martedì 28 febbraio 2012

Auguri, Renato!

Nove giorni dopo un compleanno speciale per noi ne festeggiamo uno altrettanto importante, facendo gli auguri ad un grande uomo, un irripetibile artista, un vero amico e una splendida persona. Tanti auguri Renato, per il tuo primo compleanno di nuovo insieme a Massimo ma sempre e comunque con noi, nel cuore e nella mente. Dove rimarrai per sempre, come meriti.

Cristiano








Riportiamo l'articolo con cui ricordammo Renato Barbieri alla sua scomparsa: http://amicidimassimotroisi.blogspot.com/2011/03/il-nostro-ultimo-saluto-renato-barbieri.html




...e il video di una delle tante allegre cene a casa sua...  
 

martedì 21 febbraio 2012

Biografia di un minollo immaginario scritta da Massimo Troisi

I suoi film, a partire dai titoli, sono un chiaro esempio di quanto Troisi si divertisse a ridicolizzare e frantumare i cliché. Lo stesso intento possiamo rintracciarlo seguendo le sue interviste, da quelle storiche con Pippo ("posso chiamarti Pippo?") Baudo e Gigi Marzullo, a quelle meno conosciute. 
Oggi riportiamo una biografia immaginaria scritta da Massimo tanti anni fa, breve testo in cui, con una certa "eleganza" stilistica, riesce a smascherare (e ribaltare) la solennità preconfezionata delle biografie ufficiali.


1883, 21 febbraio. Nasce Franz Hideman, figlio di Georg Hideman (nato nel 1853) e di Ottile Kohn (nata nel 1857)
1885, ottobre. La famiglia si trasferisce da Maiselgasse 16 a Maiselgase 18.
Febbraio. Nasce Hermann Hideman.
Dicembre. La famiglia si trasferisce da Maiselgasse 18 a Maiselgasse 20.
1887, primavera. Per il bene di Franz che secondo il padre frequenta cattive amicizie, la famiglia si trasferisce da Maiselgasse 20 a Maiselgasse 22.
Settembre. Nasce Heinrich Hideman.
1889, settembre. Franz comincia le scuole elementari al Sacro Cuore di Gesù. Nasce Magda Hideman.
1890, aprile. Franz viene espulso dalla scuola.
1891, settembre. Costretto a cambiare scuola, Franz si iscrive al Sacro Orecchio Naso e Gola di Gesù.
1893, agosto. Gli appare la Madonna ma non crede ai suoi occhi.
1895, maggio. La famiglia si trasferisce in Norengasse 26. Già Maiselgasse 24.
Estate. Vacanza al mare con lo zio Siegfrid.
1897, dicembre. Saluta una persona per strada scambiandola per un suo amico. Accortosi dell'errore si difende dicendo: “Scusi, ma da dietro siete proprio uguale ad un mio amico”.
1900, estate. Vacanza al mare con lo zio Siegfrid.
1901, marzo. Sente la voce del nonno morto. Crede alle sue orecchie. Gli occhi si offendono a morte.
1906, autunno. Franz mostra all'amico Oscar Zalezly un fascio dei suoi scritti, frammenti di un romanzo e alcune foto pornografiche scattate da lui stesso.
1908, gennaio. Si riconcilia con gli occhi.
1910, luglio. Per interessamento del suo amico Zalezly la rivista “Scritti odi e nuovi orientamenti” gli pubblica le foto pornografiche.
1912, novembre. In casa del suo amico Eduard Metz conosce Marareta Zeliner e se ne innamora.
Gennaio. Prima esperienza sessuale per Franz Hideman se si escludono le due vacanze con lo zio Siegfrid.
1913. Franz scrive molto di giorno, poiché la notte dorme.
Il suo primo saggio si intitola:
“L'amore non influisce sui furti d'appartamento”.
 
Fonte: GIUSTI M. a cura di, 2004, Il mondo intero proprio, Milano: Mondadori

Questa biografia immaginaria viene letta da Massimo Lopez e Giovanni Benincasa nel documentario Rai "Ritratti: Massimo Troisi - Anche gli angeli volevano ridere" di Giancarlo Governi.
  

domenica 19 febbraio 2012

Tanti auguri Massimo!

Una giornata a San Giorgio a Cremano per Massimo. Questa volta eravamo solo in tre in giro per il paese e ad assistere al lungo convegno a lui dedicato a Villa Bruno. Una bella iniziativa, una discreta organizzazione ma probabilmente è mancata la lucidità necessaria per farne un evento ancor più speciale. La maggior parte degli oratori veniva dal mondo accademico e relazionava con un linguaggio tecnico; il posto per una tale iniziativa era l'università e il giorno adatto non certo una domenica. Ma era oggi il giorno di Massimo; dispiace solo non aver visto tanta gente accorsa all'evento. Magari rendendo il tutto un pò più informale sarebbe stato diverso. Resta una piacevole giornata trascorsa tra amici uniti nel nome di una passione genuina, ritrovando con piacere diversi conoscenti e colleghi di Massimo. E l'incontro con una persona stupenda, nettamente la nota più lieta: Renato Scarpa, un appassionato come noi.                  
L'anno prossimo sono sessanta e ci daremo da fare per tramandare ancor di più la memoria e l'arte di Massimo Troisi. Non facciamo parte dell'intellighenzia più alta, non abbiamo grandissima risonanza ma in questi anni il nostro ci ha insegnato che la passione porta sempre lontano. Siamo ancora qui. Per te e con te. Senza celebrazioni, solo parlando di un amico  che ci vive dentro.
 
Auguri Massimì!
 
Cristiano

Nun fa’ tardi, pe’ piacere…

Mi sono svegliato presto stamattina. Alle undici appena, solo per te, che ami dormire. Oggi è il tuo compleanno. Doccia, jeans, camicia bianca, sono pronto. Il regalo l’ho preso l’altro ieri, è un libro. Lo vidi per caso, nella vetrina di una libreria del centro. Si chiama “Il Postino di Neruda”, l’ha scritto un certo Antonio Skàrmeta. Non so chi sia, nè immaginavo di cosa parlasse il libro prima di comprarlo. Ho letto che è la storia di un postino, della sua amicizia con il poeta Pablo Neruda. Ho pensato un pò a noi due: io postino, tu poeta.Poeta che oggi compie ben cinquantanove anni.
Azz, te staje facenn’ viecchio! Penso alla tua faccia mentre ti dico questa frase e mi viene da ridere. Prendo il libro e mi incammino verso casa tua. Mi vengono in mente tutti i tuoi film, nel tragitto che mi sta portando da te. Il primo, quello in cui avevi fatto solo “tre ccose bbone”, oppure quello in cui con Benigni correvi all’indietro nel tempo. Mi hai fatto ridere tanto, mi hai regalato momenti unici, fatti di buon umore, di riflessione, di nostalgia, di malinconia.
Una volta, in un tuo film, non ricordo quale in questo momento, c’era un tuo primo piano, eri terribile. I tuoi occhi penetravano la telecamera, bucavano lo schermo ed entravano nel cuore di chi ti guardava. Eri disarmante.
Che fortuna essere tuo amico!
Guardo il libro, chissà se ti piacerà. Già so che anche se non dovesse piacerti non me lo dirai mai. Lo accetterai con un sorriso, ringrazierai, con la tua solita eleganza. Come quando ritiri un premio e ti limiti a dire un laconico “Grazie”, senza troppi giri di parole. Non ti è mai piaciuto parlare tanto. Non ne hai bisogno.
Non ho mai sentito nessuno parlare così tanto stando in silenzio. I tuoi silenzi sono lunghi monologhi, logorroici discorsi che toccano l’anima. Mi piace stare immobile ad ascoltarti, a guardarti.
Eccomi arrivato. Sono sotto al tuo palazzo. Busso, ma tu non rispondi. Non mi dire che staje ancora durmenn’! E’ mezzogiorno. Sei esagerato. Piazzo il dito sul citofono e lo lascio lì per un minuto. Niente, non ci sei. Strano.
Dal palazzo esce una signora, la tua vicina di casa. Mi dice che sei uscito presto stamattina, avevi un’aria triste. Hai preso la bicicletta e sei andato via.
Dove sarai andato? E poi, arò l’haje pigliata ‘a bicicletta? Tu a stento la sai portare.
Vabbuò pazienza, ti aspetterò qua, insieme al tuo libro.
Però nun fa’ tardi, pe’ piacere…
Buon Compleanno Massimo!

Pierpaolo Orefice 


  
"Non ho mai sentito nessuno parlare così tanto stando in silenzio"
Un francese, autentico  “coup de coeur" perché leggi questa frase scritta da Pierpaolo e pensi solo a Massimo e al suo saper comunicare oltre le parole.
E' diventato quasi maggiorenne il saluto, anch’esso silenzioso, che Massimo ci ha fatto quando ha deciso di "parlarci in silenzio" da un’altra dimensione, e i suoi messaggi o le associazioni a lui arrivano puntualmente  a destinazione.
In silenzio, oppure malcelati in un’emozione.

Mi ha parlato anche ieri sera, nel refrain della canzone di Celentano e Morandi, a Sanremo: “Ti penso e cambia il mondo … ed oltre quel che c’è”.
Lo penso e mi sento alleggerita e più fiduciosa: mi capita spesso.
Nessun sentimentalismo, solo uno dei tanti modi in cui Massimo sa ancora comunicare in silenzio, almeno con me.

E sicuramente, in modo personale, con ognuno di quelli che lo amano: come con Pierpaolo che, con pazienza, lo aspetta in compagnia di quel libro.
Immagine bella e molto efficace.

Come tutti quelli che oggi, riuniti a San Giorgio o, come me, lontani dal suo paese d’origine, non hanno potuto fare a meno di guardarlo, sentirlo, ascoltarlo.
In silenzio.

Grazie a tutti voi che, con le vostre partecipazioni, contribuite a rendere familiarmente sonoro il silenzio di Massimo.

E grazie a CHI  ha voluto donarcelo, 59 anni fa.

Daniela V.
  

martedì 14 febbraio 2012

Amore che vieni…amore che vai…Un omaggio a Massimo Troisi e a Sibilla Aleramo

Massimo Troisi è per noi, a suo modo, un amore. Autentico, fedele, inseparabile. Per alcuni presenza viva, per altri forte ispirazione, per altri ancora un fratello in cui rispecchiarsi. In questo giorno festeggiamo anche il nostro amore per lui, con le parole di Angela che probabilmente daranno voce ai pensieri di molti di noi.
Buon San Valentino.

Cristiano
 


Via di Campo Marzio, Roma.
A sinistra il celebre locale dove Tommaso, dopo aver disertato il matrimonio, attese Cecilia per un caffè e un cappuccino. E, soprattutto, dove pronunciò la memorabile frase: “Io credo, in particolare, che un uomo e una donna siano i meno adatti a sposarsi tra di loro, troppo diversi”.

Quanto di vero e coraggioso c’è nel pensiero teorizzato da Massimo? L’amore si forgia e si frantuma in mille pezzi con una celerità strabiliante. Alcuni ci credono dall’inizio, altri nel mezzo e qualcun altro prova a crederci per un pò, ma poi si vergogna e, semplicemente, scappa via perché, forse, non ha saputo dargli un nome…


NOME NON HA
Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo questo che provo per te,
non voglio che tu irrida al cuor mio
com'altri a' miei canti, ma, guarda,
se amore non è pur vero è
che di tutto quanto al mondo vive nulla m'importa come di te,
de' tuoi occhi de' tuoi occhi donde sì rado mi sorridi,
della tua sorte che non m'affidi,
del bene che mi vuoi e non dici, oh poco e povero, sia,
ma nulla al mondo più caro m'è,
e anch'esso, e anch'esso quel tuo bene
nome non ha....
  
Sibilla Aleramo

Buon S. Valentino a tutti.

Angela Paoletta
 
                               

lunedì 13 febbraio 2012

Pensavo fosse piena libertà invece era Sanremo. Massimo Troisi e il festival del 1981

Oggi vi proponiamo un Massimo Troisi unico anche nel tirarsi indietro da una "vetrina" come Sanremo, pur di restare fedele a un credo personale e ad un modo di essere. Uno, insomma, che aveva il coraggio delle proprie azioni, così come ce lo aveva delle proprie emozioni. Qualità molto rare al giorno d'oggi.
Il Festival di Sanremo perse così un'occasione di scrivere probabilmente una pagina importante della storia della televisione. Nella nostra epoca forse qualcuno l'ha capito ed ecco che alcunii provocatori, scomodi entro certi limiti, vengono invitati appositamente e non sempre accettano (vedi Benigni, Celentano...). Oggi Massimo sarebbe un uomo fuori dal suo tempo, ma pure nel 1981 non scherzava. Pur potendo approfittare di una grande occasione per pubblicizzare in tutta Italia la prossima uscita di "Ricomincio da tre", decise di non partecipare al Festival rifiutandosi di tagliare alcune parti del suo monologo, come imposto dagli organi di censura della Rai. Sappiamo tutti oggi il successo che gli diede il suo primo film, senza l'aiuto di Sanremo. Ma lui allora lo sapeva un po' meno. Chapeau per Massimo, ancora una volta.


Cristiano


Intervistatore: ...giornata calda anche per quanto concerne la vicenda dei croupier del casinò. Ieri sera ne sono stati arrestati altri due. Avevano ricevuto già comunicazione giudiziaria. E ora veniamo con un ospite di questa edizione del Festival, di questa serata eccezionale.
Massimo Troisi: ...non sono nu croupier, no...
Intervistatore: No, non sei un croupier!
Massimo Troisi: Tutt' accumbinato accussì, sembra che l'hanno dato prima 'o tiempo di parlà e poi s'o portano...
Intervistatore: L'avrete riconosciuto, Massimo Troisi, già lanciatissimo con il gruppo "La Smorfia", adesso tutto solo. Come mai ospite di un Festival della canzone?
Massimo Troisi: Mah, la verità vuoi sapere? Perché a fine febbraio esce un film, no? Esce il mio film che si chiama "Ricomincio da tre"... e allora appunto, prima ero Smorfia mo' invece so' da solo e per lanciare, per promuovere questo film so' venuto a Sanremo, accussì la gente me vede, com'è simpatico...e si va a vedere pure 'o film...
Intervistatore: Ecco, ma allora, questa sera che cosa puoi fare? Tu sei capace di fare tutto, hai piena libertà di poter far tutto?
Massimo Troisi: Piena libertà... sì, cioè nel senso loro m'hanno detto di fare tutto ...meno di parlare di religione, di politica, di terrorismo, di terremoto, perché dice sai 'o Paese 'sta in una situazione così... e allora mo' so' indeciso tra una poesia di Giovanni Pascoli o di Carducci

7 febbraio 1981

giovedì 9 febbraio 2012

"Che ora è" a teatro con Pino Quartullo. E' sempre l'ora di Massimo Troisi

Una volta tanto sono andato a teatro anche per Massimo. "Che ora è" è arrivato a Napoli, e con lo spettacolo anche la mostra fotografica documentata per il nostro blog da Angela poco più di un mese fa (http://amicidimassimotroisi.blogspot.com/2012/01/massimo-troisi-la-passione-che-non.html). A dire il vero non ho trovato qui a Napoli tutte le foto che avevo visto nelle immagini inviatemi da lei. Ad ogni modo grandi emozioni per un qualcosa dedicato anche a Massimo Troisi, ogni tanto, nella sua città. 
E poi lo spettacolo. Potete leggere le mie impressioni nella recensione che segue, qui desidero spendere due parole per Pino Quartullo, che ha voluto fortemente questo spettacolo. Ha spazzato via ogni scetticismo con la sua regia e la sua interpretazione; davvero un attore concreto e misurato. E una gran bella persona, conosciuta in camerino dopo la rappresentazione davanti ad una torta per festeggiare la sua prima napoletana. Abbiamo discusso della messa in scena, ha addirittura accolto una mia osservazione che più tardi Ettore Scola a cena ha approvato. Piccola modifica in corso alla pièce. Io mi sono azzardato, ma lui si è rivelata una persona umile e pronta all'ascolto di chiunque. Umile...ma onesta, insomma. Proprio come piace a noi. 
Se potete fateci un salto, fino a domenica lo spettacolo è in scena al Delle Palme di Napoli.

Cristiano

Pino Quartullo in scena con “Che ora è” al Delle Palme di Napoli

“Che ora è”, spettacolo prodotto, diretto e interpretato da Pino Quartullo e tratto dalla sceneggiatura del film omonimo diretto da Ettore Scola nel lontano 1989, arriva a Napoli. L’emozione è palpabile e Pino lo confessa a fine serata dal palco. Il fascino della prova del pubblico napoletano in questo caso raddoppia per via di quel Massimo Troisi che fu splendido protagonista insieme a Marcello Mastroianni della pellicola che fruttò ai due una Coppa Volpi a ex aequo per la migliore interpretazione. L’esame è superato, il pubblico applaude entusiasta anche per la presenza di Ettore Scola in sala. Uno spettacolo misurato, attento a non scimmiottare il film e i suoi attori, con una messa in scena essenziale ma efficace. Accanto a Quartullo (che interpreta il ruolo che fu di Mastroianni, quello di un brillante avvocato romano) c’è la piacevole sorpresa Clementino (nei panni che furono di Troisi e cioè del figlio Michele, militare indolente). Non da meno la giovane Valentina De Giovanni, che interpreta la fidanzata di Michele.
  
Lo spettacolo racconta di un padre e un figlio che trascorrono una giornata insieme in quel di Civitavecchia, un incontro-scontro che termina in fin dei conti alla pari, lasciando spazio a sprazzi di comprensione reciproca. Un vecchio orologio da taschino del nonno regalato a Michele scherma e fa superare i momenti più aspri del confronto, risvegliando ricordi ed emozioni sopite. Quartullo e Clementino si cuciono addosso i personaggi strizzando spesso l’occhio ai toni della commedia e dimostrando un ottimo affiatamento. La trasposizione dal cinema al teatro è perlopiù riuscita; appaiono talvolta ridondanti le spiegazioni date dai protagonisti al pubblico, ma per il resto la rappresentazione fila via snella e gradevole.

Si ride, si riflette e ci si rispecchia. L’adattamento è firmato, oltre che da Quartullo, da Paola e Silvia Scola. Le musiche sono quelle originali, composte dal maestro Armando Trovajoli per il film. Un piccolo capolavoro per la profondità con cui tocca il tema del rapporto padre-figlio, in maniera talvolta dura ma senza mai rinunciare ad un’ironia sagace, che lascia il segno.

Cristiano Esposito

Lo spettacolo resta in scena al teatro Delle Palme di Napoli fino a domenica 12 febbraio 2012. Per info consultare il sito www.teatrodellepalme.it.

  

mercoledì 8 febbraio 2012

Il nuovo Massimo Troisi (???)

Poco più di un anno fa pubblicammo questo post e il relativo montaggio video per segnalare alcune "analogie" filmiche tra Massimo Troisi e Alessandro Siani: http://amicidimassimotroisi.blogspot.com/2011/01/massimo-troisi-e-alessandro-siani-la.html. Il video riscosse un certo successo tra i lettori. A questo proposito segnaliamo un video di un membro del nostro gruppo facebook, che ci rende ancora più chiara la differenza tra un omaggio e un'analogia "sospetta": https://www.facebook.com/photo.php?v=2078109626521.

Da allora abbiamo trovato molti d'accordo con noi, anche sul giudizio relativo al comico napoletano più in voga attualmente. Riportiamo di seguito un articolo firmato da Marco Vignolo Gargini, che ci sembra abbia colto nel segno. Lui ci risponde con amicizia in uno dei commenti in fondo al post.
Dopo diversi anni quella di Siani resta una comicità sempre a spese di qualcuno, una continua aggressione allo spettatore in sala, uno sfottò e una retorica continui, privi di spessore e riflessioni acute. Se deve essere lui oggi a portare Napoli in giro per i cinema, i teatri o le televisioni italiane si auspicano meno demenzialità chiassose e più contenuti che si stacchino dall'epoca che, ahimè, stiamo vivendo.
Devo ripetere un concetto, visto che è duro da arrivare a tutti: qui non sto mettendo io in piedi un paragone, sono i giornalisti/giornalai, i media che insistono nel farlo, con ignoranza e opportunismo. E qualcuno ci crede pure, e questo non va bene.
Qualcuno nei commenti mi ha scritto: "Alla presentazione del film 'Benvenuti al Nord', Alessandro Siani ha risposto alla domanda sul confronto con Troisi. "No,Massimo era un fuoriclasse,era un Maradona,io al massimo sono un Lavezzi". Mi verrebbe da rispondere a Siani, sulla scorta del video che ho montato con le suddette "analogie": "E allora gioca semplice, non provare a palleggiare maldestramente con le arance come hai visto fare a qualcun altro".
Cristiano

Napoli: da Massimo Troisi… ad Alessandro Siani

Mancano soltanto due anni al ventennale della scomparsa di Massimo Troisi e già siamo in grado di poter stabilire che dell’antica e nobilissima arte comica e drammatica partenopea resta poco o niente. Troisi è stato l’ultimo esponente di una tradizione secolare, si può ben dire che a lui il testimone sia stato consegnato direttamente dalle mani del grande Eduardo, sebbene per poco tempo. Dopo Massimo Troisi abbiamo avuto tanti, tantissimi attori, o presunti tali, che hanno frequentato i cabaret, il teatro, la tv, il cinema, ma nessuno con il talento e le potenzialità dell’artista di San Giorgio a Cremano. È un dato di fatto, il posto di Pulcinella resta vacante, e per Pulcinella intendo anche l’evoluzione e il superamento della maschera napoletana. A livello linguistico, mimico, drammaturgico ci eravamo accorti tutti che Troisi avrebbe garantito questa rigenerazione, dando nuova linfa agli antichi copioni, purtroppo non potevamo sapere che sarebbe stata un’esperienza di così breve durata e, soprattutto, un’eredità difficile da raccogliere. Oggi sembra che Alessandro Siani rappresenti il non plus ultra dell’ultima generazione di comici napoletani, o perlomeno stanno facendo in modo di presentarcelo così… Al di là dei testi piuttosto banali, delle battute, dei tormentoni, dei personaggi (quel Tatore che trent’anni fa non avrebbe fatto ridere nessuno), Siani manca di spessore drammaturgico, sbraita, si muove come un Pazzariello in libera uscita, farfuglia, crede di poter attrarre con la barbetta e gli occhi cerulei… Massimo Troisi non aveva bisogno di personaggi, di tormentoni, era lui stesso lo spettacolo, il film, il dramma, e con la propria sottigliezza intellettuale sapeva traghettare Napoli fuori dai luoghi comuni, dalle macchiette. Siani invece è un regresso, un livellamento verso il basso, sia dal punto di vista lessicale che attoriale, quasi a rappresentare l’epoca che stiamo vivendo, priva di originalità, chiassosa, smunta, buffa più che comica. Troisi oggi è riconosciuto internazionalmente, a lui vengono dedicati convegni e rassegne cinematografiche… non credo che Siani saprà fare altrettanto (ha 37 anni, l’età in cui Troisi aveva già diretto, scritto e interpretato la maggior parte dei suoi film), almeno che… San Gennaro non faccia il miracolo!

Marco Vignolo Gargini


Da un'intervista della nostra Claudia Verardi a Renato Scarpa (il mitico Robertino e capo telegrafista di Mario Ruoppolo):

Qualche giovane comico napoletano sta riproponendo un tipo di comicità basato sui luoghi comuni e sui difetti partenopei, ribaltando in qualche modo il lavoro che proprio Massimo Troisi aveva fatto sul “nuovo napoletano che non deve per forza emigrare, ma può anche viaggiare” con tutto quello che ne consegue. Tu che ne pensi? Non sei napoletano, ma hai sempre frequentato molto sia la città che il suo cinema.
Renato Scarpa: Penso che Massimo abbia fatto una Rivoluzione. Proprio quella di cui Napoli ha bisogno. II soggettivismo esasperato che diventa senso di responsabilità individuale, l'autoironia, il ridere ammettendo la propria fragilità, coltivare il dubbio, trasformare la parola "cliente" in quella di "cittadino" come nel 1799.