venerdì 26 aprile 2013

Amici di Massimo Troisi ancora su Radio Shkodra (Albania)

Continua il filo diretto Italia-Albania e Amici di Massimo Troisi-Radio Shkodra, grazie a Selma. Siamo entrati, io con la mia voce e il blog-gruppo attraverso le mie parole, nella sesta puntata della trasmissione radiofonica albanese "Il treno della cultura italiana". Un gran bel programma, che ad esempio in questa occasione ci ha infilati tra Buscaglione, Carosone, Arbore, Benigni e Battisti. Sono convinto che Selma dall'Albania conosca e apprezzi meglio la cultura italiana di, ahimé, diversi nostri compaesani. E' un onore per l'Italia che "i nostri migliori anni", come li chiama Selma, vengano celebrati all'estero. Ogni tanto esportiamo anche qualcosa di buono.
 
Nel breve messaggio che ho registrato di getto appena ricevuto l'invito di Selma propongo l'ascolto di "Sia", un brano di un cantautore napoletano, Joe Barbieri. Scoperto e prodotto inizialmente da Pino Daniele, Joe oggi ha un buon successo di pubblico in tutto il mondo con un raffinato mix di  jazz e world music. Ascoltare per capire perché.

Cristiano
 
                               

martedì 23 aprile 2013

"Da Troisi a Massimo": il racconto filmato di un evento speciale a San Giorgio a Cremano (VIDEO)

Basta poco, un po' di sana passione e la conoscenza autentica di Massimo Troisi per ricordarlo in maniera degna e genuina. "Da Troisi a Massimo", evento tenutosi lo scorso 12 aprile presso la biblioteca comunale di San Giorgio a Cremano, ha caratterizzato un pomeriggio speciale. Tanto da far registrare la presenza di Luigi Troisi, fratello di Massimo, e la sua inattesa partecipazione finale con un'emozionante poesia scritta per lui. Il suo ringraziamento rende superflua ogni altra parola e sensazione, che lascio al video seguente: "grazie, perché stasera ci avete fatti sentire a casa di Massimo". Per quanto mi riguarda grazie ad Elena, le cui riprese ci lasciano un ricordo anche visivo; grazie ad Angela Saracino per avermi invitato ed aver pensato a me per questo evento, grazie alla disponibilità squisita di Oriana Russo, all'amico di sempre Giuseppe Gifuni, a Giuseppe Avolio, Gugliemo Rispoli, Davide Certosino e agli attori che si sono esibiti. Un grazie di cuore a Luigi Troisi, di cui purtroppo non abbiamo le immagini dell'intervento, che resta però indimenticabile per chi c'era. 
Che tutto questo sia uno sprone anche alle istituzioni affinché capiscano che organizzare un qualcosa per ricordare Massimo alla sua maniera può essere facile ed economico, in questo caso a costo zero. Senza sperperi, interessi, speculazioni, enorme circolazione di denaro ma finalmente con idee, competenza e serietà. Se l'unico interesse è rendere onore alla sua memoria, infondo basta davvero poco. Ricordiamocene in vista del prossimo (quest'anno? il prossimo?) Premio Massimo Troisi.

Cristiano



                       
                        

mercoledì 17 aprile 2013

Vittorio Veneto (Treviso) omaggia Massimo Troisi con una mostra all'interno del festival di cinema per ragazzi

La giunta comunale di San Giorgio a Cremano, il 21 Marzo, ha approvato la proposta dell’Associazione “400 colpi” con sede a Vittorio Veneto (TV) per la realizzazione di una mostra iconografica su Massimo Troisi in occasione del Vittorio Veneto Film Festival che si terrà tra il 16 ed il 21 Aprile. Per l’evento, la giunta ha deciso di prenotare 3000 euro di cui 1500 euro quale quota di compartecipazione per la realizzazione della mostra e 1500 euro da destinare al trasporto della bicicletta da San Giorgio a Cremano a Vittorio Veneto A/R.

In conclusione della presentazione della IV edizione del Vittorio Veneto Film Festival-Festival Internazionale di Cinema per Ragazzi è stato annunciato l'omaggio a uno dei nostri più grandi attori del cinema mondiale: Massimo Troisi. Grazie alla collaborazione con l'amministrazione comunale di San Giorgio a Cremano ed il Premio Massimo Troisi, il Vittorio Veneto Film Festival ha ideato una mostra dal nome "Buon Compleanno Massimo", nella quale saranno esposte video-istallazioni e la famosa bicicletta del film "Il Postino". E' il sindaco di San Giorgio a Cremano, Domenico Giorgiano, a concludere gli interventi della conferenza stampa dichiarando: "avendo conosciuto personalmente Massimo sono sicuro che da lassù approva questo gemellaggio con un Festival interamente dedicato ai ragazzi e dal respiro internazionale".
 

giovedì 11 aprile 2013

“Da Troisi a Massimo": ci vediamo a San Giorgio a Cremano

“Da Troisi a Massimo: l’artista diventato amico di famiglia”. Venerdì un evento in biblioteca.

La semplicità, l'autenticità e l'analisi acuta della realtà nella produzione artistica di Troisi lo hanno, da sempre, reso vicino a quanti lo amano, così l'idea di Troisi – artista si confonde con quella di Massimo – uomo. E' di Massimo Troisi che si parlerà venerdì 12 aprile 2013, dalle 18, presso la Biblioteca Comunale della Città di San Giorgio a Cremano, in occasione della presentazione del libro “La filosofia di Massimo Troisi” scritto da Davide Certosino.

Ad affiancare l'autore in una carrellata di ricordi della produzione artistica di Troisi, dalla quale emerge tutta la filosofia di Massimo: Giuseppe Avolio, detto PeppArt; Cristiano Esposito, giornalista, critico teatrale, appassionato di Massimo e autore del sito “Non ci resta che ricordarti” e del blog “Amici di Massimo Troisi”; Giuseppe Gifuni, amico di Troisi e fondatore del “Piccolo Teatro Massimo Troisi"; Angelica Romano, promotrice culturale; Oriana Russo, responsabile per Lineadarco della Biblioteca di San Giorgio a Cremano. Modererà la giornalista Angela Saracino.

Porteranno i saluti dell'Amministrazione Comunale l’assessore alla Valorizzazione delle Ville Vesuviane e vicesindaco, Giorgio Zinno e l'assessore alle Politiche Giovanili, Innovazione e Biblioteca, Michele Carbone. L'evento, promosso dall'Assessorato alle Politiche Giovanili, Innovazione e Biblioteca, guidato da Michele Carbone, rientra nel programma di eventi della Biblioteca Comunale della Città di San Giorgio a Cremano ed è stato curato dalle associazioni Lineadarco e Obiettivo Cultura.

Il libro di Certosino procede a scandagliare l'universo di Massimo Troisi, dipanando il gomitolo di parole ed emozioni che solo può condurre fuori dal labirinto delle sue invenzioni. O, invece, sceglie di rimanere ancora un poco imprigionati in quel suo universo fatto di frasi geniali che fissarono le ansie, i sogni, le illusioni, le delusioni, i sentimenti di una generazione, proiettandosi poi lontano, per incuriosire e sedurre chi oggi lo incontra nei personaggi dei suoi film che non ci si stanca di vedere, nelle registrazioni del suo lavoro d'attore geniale. A mettere insieme il complesso percorso di parole che ci ha lasciato, si resta sorpresi ancora una volta da quel suo universo ricco di riflessioni e di spunti critici. Fotografie di spietata ironia. Frasi che fanno sorridere e allo stesso tempo fermano la risata e l'allontanano, per guardare oltre e comprendere il senso della sua critica, mescolanza sapiente di apparente ingenuità, amarezza, impertinenza e umorismo.

Sarà visitabile in villa Bruno “Non mi resta che... vignettarlo”, mostra di caricature ispirate ai film di Massimo Troisi, a cura di “Peppart”, dal 12 al 19 aprile 2012. L’ingresso è libero dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 13.30 e dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18. Le tavole in mostra  sono ispirate alle locandine di Troisi. Peppe Avolio ripercorre così tutta la storia cinematografica dell'attore – regista, ricalcandone le espressioni e i tratti caratteristici in un omaggio e un ringraziamento per l'allegria che Massimo Troisi ha donato negli anni.
 

martedì 2 aprile 2013

Dai giornali dell'epoca - "Troisi, il suo postino ci porterà un sogno", da La Repubblica" del 6 giugno 1994

Riproponiamo oggi, per la rubrica che rilegge i giornali di un po' di tempo fa, un articolo pubblicato appena due giorni dopo la scomparsa di Massimo. Michael Radford e Antonio Skàrmeta ci parlano della lavorazione appena conclusa de "Il postino", di un Massimo orgoglioso di quel che aveva appena girato. Aveva raggiunto quel qualcosa in più cui aspirava per la sua carriera e con cui la nostra vita è un po' più bella. Grazie postino poeta, per i sorrisi e le lacrime che ci rendono migliori.
Cristiano
  
ROMA - "Quando è arrivato sul set, venerdì, Massimo si sentiva molto stanco, all'inizio sembrava che non volesse lavorare. Invece poi si è truccato e abbiamo cominciato a girare. Erano le sequenze finali. Massimo partecipa ad una manifestazione della sinistra e sta per leggere una poesia di Neruda davanti alla folla. Annunciano il suo nome, Mario Ruoppolo, e la folla applaude. Non dimenticherò mai la felicità e l'orgoglio sul volto di Massimo mentre dice a Renato Scarpa, che fa uno dei compagni, 'Senti? Applaudono me, proprio me!' ". C'è una grande tristezza nella voce di Michael Radford, il regista di Il postino. "Non voglio dire colpevole, ma mi sento in qualche modo responsabile della morte di Massimo, ha fatto uno sforzo incredibile e anche se ho usato tutte le cautele, ho fatto molti piani sequenza e primi piani per non stancarlo, sono stato comunque io a dirigerlo. Venerdì sera, alla fine delle riprese, ci siamo abbracciati. Mi ha chiesto scusa perché aveva cercato di fare del suo meglio, ma non aveva potuto dare il massimo, avrebbe rimediato al prossimo film insieme. Io l'ho sgridato, gli ho detto - e lo penso - che meglio di così non poteva fare, che aveva dato veramente tutto a questo film. C'era Noiret che ci guardava, non riusciva a parlare per la commozione". Michael Radford e Massimo Troisi si sono conosciuti dieci anni fa. Il regista scozzese lo avrebbe voluto interprete di "Another time, another place", ma Troisi non aveva voglia di andare a lavorare in Scozia. "Massimo vide il film e mi chiamò per dirmi che lo aveva amato molto. E da allora è cominciata un'amicizia, molto intensa anche se fatta di molte telefonate e di un incontro una volta l'anno, qui o a Londra, durante il quale ogni volta rinnovavamo la speranza di lavorare insieme. Ma io non parlavo italiano, lui non parlava inglese, era difficile. L'anno scorso mi ha mandato il libro di Skàrmeta. Bellissimo, ma io avevo qualche perplessità: è cileno, che c'entriamo noi? Lui era tranquillo: e noi lo facciamo napoletano". Radford spiega che, partendo da un episodio vero nella vita di Neruda che nel '52 visse un periodo di esilio proprio vicino a Napoli, la storia, ambientata da Skàrmeta alla fine degli anni Sessanta a San Antonio in Cile, è stata spostata indietro in un'isola del Golfo e il postino Mario Jimenez è diventato Mario Ruoppolo, figlio di un pescatore napoletano. "Ma il nucleo del libro, il rapporto d'amore tra il giovane e il Poeta è rimasto lo stesso. Skàrmeta ha approvato la sceneggiatura e quando ha conosciuto Massimo è rimasto affascinato. Ha chiamato subito dal Cile, appena saputa la notizia della sua morte, era sconvolto". Perché Massimo Troisi ha amato così profondamente il personaggio di Mario, tanto da dedicargli le ultime energie della sua vita? "Perché lo sentiva uguale, credo. La stessa semplicità, la stessa ansia di conoscere e di elevarsi, e una sofferenza interiore che gli ha dato una sua visione del mondo. Attraverso l'incontro con Neruda, Mario scopre la poesia, l'amore e la politica, tutto insieme. E Massimo ha portato cose sue, ha sciolto i momenti letterari con la sua umanità. 'Mi piacerebbe essere poeta', dice a un certo punto del film, ed è straordinaria la sua espressione, fa piangere e fa ridere. Ed era bellissimo per tutti noi vederlo insieme a Noiret, una sintonia perfetta, un'amicizia intensa e di poche parole, che si era stabilita anche nella realtà". Secondo Radford, con "Il postino" Massimo Troisi ha realizzato un altro grande sogno della sua vita. "Massimo non aveva una grande considerazione del suo cinema, non si sentiva regista, anche se secondo me esagerava. Lui diceva che c'era gente che amava la sua comicità e che i suoi film incassavano per questo, ma voleva qualcosa di più. Voglio fare un film di cui essere orgoglioso, diceva. Orgoglioso come attore. Nel film è veramente diverso da tutto quello che aveva fatto, recita in modo molto trattenuto, con Noiret raggiunge livelli altissimi. L'umorismo è nella sceneggiatura, non più nel suo personaggio conosciuto, la sua comicità è sottile e, sia pure con il suo linguaggio, ha recitato con l'ironia degli anglosassoni. Finalmente aveva trovato il ruolo e il film che gli avrebbero permesso di farsi apprezzare fuori dall'Italia". Michael Radford monterà il film a Cinecittà. "Sarà molto duro, rivivere tutti i momenti delle riprese. Non so quando finirò e se il film sarà pronto per Venezia. Non so neanche se sarà un film bello. Ma anche se fosse un brutto film, sarà comunque il segno di un 'gesto' che rientra nel mito umano della volontà di andare avanti, malgrado la sofferenza, fino al compimento di un'impresa. Forse Massimo avrebbe vissuto di più se non avesse fatto 'Il postino'. Sapeva le sue condizioni, le sapevamo tutti, i medici glielo dicevano, ma neanche per un momento ha pensato di interrompere il film. E so che aveva paura del trapianto al cuore, che non voleva farlo. E malgrado la sua gentilezza e la semplicità del vivere, Massimo era comunque un uomo di spettacolo. E, come ha detto Mastroianni, per un attore non poteva esserci finale più grandioso di quello che si è scelto Massimo".
 

MARIA PIA FUSCO
 La Repubblica" del 6 giugno 1994