Visualizzazione post con etichetta robertino. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta robertino. Mostra tutti i post

martedì 7 aprile 2015

"Ricordando Troisi": una serata evento speciale a Frosinone per Massimo Troisi

Massimo Troisi Pensavo fosse amore invece era un calesseSabato 21 marzo 2015 alle ore 17:00 presso la villa comunale di Frosinone si è tenuto un evento speciale dal titolo "Ricordando Troisi". "Amici di Massimo Troisi" era presente e partecipe grazie all'intervento di Daniela V., che insieme a suo marito Angelo ringrazio di vero cuore per il fatto di poter oggi conservare memoria concreta della serata. In questo primo post dedicato alla manifestazione, che ha visto presenti anche l'indimenticabile Robertino, alias Renato Scarpa, e il direttore della fotografia di "Ricomincio da tre", Sergio D'Offizi, riportiamo testualmente l'intervento di Daniela. Semplice, diretto, accorato e in cui si può vedere scorrere la passione viva come davanti ad una parete ad acqua. A metà intervento Daniela introduce la proiezione del mio montaggio video "L'amore è solo quello eterno", che attraverso diversi film di Massimo racconta alcuni suoi pensieri sull'amore, intrecciandosi a qualcosa che ho vissuto in prima persona.

Presto potrete vedere su queste pagine anche una video sintesi di "Ricordando Troisi", con un saluto al nostro gruppo da parte di Renato Scarpa, che si considera uno dei nostri. E molto altro. Ci sarà un contributo video anche del direttore artistico Amedeo di Sora, del Teatro dell'appeso, che ci teniamo a ringraziare altrettanto calorosamente, come facciamo con Gerry Guida e tutta l'organizzazione. 

Cristiano


Sono un’amica di Massimo!
Quando la timidezza incontra una grande passione come la mia per Massimo, viene “bruciata” e si trasforma in un fuoco che dà coraggio: non siamo noi che scegliamo le passioni, sono le passioni che scelgono noi!

Purtroppo non ho conosciuto Massimo: il primo incontro con lui avvenne per caso, da adolescente, guardando "La smorfia” in TV: era il 1977, ma 38 anni dopo mi succede quello che mi è successo quella prima volta: subito mi sono sentita “catturata” da lui, e quando compare lui gli altri spariscono, come se tutto intorno diventasse trasparente.

Massimo Troisi
L’ho percepito subito istintivo, immediato, timido ma di spessore…un “istinto puro” che sapeva trasmettere contemporaneamente di “pancia e  testa”: una miscela esplosiva!
Subito mi ha trasmesso la sensazione di una persona vera in mezzo a un sacco di personaggi!
Riduttivo definirmi una sua fan: piuttosto una cultrice ed estimatrice della persona Troisi e della sua Arte, del suo modo di essere …
Conosco qualcuno della famiglia fra cui la sorella Rosaria, che avrebbe dovuto intervenire ma si scusa per aver dovuto declinare. Attraverso le parole di Rosaria, da “Oltre il respiro”, libro del 2011, una vera e propria “Bocca della verità” per noi appassionati, perché ha spazzato una serie di dicerie, mezze verità e fraintendimenti sulla sua vita, ha parlato di un Massimo che pochi conoscono. 

“Nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato su uno come lui. E lui ha davvero sfidato le sue debolezze, trasformando gli ostacoli in vittorie. A volte penso che la sua vita sia stata un miracolo”. Gli stessi familiari erano sorpresi da come Massimo fosse riuscito a diventare Troisi partendo da sé stesso. I giovani per primi conoscono il linguaggio del “voler partire da se stessi”, conoscono e capiscono soprattutto il linguaggio dell’istintività e moltissimi di loro, stando anche alle statistiche, conoscono Massimo a dispetto della loro età: quasi ovvio perché i giovani sono istintivamente attratti dall’immediatezza e “sentono” che Massimo è vero, non si sentono traditi da lui. Non quindi un fatto generazionale, ma di … pancia, linguaggio che nessuno conosce meglio dei giovani. Una comicità istintiva, quella di Massimo, che arrivava dritta al cuore della gente: una specie di scorciatoia che gli garantiva una breccia sicura e faceva “centro”,  ma senza intenzionalità o strategie.
 
Internet  negli anni,  mi ha aperto canali straordinari, sia informativi che umani. Ecco perché mi definisco un’amica di Massimo: omonimo blog in rete, un gruppo di cui faccio parte. Si chiama Amici di Massimo Troisi, ideato e curato da Cristiano Esposito, di Napoli. Oggi 29enne, ha cominciato ad appassionarsi a Massimo verso i 15 anni, e a 17 ha creato un sito dedicato, Non ci resta che ricordarti, citato così  da Rosaria in un altro suo libro del 2004,  “Come un cesto di viole”: “Il sito che offre di più ed è curato con maggiore spontaneità ed affetto è www.noncirestachericordarti.too.it , curato dal giovane Cristiano

Il video che verrà proiettato è “L’amore è solo quello eterno”, montato proprio da Cristiano Esposito. Sintetizza, attraverso spezzoni di film, il Troisi-pensiero sull’amore così com’è. Anche indice di come Massimo sappia cogliere l’essenza di ogni cosa, ammettendo grandi verità tra paradossi e incontenibile ironia.

  
 
Massimo durante l’ultimo brindisi con la troupe de “Il postino” e nel dopo pranzo del pomeriggio prima della morte disse ai presenti: “Non vi dimenticate di me!”. La vostra presenza così numerosa qui, oggi, è una risposta al suo appello. Non è stato dimenticato, voi non l’avete dimenticato, noi "Amici di Massimo Troisi" non lo dimenticheremo. Organizzazioni come questa non lo hanno dimenticato. Oggi siamo qui per un evento dal titolo "Ricordando Troisi".

Daniela V.
 

venerdì 5 dicembre 2014

Massimo Troisi: persona essenziale, speciale e che incontrava la gente senza sovrastrutture. Parola di Renato Scarpa

  
"Lui ha captato quello che vale e quello che non vale e quindi era diventato una persona essenziale, ecco perché incontrandolo si sentiva che si incontrava una persona speciale. Per come si era guardati, per come ti riusciva a mettere totalmente a tuo agio. Non si contrapponeva mai. Lo incontravi. E lui incontrava la gente, non aveva sovrastrutture".

Parole di Renato Scarpa, alias Robertino di "Ricomincio da tre" e il capo telegrafista Giorgio Serafini de "Il postino". Uno dei pochissimi che ogni volta che apre bocca per parlare di Massimo ti incanta. Ed è lampante quanto sia emozionato e riconoscente alla vita per il dono di avergli fatto conoscere una persona speciale.

Cristiano
 

lunedì 4 agosto 2014

Renato Scarpa e il nostro Giuseppe Sommario incantano Somma Vesuviana con "L'arte della leggerezza" di Massimo Troisi

Divertimento ma non soltanto questo, conoscenza ma non soltanto questo, emozioni ma non soltanto questo, un turbinio di sensazioni quelle che ha saputo regalare la serata in cui si è presentato a Somma Vesuviana, nel suggestivo borgo Casamale, il libro “Massimo Troisi. L’arte delle leggerezza” di Giuseppe Sommario.

A brani del saggio, letti con maestria dagli attori Daniela Allocca e Alfonso Volpe, si sono alternati il clarinetto e il piano di Raffaele Magrone e Rosanna Cimmino, che con le colonne sonore più belle dei film di Troisi hanno trasportato le tantissime persone presenti nel mondo sognante e profondo dell’autore sangiorgese. Interessante l’intervista all’autore da parte di Valeria Ciarambino che ha toccato i giusti tasti per riuscire, in poco meno di due ore, a far capire quanto lavoro ci sia nel libro di Sommario e come questo scritto possa essere considerato senza tempo. L’ironia dell’autore ha aiutato a comprendere la leggerezza di Troisi. Le sue battute sulla serata, sul luogo scelto per la presentazione, su Somma e sugli ospiti che erano presenti sulla terrazza della Arci hanno strappato più di un sorriso ed un applauso. A fare da contorno gli spezzoni, scelti anche quelli con maestria, delle pellicole di Troisi o delle sue gag con lo storico trio “La Smorfia”. E poi in chiusura il ricordo sincero e commovente dell’attore Renato Scarpa che con Troisi lavorò sia in “Ricomincio da tre” che ne “Il Postino”.

Tra i presenti anche il sindaco Pasquale Piccolo: “Per noi è importante promuovere la cultura, qui stasera ci sono tanti giovani e abbiamo scoperto che ci sono numerose associazioni che lavorano in questo campo, vogliamo interfacciarsi con loro che sono una risorsa per il paese. Un augurio che faccio a voi e me, che presto una serata come questa possa ripetersi per promuovere la nostra città”.
“Questo libro è nato dieci anni fa e la mia massima aspirazione era presentarlo qui a Somma Vesuviana sulla terrazza dell’Arci”, ha raccontato con ironia Sommario, spiegando nei dettagli come da un’amica comune sia arrivato a Pomigliano, e poi fino a Somma dove ha conosciuto la sua compagna di vita e che questo, infine, lo abbia portato all’Arci. Un modo di narrare leggero e divertente che ha coinvolto subito le persone presenti. “Il libro è la mia tesi di laurea”, ha aggiunto, “Un giorno al cinema del mio paese vidi due film, 'Rambo' e 'Pensavo fosse amore e invece era un calesse', capii subito che non potevo essere Stallone e allora mi sono informato sull’autore e quando mi sono iscritto all’università, Lettere a Roma con indirizzo cinematografico, mi è sembrato normale chiedere una tesi su Troisi. Allora mi stupivo e mi arrabbiavo perchè non capivo come su un autore così amato e noto nessuno avesse fatto un libro, poi ce ne sono stati tanti”.
A sottolineare il legame di Somma con Troisi lo storico Ciro Raia: “Credo che nella vita ci siano coincidenze che ritornano, Somma è stata, dopo San Giorgio a Cremano la città che ha saputo in tempo reale della morte di Troisi. Era il 4 giugno 1994, eravamo a Santa Maria del Pozzo e stavamo consegnando la cittadinanza onoraria a Gerardo Marotta, tra il pubblico c’era Aldo Vella, allora sindaco di san Giorgio, lo vidi allontanarsi e fu lui a comunicarmi della morte dell’attore, fu per tutti un momento di grande commozione e ricordarlo qui dopo 20 anni lo è nuovamente. Qui a ricordare un personaggio atopico, come dice Sommario, un personaggio che non ha luogo. Questo di Sommario è un saggio di grande profondità, di quelli che restano in una biblioteca e che si riapre quando si vuole approfondire un personaggio, le sue teorie. Un lavoro approfondito, sulle battute dei suoi film, analisi del testo e del linguaggio di Troisi. Un testo da possedere e conservare”.

E’ stato proprio l’autore a spiegare il termine leggerezza che è nel titolo del suo libro. Un esempio i suoi film, nel finale di ‘Ricomincio da tre’ affronta un tema pesante: la sua donna aspetta un figlio e non sa se è suo oppure no e lui riesce ad uscire da quella situazione dicendo ‘non chiamiamolo Massimiliano, verrà fuori scostumato’. La sua malattia ci ha consegnato un grande attore, avrebbe voluto fare il calciatore, storiche le sue interviste con Gianni Minà a riguardo e invece cominciò a frequentare un oratorio e il teatro. Fu raggiunto da grande successo e rimase sempre semplice, il suo primo film al cinema ‘Gioiello’ di Roma fu proiettato per 600 giorni fu lui stesso a dire si erano stancati anche i residenti di vedere la mia faccia sui manifesti. Il secondo film fu molto intimista perchè dopo il boom del primo tutti gli chiedevano di tutto e lui era un timido. Lo ritroviamo nei suoi personaggi, nel linguaggio. Pensiamo ad uno dei suoi film, quello che ha il titolo secondo me più bello ‘Pensavo fosse amore ed invece era un calesse’, il calesse è un mezzo che ti permette di andare più veloce che se andassi a piedi, ma non troppo veloce. Inoltre, si può partire da soli e magari per strada accogliere qualcuno, un mezzo di trasporto che ti predispone ad accogliere l’altro”.

Altro momento profondo della serata l’intervento di Renato Scarpa.
“Troisi era speciale, un uomo essenziale come dovremmo esserlo tutti”, ha raccontato Scarpa, “Incontrandolo capivi che era un uomo diretto, semplice, noi ci mettiamo addosso incrostazioni che poi dobbiamo toglierci. Lui invece aveva grazia e leggerezza, apparteneva al suo specialissimo iter di vita. Non aveva barocchismi sull’anima. Ho incontrato Massimo dopo aver lavorato con Verdone, io li ho tenuti tutti a battesimo: Verdone, Troisi, Nuti, e al primo incontro ha capito che potevo fare il pirla. (Scarpa sarà il Robertino celebre del film Ricomincio da tre, ndr). Ho preso molto dalla mia biografia personale, sono figlio unico di madre vedova e orfano di guerra. Ho aperto gli occhi sulla guerra, tanto che il mio primo ricordo di vita è un bombardamento. Mio padre è morto a 28 anni e io allora chiedevo a mia madre perchè gli uomini sono così stupidi da uccidersi prima quando tutti dobbiamo morire. Quindi anch’io ero così borderline. “Che senso ha”, mi chiamavano a scuola, se non c’era un senso non mi muovevo. Quando ho conosciuto Massimo mi sono perdutamente innamorato di lui per il suo sguardo così diretto. Una stima assoluta, ci siamo intesi immediatamente. Con quel suo primo film, mi sono sentito popolare con il successo di Ricomincio da tre, ero diventato un deficiente popolare”.

Tanti i giovani presenti, rimasti attenti e coinvolti per tutta la serata. “E’ stato suggestivo assistere sotto le stelle ad un alternarsi di musica, cultura ed ironia”, commenta Federica Sodano, componente dell’associazione “Fontana Chiara”, “Un ringraziamento speciale va all’autore del libro Giuseppe Sommario che con la sua iniziativa ha permesso di ricordare a noi tutti quanto sia viva ed attuale l’arte della leggerezza propria di Massimo Troisi”. Come ha scritto nel suo libro l’autore: “Beh si s’accuminza a fa’ ‘na tesi e’ laurea su di me vuol dire proprio ca 'a scola e’ scisa abbascio”. No caro Giuseppe, se avessimo avuto la possibilità di analizzare la sua persona, il suo teatro e la sua filosofia di vita a questo punto non dovremmo ricominciare da zero ma dovremmo ricominciare da TR…..OISI”.
Una serata che si è chiusa tra gli applausi e i complimenti all’autore, il cui libro è andato a ruba.

FONTE: La Provincia On Line 
  

mercoledì 8 febbraio 2012

Il nuovo Massimo Troisi (???)

Poco più di un anno fa pubblicammo questo post e il relativo montaggio video per segnalare alcune "analogie" filmiche tra Massimo Troisi e Alessandro Siani: http://amicidimassimotroisi.blogspot.com/2011/01/massimo-troisi-e-alessandro-siani-la.html. Il video riscosse un certo successo tra i lettori. A questo proposito segnaliamo un video di un membro del nostro gruppo facebook, che ci rende ancora più chiara la differenza tra un omaggio e un'analogia "sospetta": https://www.facebook.com/photo.php?v=2078109626521.

Da allora abbiamo trovato molti d'accordo con noi, anche sul giudizio relativo al comico napoletano più in voga attualmente. Riportiamo di seguito un articolo firmato da Marco Vignolo Gargini, che ci sembra abbia colto nel segno. Lui ci risponde con amicizia in uno dei commenti in fondo al post.
Dopo diversi anni quella di Siani resta una comicità sempre a spese di qualcuno, una continua aggressione allo spettatore in sala, uno sfottò e una retorica continui, privi di spessore e riflessioni acute. Se deve essere lui oggi a portare Napoli in giro per i cinema, i teatri o le televisioni italiane si auspicano meno demenzialità chiassose e più contenuti che si stacchino dall'epoca che, ahimè, stiamo vivendo.
Devo ripetere un concetto, visto che è duro da arrivare a tutti: qui non sto mettendo io in piedi un paragone, sono i giornalisti/giornalai, i media che insistono nel farlo, con ignoranza e opportunismo. E qualcuno ci crede pure, e questo non va bene.
Qualcuno nei commenti mi ha scritto: "Alla presentazione del film 'Benvenuti al Nord', Alessandro Siani ha risposto alla domanda sul confronto con Troisi. "No,Massimo era un fuoriclasse,era un Maradona,io al massimo sono un Lavezzi". Mi verrebbe da rispondere a Siani, sulla scorta del video che ho montato con le suddette "analogie": "E allora gioca semplice, non provare a palleggiare maldestramente con le arance come hai visto fare a qualcun altro".
Cristiano

Napoli: da Massimo Troisi… ad Alessandro Siani

Mancano soltanto due anni al ventennale della scomparsa di Massimo Troisi e già siamo in grado di poter stabilire che dell’antica e nobilissima arte comica e drammatica partenopea resta poco o niente. Troisi è stato l’ultimo esponente di una tradizione secolare, si può ben dire che a lui il testimone sia stato consegnato direttamente dalle mani del grande Eduardo, sebbene per poco tempo. Dopo Massimo Troisi abbiamo avuto tanti, tantissimi attori, o presunti tali, che hanno frequentato i cabaret, il teatro, la tv, il cinema, ma nessuno con il talento e le potenzialità dell’artista di San Giorgio a Cremano. È un dato di fatto, il posto di Pulcinella resta vacante, e per Pulcinella intendo anche l’evoluzione e il superamento della maschera napoletana. A livello linguistico, mimico, drammaturgico ci eravamo accorti tutti che Troisi avrebbe garantito questa rigenerazione, dando nuova linfa agli antichi copioni, purtroppo non potevamo sapere che sarebbe stata un’esperienza di così breve durata e, soprattutto, un’eredità difficile da raccogliere. Oggi sembra che Alessandro Siani rappresenti il non plus ultra dell’ultima generazione di comici napoletani, o perlomeno stanno facendo in modo di presentarcelo così… Al di là dei testi piuttosto banali, delle battute, dei tormentoni, dei personaggi (quel Tatore che trent’anni fa non avrebbe fatto ridere nessuno), Siani manca di spessore drammaturgico, sbraita, si muove come un Pazzariello in libera uscita, farfuglia, crede di poter attrarre con la barbetta e gli occhi cerulei… Massimo Troisi non aveva bisogno di personaggi, di tormentoni, era lui stesso lo spettacolo, il film, il dramma, e con la propria sottigliezza intellettuale sapeva traghettare Napoli fuori dai luoghi comuni, dalle macchiette. Siani invece è un regresso, un livellamento verso il basso, sia dal punto di vista lessicale che attoriale, quasi a rappresentare l’epoca che stiamo vivendo, priva di originalità, chiassosa, smunta, buffa più che comica. Troisi oggi è riconosciuto internazionalmente, a lui vengono dedicati convegni e rassegne cinematografiche… non credo che Siani saprà fare altrettanto (ha 37 anni, l’età in cui Troisi aveva già diretto, scritto e interpretato la maggior parte dei suoi film), almeno che… San Gennaro non faccia il miracolo!

Marco Vignolo Gargini


Da un'intervista della nostra Claudia Verardi a Renato Scarpa (il mitico Robertino e capo telegrafista di Mario Ruoppolo):

Qualche giovane comico napoletano sta riproponendo un tipo di comicità basato sui luoghi comuni e sui difetti partenopei, ribaltando in qualche modo il lavoro che proprio Massimo Troisi aveva fatto sul “nuovo napoletano che non deve per forza emigrare, ma può anche viaggiare” con tutto quello che ne consegue. Tu che ne pensi? Non sei napoletano, ma hai sempre frequentato molto sia la città che il suo cinema.
Renato Scarpa: Penso che Massimo abbia fatto una Rivoluzione. Proprio quella di cui Napoli ha bisogno. II soggettivismo esasperato che diventa senso di responsabilità individuale, l'autoironia, il ridere ammettendo la propria fragilità, coltivare il dubbio, trasformare la parola "cliente" in quella di "cittadino" come nel 1799.