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domenica 12 giugno 2016

Roberto Benigni: "Tra me e Troisi un incontro d'amore"

massimo troisi roberto benigni non ci resta che piangereRoberto Benigni, al festival "Trastevere rione del cinema" per presentare il film "Non ci resta che piangere", ha speso parole importanti per Massimo Troisi. Mi fa piacere trascriverle e riportarle di seguito.

"Questo è un film di trentadue anni fa, non l'ho più rivisto da allora. Se ci fosse Massimo sarebbe davvero felice per questa serata. Un grandissimo talento, un bell'autore, un bel regista, un bell'attore, un bel ragazzo pure. Da qualche parte in quessto momento so che è presente. Quando ci siamo incontrati non avevamo nemmeno trent'anni e abbiamo deciso subito di fare qualcosa insieme, di condividere questa allegria per la vita, la spensieratezza di gettarsi nel vuoto di un'arte così difficile. Abbiamo lavorato molto ma lavoravamo proprio perché lui era lui e io ero io. Quando due si incontrano...perché l'amicizia è come l'amore, quando ci si vuole bene o ci si ama è uguale. C'era un trasporto totale. Questo film qua è davvero un film di evasione, di purezza e di allegria. Almeno tre volte c'è un vero divertimento, dove non riuscivamo davvero a girare e ci siamo dovuti fermare. Noi e la troupe ridevamo e abbiamo dovuto provare e riprovare la gag del fiorino. Delle sciocchezze ma che hanno una brillantezza dell'allegria. O quando facciamo il cavallo, Mario e Saveria. In un momento abbiamo dovuto tagliare perché stavamo proprio ridendo insieme alla troupe che ci istigava a ridere. Oppure "Ricordati che devi morire!"... Era tutto dato dall'incontro d'amore che ci è stato tra me e Troisi. In quel periodo lì eravamo proprio due innamorati, dormivamo proprio insieme".

Benigni ha poi concluso il suo intervento recitando la splendida poesia dedicata all'amico scomparso, scatenando l'ovazione dei presenti. Davvero una serata da ricordare per noi troisiani.

Cristiano

 
 

lunedì 30 novembre 2015

Massimo news: "Il postino" di Troisi ricordato su Raiuno, la scritta sui muri di Roma e l'omaggio congiunto con Pino Daniele ad Andria

pino daniele sophia loren massimo troisi totò napoli- Registrato recentemente presso l'Auditorium Rai di Napoli, l'11 dicembre andrà in onda su Raiuno "Andrea Bocelli - Il mio cinema". Il programma, condotto da Massimo Giletti che torna così in città dopo le polemiche de "L'arena", sarà una viaggio tra le colonne sonore più belle della storia del cinema. Presente anche Sophia Loren, che racconterà diversi aneddoti legati riguardo varie pellicole. E così insieme a "Il padrino", "La vita è bella" e "Colazione da Tiffany", ci sarà spazio anche per "Il postino" del nostro Massimo Troisi. Altri ospiti saranno Christian De Sica, il calciatore del Napoli Gonzalo Higuain, Noa e Belen Rodriguez.

- Stanno cancellando un po' di scritte sui muri a Roma, per il Giubileo speciale che comincerà tra poco. Chissà se sparirà anche quella che parafrasa il titolo del film di Massimo del 1991 "Pensavo fosse amore invece era un calesse" e che recita così: "Pensavo fosse amore e invece era una zo...". Frase in qualche modo accostabile allo storico striscione degli ultras del Napoli comparso tanti anni fa nello stadio del Verona, l'ormai proverbiale "Giulietta era ’na zoccola".

- Sabato 5 dicembre ad Andria, presso il Persepolis di Via Giovanni Bovio 31, alle ore 21:15 i Free Men Teatro in musica ricorderanno Massimo Troisi e Pino Daniele con un loro spettacolo. Il biglietto costa 8 euro ed è possibile prenotarlo (unico modo per entrare) mandando un messaggio privato alla pagina Facebook di Persepolis
  

sabato 7 marzo 2015

Tutti al cinema per Massimo: il nostro affetto che percorre l'Italia intera, i vostri biglietti e commenti

Non ci resta che piangere Massimo Troisi Roberto Benigni Cinema
Ecco una selezione dei biglietti e dei commenti che mi avete inviato sul gruppo Fb in occasione della proiezione nei cinema della versione restaurata di "Non ci resta che piangere". E' stupendo seguire la scia d'amore per Massimo che percorre tutta la penisola. Ed è eccezionale dopo trent'anni vedere tanta gente in sala per un film visto e rivisto, con lo stesso entusiasmo, le stesse risate. Non credo possa succedere lo stesso tra trent'anni con un film "comico" di oggi...

Grazie a tutti.
Cristiano
 
 
Da "emigrante" (anche se Massimo rifuggeva da questo termine) mi sono goduto ieri a Brescia uno dei capolavori del cinema italiano! Segnalo che la sala era piena (saranno stati tutti terroni? No!) e che molti erano con i figli ed erano presenti molti ragazzi. Io stesso ho portato i miei nipoti di 17 e 11 anni, in modo da fargli conoscere meglio la genialità e l'unicità del nostro Massimo! Ben vengano altre iniziative del genere. Fosse per me ci andrei tutte le settimane!
Marco (Brescia)

..magari riproponessero anche altri grandi Film che hanno fatto la storia del cinema. Io ci vado sporadicamente proprio perché quello che ci propongono oggi è per di più spazzatura. Pensa a rivederli tutti sul grande schermo...starei sempre in prima fila!!!  
Ieri vedere Massimo al cinema per la prima volta è stata un'emozione grandissima. Com'era bello e in salute...proprio nel fiore degli anni! ♡
Il fatto di potermi godere questo Film sul grande schermo è stato un vero regalo. Dalla mia seconda fila ho potuto apprezzare appieno il bel restauro che è stato fatto e cogliere tanti particolari e tante espressioni che dalla mia VHS sbiadita non avevo mai notato.
Ma la gioia più grande l'ho provata quando nel voltarmi ho visto la sala piena, piena di gente di ogni età. Tutti insieme per rivivere un capolavoro di comicità. Sono passati trent'anni eppure eravamo tutti lì a ridere come se lo stessimo vedendo per la prima volta. Se questa non è magia....♡
Vi giuro che non ho mai sentito un pubblico così partecipe e così unanime, dall'inizio alla fine.
"33, 33 e 33", nella sala si alza un ultimo coro di risa...ed ecco che finalmente scatta l'applauso. 
Giada (Roma)

Vederlo oggi ha sicuramente più valore!!!

Silvana (Roma)

Spero che un giorno qualcuno possa far ridere e divertire come te, anche rivedendo un film 30 anni dopo e conoscendolo a memoria...
Mi accontenterei anche di un buon fac-simile...ma che sia all'altezza!!
Giorgio (Napoli)

La sala intera che rideva ieri come se tutti lo stessimo vedendo per la prima volta, ci stava gente di tutte le età. .non ne nasce più uno come te, Massimí!
Anita (Roma)
Vedere un film di Massimo al cinema ti lascia quel velo di malinconia piacevole, un'emozione indescrivibile quando a fine proiezione tutti i spettatori in sala si sono alzati per applaudire ...
Non vi nascondo che mi sono commosso avrei dovuto immortalare questo evento ... Ma ho preferito vivere questo momento magico in silenzio ....
Grazie Massimo per tutte le emozioni che ancora oggi mi regali.
Roberto (Roma)
   

martedì 28 ottobre 2014

"Il postino" nelle sale (?) e in edicola. Le foto esclusive dal red carpet di Roma con Renato Scarpa e la Cucinotta alla proiezione della versione restaurata

Roma non dimentica Massimo Troisi. A vent’anni dalla sua morte, infatti, la capitale ha dedicato una serata, domenica 26, alla proiezione della versione restaurata de “Il Postino”. Invece alla Galleria Nuova Pesa fino al 21 novembre, lo spazio in via del Corso gestito da Simona Marchini ospita, dopo la Casa Sebastiano Lo Monaco di Pollara, la seconda tappa de Il Postino. Salina, la metafora della poesia. L’esposizione, attraverso le foto di scena di Mario Tursi e i bozzetti delle scenografie di Lorenzo Baraldi e quelli dei costumi di Gianna Gissi, racconta, come in uno story board, quella che è stata l’ultima prova da attore di Troisi. "Una mostra sul filo della memoria e dei sentimenti", secondo le parole della stessa Simona Marchini". 
 
“Direi che Massimo ha fatto quello che i vecchi produttori facevano: aveva un impegno creativo, il progetto era il suo, la visione di fare questa cosa con quel regista, con quegli attori, in quel modo, era la sua – ha detto Michael Radford -. Così fanno i grandi produttori, che hanno in mente chiaramente quello che vogliono fareLui voleva interpretare un uomo che scopre se stesso attraverso la poesia. Si sentì male la prima settimana di riprese, aveva bisogno del trapianto. Gli dissi di lasciar perdere il film, anche se desideravo il contrario. Fu davvero molto coraggioso“, ricorda il regista Michael Radford.
  
“L’ho conosciuto grazie a Il viaggio di Capitan Fracassa, di Ettore Scola. Lo vidi e subito mi piacque, Massimo aveva l’anima sul volto. Poi arrivò Il Postino, per me la possibilità di lavorare insieme a lui in un’esperienza unica. Penso che in tutta la storia del cinema non ci sia nessun film simile“, disse Philippe Noiret. 
    
Commosso il ricordo di Maria Grazia Cucinotta, per la quale 'Il Postino' fu il film della consacrazione: "Tremavo, davo le battute velocemente, ero emozionata. Massimo mi aiutò molto , anche se la regia era firmata da Michael Radford, fu lui il vero regista di tutto -continua l'attrice- seguii alla lettera i suoi consigli, suggerimenti. Gli devo molto e sono felice per questa serata che omaggia ancora una volta questa pellicola che ha veramente fatto il giro del mondo".

Sponsor dell'evento romano è Poste Italiane: "Per un’azienda che fa della comunicazione la propria missione e che ha sempre coniugato la spinta all’innovazione con la capacità di essere vicina alle persone e alle comunità, il restauro digitale di una pellicola dai toni così emotivamente intensi racchiude simbolicamente i valori peculiari di Poste Italiane, incarnati dalla figura del postino Massimo Troisi", spiega l'azienda.
 
 
Da più parti si è detto che dal 26 ottobre torna nei cinema la versione restaurata de “Il postino“, interpretato da Massimo Troisi. Ad oggi non ho avuto riscontri concreti a riguardo, qualcosa non quadra.

Il restauro ha ridato colore e digitalizzato la pellicola, che dal 29 ottobre troverete in edicola con Tv Sorrisi e Canzoni in dvd a € 12,99, prezzo della rivista esclusa.
Lavorando direttamente sui materiali negativi originali conservati presso i suoi stabilimenti, la Film & Video attraverso Eurolab Digital ha dato nuovo valore al film: professionisti del settore si sono alternati al restauro fotochimico dei materiali danneggiati, al controllo delle giunte, ai lavaggi in percloro per poi passare al digitale per la scansione a 4K color, corretti e puliti digitalmente per creare un prodotto nuovo come non si vedeva in sala dal debutto cinematografico del ‘94, anno in cui Il Postino fu inoltre presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

 
 
E ora veniamo alle immagini preziose scattate dal nostro inviato, nonché autore di un gran bel libro su Massimo e co-organizzatore del nostro prossimo raduno a Napoli: il grande Giuseppe Sommario. E' grazie a lui se possiamo teletrasportarci sul red carpet di Roma. 

















 

sabato 18 ottobre 2014

Mostra a Roma dedicata a "Il postino" e a Massimo Troisi

Un film celebrato da sabato 18 ottobre al centro per l’arte contemporanea La Nuova Pesa, spazio voluto dall’attrice Simona Marchini come luogo di incontro e divulgazione, scambio e contaminazione tra i diversi linguaggi della creatività. Nel ventesimo anniversario dall’uscita nelle sale dell’ultimo capolavoro di Troisi, il suo fascino magnetico torna a incantare. In forma di mostra.

In scena la lunga storia di un’impresa che ha contribuito a fare degli Anni Novanta una stagione memorabile per il cinema italiano, forte proprio in quel periodo dei successi di Tornatore, Salvatores e del grande ritorno di Bertolucci. Attraverso i bozzetti, gli schizzi con cui venivano visualizzate le scene, gli oggetti in uso sul set si ricostruisce un ideale story-board tridimensionale. Arricchito dei costumi firmati da Gianna Gissi e delle foto di scena di Mario Tursi.

L’inaugurazione della mostra assumerà i caratteri dell’omaggio a Salina, perla dell’Eolie fortemente voluta come scenario per il film; ma soprattutto del ricordo dello stesso Troisi. Attesi a Roma, per l’occasione, alcuni dei suoi compagni di avventura ne Il postino , da Maria Grazia Cucinotta al regista Michael Radford, ma anche amici di vecchia data come Gigi Proietti, Renzo Arbore e Lello Arena.
 

Secondo appuntamento della mostra itinerante “Il Postino. Salina, la metafora della poesia”, organizzata da Eventspuntocom in collaborazione con il Comune di Malfa e l’ANFE, che intende rendere omaggio a Massimo Troisi nella sua ultima prova attoriale, resa eroica dall’incombere di una malattia dall’esito incerto. Sappiamo poi com’è andata….

Salina è il luogo ospite della vicenda, dell’incontro tra il postino Ruoppolo (quasi un eteronimo dello stesso Troisi) e il poeta Neruda: e ci volle tutta l’ostinazione dello scenografo Lorenzo Baraldi per individuare, giusto vent’anni fa, quest’isola delle Eolie dalle caratteristiche ambientali e paesaggistiche ancora incontaminate, e dunque verosimili per trasferirvi una storia collocata all’inizio degli anni Cinquanta.

La mostra, proveniente da Casa Sebastiano Lo Monaco di Pollara, è ora ospitata da La Nuova Pesa Centro per l’Arte contemporanea che, vale la pena di ricordare, è stata fondata da una persona anch’essa di cinema e di teatro: Simona Marchini.

L’esposizione si articola nella forma narrativa di uno story board attraverso i bozzetti delle scenografie di Lorenzo Baraldi e quelli dei costumi di Gianna Gissi, oltre alle foto di Mario Tursi.

(fino al 21 novembre)
 

sabato 12 luglio 2014

Massimo Troisi: papà, ma tu l’hai conosciuto?

A lui piace, però solo quando è lui a deciderlo, camminare per le strade di Roma tenendomi la mano.
“Papà, ma tu l’hai conosciuto Massimo Troisi?”
No, Luca, che mi fai sempre mille domande che mi legano a te ogni giorno di più, Massimo Troisi l’ho visto di persona una sola volta, di sera tardi, fuori dalla stazione Piramide a Roma. Era lì che aspettava qualcuno. Lo guardai insistentemente, ma per la mia timidezza patologica non ebbi il coraggio di avvicinarmi a lui. Perché poi dovevo farlo? Io ero ancora un semplice studente del Centro Sperimentale di Cinematografia. Lui aveva già fatto quel film, Ricomincio da tre, che per noi che volevamo fare cinema era stata una botta di speranza: un piccolo film che diventò grande nel tempo infinito in cui rimase in sala, decretando la nascita di un grande attore e di un nuovo regista. Avvicinarmi sarebbe stato un dare fastidio a una persona che era lì, a vivere la sua vita tra la gente, meritando di essere lasciato in pace.

Io ho fatto il liceo guardando i film di Godard in un cineclub di Trastevere che adesso non c’è più, ho preso la maturità con Ecce Bombo di Nanni Moretti, sono diventato adulto con Ricomincio da tre. In fondo roba semplice. Le pippe mentali, i voli pindarici, le rocambolesche elucubrazioni su piani, tagli e inquadrature,  la storia del cinema, insomma, sono venuti dopo, con calma. Per cui Luca, se tu oggi mi chiedi di Massimo Troisi, a me si riempiono gli occhi di lacrime, anche dopo vent’anni che è morto, anche se non l’ho conosciuto. Perché è difficile pensare di non aver conosciuto una persona che ti ha accompagnato con i suoi film per tanti anni. Un attore che ha trasformato la napoletanità rumorosa nella semplicità di un ragazzo timido che parla a bassa voce, mangiandosi le parole nella lingua più bella del mondo. I capelli ricci, il volto scavato, l’andatura incerta, lo sguardo tenero. E il sorriso malinconico. Io me li sono portati dentro dal primo fotogramma del suo primo film fino ad oggi.

Massimo Troisi, l’unica persona insieme a Maradona che a Napoli non si discute. È e basta.
Massimo Troisi che tanto ha fatto ridere. Ma che ha scelto come suo ultimo film Il postino, che commosse il mondo.

Massimo Troisi che seppe onorare il teatro della tradizione e lo rese un qualcosa alla portata di tutti.
Massimo Troisi che morì addormentandosi nel riposo di un caldo pomeriggio di giugno.
Vedi Luca, fare cinema in fondo è un gioco per adulti. Pochi giorni prima della morte, Troisi girava alcune sequenze del Postino a Cinecittà. Io ero qualche teatro più in là, a girare un film di Felice Farina. Con Andrea, che lavorava con me, appunto ci sembrava di giocare. E a pausa mangiavamo gelati in quantità. Me lo ricordo quel lunedì seguente il sabato in cui Massimo Troisi morì. Quel lunedì io e Andrea non giocammo, neanche a pausa. Ci guardammo negli occhi. E piangemmo. Perché, Luca, si può piangere anche per la morte di una persona che non hai conosciuto. E saper accettare di voler piangere, questo ricordatelo, anzi scrivitelo così te lo ricordi meglio, serve. Sempre.

Gianluca Arcopinto

Fonte: Il fatto quotidiano
 

giovedì 3 luglio 2014

Tre film di Massimo Troisi nella rassegna "Le strade del cinema" nei comuni della Media valle del Tevere

Prende il via la terza edizione della rassegna di cinema viaggiante “Le Strade del Cinema. Il cinema d’autore incontra le eccellenze della Media valle del Tevere” organizzata dal GAL Media Valle del Tevere in collaborazione con Zenith e Concordia.
Il programma prevede 15 proiezioni, una per ciascuno dei 15 comuni della Media valle del Tevere che si svolgeranno nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre 2014.

Domenica 6 luglio, ore 21 – Torgiano
“Il postino” di massimo Troisi e Michael Radford

Giovedì 31 luglio, ore 21 – Avigliano Umbro, Castello di Sismano
“Non ci resta che piangere” di Roberto Benigni e Massimo Troisi.

Mercoledì 26 agosto, ore 21 – Marsciano, Rocca di Sant’ Apollinare
“Scusate il ritardo” di Massimo Troisi

INGRESSO LIBERO
    

martedì 17 giugno 2014

Mostra fotografica “Massimo regista” a Tolfa e proiezione del documentario "Massimo. Il mio cinema secondo me"

Un percorso fotografico di pregio allestito presso il Museo Civico di Tolfa (Rm) intitolato “Massimo Regista”, dedicato ad uno dei massimi rappresentanti del cinema italiano il grande Massimo Troisi, a vent’anni dalla sua scomparsa. La serie di immagini, scattate dal fotografo di scena Mario Tursi e tratte dall’Archivio Mario Tursi foto (a cura di Maria Letizia Bixio, da un’idea di Verdiana Bixio per Publispei Srl) donano nuova vita al volto e al personaggio di Troisi direttore di scena.

Abbinata al percorso fotografico, la voce dell’attore, con il suo inconfondibile accento, anima il cuore del progetto ed accompagna nel corso della visione. Nel tour a ritroso nel tempo emerge preponderante il ritratto di un “Massimo regista” inedito e gli scatti di Tursi colgono momenti di malinconia, spontaneità e spensieratezza. Un incredibile viaggio “dietro le quinte” alla scoperta di quei segreti che la regia spesso cela e del rapporto umano che si viene a creare nell’incontro tra un interprete ed il regista; ma anche un percorso espositivo per illustrare ciò che ha poi portato il regista Raffaele Verzillo alla realizzazione del documentario Massimo. Il mio cinema secondo me, che verrà proiettato mercoledì 18 giugno alle ore 18:00, all’interno della 3^ edizione del Tolfa Short Film Festival, che quest’anno dedica un’intera giornata a Massimo, regista e uomo. Al documentario seguirà un incontro-dibattito con amici, colleghi, familiari e l’organizzazione del Premio Troisi. La serata – presentata da  Grazia Caruso – si animerà quindi con il divertente spettacolo Ricomincio da te, con i ragazzi del Troisi Lab, Geppi Di Stasio e Roberta Sanzò.
 
  

sabato 14 giugno 2014

Carlo Verdone: "Ero amico di Massimo perché rispettavo i suoi tempi, al cinema guardavamo i filmoni americani"

Carlo Verdone si è espresso tante volte su Massimo Troisi, amico e collega, ma non si meraviglia affatto che il ventennale di quella morte precoce e crudele, annunciata eppure inaccettabile susciti, oltre ai rimpianti, interessamenti e coinvolgimenti così vividi ed estesi. 

«A me capita spesso di pensare a Massimo e di rifletterci intensamente: una personalità complessa, profonda e non facilmente accessibile come la sua all’orizzonte del cinema italiano non è più apparsa. Siamo stati amici, del resto, proprio perché ho sempre rispettato i suoi tempi, le sue abitudini, le sue idiosincrasie e nei confronti del contiguo itinerario professionale ho mantenuto un atteggiamento sincero, fluido, spontaneo e di conseguenza mai assillante. Non gli ho mai chiesto, per esempio, d’accomunare sceneggiature, film, progetti e forse per questo ero uno dei pochi a incrinare i suoi proverbiali baluardi di pigrizia. Al mio compleanno veniva volentieri, per esempio (dovrei avere ancora le foto in cui tiene in braccio mia figlia), così come a qualche proiezione dei documentari d’arte di Luca, ma il piacere principale era quello di andare al cinema. Sempre se fossi andato a prenderlo e riportarlo a casa con la mia auto. Sempre al primo spettacolo (predilette le tre del pomeriggio); sempre in sale piccole e defilate; preferibilmente a vedere filmoni americani, spettacolari e in testa al botteghino».
 
Beh, sarebbe stato divertente e istruttivo origliare i vostri discorsi, per così dire, tecnici nel merito. Ed eravate forse un po’ complici in questi campi non proprio culturalmente corretti.
«Poco per quanto riguarda le acchiappanze. Mi ricordo quella volta che dovevo accompagnarlo a pescare una tipa chissà dove e dedicarmi alla sorella, ma siccome non c’erano ancora i navigatori vagammo in auto un’ora e mezza per strade periferiche di Roma smoccolando. E quando si giunse al dunque, la sua partner a un certo punto se ne uscì dicendo: "Ma che è ‘sto rumore? Sto impazzendo". Era il tic-tac della valvola cardiaca che Massimo si portava dietro con meravigliosa indifferenza. Ti ribadisco, però, che era un animale casalingo, era a suo agio quando stava da solo o riceveva nel suo confortevole fortino dal pomeriggio della sveglia alle tardissime ore del sonno. E il calcio era il suo svago n°1, tanto è vero che una volta da lui incontrai Maradona che gli aveva appena autografato una gigantografia e sarebbe rimasto a cena».

FONTE: http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CULTURA/carlo-verdone-amp-laquo-vi-racconto-il-mio-amico-massimo-troisi-amp-raquo/notizie/719972.shtml
 

venerdì 28 marzo 2014

La notizia della scomparsa di Massimo Troisi in alcuni tg dell'epoca (VIDEO)

Oggi vi proponiamo un po' di filmati d'epoca risalenti alla prematura scomparsa di Massimo. Cominciamo dall'apertura del Tg3 di domenica 5 giugno 1994, che lo ricorda con sincera commozione e ci mostra le immagini dei primi amici accorsi a Ostia: Ettore Scola, Pino Daniele, Nanni Moretti e Francesca Neri. Ripercorre poi in breve la storia e la carriera di chi "ha costantemente saputo avere un colloquio con il proprio pubblico e l'ha sempre rispettato". Spazio poi alle prime pagine dei quotidiani che scelsero di aprire con la triste notizia. Delizioso il riquadro de "La voce" del grande Indro Montanelli. A chiudere, un accorato servizio del telegiornale dell'emittente VideoMusic. Torniamo a quel triste giorno per capire meglio l'affetto del paese per lui e il grande vuoto, tuttora incolmato, che ha lasciato in tutti gli italiani.

Cristiano

 
 
                          

lunedì 24 marzo 2014

Il teatro Valle occupato di Roma omaggia Massimo Troisi

massimo-troisi-ricomincio-da-tre-scena-film-6464Martedì 25 e sabato 29 Marzo 2014, il Teatro Valle Occupato di Roma, a vent’anni dalla morte di Massimo Troisi, rende omaggio all’artista con due proiezioni e uno spettacolo di reading. 

Il primo appuntamento, martedì 25 Marzo dalle ore 21.00, prevede la proiezione dei film “Ricomincio da tre”, il primo a vederlo nelle vesti di attore, sceneggiatore e regista (1981) e “Non ci resta che piangere”, scritto, diretto e interpretato con Roberto Benigni (1985); mentre, sabato 29 Marzo, Anna Pavignano, co-sceneggiatrice dei suoi film, compagna di vita e autrice del libro “Da domani mi alzo tardi”, tiene un reading tratto dall’omonimo libro, accompagnata dal musicista Alfredo Morabito e da video inediti.
  
 

lunedì 2 dicembre 2013

Commozione al Festival di Roma per il documentario dedicato a Massimo Troisi. La Cucinotta: "Massimo ha conquistato anche la Cina"

massimo troisi il postino
(ANSA) - ROMA - Un ritratto commovente sul filo di una lunga intervista audio inedita che Massimo Troisi concesse nel 1993 a Antonella Coluccia, per la sua tesi di laurea su di lui. Foto dai set dell'Archivio Mario Tursi, animate in motion graphic, e testimonianze di amici e colleghi come Lello Arena, Maria Grazia Cucinotta, Anna Pavignano. E' 'Massimo. Il mio cinema secondo me', documentario di Raffaele Verzillo prodotto da Verdiana Bixio per Publispei, con Rai Cinema, presentato al Festival di Roma. 

(Adnkronos/Cinematografo.it) - Nel doc si intrecciano varie voci di chi ha condiviso la sua arte, la sua amicizia e i suoi sentimenti, le testimonianze di altri professionisti e i ricordi di chi ha lavorato con lui: Anna Pavignano (compagna per un periodo e coautrice di tutti i suoi film), Gaetano Daniele (amico e socio della Esterno Mediterraneo), Mario Sesti (che lo ha amato e studiato nell'arco della sua carriera), l'attore Massimo Bonetti, le attrici Maria Grazia Cucinotta e Francesca Neri, infine Lello Arena che ha condiviso con lui l'intero percorso artistico.
Il flusso narrativo del documentario è sostenuto da immagini inedite di repertorio, dalle foto di Mario Tursi, dalle note di Pino Daniele e dalla preziosa reinterpretazione del brano 'Qualcosa arriverà', che il musicista napoletano ha voluto scrivere appositamente come omaggio della profonda amicizia con Troisi. "Massimo è un pezzo della mia vita. Oggi, a distanza di quasi vent'anni, mi sono messa una sua giacca, che forse non è neanche mai andata in lavanderia, così è un pò come toccarlo", dice Anna Pavignano e Maria Grazia Cucinotta conclude: "Non sono figlia di un ferroviere come Massimo, ma di un postino! 'Il Postino' è un film che arriva e commuove. Quando la semplicità arriva nel cuore delle persone ti fa diventare indimenticabile".
massimo troisi Il cinema visto tramite gli occhi di un attore che occupa un posto insostituibile nella storia del grande schermo italiano. È questa l’essenza del documentario su Massimo Troisi dal titolo Massimo. Il mio cinema secondo me”, presentato oggi al Festival di Roma. Scritto da Antonella Coluccia, Pier Francesco Corona, Raffaele Veneruso per la regia di Raffaele Verzillo e prodotto in collaborazione con Rai Cinema, si tratta di un progetto che nasce dal desiderio di rivelare l’idea che Troisi aveva del suo cinema: il suo ruolo, e la sua responsabilità di autore, la sua concezione registica e produttiva.
Attraverso materiali e testimonianze inedite il documentario svela tutto il mondo che si celava dietro ai film dell’interprete napoletano (sul quale era in programma un fiction poi naufragata tra le polemiche). Partendo da un’intervista rilasciata da Troisi nel 1993, la narrazione si sviluppa con un racconto dal tono rilassato, intimo, privo delle cautele tipiche degli interventi pubblici. Un percorso confidenziale e introspettivo al quale si intrecciano le voci di chi ha condiviso la sua arte, la sua amicizia, i suoi sentimenti.
Il documentario infatti trasforma il monologo dell’intervista in una sorta di dialogo ideale con le testimonianze e i ricordi di chi ha lavorato con lui. La voce di Troisi si mescola e si alterna così, ad esempio, a quella di Anna Pavignano, compagna di un periodo della sua vita e coautrice di tutti i suoi film, ma anche a quella di altri amici e attori. Un viaggio che rivela quanta complessità, quanta preparazione e quanta consapevolezza c’e’ dietro la leggera poesia di pellicole mitiche..

 

massimo troisi il postino the postman
"Io lo ricordo sul film. Una persona che ha cambiato la mia vita dal punto di vista professionale e non solo. Mio padre da postino si è arrabbiato quando rifiutai i tre mesi per le poste. Però poi ho fatto lo stesso il postino in un modo molto più fortunato e internazionale. Un postino che ha portato ovunque l'italianità, il modo di essere italiano a modo suo come diceva Massimo: "io sono a modo mio non devo piacere per forza a tutti". Invece lui è piaciuto a tutti e continua a piacere a tutti. Anche in Cina ha conquistato tutti. Quando il film piace all'estero è logico che ti emoziona tantissimo. A noi italiani piace perché eravamo affezionati a Massimo. Loro capiscono a malapena chi sono io che ancora continuo a lavorare. Quando fai una cosa bella resta per sempre e quando le emozioni sono sincere non importa la lingua, arrivano direttamente al cuore e ti fanno amare."
  Maria Grazia Cucinotta dopo la proiezione del documentario in un'intervista di FunWeek.it.
   
                         

domenica 24 novembre 2013

Una recensione del documentario "Massimo – Il mio cinema secondo me"

masssimo troisi sul set scusate il ritardoNell’ultima giornata dell’ottava edizione del Festival del Film di Roma, a premiazione conclusa e in un clima più rilassato, si rende omaggio a un personaggio unico e indimenticabile nella storia del cinema italiano, Massimo Troisi. Nell’anno in cui l’attore e regista avrebbe compiuto sessant’anni, la manifestazione romana ricorda il grande artista partenopeo con una Mostra che è stata allestita nel Foyer della Sala Sinopoli per tutta la durata del Festival con le più significative fotografie di Troisi regista scattate sui set e con il documentario Massimo – Il mio cinema secondo me diretto da Raffaele Verzillo, presentato domenica 17 presso l’auditorium del Maxi.
Il documentario ha il pregio di restituire un aspetto particolarmente intimo del Troisi regista e produttore attraverso un percorso che si snoda attraverso frammenti di riprese, interviste ai tanti compagni di viaggio e inedite istantanee. Proprio gli scatti (animati in motion graphic) di Mario Tursi, fotografo di scena che l’ha immortalato sul set del suo primo film Ricomincio da tre e che l’ha seguito anche sui set dei successivi film, rappresentano la base visiva forte del documentario che è stato realizzato a partire da un’intervista inedita concessa nel 1993 ad Antonella Coluccia (allora studentessa che gli voleva dedicare una tesi di laurea) e prodotto da Verdiana Bixio per Publispei in collaborazione con Raicinema. Il film andrà in onda l’anno prossimo sulle reti Rai in occasione del ventennale della scomparsa (Troisi morì il 4 giugno 1994 dopo le riprese de Il postino).
Da questo sentito e inedito ritratto, viene fuori ancor di più come Massimo Troisi sia una figura dotata di una sensibilità rara che si esprimeva attraverso una capacità interpretativa fatta di espressioni e gesti che erano lo specchio del suo autentico modo di essere.
Attraverso le interviste ai suoi tanti compagni di viaggio nella sua carriera di regista e attore tra cui Anna Pavignano (sua inseparabile sceneggiatrice), Mauro Berardi e Gaetano Daniele (i suoi produttori storici), Lello Arena (suo complice fin dagli inizi della carriera), Massimo Bonetti (con lui ne Le vie del Signore sono finite), Francesca Neri (sua partner in Pensavo fosse amore… invece era un calesse) Maria Grazia Cucinotta (accanto a Troisi ne Il postino), viene fuori un ritratto della sua grande intensità interpretativa basata su doti come dolcezza, timidezza, malinconia. Un artista che non ha mai abbandonato la propria napoletanità, ma che l'ha posta sempre in forte evidenza nei suoi film dimostrando di voler mettere la sua vera e più intima anima al servizio della sua arte.
Ciò che il documentario restituisce con maggior forza è proprio la sua voce, sempre in amato dialetto napoletano, unica e inconfondibile, nelle sue pause e nei suoi bisticci. Una voce che è strumento privilegiato di quella comunicazione sincopata, fatta di ripensamenti e ripetizioni, specchio dell’eterna difficoltà di relazione tra i sessi, della continua incapacità di comunicare da parte di uomini insicuri, irrisolti, precari (nel lavoro e negli affetti). 
Un uomo prima che un artista, capace di essere allo stesso tempo “angelo e marionetta” secondo alcuni versi dello scrittore e poeta Rainer Maria Rilke presi in prestito dall’attrice Francesca Neri, una definizione perfettamente aderente alla doppia anima del grande artista napoletano.
Commovente chiusura sulle note del bellissimo brano di Pino Daniele Qualcosa arriverà che il cantautore aveva scritto per Le vie del Signore sono finite.
Difficile trattenere una lacrima, difficile non alzarsi in piedi per un ultimo applauso.
 

Elena Bartoni