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venerdì 2 ottobre 2015

Un divertente reportage video da Parigi sui luoghi di "Le vie del Signore sono finite" di Massimo Troisi

massimo troisi le vie del signore sono finite parigi
Il grande amico di Massimo (e mio) Roberto, specializzato in location come me, ci manda questo suo divertente reportage dai luoghi di "Le vie del Signore sono finite" a Parigi. Una simpatia contagiosa, una risata travolgente che ci teletrasportano tutti lì insieme a lui e a Camillo Pianese, ripassando scene e battute che hanno preso vita proprio su quel selciato. Farsi migliaia di chilometri per passione per calpestare quei posti, condividere le proprie emozioni e la propria gioia. Amici di Massimo Troisi è anche questo, ed è qualcosa di assolutamente unico.

Grazie a Roberto.

Cristiano
 
                            
Massimo Troisi Parigi Le vie del Signore sono finite Notredame

Massimo Troisi Parigi Le vie del Signore sono finite Notredame
 

martedì 11 agosto 2015

Conosciamo gli "Amici di Massimo Troisi" - Selma (Albania) (VIDEO)

massimo troisi amici di massimo troisi cinema comici napoli
Oggi mi fa particolarmente piacere pubblicare una testimonianza di passione viva e universale. La ragazza che potete vedere nel video qui sotto è Selma, 21 anni, albanese ma che studia qui in Italia. Ed è cresciuta con Massimo. Si è messa in contatto con me e attraverso la radio albanese in cui lavorava abbiamo realizzato belle cose nel nome del Nostro (come questa http://amicidimassimotroisi.blogspot.it/2013/03/amici-di-massimo-troisidallalbania-con.html e questa http://amicidimassimotroisi.blogspot.it/2013/04/amici-di-massimo-troisi-ancora-su-radio.html). So che l'ho scritto già diverse volte, ma lo ripeto: l'arte, la poesia e il genio non hanno confini e parlano una sola lingua, comprensibile a tutti. E Massimo ha anche quel quid in più che lega tra loro le persone che lo amano sinceramente e posseggono la sensibilità adatta a coglierne tutta l'essenza. Non finirò mai di ringraziarlo per le emozioni, le risate, il nostro fantastico gruppo e le amicizie speciali.
   
Buona estate a tutti.
  
Cristiano
 
 
                                

mercoledì 1 luglio 2015

Una giornata dedicata a Massimo Troisi al Procida Film Festival e l'occasione per un nostro nuovo raduno

massimo troisi il postino procida film festival
Come già ampiamente anticipato sul gruppo Facebook, quest'anno collaborerò al Procida Film Festival in veste di autore, consulente artistico e presentatore. Il 4 luglio ci sarà una giornata tutta dedicata a Massimo, nuova occasione per lanciare un raduno di "Amici di Massimo Troisi". Trattandosi di un'isola sarà più difficile essere in tanti, ma già so che qualcuno ci sarà anche questa volta e ne sono contentissimo. Io sarò a Procida per tutta la manifestazione e vi aspetto lì, al link seguente trovate il programma completo: http://www.procidafilmfestival.it/programma.html. In qualsiasi altro giorno possiate fare un salto sarà un piacere accompagnarvi sui luoghi de "Il postino". 

Ci vediamo a Procida! 
Cristiano


SABATO 4 LUGLIO 2015 - ISOLA DI PROCIDA

Ore 18.00: Movie-tour "Il Postino": Passeggiata nel Centro Storico sul set del film “Il Postino” partenza da Terra Murata,fronte casa agenti di custodia dell’ex Carcere.

Ore 20.45: Apertura della Seconda Giornata del Festival
Location: Giardini di Elsa Morante Procida
Presenta: Cristiano Esposito
Ospite: Federica Torti 
 
Ore 21.00: Per la rassegna " Procida nel cinema ": proiezione del film fuori concorso "Il Postino”, di Michael Radford  con Massimo Troisi, Philippe Noiret,Maria Grazia Cucinotta.
Posti a sedere sino ad esaurimento. 

Ore 23.00: Spettacolo musicale con Marco Abete - Myky Petillo & Soul Bahia

venerdì 8 maggio 2015

"Amici di Massimo Troisi" citato in un articolo di Napoli-News.com

massimo troisi il postino
Antonio De Curtis – in arte Totò – e Massimo Troisi hanno molto in comune: essere stati comici, napoletani e molto rivalutati dai giovani sui social network. 

Tutti gli appassionati, giovani e meno giovani, hanno infatti l’opportunità di visitare gruppi Facebook, quali “Non ci resta che ricordarti – Amici di Massimo Troisi” e “I seguaci del principe Totò” per rivedere film, interviste, foto e materiale inedito. Non da ultimo periodicamente vengono proposti incontri ed iniziative per ricordare i due comici napoletani, come anche la tv nazionale dovrebbe  fare più spesso per proporre una comicità passata, ma pulita e mai superata e, soprattutto, per mostrare la faccia di Napoli più allegra e verace.

Dietro i gruppi Facebook ci sono dei veri e propri pozzi di conoscenza sui due comici, ad esempio Cristiano Esposito per Massimo Troisi e Gianfranco Ponte per Totò. Non a caso Cristiano associa la gestione del gruppo al blog Amici di Massimo Troisi, dove è possibile trovare contenuti inediti ed interviste su persone che hanno conosciuto Massimo direttamente, mentre Gianfranco è ospite di una radio palermitana nel programma “Giovedì nel pallone”, utilizzando il pretesto per parlare del Principe o intervistando persone che l’hanno apprezzato e conosciuto.

Insomma: i tanto denigrati new media per una volta hanno avuto il merito di mettere a completa disposizione materiale inedito e culturale su due personaggi che hanno reso onore a Napoli e al meridione.

 

martedì 28 aprile 2015

"Crescete e moltiplicatevi": Enzo Decaro saluta gli "Amici di Massimo Troisi" (VIDEO)

Massimo Troisi Enzo Decaro Lello Arena La Smorfia
Il caso ha voluto che mi trovassi a lavorare su un set con Enzo Decaro. Girare qualcosa con lui, ammirare come lavora da vicino è stato davvero affascinante. Quando poi, durante una pausa, mi ha chiesto lui spontaneamente come procedesse l'avventura del nostro gruppo ci siamo sciolti in una appassionata discussione su Massimo e sulle nostre attività. Mi sono così accorto che le nostre opinioni a riguardo convergono su numerosi punti. Poi, come promesso, ho fatto filmare questo breve saluto a tutti voi. Visibilmente emozionato quando ha visto quel viso stampato sulla mia maglietta, Enzo ci ha invitato a crescere e a moltiplicarci, incoraggiandomi poi a continuare a portare alto il nome di Massimo come faccio da tanti anni. Sono, siamo tutti qui per questo.
Cristiano

                              
enzo decaro amici di massimo troisi
 

martedì 10 marzo 2015

Le scale di "Scusate il ritardo" finalmente intitolate a Massimo Troisi

Massimo Troisi Lello Arena Scusate il ritardoCi avevamo pensato più di dieci anni fa, scovandole per la prima volta quando la loro ubicazione precisa era stata dimenticata anche da qualcuno che aveva partecipato al film. Scherzando, ma non troppo, con Daniela ci dicevamo che saremmo andati di notte ad apporre una targa per intitolarle a Massimo. Ora pare proprio che quel sogno stia per diventare realtà. Le scale di "Scusate il ritardo", che a mio avviso hanno ospitato i duetti comici migliori in assoluto dopo quelli di Totò e Peppino (dopo c'è il nulla o quasi), porteranno il nome di Massimo Troisi.

Scale Scusate il ritardo Massimo Troisi Napoli
Il Mattino scrive: 
"Dal degrado ai riflettori. Dalla dimenticanza a un omaggio doveroso. Le scale immortalate nel film 'Scusate il ritardo', in cui Lello Arena sfoga le sue pene d'amore, saranno dedicate a Massimo Troisi, il grande attore che proprio quelle scale ha reso eterne nella sua celebre pellicola. Lo ha deciso, su proposta di un comitato di cittadini, la commissione Toponomastica del Comune di Napoli.
Le scale «di Troisi»
si trovano nel quartiere Chiaia, a ridosso di via Crispi. Da quelle parti, in via Luca Da Penne e in piazzetta Beneventano, il grande regista e attore girò il suo secondo film. la scorsa estate quel luogo è stato lasciato al più completo abbandono e alle erbacce. Adesso, in nome di Troisi, è ora di valorizzarlo, come dovrebbe essere fatto per altri luoghi mitici del cinema a Napoli".

Festeggiamo con due foto del nostro ultimo raduno, scattate proprio sul luogo, che immortalano alcuni degli splendidi partecipanti come fossero seduti sul divano di casa loro.

Cristiano


Scale Scusate il ritardo Massimo Troisi Napoli
Scale Scusate il ritardo Massimo Troisi Napoli

lunedì 26 gennaio 2015

Carlo Verdone racconta Massimo Troisi e i "nuovi comici", tra femminismo e crisi del cinema

Con l'inizio di "Un sacco bello" e "Bianco, Rosso e Verdone", con l'inizio di Troisi, se vogliamo anche in maniera molto diversa con Benigni, e molto molto diversa con Nuti - perché Nuti soprattutto faceva altre cose - inizia un periodo di commedia fatta dai cosiddetti "nuovi comici", dove i personaggi principali non erano più quelli della commedia matrice anni '60, post boom economico, che rimorchiano, mettono le corna, "Il sorpasso", le cose, i signori... no, non è più così: sono dei perdenti. Quindi tutti i miei personaggi di "Un sacco bello" e di "Bianco, Rosso e Verdone" sono dei personaggi imbranati verso la vita e verso soprattutto la figura femminile. Questo discorso poi andrà avanti con "Borotalco", con "Acqua e sapone", che è una favola carina, con "Io e mia sorella", dove praticamente la figura dell'uomo italiano cambia radicalmente. Non è più  quella di colui che ha lo scettro in mano e che si circonda di un mare di donne piacenti, lolite, fatali, penso a Catherine Spaak, penso a Stefania Sandrelli, penso a Claudia Cardinale in certi film... no, siamo noi di fronte ad una donna che, grazie all'esperienza del femminismo, aveva cambiato le regole del gioco e noi avevamo di fronte a noi come una specie di personaggio emblematico, di fronte al quale c'era soggezione. Quindi questo abbiamo raccontato, secondo me, soprattutto nei primi anni degli anni '80 e soprattutto abbiamo fatto una grande opera, secondo me: abbiamo salvato il cinema dalla chiusura definitiva; perché negli anni '80, nessuno se lo ricorda, erano solo sale a luci rosse, c'era una crisi economica spaventosa; e - modestamente - il mio lavoro, quello di Massimo, quello di Nuti, quello di Benigni, quello di Nichetti all'inizio, e di altri, tenne in piedi in qualche maniera la situazione che per fortuna poi cambiò in meglio. 

Carlo Verdone
al Con-Vivere Carrara Festival 2011
   

domenica 18 gennaio 2015

Lello Arena e Giuliana De Sio, protagonisti di "Scusate il ritardo", ricordano Massimo Troisi

"Vado in sale e attraverso piazze che hanno il nome di Massimo, ho vinto un premio che porta il suo nome... Questo ha un suo piacere, ma sono cose di cui avrei volentieri fatto a meno... Quando Massimo è mancato pensavo di dover avere la funzione di alimentare il suo ricordo, ma lui è sempre stato il più bravo. Certo, mi sono dato da fare perché il nostro materiale fosse a disposizione di chiunque. Ma Massimo manca, è una mancanza lancinante, anche se la sua presenza in chi lo ama è fonte di ispirazione ancora presente" confida Lello Arena che, a proposito dell'esperienza di comicità avuta insieme, ammette: «E' stata messa un'asticella in un punto molto alto, spesso difficile da saltare anche per noi protagonisti di quel progetto. Quell'asticella sta lì anche per me: a volte riesco a saltarla, a volte mi faccio male, ma sono felice che sia stata messa anche da me. C'era quella poesia, nella comicità, che la rendeva insuperabile. Una buona pietra di paragone: e sono contento di aver partecipato a quel progetto. Poi, la Smorfia era un progetto archiviato già quando Massimo era vivo e forse ha avuto vita breve perché ha detto quello che doveva dire. Un rammarico dato dalla mancanza di Massimo è il cercare di capire quali altre frontiere ci fossero ancora da esplorare. Da soli è più complicato. E meno divertente.

Lello Arena


 
Il segreto della riuscita di un prodotto, sia per il piccolo che il grande schermo, risiede proprio nella dinamica delle relazioni che, grazie al regista, si instaurano tra gli interpreti. Non basta il talento di un singolo. Il film è un gioco di squadra e gli attori lo sanno. Tutto ciò l'ho imparato dai grandi attori come Vittorio Gassman e Massimo Troisi con i quali ho lavorato. Loro si sono sempre posti verso gli altri colleghi con grande umiltà e senza protagonismi pericolosi. È questo il modo di pensare di tutti gli artisti internazionali, purtroppo non sempre messo in pratica da quelli italiani.
 
Giuliana De Sio
Tratto da Il tempo
   

domenica 28 dicembre 2014

"Massimo e me": il racconto di Angelo Orlando

Ringraziamo di vero cuore l'amico di Massimo (anche lui come noi lo scrive così, senza cognome), Angelo Orlando, che con sincero piacere ci ha permesso di condividere qui sul nostro blog il suo splendido scritto. Ci saluta e augura buona fortuna al nostro progetto.

Lui, splendido Amedeo in "Pensavo fosse amore invece era un calesse", parla di Massimo in modo semplice e genuino, senza la smania di ostentare un'amicizia. Infatti dopo poche righe il cognome "Troisi" compare con la stessa naturalezza con cui era stato omesso, quasi con rispetto, ossequio ad un genio e ad un grande uomo. Al quale ha voluto bene ed è stato ricambiato.

Cristiano


Lunedì 1° agosto 2011

MASSIMO E ME

Era un po’ che ci giravo intorno. Parlare di Massimo. 
Ogni tanto, qualcuno me lo chiede.
“Com’era Massimo Troisi?” 
Il silenzio che ne segue non ha a che fare con un trattenere qualcosa che ha dello speciale o chissà che, un vuoto dovuto a una difficoltà nel dire com’era una persona che hai conosciuto tanto tempo fa. Massimo è presente nella mia vita, come una specie di guida invisibile che mi corregge, mi spinge o mi frena. È una piccola e grande luce che, come una stella della nostra galassia, può essere raggiunta con quello sforzo d’immaginazione che troppo spesso evitiamo di fare. Un pensiero...la natura è l'eterno. Questa natura che può auto-generarsi. "Uomini e Dei" un tempo passeggiavano insieme, si aiutavano, si facevano i dispetti, giocavano e uniti in un bel girotondo, producevano una scena straordinaria.
Azione!
E l'uomo entra in scena.
Ovvero, passa dal nulla al nulla.
"Com'era Massimo Troisi?"
Qualcuno me lo ha chiesto ultimamente.
E io come al solito, sorrido e prendo tempo. E questo tempo, molto spesso, mi porta a dire due o tre cose per continuare ad agganciarmi a una sensazione che, a seconda di come sto, è vicina e distante. Come una stella, appunto. Vicina per lo sguardo, perché quella luce la posso vedere, distante perché, come una stella lontana anni luce, è irraggiungibile dalla mia piccola postazione terrestre
Ma da qui, ora, in una disoccupazione forzata, con tanta voglia di restare in contatto con uno spirito vero e non cedere a quella che ormai, simpaticamente chiamo la mia sorella pigrizia, cerco di fare qualcosa di utile per me, magari anche per chi, la prossima volta, mi chiederà: “Ma com’era Massimo Troisi

Vediamo un po’…

Un po' di tempo fa, una ragazza mi cerca sul web, mi trova e si presenta: "Sono una giornalista. Sta per uscire una collana sui film di Massimo Troisi. Le andrebbe di rispondere a qualche domanda?" Allora penso che forse questa è un'occasione buona. Mi faccio mandare le domande e mi prendo tempo. Scrivo risposte e queste risposte mi sembra che non bastino mai. E allora mi prendo altro tempo, fino a quando la ragazza giornalista (prima o poi leggerà anche lei questo post) mi sollecita. Mi dice che è quasi urgente e allora, mi affretto e tolgo tempo al mio tempo, scrivo, scrivo recuperando sensazioni, quante cose da dire, da lasciar andare. E poi si sa che sono un traghettatore di attimi. Li trasporto dal fiume del passato al mare del presente. E alla fine scrivo, e scrivendo, gli occhi si riempiono di lacrime, però sono contento. Strano cocktail. Gioia e lacrime. Poi premo invio. Evito di rileggere, ma sento quella bella soddisfazione che provavo anche a scuola quando consegnavo il compito in classe: finito! 
La giornalista mi risponde subito. Mi dice che quello che è ho scritto è molto bello e che le piange un po' il cuore a doverlo ridurre perché "lo spazio è molto poco rispetto a quello che ci sarebbe da dire..." 
Io un po' me lo aspettavo, ma in cuor mio, sono contento. Grazie a lei ho avuto il coraggio di andare lì dove una perdita ora ha acquisito quella distanza giusta per riconoscerla come un grande insegnamento. Ho approfittato di un'intervista per estrarre qualcosa che non mi aveva lasciato neanche il tempo di soffrire. Già...  
C'è un racconto di Dostoevskij, inserito ne "I Fratelli Karamazov",  che parla di una madre che va da padre Zosima a gridare tutto il suo dolore. Il buon prelato cerca di consolarla usando argomenti tradizionali della fede, cioè della giustificazione di Dio. La donna però, non riesce a trovare un argine al suo dolore, non vuole la giustificazione di Dio, non ha bisogno di essere consolata. Padre Zosima ad un certo punto, abbandona il suo punto di vista di pastore di anime. Si mette sul suo stesso piano e le dice: "Vai, piangi tutte le tue lacrime e chissà, che un giorno le tue lacrime non si convertano in qualcosa di molto prezioso!"
Questione di tempo. La vita, la vera maestra, ci aspetta al bivio di una comprensione paziente.
Chi lo sa perché, a volte, abbiamo bisogno di così tanto tempo prima di ritrovare il passaggio che ci fa comprendere che è giusto piangerle davvero tutte le nostre lacrime. 
Qualcosa di prezioso.
E allora, mi vado a rileggere quello che avevo scritto. E penso che qui, in questa zona che mi sono ricavato, lo spazio non è poco. Posso pubblicare esattamente quello che avevo scritto. E allora lo ritiro fuori. Lo rileggo, faccio copia e incolla e poi... poi aggiungo, correggo, cambio, tolgo e alla fine, di quella vecchia intervista, rimane ben poco. 
Quel dvd poi l'ho cercato. Non l'ho trovato. Non lo so quello che è rimasto di ciò che avevo scritto. Quelle emozioni recuperate da un passato neanche troppo lontano, cedono il passo a quello che ora è il miracolo di un nuovo istante del qui e ora, fatto di un'altra notte lontano da Roma, accanto al ricordo dell'ultima poesia che mi ha regalato Massimo, ma questa, è un'altra storia. 

(CONTINUA) 


venerdì 5 dicembre 2014

Massimo Troisi: persona essenziale, speciale e che incontrava la gente senza sovrastrutture. Parola di Renato Scarpa

  
"Lui ha captato quello che vale e quello che non vale e quindi era diventato una persona essenziale, ecco perché incontrandolo si sentiva che si incontrava una persona speciale. Per come si era guardati, per come ti riusciva a mettere totalmente a tuo agio. Non si contrapponeva mai. Lo incontravi. E lui incontrava la gente, non aveva sovrastrutture".

Parole di Renato Scarpa, alias Robertino di "Ricomincio da tre" e il capo telegrafista Giorgio Serafini de "Il postino". Uno dei pochissimi che ogni volta che apre bocca per parlare di Massimo ti incanta. Ed è lampante quanto sia emozionato e riconoscente alla vita per il dono di avergli fatto conoscere una persona speciale.

Cristiano
 

venerdì 21 novembre 2014

Il racconto filmato del raduno di "Amici di Massimo Troisi", sui luoghi di Massimo e su quelli del cuore (VIDEO)

Sapevo che sarebbe andato alla grande, questo raduno con l'esplorazione di luoghi troisiani, ma non credevo così tanto. Teresa ha coniato l'hashtag #convivialità per le nostre foto insieme su Facebook; credo proprio che renda bene l'idea e sintetizzi efficacemente il tutto. Uno stare insieme legati da una passione genuina e disinteressata che ti fa fare piccole pazzie e affrontare diversi sacrifici, un affetto incondizionato per chi ci ha dato e lasciato tanto. La familiarità che ci fa stare bene insieme e ci dà la sensazione di conoscerci da decenni la dobbiamo alla sensibilità comune per il suo essere artista e persona speciale. E questo fa parte di una socialità che contava molto anche per Massimo fin dalle sue prime attività al Centro Teatro Spazio, che qui ringraziamo per la cordiale ospitalità. Ho montato un breve video con i momenti chiave di due giorni stracolmi di Massimo. E ho rivissuto così le emozioni attimo per attimo. Le parole contano relativamente, lascio spazio alle immagini con la convinzione che, come ci ha detto Rosaria Troisi, "Massimo è davvero contento di tutto questo". 

Grazie di cuore a tutti e alla prossima (presto spero, i progetti ci sono e sono tanti).

Cristiano