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mercoledì 20 luglio 2016

L'estate (e Massimo Troisi) addosso

massimo troisi tatuaggio
Nel cuore di questa estate rovente c'è chi mi scrive per mostrarmi come porta Massimo sulla pelle in maniera visibilissima (foto qui a fianco) e chi, come spesso accade, mi chiede gli itinerari delle location dei film troisiani per partire in "pellegrinaggio". E poi ci sono le manifestazioni, sempre più glamour, di nicchia, e forse sempre più lontane dal giusto e autentico ricordo di Massimo Troisi.

A Milazzo Sandra Milo ha ritirato commossa il premio Mare Festival - Massimo Troisi, definendo il nostro: "Un grande artista, ma soprattutto una persona estremamente sensibile: Massimo Troisi era un amico. Sono parecchio emozionata nello stringere tra le mie mani il premio (che raffigura una locandina del film "Il postino", ndr),  come se lui fosse qui in questo istante". Un premio simile è andato anche all'imitatrice Gabriella Germani.

Il nome del festival di Milazzo è identico a quello che si tiene sull'isola di Salina (pare siano comunque la stessa cosa): "Mare Festival Salina – Premio Massimo Troisi". Da quando il premio originale di San Giorgio a Cremano è scomparso si è nebulizzato qua e là per la penisola in tanti grandi e piccoli premi Troisi. La questione è sempre la stessa: quanto di Massimo c'è realmente in queste occasioni? E quanto queste ultime servono a tramandare la sua arte? Ai posteri l'ardua sentenza, sperando vengano a sapere tutti chi è e cosa ha fatto Massimo Troisi.

Cristiano

giovedì 3 settembre 2015

Massimo Troisi nei ricordi della sorella Rosaria, dieci anni fa

massimo troisi rosaria troisi cinema comici
La migliore chiave di lettura per capire Massimo è di estreme semplicità e tenerezza. Basta vedere cos'è successo dopo di lui per comprendere quanto sia riuscito a entrare nel cuore di tutti. Vedere com’è ancora forte la voglia di tenerlo con noi, nel calore della vita, grazie al suo ricordo costante, basta per rendersi conto di come abbia saputo vivere una vita piena e intensa, anche se troppo breve. Per noi della famiglia Massimo non è mai cambiato: quando tornava a casa era sempre talmente uguale a se stesso che non ci eravamo resi conto fino in fondo del suo successo, del suo lavoro. Con lo sgomento della sua scomparsa è arrivato anche lo stupore di prendere atto di quanto le cose che aveva fatto fossero importanti. Lui diceva sempre di essere fortunato. Un privilegiato che poteva esprimersi nel modo che gli era più congeniale, ma era pur sempre lavoro e Massimo, tornando in famiglia, non parlava quasi mai del lavoro. 

Noi preferivamo andarci cauti, sapevamo bene quali problemi avesse avuto in passato e preferivamo avvicinarci a simili argomenti in punta di piedi: ho sempre pensato che la vita gli dovesse un risarcimento, quello di poter godere in modo completo dell’esistenza, dopo un inizio che era stato tanto avaro. Noi siamo una famiglia semplice, lo dico con orgoglio, senza evocare cliché e stereotipi: mio padre ha sempre lavorato, era nelle Ferrovie, non si navigava certo nell'oro, ma avevamo una vita dignitosa e, soprattutto, molto «viva». Come diceva sempre Massimo, parlando del modo in cui siamo cresciuti: «Se si’ imbecille, diventi imbecillissimo, se si’ umano, umanissimo». Ecco, lui è diventato umanissimo, con quei piccoli difetti come la pigrizia, l'indolenza e la capacità di astrarsi da ogni conversazione, se non aveva voglia di ascoltare, ma con pregi giganteschi: una semplicità disarmante, una lealtà assoluta e una mitezza totale che gli impedivano di essere scortese persino con quelli con cui non andava d'accordo. Anche in casa, persino nei momenti di «scontro generazionale» con il padre, non ha mai alzato la voce. Se contestava, lo faceva sempre in modo elegante, intimo, civile, proprio come ha poi fatto nel «Postino». Del resto Massimo ha mantenuto sempre il contatto con le radici, con gli amici della giovinezza, a San Giorgio a Cremano. E quando sono arrivati gli amici della vita professionale, erano sempre speciali, come Roberto Benigni: del resto sono molto simili, sarebbero diventati amici comunque. In famiglia, quando al telefono sentivamo che c'era qualche nuova fidanzata, lo «sfruculiavamo» citando Viviani: «Femmene belle, sempre 'na dozzina», ma Massimo era molto riservato. Come diceva, «le famiglie numerose diventano teatri stabili», e noi abbiamo sempre avuto il gusto di scherzare e prenderci in giro anche se lui, in privato, non era «nu pazzariello». Del resto, mica perché uno è attore comico deve passare la vita a far ridere gli altri, no? Nei suoi film vedo sempre tanto di lui e della nostra famiglia. In «Che ora è», ad esempio, quando tira l'orologio fuori dal taschino e dice «sono le tredici», Massimo cita papà, il suo modo da ferroviere di scandire ore e minuti, una finezza che mi ha dato un'emozione in più, mentre in «Le vie del Signore sono finite» c'è la tradizione della memoria storica narrata dai nostri nonni, nei loro racconti sulla guerra. «Scusate il ritardo», poi, più leggero, è proprio un ritratto delle dinamiche della nostra famiglia. 

Io credo che oggi Massimo possa ancora trasmettere un messaggio importante a quei giovani che si sentono bloccati e impotenti, che pensano non si possa fare nulla se non si va in televisione: se Massimo, nato in una cittadina che non figura nemmeno su tutte le carte geografiche, che non ha studiato recitazione, che non aveva un padre ricco e potente, che aveva pure una salute cagionevole, ce l'ha fatta ed è arrivato fino agli Oscar, partendo da San Giorgio a Cremano, allora bisogna imparare ad avere sempre fiducia in se stessi e nelle proprie qualità. In tanti anni di carriera Massimo non ha mai partecipato a un talk-show, non ha mai messo piede nel salotto di Costanzo e se fosse vivo oggi non andrebbe alle trasmissioni di Vespa: se lui ce l'ha fatta con queste scelte, allora vuol dire che tutti possono farcela, è questo il messaggio di ottimismo che ci ha lasciato. Spero che le nuove generazioni sappiano ascoltarlo.

Rosaria Troisi 
29/10/2005

martedì 30 giugno 2015

La mia "Annunciazione" dei giorni nostri letta "A casa di Massimo Troisi" (VIDEO)

Tra le tante emozioni che normalmente mi dà un raduno questa volta se n'è aggiunta una speciale. Leggere una mia piccola rivisitazione de "La natività" in un posto come "A casa di Massimo Troisi" a San Giorgio a Cremano, tra gli oggetti di Massimo, e strappare pure qualche risata e qualche applauso è stata una piccola grande soddisfazione per me. E insieme ai colleghi del master di "Drammaturgia e cinematografia" ad ascoltarmi e a sostenermi c'eravate voi, gli Amici di Massimo, rendendo il tutto ancora più stupendo. Allego il video della mia lettura, che qualcuno mi ha chiesto, a questo post. Ed anche l'articolo de "Il giornale di Napoli" che ha scritto del nostro raduno il giorno successivo. In attesa di riordinare e pubblicare foto e video della nostra visita alla spiaggia di "Scusate il ritardo", ringrazio tutti davvero di cuore.
Cristiano






                                  

venerdì 26 giugno 2015

Prima parte foto e video dal raduno di "Amici di Massimo Troisi" del 24 giugno: grazie a tutti!

Ancora una giornata speciale, e non lo dico io ma proprio voi, trascorsa tutta nel nome di Massimo. Impreziosita dalla partecipazione di Pasquale, partito all'alba da Pescara, e di Patrizia, da Genzano. E poi tutti gli altri, Anna e la sua stupenda famigliola, Mario con un nuovo adepto, Mauro... E' sempre la solita emozione, la solita convivialità, la solita maratona di passione. Siamo partiti da "A casa di Massimo Troisi", dove ho letto una mia rivisitazione de "La natività" e altri colleghi studenti hanno fatto lo stesso con altri testi inediti. L'emozione incontenibile davanti agli oggetti di Massimo, poi l'incontro con Costantino Punzo e Luigi Troisi. Il pranzo insieme e poi tutti sulla spiaggia di "Scusate il ritardo". Questo, in estrema sintesi, il nostro raduno, umile ma onesto, ma sempre stupendo e assolutamente unico nel suo genere come ci ha detto Luigi. Per il quale vi dico ancora una volta grazie.
Questa volta abbiamo già un nuovo appuntamento, il 4 luglio a Procida sui luoghi de "Il postino". La nostra bella storia, fatta di passione e amicizia continua. Lascio la parola alle foto e ai video, che meglio di ciò che scrivo serviranno a raccontare a chi non c'era e a ricordare con più forza a chi c'era. Grazie a tutti.
Cristiano










 








domenica 21 giugno 2015

Raduno "Amici di Massimo Troisi" del 24 giugno ed evento "A casa di Massimo Troisi"

massimo troisi casa troisi san giorgio a cremano raduno amici di massimo troisi
Da questo evento dedicato a Massimo (nel corso del quale leggerò forse anche un mio testo) e ambientato nello spazio gestito da Luigi Troisi, partirà l'ennesimo raduno di "Amici di Massimo Troisi". Un'altra giornata tutta troisiana, unica nel suo genere, che il nostro gruppo vivrà con passione, amicizia, divertimento e gioia di stare insieme nel nome di un amico speciale. Dopo pranzo andremo in giro per speciali luoghi legati a Massimo... Non vedo l'ora di riabbracciarvi. Vi aspetto a San Giorgio a Cremano alle 10:30 o, per chi non può, più tardi secondo le modalità che stabiliremo sul gruppo Facebook .

Cristiano

24 giugno, ore 10.30, Casa Massimo Troisi, San Giorgio a Cremano: Incontro intitolato Massimo Troisi. L'opera che non ha mai scritto con testi e letture degli studenti del Master in Drammaturgia e Cinematografia. Saluti di Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio. Intervengono Vincenzo Caputo e Giuseppina Scognamiglio.

Esiste un patrimonio di interviste, aneddoti, 'ospitate', che disegnano una speciale opera di Troisi. Quella che non ha mai scritto. Più che la tragica fine, bisognerebbe ricordare il festoso inizio di una comicità fecondissima. Quanto riso contemporaneo ha generato Troisi?


giovedì 11 giugno 2015

Massimo Troisi, lo scugnizzo di San Giorgio a Cremano

il postino massimo troisi the postmanNel mare degli articoli dedicati a Massimo a ogni suo anniversario di nascita e scomparsa, Daniela ci ha segnalato questo, semplice e senza retorica. Leggendolo mi sembra di ritrovare molto dell'artista e della persona che ho imparato a conoscere. Grazie a Daniela e grazie a Gianmaria Tammaro di Linkiesta.it.

Cristiano
 
    
Morì il 4 giugno del 1994, e se continuiamo a ricordarlo è perché era una persona qualunque, uno specchio e un’ombra della Napoli del dopoguerra

sabato 6 giugno 2015

Ne è uscita un'altra: Eleonora Giorgi rivela la passione segreta con Massimo Troisi

Altro giro, altra donna che decide di rivelare pubblicamente il suo flirt con Massimo Troisi. Eleonora Giorgi conosce Massimo poco prima delle riprese di "Morto Troisi, viva Troisi!", nel 1982. Due anni dopo l'incontro galeotto in Costa D'Avorio
Al di là del mero gossip, come sempre ci interessa la descrizione e la testimonianza delle peculiarità del nostro.

Cristiano


Eleonora Giorgi ha svelato il segreto al settimanale Visto. I due si sono conosciuti grazie a Verdone, poi una vacanza in Costa D’Avorio… Sulle pagine del settimanale Visto, la Giorgi ha rivelato una breve relazione con Massimo Troisi, che risale a trent’anni fa. In quel periodo, l’attore era già molto amato grazie al successo del film “Ricomincio da tre”. Fu Carlo Verdone a farli conoscere.

“(Massimo Troisi) accetta la regia di uno show Tv che ospita fra gli altri Roberto Benigni e Carlo Verdone ed è proprio Carlo, con il quale ho appena girato Borotalco, a presentarmelo, a cena a casa sua. Massimo è timido ma magnetico, delicato ma sicuro di sé, soffuso di grazia, di una lieve malinconia, ma pur sorridente e solare”.

Due anni dopo, poi, i due attori si ritrovano in Costa d’Avorio: “Massimo è allegro ed espansivo, ma resta per ore seduto all’ombra e io gli faccio compagnia; così, più da vicino, mi accorgo del ticchettio meccanico del suo cuore, che nel silenzio si fa più evidente: fra noi scoppia una passione improvvisa, breve e bruciante”, da cui poi sarebbe nata una bella amicizia.

“Insieme ridiamo e ci raccontiamo mille cose e al ritorno siamo ancora amici. Poi ci si perde, io vado a stare in campagna mentre la sua carriera continua a crescere con successo, fra i film di Ettore Scola e i suoi. (…) La sua morte, a soli 41 anni, arriva il 4 giugno 1994, pochissimo tempo dopo la conclusione delle riprese del film Il postino, e le sue immagini in quel film, magro e sofferto, a cavallo della bici del portalettere, a picco sul mare dell’isola, sono uno choc doloroso. Pare che Massimo avesse bisogno di un urgente intervento al cuore, molto invasivo, e che avesse voluto fatalmente rimandarlo per poter girare questo film-apologo sulla bellezza e sull’arte, cui teneva moltissimo, con ancora nel petto il suo vero cuore, quasi fosse il custode del suo più profondo sentimento”.  

"Ci sono artisti - scrive Eleonora Giorgi, icona del cinema italiano per il settimanale Visto - che nessun emulo, per quanto amato, può sostituire nel cuore del suo pubblico. Massimo Troisi era nato sotto il vulcano, sotto quel temibile Vesuvio che, però, ha sempre risparmiato dalle peggiori conseguenze a San Giorgio a Cremano, piccolo centro a pochi chilometri da Piazza del Plebiscito".

(Anita Sciarra, Il Giornale)
 

venerdì 23 gennaio 2015

Scusate il ritardo: finalmente a San Giorgio a Cremano uno spazio dedicato a Massimo Troisi

Meglio tardi che mai, ma chissà perché ci è voluto tanto tempo. La giunta comunale di San Giorgio a Cremano ha approvato la concessione di uno spazio in Villa Bruno denominato "Casa Massimo Troisi". La struttura ospiterà una associazione culturale guidata da Luigi, fratello di Massimo, che si occuperà di tenere viva e alta la memoria del regista ed attore sangiorgese e di formare nuovi talenti nel campo dello spettacolo. 
"Massimo Troisi è un patrimonio per la nostra città", spiega il sindaco Giorgiano, "e per questo motivo abbiamo voluto mettere in campo una nuova azione per ricordarlo nel migliore dei modi. Abbiamo deciso di sostenere il progetto del fratello di Massimo, che siamo certi saprà trasmettere al meglio i valori di cui il nostro amato artista si faceva portatore".
La contentezza scaturita dalla notizia è così doppia, visto che questa iniziativa è stata posta davvero in buone mani. Possiamo quindi ora finalmente auspicare una modalità corretta e disinteressata di tramandare concretamente il genio e la poesia di Massimo, esigenza sempre più impellente col passare degli anni e delle generazioni.

«Il compleanno di Massimo, quest’anno, lo festeggeremo a “Casa Massimo Troisi”, sarà una casa “umile, ma onesta”!». Luigi Troisi, commenta a sangiorgioepress.it con queste parole l’annuncio , arrivato ieri pomeriggio, della concessione di uno spazio, all’interno di villa Bruno, per ricordare attraverso una “memoria viva” il proprio compianto fratello. «Un fratello che, in questi venti anni dalla scomparsa, mi è stato dimostrato non essere solo mio, ma di tutti quelli che lo hanno amato e persino di tanti giovani che, anagraficamente, non hanno potuto conoscerlo di persona, ma hanno imparato a memoria le sue battute e visto centinaia di volte i suoi film. Vorrei che “Casa Massimo” diventasse un luogo dove sfogliare l’album dei ricordi comuni come si fa quando ci si ritrova in famiglia, ma anche il luogo dove tanti giovani e meno giovani possano trovare un “padrino” sempre vivo che li stimoli e li aiuti nei loro esordi». 

Cristiano

P.s. Di certo un sorriso solcherà adesso il viso di Daniela V., che proprio un mesetto fa al telefono mi spiegava una sua idea per un'iniziativa denominata proprio "Casa Massimo". Forse nulla succede per caso... Magari cambieremo nome, ma può essere che un giorno realizzeremo anche la bella idea di Daniela.
 

martedì 23 dicembre 2014

Una poesia per Massimo


Una splendida, sentita poesia dedicata a Massimo Troisi, scritta nel dialetto che gli era tanto caro. Io e Massimo la ascoltiamo col cuore, fuori la casa rosa di don Pablo. E nella foto qui sopra lui sembra chiedermi: "Ma over è pe' mme sta poesia?". Certo Massimino, tu sei questo e molto altro.

Complimenti a Davide Rocco e grazie ad Anna per averla scovata.
 

A Massimo Troisi

Cu 'a faccia sorridente e cu 'e capille ricce
Ire napulitano cu 'a faccia d''o scugnizze
Parive sempe timido e sempe in imbarazzo
Risposte sottovoce ma ce lassave 'e sasso

Battuta sempe pronta, simpatico e solare
Ire talmente grande... pareva 'e guardà 'o mare
Song' film e situazioni ca hanno cuntato tanto
Si' muorto 'a tantu tiempo... ma te sanno tutti quante

Partito da San Giorgio si gghiuto assaie luntano
Ma nunn'aie perze niente d''o viecchio napulitano
Fama e ricchezza cagnano, ma tu si' rimasto 'o stesso
Aie fatto nu sulo errore... te ne si' gghiute ambresse.
 

giovedì 11 dicembre 2014

Una comicità sempre nuova: Massimo Troisi come Totò e Peppino

Visto che ci copiano ormai senza nemmeno fare più lo sforzo di cambiare le foto, riproponiamo qui la prefazione al libro di Lunetta Savino firmata dal Nostro, già pubblicata on line quindici anni fa su "Non ci resta che ricordarti" al seguente link: http://digilander.libero.it/webtroisi/pagine/lui%20eduardo....htm. Un articolo acuto e pieno di spunti interessanti, a me però in particolare ha colpito questa frase: "A me capita quando vedo Totò, ma specialmente Totò e Peppino insieme, di vedere una cosa e di rivederla e scoprire altre cose, rivederla e scopri 'nu gesto: quindi, vuol dire che lui in quel momento, ha proposto e ha costruito un qualcosa che non è leggibile immediatamente; ecco perché io dico puro però eccezionale". E' esattamente quello che mi capita quando rivedo un film di Massimo per l'ennesima volta. Sarà che lui ha saputo diventare l'ultimo erede di due comici immensi come appunto Totò e Peppino.


Lui, Eduardo e papà Scarpetta
di Massimo Troisi
 
Purtroppo non ho mai conosciuto Peppino De Filippo e lui è sicuramente di quelle persone che ti rammarichi di non aver conosciuto. Però l'ho visto a teatro. Ero molto piccolo, e sono andato con mio cognato che era vigile del fuoco, al Politeama, a Napoli, e così sono entrato da dietro con lui, con tutta l' emozione... Davano “A che servono questi quattrini”, e io ho visto lui, Peppino, che passeggiava, cu' 'e 'mmane dietro, e m'ha dato l'idea come forse anche noi diamo agli altri di una persona molto seria, molto tranquilla... M'avrebbe fatto piacere si' me diceva qualche frase che poi potevo riportare nella vita, dire: "E poi disse...", invece no, non disse niente è forse è stato giusto accussì, perché poi, di solito, in queste occasioni i grossi personaggi dicono le cose più stupide e banali. Un'eccezionale normalità lui, secondo me, è come 'o sillabbario. Quando io l'immagino, l'immagino puro, immagino cioè una comicità allo stato puro. Si può immaginare che la comicità pura è anche di Totò, e invece no, Totò è già chella elaborata. Io credo, cioè, che della comicità portata al livello di Peppino non ne può fare a meno nessun comico. Eduardo si è affinato più nel classico, Totò nel surreale, in quello che lui è riuscito a inventarsi come personaggio, Peppino, nella normalità era il massimo. Credo comunque, al di là di tutti i discorsi che si possono fare, che quando si parla di questi grossi personaggi, si parte dal presupposto che, comunque, siano delle persone intelligenti: io credo che siano eccezionalmente intelligenti Totò, Eduardo, Peppino, ma pure Sordi, per non restare solo nell' ambito napoletano; Sordi, secondo me, è un inventore di cose nuove, di comicità nuova, è stato un precursore. Forse si può parlare di normale fatto da una persona eccezionale, perché Peppino è dentro quello che fa. Non so se poi c'è dietro uno studio, perché non so se lui studiava il personaggio, ma sicuramente un'immedesimazione, in quel momento, a far vivere quel personaggio, quindi a dargli quello che, forse, è più difficile per un attore, per un comico, a dargli i particolari. A me capita quando vedo Totò, ma specialmente Totò e Peppino insieme, di vedere una cosa e di rivederla e scoprire altre cose, rivederla e scopri 'nu gesto: quindi, vuol dire che lui in quel momento, ha proposto e ha costruito un qualcosa che non è leggibile immediatamente; ecco perché io dico puro però eccezionale, perché puro sarebbe veramente il sillabario scritto da tutti dove A è A, B è B, invece lui ha scritto quello dove nella A puoi leggere qualche cosa di più. Ma è un caso stranissimo che io mi ritrovo, proprio ora, a parlare di Peppino, in un momento in cui, io, dovendomi calare nel personaggio di Pulcinella (nel film che sto girando con Ettore Scola, "Il viaggio di Capitan Fracassa") non so per quale mistero, non so per quale spinta interiore, per quale intuizione, che poi è quella che fa fare ogni cosa, io ho pensato a Peppino. Ho pensato alla napoletanità trasmessa in un certo modo, io dico, del ritmo, nei tempi, nei tempi comici, nell'incrinazione della voce: la sua comicità irresistibile. Lui, secondo me, è tutto quello che c'è prima dell'invenzione in più. Credo che lui abbia fatto eccezionale la normalità, sia riuscito a rendere eccezionale quello che si pensa che qualunque comico debba avere come bagaglio naturale: lui l'ha fatto assurgere a eccezionalità. Non saprei dire dove inizia per me il ricordo del teatro napoletano, dove finisce, dove è qualcosa di mediato attraverso la televisione, e non saprei nemmeno dire chi ho amato di più, se Peppino, se Eduardo, se Totò, perché li ho amati veramente tutti, anche senza essere un assiduo, perché poi a teatro ci andavo veramente poco. Sarò andato a vedere una volta Eduardo, prima di iniziare a fare l'attore, e una volta sola, purtroppo, Peppino. Peggio per chi non ha capito però, soprattutto attraverso i film e la televisione, qualcosa forse mi è cresciuto dentro. Sicuramente qualcosa di mediato da uno che fa spettacolo, mediato dall'intelligenza della quale parlavo prima, intelligenza che vuol dire sensibilità, non vuol dire preparazione culturale; e allora tutti questi elementi fanno diventare un attore, e quindi di conseguenza il suo personaggio, somigliante a un modello preciso, che però nello stesso tempo non ti dà l'idea di qualcosa di già visto, che è importante, perché vedere o sentire il già visto toglie molto alla freschezza. So che Peppino si è rammaricato più volte di non essere considerato abbastanza anche come autore oltre che come attore. Ma...che dire, peggio per chi non è riuscito a entrare nel suo mondo, a capirlo; insomma va tutto a discapito di chi non è riuscito a godersi pienamente questa cosa, e lo sta facendo mo' o lo farà tra dieci anni; lui non c'entra niente. Pure il fatto, per esempio, che Totò non ha avuto più bisogno del cognome, Eduardo nemmeno, lui invece s' 'a avuta purta' pure 'o cugnome, ma, secondo me, stava benissimo anche lui solo con Peppino!
 

domenica 30 novembre 2014

Massimo Troisi come Enrico Berlinguer

"Nel momento in cui moriva ci siamo accorti che ognuno di noi aveva con lui un rapporto personale, fiducioso e confidenziale, anche se ci eravamo limitati ad ascoltarlo nella folla di una piazza".


La frase riportata appena sopra è tratta da un articolo de "L'unità" dedicato a Enrico Berlinguer, che sento di associare anche a Massimo. Sostituiamo la piazza al grande, al piccolo schermo e al teatro ed ecco che ci viene restituito il rapporto che noi "Amici di Massimo Troisi" intratteniamo con il Nostro. E che sopravvive, come direbbe Rosaria Troisi, "oltre il respiro", quotidianamente, perché lui è un po' uno di famiglia, uno su cui contiamo e al quale saremo eternamente grati. Una persona perbene con dei valori importanti, proprio come Enrico Berlinguer.

Cristiano