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lunedì 11 agosto 2014

Enzo Decaro: "Non esiste nessun erede di Massimo Troisi"

Con la frase sugli emigranti di "Ricomincio da tre", Troisi fece un’analisi sociologica che vale più di mille convegni. E quando chiedevano a Massimo se si sentisse l’erede di Totò o De Filippo lui si metteva a ridere e diceva: "Ma poveri loro a essere accostati a me!". Posso dire che non esiste nessun erede di Massimo”.

Enzo Decaro 


Giusto, Enzo. Fai bene a specificarlo, magari qualcuno avrà preso un abbaglio.

Cristiano

 

giovedì 7 agosto 2014

Non dimenticate, assieme all'acqua e il gas aperti, il grande Renato Barbieri

Vi propongo oggi un breve video di Renato Barbieri che illustra il Centro Teatro Spazio a San Giorgio a Cremano, con a chiudere "La smorfia" nel suo periodo d'oro. Massimo iniziò a fare teatro sotto l'ala protettiva di Renato, che fingendosi suo zio gli firmava le giustifiche dei filoni a scuola e lo aiutava in tante cose... Con le sue risorse si arrivò al Centro Teatro Spazio. Ingiustamente poco ricordato, lo faccio io con tanta stima e riconoscenza. Uno che viveva di passioni, per il teatro, i burattini (veniva chiamato anche all'estero ad esibirsi con le sue marionette) e lo spettacolo in generale. Proprio come noi.

Cristiano


                                                   

giovedì 19 settembre 2013

Da quanti punti è il miracolo di San Gennaro? (VIDEO)

Augurissimi di buon onomastico a tutti i Gennaro! ;)









                                                   

mercoledì 8 febbraio 2012

Il nuovo Massimo Troisi (???)

Poco più di un anno fa pubblicammo questo post e il relativo montaggio video per segnalare alcune "analogie" filmiche tra Massimo Troisi e Alessandro Siani: http://amicidimassimotroisi.blogspot.com/2011/01/massimo-troisi-e-alessandro-siani-la.html. Il video riscosse un certo successo tra i lettori. A questo proposito segnaliamo un video di un membro del nostro gruppo facebook, che ci rende ancora più chiara la differenza tra un omaggio e un'analogia "sospetta": https://www.facebook.com/photo.php?v=2078109626521.

Da allora abbiamo trovato molti d'accordo con noi, anche sul giudizio relativo al comico napoletano più in voga attualmente. Riportiamo di seguito un articolo firmato da Marco Vignolo Gargini, che ci sembra abbia colto nel segno. Lui ci risponde con amicizia in uno dei commenti in fondo al post.
Dopo diversi anni quella di Siani resta una comicità sempre a spese di qualcuno, una continua aggressione allo spettatore in sala, uno sfottò e una retorica continui, privi di spessore e riflessioni acute. Se deve essere lui oggi a portare Napoli in giro per i cinema, i teatri o le televisioni italiane si auspicano meno demenzialità chiassose e più contenuti che si stacchino dall'epoca che, ahimè, stiamo vivendo.
Devo ripetere un concetto, visto che è duro da arrivare a tutti: qui non sto mettendo io in piedi un paragone, sono i giornalisti/giornalai, i media che insistono nel farlo, con ignoranza e opportunismo. E qualcuno ci crede pure, e questo non va bene.
Qualcuno nei commenti mi ha scritto: "Alla presentazione del film 'Benvenuti al Nord', Alessandro Siani ha risposto alla domanda sul confronto con Troisi. "No,Massimo era un fuoriclasse,era un Maradona,io al massimo sono un Lavezzi". Mi verrebbe da rispondere a Siani, sulla scorta del video che ho montato con le suddette "analogie": "E allora gioca semplice, non provare a palleggiare maldestramente con le arance come hai visto fare a qualcun altro".
Cristiano

Napoli: da Massimo Troisi… ad Alessandro Siani

Mancano soltanto due anni al ventennale della scomparsa di Massimo Troisi e già siamo in grado di poter stabilire che dell’antica e nobilissima arte comica e drammatica partenopea resta poco o niente. Troisi è stato l’ultimo esponente di una tradizione secolare, si può ben dire che a lui il testimone sia stato consegnato direttamente dalle mani del grande Eduardo, sebbene per poco tempo. Dopo Massimo Troisi abbiamo avuto tanti, tantissimi attori, o presunti tali, che hanno frequentato i cabaret, il teatro, la tv, il cinema, ma nessuno con il talento e le potenzialità dell’artista di San Giorgio a Cremano. È un dato di fatto, il posto di Pulcinella resta vacante, e per Pulcinella intendo anche l’evoluzione e il superamento della maschera napoletana. A livello linguistico, mimico, drammaturgico ci eravamo accorti tutti che Troisi avrebbe garantito questa rigenerazione, dando nuova linfa agli antichi copioni, purtroppo non potevamo sapere che sarebbe stata un’esperienza di così breve durata e, soprattutto, un’eredità difficile da raccogliere. Oggi sembra che Alessandro Siani rappresenti il non plus ultra dell’ultima generazione di comici napoletani, o perlomeno stanno facendo in modo di presentarcelo così… Al di là dei testi piuttosto banali, delle battute, dei tormentoni, dei personaggi (quel Tatore che trent’anni fa non avrebbe fatto ridere nessuno), Siani manca di spessore drammaturgico, sbraita, si muove come un Pazzariello in libera uscita, farfuglia, crede di poter attrarre con la barbetta e gli occhi cerulei… Massimo Troisi non aveva bisogno di personaggi, di tormentoni, era lui stesso lo spettacolo, il film, il dramma, e con la propria sottigliezza intellettuale sapeva traghettare Napoli fuori dai luoghi comuni, dalle macchiette. Siani invece è un regresso, un livellamento verso il basso, sia dal punto di vista lessicale che attoriale, quasi a rappresentare l’epoca che stiamo vivendo, priva di originalità, chiassosa, smunta, buffa più che comica. Troisi oggi è riconosciuto internazionalmente, a lui vengono dedicati convegni e rassegne cinematografiche… non credo che Siani saprà fare altrettanto (ha 37 anni, l’età in cui Troisi aveva già diretto, scritto e interpretato la maggior parte dei suoi film), almeno che… San Gennaro non faccia il miracolo!

Marco Vignolo Gargini


Da un'intervista della nostra Claudia Verardi a Renato Scarpa (il mitico Robertino e capo telegrafista di Mario Ruoppolo):

Qualche giovane comico napoletano sta riproponendo un tipo di comicità basato sui luoghi comuni e sui difetti partenopei, ribaltando in qualche modo il lavoro che proprio Massimo Troisi aveva fatto sul “nuovo napoletano che non deve per forza emigrare, ma può anche viaggiare” con tutto quello che ne consegue. Tu che ne pensi? Non sei napoletano, ma hai sempre frequentato molto sia la città che il suo cinema.
Renato Scarpa: Penso che Massimo abbia fatto una Rivoluzione. Proprio quella di cui Napoli ha bisogno. II soggettivismo esasperato che diventa senso di responsabilità individuale, l'autoironia, il ridere ammettendo la propria fragilità, coltivare il dubbio, trasformare la parola "cliente" in quella di "cittadino" come nel 1799.