lunedì 2 dicembre 2013

Commozione al Festival di Roma per il documentario dedicato a Massimo Troisi. La Cucinotta: "Massimo ha conquistato anche la Cina"

massimo troisi il postino
(ANSA) - ROMA - Un ritratto commovente sul filo di una lunga intervista audio inedita che Massimo Troisi concesse nel 1993 a Antonella Coluccia, per la sua tesi di laurea su di lui. Foto dai set dell'Archivio Mario Tursi, animate in motion graphic, e testimonianze di amici e colleghi come Lello Arena, Maria Grazia Cucinotta, Anna Pavignano. E' 'Massimo. Il mio cinema secondo me', documentario di Raffaele Verzillo prodotto da Verdiana Bixio per Publispei, con Rai Cinema, presentato al Festival di Roma. 

(Adnkronos/Cinematografo.it) - Nel doc si intrecciano varie voci di chi ha condiviso la sua arte, la sua amicizia e i suoi sentimenti, le testimonianze di altri professionisti e i ricordi di chi ha lavorato con lui: Anna Pavignano (compagna per un periodo e coautrice di tutti i suoi film), Gaetano Daniele (amico e socio della Esterno Mediterraneo), Mario Sesti (che lo ha amato e studiato nell'arco della sua carriera), l'attore Massimo Bonetti, le attrici Maria Grazia Cucinotta e Francesca Neri, infine Lello Arena che ha condiviso con lui l'intero percorso artistico.
Il flusso narrativo del documentario è sostenuto da immagini inedite di repertorio, dalle foto di Mario Tursi, dalle note di Pino Daniele e dalla preziosa reinterpretazione del brano 'Qualcosa arriverà', che il musicista napoletano ha voluto scrivere appositamente come omaggio della profonda amicizia con Troisi. "Massimo è un pezzo della mia vita. Oggi, a distanza di quasi vent'anni, mi sono messa una sua giacca, che forse non è neanche mai andata in lavanderia, così è un pò come toccarlo", dice Anna Pavignano e Maria Grazia Cucinotta conclude: "Non sono figlia di un ferroviere come Massimo, ma di un postino! 'Il Postino' è un film che arriva e commuove. Quando la semplicità arriva nel cuore delle persone ti fa diventare indimenticabile".
massimo troisi Il cinema visto tramite gli occhi di un attore che occupa un posto insostituibile nella storia del grande schermo italiano. È questa l’essenza del documentario su Massimo Troisi dal titolo Massimo. Il mio cinema secondo me”, presentato oggi al Festival di Roma. Scritto da Antonella Coluccia, Pier Francesco Corona, Raffaele Veneruso per la regia di Raffaele Verzillo e prodotto in collaborazione con Rai Cinema, si tratta di un progetto che nasce dal desiderio di rivelare l’idea che Troisi aveva del suo cinema: il suo ruolo, e la sua responsabilità di autore, la sua concezione registica e produttiva.
Attraverso materiali e testimonianze inedite il documentario svela tutto il mondo che si celava dietro ai film dell’interprete napoletano (sul quale era in programma un fiction poi naufragata tra le polemiche). Partendo da un’intervista rilasciata da Troisi nel 1993, la narrazione si sviluppa con un racconto dal tono rilassato, intimo, privo delle cautele tipiche degli interventi pubblici. Un percorso confidenziale e introspettivo al quale si intrecciano le voci di chi ha condiviso la sua arte, la sua amicizia, i suoi sentimenti.
Il documentario infatti trasforma il monologo dell’intervista in una sorta di dialogo ideale con le testimonianze e i ricordi di chi ha lavorato con lui. La voce di Troisi si mescola e si alterna così, ad esempio, a quella di Anna Pavignano, compagna di un periodo della sua vita e coautrice di tutti i suoi film, ma anche a quella di altri amici e attori. Un viaggio che rivela quanta complessità, quanta preparazione e quanta consapevolezza c’e’ dietro la leggera poesia di pellicole mitiche..

 

massimo troisi il postino the postman
"Io lo ricordo sul film. Una persona che ha cambiato la mia vita dal punto di vista professionale e non solo. Mio padre da postino si è arrabbiato quando rifiutai i tre mesi per le poste. Però poi ho fatto lo stesso il postino in un modo molto più fortunato e internazionale. Un postino che ha portato ovunque l'italianità, il modo di essere italiano a modo suo come diceva Massimo: "io sono a modo mio non devo piacere per forza a tutti". Invece lui è piaciuto a tutti e continua a piacere a tutti. Anche in Cina ha conquistato tutti. Quando il film piace all'estero è logico che ti emoziona tantissimo. A noi italiani piace perché eravamo affezionati a Massimo. Loro capiscono a malapena chi sono io che ancora continuo a lavorare. Quando fai una cosa bella resta per sempre e quando le emozioni sono sincere non importa la lingua, arrivano direttamente al cuore e ti fanno amare."
  Maria Grazia Cucinotta dopo la proiezione del documentario in un'intervista di FunWeek.it.
   
                         

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