario Tursi.

L’inaugurazione della mostra assumerà i caratteri dell’omaggio a Salina, perla dell’Eolie fortemente voluta come scenario per il film; ma soprattutto del ricordo dello stesso Troisi. Attesi a Roma, per l’occasione, alcuni dei suoi compagni di avventura ne Il postino , da Maria Grazia Cucinotta al regista Michael Radford, ma anche amici di vecchia data come Gigi Proietti, Renzo Arbore e Lello Arena.
 

Secondo appuntamento della mostra itinerante “Il Postino. Salina, la metafora della poesia”, organizzata da Eventspuntocom in collaborazione con il Comune di Malfa e l’ANFE, che intende rendere omaggio a Massimo Troisi nella sua ultima prova attoriale, resa eroica dall’incombere di una malattia dall’esito incerto. Sappiamo poi com’è andata….

Salina è il luogo ospite della vicenda, dell’incontro tra il postino Ruoppolo (quasi un eteronimo dello stesso Troisi) e il poeta Neruda: e ci volle tutta l’ostinazione dello scenografo Lorenzo Baraldi per individuare, giusto vent’anni fa, quest’isola delle Eolie dalle caratteristiche ambientali e paesaggistiche ancora incontaminate, e dunque verosimili per trasferirvi una storia collocata all’inizio degli anni Cinquanta.

La mostra, proveniente da Casa Sebastiano Lo Monaco di Pollara, è ora ospitata da La Nuova Pesa Centro per l’Arte contemporanea che, vale la pena di ricordare, è stata fondata da una persona anch’essa di cinema e di teatro: Simona Marchini.

L’esposizione si articola nella forma narrativa di uno story board attraverso i bozzetti delle scenografie di Lorenzo Baraldi e quelli dei costumi di Gianna Gissi, oltre alle foto di Mario Tursi.

(fino al 21 novembre)
 

giovedì 9 ottobre 2014

Giuliana De Sio ospite del Napoli Film Festival: "Massimo Troisi era un comico elegante e colto"

"Per me fu un anno magnifico, arrivavo da tanti sceneggiati televisivi belli e di qualità e nel 1983 venni scelta per tre film importanti. Sciopèn di Luciano Odorisio (che vinse a Venezia come miglior opera prima) con Michele Placido, e poi, a distanza di pochi giorni, arrivarono i film che mi hanno particolarmente segnata Io, Chiara e lo Scuro con Francesco Nuti, diretto da Maurizio Ponzi e Scusate il Ritardo di Massimo Troisi. Ebbero tutti e tre grande successo di critica e di pubblico e io vinsi parecchi premi".

Com'è stata l'esperienza con questi due giovani attori/autori?
"Con Nuti abbiamo fatto cose che, viste oggi, restano per sempre. Allora le giudicavo come un trampolino verso un cinema più elevato; un salto che poi non c'è stato. Con Francesco c'era sempre un bel clima, era una personalità atipica nel mondo del cinema, con la sua comicità molto amara ma sentimentale. Io mi ci trovavo bene, proprio perché parlava d'amore".

Contemporaneamente arriva Massimo Troisi.
"Massimo era un ragazzo della nostra età che mi faceva molto ridere con la Smorfia. Dopo il primo film, sapevo che stava preparando il secondo e che l'attrice di questo film sarebbe stata baciata dalla fortuna. Volle me, perché era un fan di un mio sceneggiato tv, strappandomi al suo collega amico Lello Arena che mi voleva per "No Grazie, il caffè mi rende nervoso". Il mio agente mi propose entrambe le sceneggiature e io decisi di fare il film di Massimo".

Com'è il tuo ricordo di Massimo Troisi?
"Non ho più parole per raccontare Massimo, ho un ricordo nitido e triste. Aveva un cuore che batteva rumorosamente, per una piccola macchina che lo assisteva nel battito... Massimo era un comico elegante e colto nell'inconscio, cultura che non era arrivata con la lettura di tanti libri ma ce l'aveva dentro, innata. Non l'ho mai sentito dire una banalità. Aveva una comicità senza tempo, sarebbe stato bello fare un altro film con lui".

Fu un film difficile da realizzare per te.
"Sì, il mio compagno Elio Petri era gravemente ammalato. Io dissi a Massimo che, per questo motivo, non sarei stata troppo lucida durante le riprese e che con me si sarebbe preso una rogna; lui mi disse di non preoccuparmi. Poi accadde quello che poteva accadere ed Elio morì proprio durante le riprese. Feci il film con il pianto in gola per la mia situazione".

Hai fatto tanto cinema con altri grandi registi italiani.
"Certo, con Monicelli ho fatto due film: "Speriamo che sia Femmina" e "I Picari". Per i Picari mi disse che aveva avuto un'idea per il mio personaggio e mi chiese se me la sentivo: ero una schiava pagata a peso e dunque comprata nuda per spender meno, e lui mi propose di recitare tutto il film così, senza vestiti. Gli dissi "ci penso" ma poi non me la sentii anche se riconosco che era una grandissima idea. Per me Mario era nella mitologia cinematografica e spesso ci scambiavano per padre e figlia, visto che la gente riconosceva me e chiedeva se lui fosse mio padre. Una volta lui rispose "Sì, è mia figlia" e io in cuore fui molto felice, è il mio eroe. Adorava la vita e, a 96 anni, non potendo fare più quello che gli piaceva, ha deciso con coraggio di smettere di vivere".

Il teatro, la tv, il cinema. Sei sempre attivissima nel tuo lavoro.
"Il teatro per me è una garanzia, mi riconosce sempre un valore. In questa stagione saremo a Napoli, al Bellini, a fine ottobre con "Notturno di Donna con Ospiti" di Annibale Ruccello. Per la tv continuo con la fiction di oggi, ho spesso personaggi interessanti anche se ho nel cuore gli sceneggiati di qualità di una volta. Il cinema... il cinema di una volta mi manca moltissimo...".

Stefano Amadio - CinemaItaliano.info
 

sabato 16 agosto 2014

Lello Arena su "Scusate il ritardo" e "No grazie, il caffé mi rende nervoso"

"Massimo è parte di me. Non appartiene solo al mio passato, è nel mio presente e sarà nel mio futuro. Parlo sempre volentieri di lui. Troisi spesso mi dipingeva come il Tonino di "Scusate il ritardo". Mi diceva: "Tu sì troppo affettuoso, non te ne rendi conto. Sembra un pregio ma nun è accussì". Ma ho sempre pensato che lo dicesse per prendermi un po' in giro. Mi sarebbe dispiaciuto se avesse dato la parte a un altro. Ora che sono passati tanti anni e riesco a guardare il film con distacco, posso dire che ci sono dei momenti formidabili come quel lungo piano sequenza col dialogo tra Vincenzo e Tonino sotto la pioggia".

"In "No grazie, il caffé mi rende nervoso" interpreto Michele, un giornalista. Credo che ormai una figura del genere non esista più, scriveva i necrologi e assemblava la pubblicità. Inizialmente il film doveva avere più personaggi: la Loren, la De Sio, Pino Daniele. Sarebbero morti tutti per mano di Funiculì Funiculà, come Troisi e Senese. Poi le cose sono cambiate, sono aumentate le situazioni comiche. I fan mi hanno chiesto spesso un sequel. È pronto da un paio d'anni, anche se per ora è rimasto nel cassetto. Ma la storia c'è, anche perché l'idea che Napoli non debba cambiare, su cui si poggia il film, c'è ancora". 

Fonte: Repubblica.it 

    

lunedì 11 agosto 2014

Enzo Decaro: "Non esiste nessun erede di Massimo Troisi"

Con la frase sugli emigranti di "Ricomincio da tre", Troisi fece un’analisi sociologica che vale più di mille convegni. E quando chiedevano a Massimo se si sentisse l’erede di Totò o De Filippo lui si metteva a ridere e diceva: "Ma poveri loro a essere accostati a me!". Posso dire che non esiste nessun erede di Massimo”.

Enzo Decaro 


Giusto, Enzo. Fai bene a specificarlo, magari qualcuno avrà preso un abbaglio.

Cristiano

 

giovedì 7 agosto 2014

Non dimenticate, assieme all'acqua e il gas aperti, il grande Renato Barbieri

Vi propongo oggi un breve video di Renato Barbieri che illustra il Centro Teatro Spazio a San Giorgio a Cremano, con a chiudere "La smorfia" nel suo periodo d'oro. Massimo iniziò a fare teatro sotto l'ala protettiva di Renato, che fingendosi suo zio gli firmava le giustifiche dei filoni a scuola e lo aiutava in tante cose... Con le sue risorse si arrivò al Centro Teatro Spazio. Ingiustamente poco ricordato, lo faccio io con tanta stima e riconoscenza. Uno che viveva di passioni, per il teatro, i burattini (veniva chiamato anche all'estero ad esibirsi con le sue marionette) e lo spettacolo in generale. Proprio come noi.

Cristiano


                                                   

mercoledì 25 giugno 2014

Massimo Troisi apre la rassegna "Magna Grecia" a Catanzaro Lido

Tutto in uno sguardo. «Si capivano di lui le cose che non diceva», così Lello Arena racconta il “suo” Troisi in “Massimo, il mio cinema secondo me”. Prodotto da Publispei per la regia di Raffaele Verzillo. Il documentario è un viaggio di ricerca alla scoperta della poetica e della sensibilità artistica di Troisi regista, attraverso i ricordi degli amici più cari. Presentato al Festival di Roma 2013 “Massimo, il mio cinema secondo me”, è andato in onda lo scorso 4 giugno su Rai 3. Il 26 luglio, il documentario aprirà a Catanzaro, in piazza Brindisi a Lido, la nuova edizione del “Magna Graecia film festival" ideato e diretto da Gianvito Casadonte.

Un omaggio a vent’anni dalla morte di Troisi. E chissà che a Lido non arrivino anche Lello Arena e Massimo Bonetti, tra gli amici storici di Massimo. Il documentario è scritto da Antonella Coluccia, Pier Francesco Corona e Raffaele Veneruso. Cinquanta minuti per ritrovare Massimo: lo sguardo e il sorriso, l’intelligenza e l’ironia, la timidezza e la malinconia, i silenzi e quel suo napoletano, parlato spesso sottovoce. Il lavoro parte da un’intervista rilasciata da Troisi nel 1993. Da lì inizia il viaggio che si arricchisce delle foto inedite fornite dall’archivio di Mario Tursi. Scatti animati per l’occasione in “motion graphic” che si intrecciano alla testimonianze di numerosi amici e colleghi : Lello Arena, Francesca Neri, Massimo Bonetti, Anna Pavignano, Maria Grazia Cucinotta e il critico cinematografico Mario Sesti. Ciascuno racconta il “suo” Troisi. Sul set e fuori dal set. Ciascuno restituisce a Massimo quel che lui aveva dato, con grazia e generosità rare. Così il vuoto della sua assenza si riempie di ricordi vividi e vibranti. Troisi emoziona anche quando a raccontarlo sono gli altri. Emoziona come quel suo amatissimo e fortissimamente voluto, ultimo film: “Il Postino”. Verzillo lavora di cesello e restituisce il volto più umano e forse meno conosciuto di Troisi. Sulle note finali di “Qualcosa arriverà” di Pino Daniele, Troisi saluta e resta nel cuore. Come sempre. L’omaggio a Troisi, come lo scorso anno a Mario Monicelli, di certo aggiunge poesia al festival dedicato alla opere prime. 

    
 

lunedì 16 giugno 2014

A Faenza una rassegna cinematografica che...ricomincia con Massimo Troisi

Quest'anno la tradizionale rassegna cinematografica curata dal Cineclub Raggioverde con la collaborazione tecnica di Cinemaincentro inizierà con un doveroso omaggio a Massimo Troisi, nel ventennale della scomparsa del grande attore, regista e sceneggiatore. L'inaugurazione di lunedì 16 giugno prevede infatti la proiezione di "Scusate il ritardo", uno dei film cult di Troisi, interpretato nel 1983. La rassegna di giugno e luglio prevede alcuni classici del cinema italiano, quali "Riso Amaro" di Giuseppe De Sanctis, "Stromboli" di Roberto Rossellini, "Il Gattopardo" di Luccino Visconti, il "Grido" di Michelangelo Antonioni e "Le mani sulla città" di Francesco Rosi, come sempre ad ingresso gratuito.

L'Arena Borghesi è in Viale Stradone 2 a Faenza. Apertura cancelli ore 20,45. Inizio proiezioni ore 21,30. Per info: www.cineclubilraggioverde.it
   
     

lunedì 2 giugno 2014

Il 4 giugno su Raitre in prima visione il documentario "Massimo, il mio cinema secondo me"

In occasione dei 20 anni dalla scomparsa di Massimo Troisi, Rai 3 presenta, in prima visione il 4 giugno alle ore 23:10, il documentario prodotto da Publispei  per la regia di Raffaele Verzillo: “Massimo, il mio cinema secondo me”. Presentato al pubblico durante l’ultima edizione del Festival internazionale del film di Roma, il documentario rappresenta un viaggio di ricerca alla scoperta della poetica e della sensibilità artistica di Troisi regista, attraverso i ricordi degli amici più cari.

Con l’ausilio di suggestive foto e del prezioso audio inedito di un’intervista del 1993 all’attore-regista, il film mira soprattutto a riportare la sua presenza fra di noi a partire proprio dall’assenza della sua figura, lasciando alla sua voce (oltre che a poche immagini di repertorio televisivo e tratte da alcuni suoi film) e a quella di alcuni compagni di lavoro, il compito di restituirci l’indimenticabile tracciato della sua vita artistica.

Cinquantacinque minuti dedicati all’uomo, all’attore, al regista, al produttore. Realizzato in collaborazione con Rai Cinema, prodotto da Verdiana Bixio per Publispei, il lavoro di Verzillo racconta, a sessant’anni dalla nascita di un mito del cinema italiano, un protagonista vivo oggi, sui set di allora, restituendo al pubblico frammenti di riprese, inedite istantanee e interviste ai tanti compagni di viaggio, da Lello Arena a Francesca Neri da Massimo Bonetti a Maria Grazia Cucinotta. 

Avevamo parlato del documentario, uscito questo inverno, qui sul blog ai seguenti link:
  

sabato 14 dicembre 2013

James Senese e l'incontro con Massimo Troisi: un aneddoto nell'intervista al dj Roberto Funaro (VIDEO)

James Senese, un personaggio vero, genuino come Massimo Troisi. Un artista di livello internazionale che, come dice il dj Roberto Funaro, se si fosse trasferito in America sarebbe probabilmente diventato il nuovo John Coltrane. Ce lo ricordiamo benissimo, noi appassionati troisiani, per la sua straordinaria interpretazione in "No grazie, il caffè mi rende nervoso". Riportiamo qui uno stralcio dell'intervista di Roberto Funaro a James, effettuata lo scorso 30 novembre all'Arenile Reload di Napoli in occasione di un grande concerto dei Napoli Centrale (la cui recensione è visualizzabile con l'intervista integrale di Roberto sul mio blog di teatro e spettacolo al link http://teatropassione.blogspot.it/2013/12/song-il-nuovo-progetto-di-james-senese.html). Un gustoso aneddoto per noi appassionati e un'occasione per godere delle parole mai banali di un grande personaggio e un eccezionale sassofonista e compositore. In attesa di ascoltare, speriamo, il brano centrale della colonna sonora di "No grazie, il caffè mi rende nervoso" inciso nel prossimo disco.

Cristiano


                                                                                                                                                                     

giovedì 5 dicembre 2013

Non è il corrimano delle scale di "Scusate il ritardo" a esser stato danneggiato, per questa volta

massimo troisi lello arena scusate il ritardo napoli scaleIl "Corriere del mezzogiorno" riporta la notizia della rottura del corrimano della rampa di scale dove vennero girate alcune scene di "Scusate il ritardo". Dal video inserito nella pagina della notizia risulta evidente che la rampa utilizzata per le riprese è un'altra, quella più in basso. Molti anni fa provammo a sollevare come gruppo di appassionati la questione della tutela delle scale e proponemmo, senza ricevere alcun riscontro, l'intitolazione delle stesse a Massimo Troisi, con la relativa installazione di una targa. Auspico che quanto accaduto serva a evitare il peggio (la distruzione della rampa, questa volta quella davvero utilizzata nel film). Non ci conto ma auspico...e inserisco qui sotto la foto che mi ritrae seduto sulle scale autentiche.

Cristiano

scale scusate il ritardo massimo troisi napoli

NAPOLI – S'è «rotto» il set di Troisi. È stato divelto il corrimano della rampa in stile liberty di via Andrea Mariconda, dove vennero girate alcune scene memorabili di Scusate il ritardo (il duetto sotto l'acquazzone e quella dei «50 giorni da orsacchiotto»). Inoltre un parcometro è stato installato giusto a ridosso della ringhiera. Sul caso interviene l’associazione Ciclofficina Massimo Troisi a centro sociale Ska di piazza del Gesù: «Ci sono luoghi della memoria cinematografica che andrebbero preservati dall’incuria e dall’abbandono» fa sapere Luca Simeone, attivista della Ciclofficina. «Come portavoce dell’associazione che reca il nome dell’indimenticabile Troisi, e soprattutto come fan , provo rabbia e tristezza per lo stato di incuria in cui versano le rampe. Altrove luoghi del genere sono valorizzati e tutelati. Auspico si ponga rimedio al più presto anche per garantire l’incolumità dei passanti». 

lunedì 2 dicembre 2013

Commozione al Festival di Roma per il documentario dedicato a Massimo Troisi. La Cucinotta: "Massimo ha conquistato anche la Cina"

massimo troisi il postino
(ANSA) - ROMA - Un ritratto commovente sul filo di una lunga intervista audio inedita che Massimo Troisi concesse nel 1993 a Antonella Coluccia, per la sua tesi di laurea su di lui. Foto dai set dell'Archivio Mario Tursi, animate in motion graphic, e testimonianze di amici e colleghi come Lello Arena, Maria Grazia Cucinotta, Anna Pavignano. E' 'Massimo. Il mio cinema secondo me', documentario di Raffaele Verzillo prodotto da Verdiana Bixio per Publispei, con Rai Cinema, presentato al Festival di Roma. 

(Adnkronos/Cinematografo.it) - Nel doc si intrecciano varie voci di chi ha condiviso la sua arte, la sua amicizia e i suoi sentimenti, le testimonianze di altri professionisti e i ricordi di chi ha lavorato con lui: Anna Pavignano (compagna per un periodo e coautrice di tutti i suoi film), Gaetano Daniele (amico e socio della Esterno Mediterraneo), Mario Sesti (che lo ha amato e studiato nell'arco della sua carriera), l'attore Massimo Bonetti, le attrici Maria Grazia Cucinotta e Francesca Neri, infine Lello Arena che ha condiviso con lui l'intero percorso artistico.
Il flusso narrativo del documentario è sostenuto da immagini inedite di repertorio, dalle foto di Mario Tursi, dalle note di Pino Daniele e dalla preziosa reinterpretazione del brano 'Qualcosa arriverà', che il musicista napoletano ha voluto scrivere appositamente come omaggio della profonda amicizia con Troisi. "Massimo è un pezzo della mia vita. Oggi, a distanza di quasi vent'anni, mi sono messa una sua giacca, che forse non è neanche mai andata in lavanderia, così è un pò come toccarlo", dice Anna Pavignano e Maria Grazia Cucinotta conclude: "Non sono figlia di un ferroviere come Massimo, ma di un postino! 'Il Postino' è un film che arriva e commuove. Quando la semplicità arriva nel cuore delle persone ti fa diventare indimenticabile".
massimo troisi Il cinema visto tramite gli occhi di un attore che occupa un posto insostituibile nella storia del grande schermo italiano. È questa l’essenza del documentario su Massimo Troisi dal titolo Massimo. Il mio cinema secondo me”, presentato oggi al Festival di Roma. Scritto da Antonella Coluccia, Pier Francesco Corona, Raffaele Veneruso per la regia di Raffaele Verzillo e prodotto in collaborazione con Rai Cinema, si tratta di un progetto che nasce dal desiderio di rivelare l’idea che Troisi aveva del suo cinema: il suo ruolo, e la sua responsabilità di autore, la sua concezione registica e produttiva.
Attraverso materiali e testimonianze inedite il documentario svela tutto il mondo che si celava dietro ai film dell’interprete napoletano (sul quale era in programma un fiction poi naufragata tra le polemiche). Partendo da un’intervista rilasciata da Troisi nel 1993, la narrazione si sviluppa con un racconto dal tono rilassato, intimo, privo delle cautele tipiche degli interventi pubblici. Un percorso confidenziale e introspettivo al quale si intrecciano le voci di chi ha condiviso la sua arte, la sua amicizia, i suoi sentimenti.
Il documentario infatti trasforma il monologo dell’intervista in una sorta di dialogo ideale con le testimonianze e i ricordi di chi ha lavorato con lui. La voce di Troisi si mescola e si alterna così, ad esempio, a quella di Anna Pavignano, compagna di un periodo della sua vita e coautrice di tutti i suoi film, ma anche a quella di altri amici e attori. Un viaggio che rivela quanta complessità, quanta preparazione e quanta consapevolezza c’e’ dietro la leggera poesia di pellicole mitiche..

 

massimo troisi il postino the postman
"Io lo ricordo sul film. Una persona che ha cambiato la mia vita dal punto di vista professionale e non solo. Mio padre da postino si è arrabbiato quando rifiutai i tre mesi per le poste. Però poi ho fatto lo stesso il postino in un modo molto più fortunato e internazionale. Un postino che ha portato ovunque l'italianità, il modo di essere italiano a modo suo come diceva Massimo: "io sono a modo mio non devo piacere per forza a tutti". Invece lui è piaciuto a tutti e continua a piacere a tutti. Anche in Cina ha conquistato tutti. Quando il film piace all'estero è logico che ti emoziona tantissimo. A noi italiani piace perché eravamo affezionati a Massimo. Loro capiscono a malapena chi sono io che ancora continuo a lavorare. Quando fai una cosa bella resta per sempre e quando le emozioni sono sincere non importa la lingua, arrivano direttamente al cuore e ti fanno amare."
  Maria Grazia Cucinotta dopo la proiezione del documentario in un'intervista di FunWeek.it.