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lunedì 13 aprile 2015

"Ricordando Massimo Troisi" a Frosinone parte seconda: il saluto di Renato Scarpa al nostro gruppo (VIDEO)

Massimo TroisiIn questo secondo post relativo alla serata di Frosinone dedicata a Massimo Troisi ancora il racconto di Daniela V., che insieme a Giuseppe Sommario ha rappresentato "Amici di Massimo Troisi", e un breve video. Potrete vedere stralci della proiezione del mio montaggio "L'amore è solo quello eterno", il saluto di uno degli organizzatori, Amedeo Di Sora e quello di Renato Scarpa (Robertino in "Ricomincio da tre" e capo telegrafista Giorgio Serafini ne "Il postino). Davvero una grande anima, come scrive Daniela, dolcemente grato al destino per aver conosciuto Massimo. Uno dei pochissimi che non dice mai niente di banale su di lui e la cui discrezione e pacatezza ce lo ricordano con emozione. Riporto anche per iscritto le sue parole semplici e grandiose. Infine, last but not least, potrete godere di alcuni frammenti dell'intervento del nostro Peppe Sommario. A coronamento di una iniziativa semplice e bella, proprio come Massimo. Grazie ancora a Daniela, a suo marito Angelo, a Renato Scarpa, a Giuseppe Sommario, ad Amedeo Di Sora e all'organizzazione tutta.

Cristiano

Massimo Troisi Ricomincio da tre Renato Scarpa Robertino"Ho un grande amore per Massimo come quello che avete voi. Non sapevamo, ma siamo insieme, cioè sono dei vostri. Grazie. Grazie per ricordare Massimo. Siamo fortunati, abbiamo una persona meravigliosa che ci ha insegnato ad amare tutto: le cose semplici soprattutto, la sincerità, l'onestà. Grazie, consideratemi uno dei vostri, sono molto felice di esserlo. Grazie."

(Renato Scarpa)


La sala gremita, un centinaio di persone, non è riuscita a contenere tutti gli intervenuti, molti dei quali rimasti in piedi, tanti anche in fila davanti alla porta di ingresso. Serata molto riuscita, con soddisfazione degli intervenuti, degli organizzatori nonché dello stesso Amedeo Di Sora, direttore artistico dell’evento inserito nell’ambito della X Edizione del Festival “Il teatro e le voci” della Compagnia “Il Teatro dell’Appeso”, molto nota in Ciociaria, Ha accettato veramente di buon grado di lasciarci un breve ma accorato racconto filmato della serata.
 
teatro dell'appeso ciociaria il teatro e le voci
Tra gli intervenuti Renato Scarpa, una “Grande Anima”, come mi piace chiamarlo da quando l’ho conosciuto, per la delicatezza del suo animo ed il modo in cui sa raccontarsi e… raccontare Massimo, affetto incancellabile nel suo cuore. Toccante, commosso e commovente come sempre il suo intervento! Anche lui ha accettato con slancio di salutare il nostro gruppo in video, dichiarandosi affettuosamente uno dei nostri.
 
C'era anche Sergio D’Offizi, direttore della fotografia di “Ricomincio da tre”, tra gli intervenuti. Ha definito Massimo “uomo molto intelligente, fin dalle prime domande e curiosità che mi faceva da regista esordiente, dietro la macchina da presa. Cosa molto rara nell’ambiente”. A D’Offizi è stata donata a fine serata una targa alla carriera, da parte dell’organizzazione dell’evento.
 
A sorpresa, l’intervento dell’amico Giuseppe Sommario, che ci ha raggiunto sul posto e, fuori programma, è stato invitato a parlare del suo libro “L’arte della leggerezza” con competenza e profonda conoscenza di tante dinamiche troisiane e del suo linguaggio, magistralmente scandagliato e rigorosamente approfondito nel suo lavoro da “addetto ai lavori”.
Daniela V.

                                 
teatro dell'appeso ciociaria il teatro e le voci

martedì 7 aprile 2015

"Ricordando Troisi": una serata evento speciale a Frosinone per Massimo Troisi

Massimo Troisi Pensavo fosse amore invece era un calesseSabato 21 marzo 2015 alle ore 17:00 presso la villa comunale di Frosinone si è tenuto un evento speciale dal titolo "Ricordando Troisi". "Amici di Massimo Troisi" era presente e partecipe grazie all'intervento di Daniela V., che insieme a suo marito Angelo ringrazio di vero cuore per il fatto di poter oggi conservare memoria concreta della serata. In questo primo post dedicato alla manifestazione, che ha visto presenti anche l'indimenticabile Robertino, alias Renato Scarpa, e il direttore della fotografia di "Ricomincio da tre", Sergio D'Offizi, riportiamo testualmente l'intervento di Daniela. Semplice, diretto, accorato e in cui si può vedere scorrere la passione viva come davanti ad una parete ad acqua. A metà intervento Daniela introduce la proiezione del mio montaggio video "L'amore è solo quello eterno", che attraverso diversi film di Massimo racconta alcuni suoi pensieri sull'amore, intrecciandosi a qualcosa che ho vissuto in prima persona.

Presto potrete vedere su queste pagine anche una video sintesi di "Ricordando Troisi", con un saluto al nostro gruppo da parte di Renato Scarpa, che si considera uno dei nostri. E molto altro. Ci sarà un contributo video anche del direttore artistico Amedeo di Sora, del Teatro dell'appeso, che ci teniamo a ringraziare altrettanto calorosamente, come facciamo con Gerry Guida e tutta l'organizzazione. 

Cristiano


Sono un’amica di Massimo!
Quando la timidezza incontra una grande passione come la mia per Massimo, viene “bruciata” e si trasforma in un fuoco che dà coraggio: non siamo noi che scegliamo le passioni, sono le passioni che scelgono noi!

Purtroppo non ho conosciuto Massimo: il primo incontro con lui avvenne per caso, da adolescente, guardando "La smorfia” in TV: era il 1977, ma 38 anni dopo mi succede quello che mi è successo quella prima volta: subito mi sono sentita “catturata” da lui, e quando compare lui gli altri spariscono, come se tutto intorno diventasse trasparente.

Massimo Troisi
L’ho percepito subito istintivo, immediato, timido ma di spessore…un “istinto puro” che sapeva trasmettere contemporaneamente di “pancia e  testa”: una miscela esplosiva!
Subito mi ha trasmesso la sensazione di una persona vera in mezzo a un sacco di personaggi!
Riduttivo definirmi una sua fan: piuttosto una cultrice ed estimatrice della persona Troisi e della sua Arte, del suo modo di essere …
Conosco qualcuno della famiglia fra cui la sorella Rosaria, che avrebbe dovuto intervenire ma si scusa per aver dovuto declinare. Attraverso le parole di Rosaria, da “Oltre il respiro”, libro del 2011, una vera e propria “Bocca della verità” per noi appassionati, perché ha spazzato una serie di dicerie, mezze verità e fraintendimenti sulla sua vita, ha parlato di un Massimo che pochi conoscono. 

“Nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato su uno come lui. E lui ha davvero sfidato le sue debolezze, trasformando gli ostacoli in vittorie. A volte penso che la sua vita sia stata un miracolo”. Gli stessi familiari erano sorpresi da come Massimo fosse riuscito a diventare Troisi partendo da sé stesso. I giovani per primi conoscono il linguaggio del “voler partire da se stessi”, conoscono e capiscono soprattutto il linguaggio dell’istintività e moltissimi di loro, stando anche alle statistiche, conoscono Massimo a dispetto della loro età: quasi ovvio perché i giovani sono istintivamente attratti dall’immediatezza e “sentono” che Massimo è vero, non si sentono traditi da lui. Non quindi un fatto generazionale, ma di … pancia, linguaggio che nessuno conosce meglio dei giovani. Una comicità istintiva, quella di Massimo, che arrivava dritta al cuore della gente: una specie di scorciatoia che gli garantiva una breccia sicura e faceva “centro”,  ma senza intenzionalità o strategie.
 
Internet  negli anni,  mi ha aperto canali straordinari, sia informativi che umani. Ecco perché mi definisco un’amica di Massimo: omonimo blog in rete, un gruppo di cui faccio parte. Si chiama Amici di Massimo Troisi, ideato e curato da Cristiano Esposito, di Napoli. Oggi 29enne, ha cominciato ad appassionarsi a Massimo verso i 15 anni, e a 17 ha creato un sito dedicato, Non ci resta che ricordarti, citato così  da Rosaria in un altro suo libro del 2004,  “Come un cesto di viole”: “Il sito che offre di più ed è curato con maggiore spontaneità ed affetto è www.noncirestachericordarti.too.it , curato dal giovane Cristiano

Il video che verrà proiettato è “L’amore è solo quello eterno”, montato proprio da Cristiano Esposito. Sintetizza, attraverso spezzoni di film, il Troisi-pensiero sull’amore così com’è. Anche indice di come Massimo sappia cogliere l’essenza di ogni cosa, ammettendo grandi verità tra paradossi e incontenibile ironia.

  
 
Massimo durante l’ultimo brindisi con la troupe de “Il postino” e nel dopo pranzo del pomeriggio prima della morte disse ai presenti: “Non vi dimenticate di me!”. La vostra presenza così numerosa qui, oggi, è una risposta al suo appello. Non è stato dimenticato, voi non l’avete dimenticato, noi "Amici di Massimo Troisi" non lo dimenticheremo. Organizzazioni come questa non lo hanno dimenticato. Oggi siamo qui per un evento dal titolo "Ricordando Troisi".

Daniela V.
 

venerdì 5 dicembre 2014

Massimo Troisi: persona essenziale, speciale e che incontrava la gente senza sovrastrutture. Parola di Renato Scarpa

  
"Lui ha captato quello che vale e quello che non vale e quindi era diventato una persona essenziale, ecco perché incontrandolo si sentiva che si incontrava una persona speciale. Per come si era guardati, per come ti riusciva a mettere totalmente a tuo agio. Non si contrapponeva mai. Lo incontravi. E lui incontrava la gente, non aveva sovrastrutture".

Parole di Renato Scarpa, alias Robertino di "Ricomincio da tre" e il capo telegrafista Giorgio Serafini de "Il postino". Uno dei pochissimi che ogni volta che apre bocca per parlare di Massimo ti incanta. Ed è lampante quanto sia emozionato e riconoscente alla vita per il dono di avergli fatto conoscere una persona speciale.

Cristiano
 

martedì 28 ottobre 2014

"Il postino" nelle sale (?) e in edicola. Le foto esclusive dal red carpet di Roma con Renato Scarpa e la Cucinotta alla proiezione della versione restaurata

Roma non dimentica Massimo Troisi. A vent’anni dalla sua morte, infatti, la capitale ha dedicato una serata, domenica 26, alla proiezione della versione restaurata de “Il Postino”. Invece alla Galleria Nuova Pesa fino al 21 novembre, lo spazio in via del Corso gestito da Simona Marchini ospita, dopo la Casa Sebastiano Lo Monaco di Pollara, la seconda tappa de Il Postino. Salina, la metafora della poesia. L’esposizione, attraverso le foto di scena di Mario Tursi e i bozzetti delle scenografie di Lorenzo Baraldi e quelli dei costumi di Gianna Gissi, racconta, come in uno story board, quella che è stata l’ultima prova da attore di Troisi. "Una mostra sul filo della memoria e dei sentimenti", secondo le parole della stessa Simona Marchini". 
 
“Direi che Massimo ha fatto quello che i vecchi produttori facevano: aveva un impegno creativo, il progetto era il suo, la visione di fare questa cosa con quel regista, con quegli attori, in quel modo, era la sua – ha detto Michael Radford -. Così fanno i grandi produttori, che hanno in mente chiaramente quello che vogliono fareLui voleva interpretare un uomo che scopre se stesso attraverso la poesia. Si sentì male la prima settimana di riprese, aveva bisogno del trapianto. Gli dissi di lasciar perdere il film, anche se desideravo il contrario. Fu davvero molto coraggioso“, ricorda il regista Michael Radford.
  
“L’ho conosciuto grazie a Il viaggio di Capitan Fracassa, di Ettore Scola. Lo vidi e subito mi piacque, Massimo aveva l’anima sul volto. Poi arrivò Il Postino, per me la possibilità di lavorare insieme a lui in un’esperienza unica. Penso che in tutta la storia del cinema non ci sia nessun film simile“, disse Philippe Noiret. 
    
Commosso il ricordo di Maria Grazia Cucinotta, per la quale 'Il Postino' fu il film della consacrazione: "Tremavo, davo le battute velocemente, ero emozionata. Massimo mi aiutò molto , anche se la regia era firmata da Michael Radford, fu lui il vero regista di tutto -continua l'attrice- seguii alla lettera i suoi consigli, suggerimenti. Gli devo molto e sono felice per questa serata che omaggia ancora una volta questa pellicola che ha veramente fatto il giro del mondo".

Sponsor dell'evento romano è Poste Italiane: "Per un’azienda che fa della comunicazione la propria missione e che ha sempre coniugato la spinta all’innovazione con la capacità di essere vicina alle persone e alle comunità, il restauro digitale di una pellicola dai toni così emotivamente intensi racchiude simbolicamente i valori peculiari di Poste Italiane, incarnati dalla figura del postino Massimo Troisi", spiega l'azienda.
 
 
Da più parti si è detto che dal 26 ottobre torna nei cinema la versione restaurata de “Il postino“, interpretato da Massimo Troisi. Ad oggi non ho avuto riscontri concreti a riguardo, qualcosa non quadra.

Il restauro ha ridato colore e digitalizzato la pellicola, che dal 29 ottobre troverete in edicola con Tv Sorrisi e Canzoni in dvd a € 12,99, prezzo della rivista esclusa.
Lavorando direttamente sui materiali negativi originali conservati presso i suoi stabilimenti, la Film & Video attraverso Eurolab Digital ha dato nuovo valore al film: professionisti del settore si sono alternati al restauro fotochimico dei materiali danneggiati, al controllo delle giunte, ai lavaggi in percloro per poi passare al digitale per la scansione a 4K color, corretti e puliti digitalmente per creare un prodotto nuovo come non si vedeva in sala dal debutto cinematografico del ‘94, anno in cui Il Postino fu inoltre presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

 
 
E ora veniamo alle immagini preziose scattate dal nostro inviato, nonché autore di un gran bel libro su Massimo e co-organizzatore del nostro prossimo raduno a Napoli: il grande Giuseppe Sommario. E' grazie a lui se possiamo teletrasportarci sul red carpet di Roma. 

















 

lunedì 4 agosto 2014

Renato Scarpa e il nostro Giuseppe Sommario incantano Somma Vesuviana con "L'arte della leggerezza" di Massimo Troisi

Divertimento ma non soltanto questo, conoscenza ma non soltanto questo, emozioni ma non soltanto questo, un turbinio di sensazioni quelle che ha saputo regalare la serata in cui si è presentato a Somma Vesuviana, nel suggestivo borgo Casamale, il libro “Massimo Troisi. L’arte delle leggerezza” di Giuseppe Sommario.

A brani del saggio, letti con maestria dagli attori Daniela Allocca e Alfonso Volpe, si sono alternati il clarinetto e il piano di Raffaele Magrone e Rosanna Cimmino, che con le colonne sonore più belle dei film di Troisi hanno trasportato le tantissime persone presenti nel mondo sognante e profondo dell’autore sangiorgese. Interessante l’intervista all’autore da parte di Valeria Ciarambino che ha toccato i giusti tasti per riuscire, in poco meno di due ore, a far capire quanto lavoro ci sia nel libro di Sommario e come questo scritto possa essere considerato senza tempo. L’ironia dell’autore ha aiutato a comprendere la leggerezza di Troisi. Le sue battute sulla serata, sul luogo scelto per la presentazione, su Somma e sugli ospiti che erano presenti sulla terrazza della Arci hanno strappato più di un sorriso ed un applauso. A fare da contorno gli spezzoni, scelti anche quelli con maestria, delle pellicole di Troisi o delle sue gag con lo storico trio “La Smorfia”. E poi in chiusura il ricordo sincero e commovente dell’attore Renato Scarpa che con Troisi lavorò sia in “Ricomincio da tre” che ne “Il Postino”.

Tra i presenti anche il sindaco Pasquale Piccolo: “Per noi è importante promuovere la cultura, qui stasera ci sono tanti giovani e abbiamo scoperto che ci sono numerose associazioni che lavorano in questo campo, vogliamo interfacciarsi con loro che sono una risorsa per il paese. Un augurio che faccio a voi e me, che presto una serata come questa possa ripetersi per promuovere la nostra città”.
“Questo libro è nato dieci anni fa e la mia massima aspirazione era presentarlo qui a Somma Vesuviana sulla terrazza dell’Arci”, ha raccontato con ironia Sommario, spiegando nei dettagli come da un’amica comune sia arrivato a Pomigliano, e poi fino a Somma dove ha conosciuto la sua compagna di vita e che questo, infine, lo abbia portato all’Arci. Un modo di narrare leggero e divertente che ha coinvolto subito le persone presenti. “Il libro è la mia tesi di laurea”, ha aggiunto, “Un giorno al cinema del mio paese vidi due film, 'Rambo' e 'Pensavo fosse amore e invece era un calesse', capii subito che non potevo essere Stallone e allora mi sono informato sull’autore e quando mi sono iscritto all’università, Lettere a Roma con indirizzo cinematografico, mi è sembrato normale chiedere una tesi su Troisi. Allora mi stupivo e mi arrabbiavo perchè non capivo come su un autore così amato e noto nessuno avesse fatto un libro, poi ce ne sono stati tanti”.
A sottolineare il legame di Somma con Troisi lo storico Ciro Raia: “Credo che nella vita ci siano coincidenze che ritornano, Somma è stata, dopo San Giorgio a Cremano la città che ha saputo in tempo reale della morte di Troisi. Era il 4 giugno 1994, eravamo a Santa Maria del Pozzo e stavamo consegnando la cittadinanza onoraria a Gerardo Marotta, tra il pubblico c’era Aldo Vella, allora sindaco di san Giorgio, lo vidi allontanarsi e fu lui a comunicarmi della morte dell’attore, fu per tutti un momento di grande commozione e ricordarlo qui dopo 20 anni lo è nuovamente. Qui a ricordare un personaggio atopico, come dice Sommario, un personaggio che non ha luogo. Questo di Sommario è un saggio di grande profondità, di quelli che restano in una biblioteca e che si riapre quando si vuole approfondire un personaggio, le sue teorie. Un lavoro approfondito, sulle battute dei suoi film, analisi del testo e del linguaggio di Troisi. Un testo da possedere e conservare”.

E’ stato proprio l’autore a spiegare il termine leggerezza che è nel titolo del suo libro. Un esempio i suoi film, nel finale di ‘Ricomincio da tre’ affronta un tema pesante: la sua donna aspetta un figlio e non sa se è suo oppure no e lui riesce ad uscire da quella situazione dicendo ‘non chiamiamolo Massimiliano, verrà fuori scostumato’. La sua malattia ci ha consegnato un grande attore, avrebbe voluto fare il calciatore, storiche le sue interviste con Gianni Minà a riguardo e invece cominciò a frequentare un oratorio e il teatro. Fu raggiunto da grande successo e rimase sempre semplice, il suo primo film al cinema ‘Gioiello’ di Roma fu proiettato per 600 giorni fu lui stesso a dire si erano stancati anche i residenti di vedere la mia faccia sui manifesti. Il secondo film fu molto intimista perchè dopo il boom del primo tutti gli chiedevano di tutto e lui era un timido. Lo ritroviamo nei suoi personaggi, nel linguaggio. Pensiamo ad uno dei suoi film, quello che ha il titolo secondo me più bello ‘Pensavo fosse amore ed invece era un calesse’, il calesse è un mezzo che ti permette di andare più veloce che se andassi a piedi, ma non troppo veloce. Inoltre, si può partire da soli e magari per strada accogliere qualcuno, un mezzo di trasporto che ti predispone ad accogliere l’altro”.

Altro momento profondo della serata l’intervento di Renato Scarpa.
“Troisi era speciale, un uomo essenziale come dovremmo esserlo tutti”, ha raccontato Scarpa, “Incontrandolo capivi che era un uomo diretto, semplice, noi ci mettiamo addosso incrostazioni che poi dobbiamo toglierci. Lui invece aveva grazia e leggerezza, apparteneva al suo specialissimo iter di vita. Non aveva barocchismi sull’anima. Ho incontrato Massimo dopo aver lavorato con Verdone, io li ho tenuti tutti a battesimo: Verdone, Troisi, Nuti, e al primo incontro ha capito che potevo fare il pirla. (Scarpa sarà il Robertino celebre del film Ricomincio da tre, ndr). Ho preso molto dalla mia biografia personale, sono figlio unico di madre vedova e orfano di guerra. Ho aperto gli occhi sulla guerra, tanto che il mio primo ricordo di vita è un bombardamento. Mio padre è morto a 28 anni e io allora chiedevo a mia madre perchè gli uomini sono così stupidi da uccidersi prima quando tutti dobbiamo morire. Quindi anch’io ero così borderline. “Che senso ha”, mi chiamavano a scuola, se non c’era un senso non mi muovevo. Quando ho conosciuto Massimo mi sono perdutamente innamorato di lui per il suo sguardo così diretto. Una stima assoluta, ci siamo intesi immediatamente. Con quel suo primo film, mi sono sentito popolare con il successo di Ricomincio da tre, ero diventato un deficiente popolare”.

Tanti i giovani presenti, rimasti attenti e coinvolti per tutta la serata. “E’ stato suggestivo assistere sotto le stelle ad un alternarsi di musica, cultura ed ironia”, commenta Federica Sodano, componente dell’associazione “Fontana Chiara”, “Un ringraziamento speciale va all’autore del libro Giuseppe Sommario che con la sua iniziativa ha permesso di ricordare a noi tutti quanto sia viva ed attuale l’arte della leggerezza propria di Massimo Troisi”. Come ha scritto nel suo libro l’autore: “Beh si s’accuminza a fa’ ‘na tesi e’ laurea su di me vuol dire proprio ca 'a scola e’ scisa abbascio”. No caro Giuseppe, se avessimo avuto la possibilità di analizzare la sua persona, il suo teatro e la sua filosofia di vita a questo punto non dovremmo ricominciare da zero ma dovremmo ricominciare da TR…..OISI”.
Una serata che si è chiusa tra gli applausi e i complimenti all’autore, il cui libro è andato a ruba.

FONTE: La Provincia On Line 
  

giovedì 30 gennaio 2014

Il Festival del Cinema Italiano di Como dedica una serata a Massimo Troisi

La serata dell'8 febbraio al Festival del Cinema Italiano a Como sarà dedicata a Massimo Troisi. Sono già fin d'ora sicuro, per esperienza diretta, che anche soltanto la presenza di Renato Scarpa renderà l'evento emozionante e valido. Verrà proiettato il film "Il postino" e la serata avrà inizio alle ore 21. Per assistere alle proiezioni è necessario sottoscrivere la tessera dell'associazione "Sguardi", che organizza il festival insieme alla Scuola Dreamers. Info: 031/261234, sguardi.como@hotmail.it.

Per chi si trova nei pressi, appuntamento dunque l'8 febbraio a Como al cinema Astra, in viale Giulio Cesare (che dava anche il nome ad un teatro in cui Massimo recitò con "La smorfia"), 3.

domenica 9 settembre 2012

Speciale "La valigia dei sogni" dedicato a "Il postino" su La7

Questa sera alle 21:10 su La7 andrà in onda "Il postino". A seguire, alle ore 23:05 circa "La valigia dei sogni", speciale dedicato a Massimo e al film. Sopralluoghi a Procida e a Salina e interviste ad Anna Pavignano, Maria Grazia Cucinotta e Renato Scarpa. Chi non può guardarlo dia un'occhiata ai video on line del sito di La7 nei prossimi giorni.
In coda al post potrete commentare la trasmissione.
Cristiano

L’ultimo viaggio de “La valigia dei sogni”, edizione 2012, si trasforma in un grande e affettuoso omaggio a Massimo Troisi, comico straordinario, regista e attore di grande talento, uomo e artista che manca ogni giorno a tutti noi. Il film col quale “La valigia” lo saluta, e gli dedica un grazie immenso, è l’ultimo suo, forse il meno comico tra tutti, ma di sicuro il più poetico e commovente. Se non il migliore, di certo tra i suoi più belli. Simone Annicchiarico racconterà "Il postino", del 1994 (diretto da Massimo Troisi in collaborazione con Michael Radford), e le due isole in cui è stato girato: Procida, nel golfo di Napoli, e Salina, la più verde e forse la più incantevole delle Eolie. Sarà un altro viaggio per mare, durante il quale verranno raccolti i ricordi di alcune delle tante persone che a Massimo hanno voluto bene. Parlerà chi al film ha partecipato direttamente, chi ha avuto la fortuna di condividere con Troisi la genesi o il set di una pellicola bellissima. Ascolteremo le parole di Anna Pavignano, per lungo tempo compagna nella vita del comico napoletano e sceneggiatrice di quasi tutti i suoi film, "Il postino" compreso, e la voce, altrettanto emozionata, di Maria Grazia Cucinotta, che nel film interpreta il ruolo della bellissima Beatrice Russo. A completare un coro di testimonianze toccanti, capaci di restituire intatta tutta la bellezza di Massimo Troisi, c’è l’attore italiano Renato Scarpa, che nella pellicola veste, straordinariamente, i panni di un direttore delle poste comunista.
   

mercoledì 13 giugno 2012

4 giugno 1994 – 4 giugno 2012: diciotto anni senza Massimo Troisi

Aveva detto “non dimenticatemi”. Con un filo di voce, sofferente e alla vigilia della sua scomparsa, aveva deciso di salutare in questo modo la troupe del suo ultimo capolavoro, “Il postino”, riunita per festeggiare la fine delle riprese. Che fu anche la fine della sua breve vita. Oggi, a diciotto anni dalla sua scomparsa, quelle parole sembrano urlare alle orecchie di chi l’ha amato e lo ama ancora: “non dimenticatemi”.
Non una dichiarazione alla Troisi.

Lui, sempre chiuso in se stesso, imbarazzato dai suoi sentimenti, continuamente in lotta con le sue emozioni, difficilmente si era lasciato andare in questo modo. L’ha fatto prima di andarsene, dicendo forse la frase più scontata e banale della sua straordinaria ed irripetibile carriera. Impossibile dimenticarlo, impossibile non sentire la sua presenza ancora oggi. Per quasi vent’anni ha raccontato all’Italia e al mondo una Napoli lontana da ogni riduttivo e mortificante stereotipo, costringendo il pubblico non napoletano a capire il suo dialetto, la sua lingua fatta più di gesti che di parole, il suo mondo di risate e nostalgia, comicità irresistibile e tenera visione della vita.
“Il successo è solo una cassa amplificatore…viene fuori quello che tu sei prima”, disse in un’intervista di Gigi Marzullo. Con la sua popolarità è venuto fuori uno dei più grandi attori che Napoli e l’Italia intera ha potuto ammirare, un vero e proprio filosofo del Novecento, un ragazzo di San Giorgio a Cremano che ha saputo accogliere l’eredità di Totò e dei De Filippo senza mai cadere nell’imitazione, nella copia mascherata dei grandi del passato, raggiungendo anzi la loro altezza con la sua semplicità e la sua grandezza d’animo.

Oggi, diciotto anni dopo, il 4 giugno il cielo sembra esprimere la tristezza di chi ha rubato alla terra un genio unico, la mancanza di Troisi si sente anche nell’eredità che lui ha lasciato e che nessuno ha saputo raccogliere. Inutile cercare di affibiargli un erede, un Siani qualunque, con tutto il rispetto per il simpatico comico napoletano: Massimo resterà “una di quelle persone che si incontrano quando la vita ha deciso di farti un regalo”, una luce eterna che, se fosse ancora in vita, avrebbe illuminato ancora più forte la sua città. Chissà cosa avrebbe fatto, in che modo ci avrebbe regalato ancora delle perle indimenticabili, con quali film e quali frasi avrebbe fotografato la Napoli di oggi. Il condizionale è d’obbligo, purtroppo. Massimo non c’è più. Massimo ha deciso di viaggiare lontano da questa terra, lasciandoci orfani di un fratello che riesce ancora oggi a farci ridere e piangere. Piangiamo perché non c’è più, ridiamo perché c’è stato. E c’è ancora, anche se non fisicamente. Perché Massimo Troisi resterà un figlio di Napoli che non smetterà mai di vivere nel ricordo di chi lo ha amato. Un ricordo che la Rai ha deciso di trasmettere in una puntata speciale condotta dall’amico Enzo Decaro, in cui artisti e amici vari hanno commemorato la sua scomparsa. Massimo da lassù ha riso con loro, forse ha riso di loro, perché a lui non piacciono le celebrazioni. Ma lo avrà fatto di nascosto, perché la sua delicatezza non gli avrebbe permesso di essere irrispettoso.

Pierpaolo Orefice
  

domenica 19 febbraio 2012

Tanti auguri Massimo!

Una giornata a San Giorgio a Cremano per Massimo. Questa volta eravamo solo in tre in giro per il paese e ad assistere al lungo convegno a lui dedicato a Villa Bruno. Una bella iniziativa, una discreta organizzazione ma probabilmente è mancata la lucidità necessaria per farne un evento ancor più speciale. La maggior parte degli oratori veniva dal mondo accademico e relazionava con un linguaggio tecnico; il posto per una tale iniziativa era l'università e il giorno adatto non certo una domenica. Ma era oggi il giorno di Massimo; dispiace solo non aver visto tanta gente accorsa all'evento. Magari rendendo il tutto un pò più informale sarebbe stato diverso. Resta una piacevole giornata trascorsa tra amici uniti nel nome di una passione genuina, ritrovando con piacere diversi conoscenti e colleghi di Massimo. E l'incontro con una persona stupenda, nettamente la nota più lieta: Renato Scarpa, un appassionato come noi.                  
L'anno prossimo sono sessanta e ci daremo da fare per tramandare ancor di più la memoria e l'arte di Massimo Troisi. Non facciamo parte dell'intellighenzia più alta, non abbiamo grandissima risonanza ma in questi anni il nostro ci ha insegnato che la passione porta sempre lontano. Siamo ancora qui. Per te e con te. Senza celebrazioni, solo parlando di un amico  che ci vive dentro.
 
Auguri Massimì!
 
Cristiano

Nun fa’ tardi, pe’ piacere…

Mi sono svegliato presto stamattina. Alle undici appena, solo per te, che ami dormire. Oggi è il tuo compleanno. Doccia, jeans, camicia bianca, sono pronto. Il regalo l’ho preso l’altro ieri, è un libro. Lo vidi per caso, nella vetrina di una libreria del centro. Si chiama “Il Postino di Neruda”, l’ha scritto un certo Antonio Skàrmeta. Non so chi sia, nè immaginavo di cosa parlasse il libro prima di comprarlo. Ho letto che è la storia di un postino, della sua amicizia con il poeta Pablo Neruda. Ho pensato un pò a noi due: io postino, tu poeta.Poeta che oggi compie ben cinquantanove anni.
Azz, te staje facenn’ viecchio! Penso alla tua faccia mentre ti dico questa frase e mi viene da ridere. Prendo il libro e mi incammino verso casa tua. Mi vengono in mente tutti i tuoi film, nel tragitto che mi sta portando da te. Il primo, quello in cui avevi fatto solo “tre ccose bbone”, oppure quello in cui con Benigni correvi all’indietro nel tempo. Mi hai fatto ridere tanto, mi hai regalato momenti unici, fatti di buon umore, di riflessione, di nostalgia, di malinconia.
Una volta, in un tuo film, non ricordo quale in questo momento, c’era un tuo primo piano, eri terribile. I tuoi occhi penetravano la telecamera, bucavano lo schermo ed entravano nel cuore di chi ti guardava. Eri disarmante.
Che fortuna essere tuo amico!
Guardo il libro, chissà se ti piacerà. Già so che anche se non dovesse piacerti non me lo dirai mai. Lo accetterai con un sorriso, ringrazierai, con la tua solita eleganza. Come quando ritiri un premio e ti limiti a dire un laconico “Grazie”, senza troppi giri di parole. Non ti è mai piaciuto parlare tanto. Non ne hai bisogno.
Non ho mai sentito nessuno parlare così tanto stando in silenzio. I tuoi silenzi sono lunghi monologhi, logorroici discorsi che toccano l’anima. Mi piace stare immobile ad ascoltarti, a guardarti.
Eccomi arrivato. Sono sotto al tuo palazzo. Busso, ma tu non rispondi. Non mi dire che staje ancora durmenn’! E’ mezzogiorno. Sei esagerato. Piazzo il dito sul citofono e lo lascio lì per un minuto. Niente, non ci sei. Strano.
Dal palazzo esce una signora, la tua vicina di casa. Mi dice che sei uscito presto stamattina, avevi un’aria triste. Hai preso la bicicletta e sei andato via.
Dove sarai andato? E poi, arò l’haje pigliata ‘a bicicletta? Tu a stento la sai portare.
Vabbuò pazienza, ti aspetterò qua, insieme al tuo libro.
Però nun fa’ tardi, pe’ piacere…
Buon Compleanno Massimo!

Pierpaolo Orefice 


  
"Non ho mai sentito nessuno parlare così tanto stando in silenzio"
Un francese, autentico  “coup de coeur" perché leggi questa frase scritta da Pierpaolo e pensi solo a Massimo e al suo saper comunicare oltre le parole.
E' diventato quasi maggiorenne il saluto, anch’esso silenzioso, che Massimo ci ha fatto quando ha deciso di "parlarci in silenzio" da un’altra dimensione, e i suoi messaggi o le associazioni a lui arrivano puntualmente  a destinazione.
In silenzio, oppure malcelati in un’emozione.

Mi ha parlato anche ieri sera, nel refrain della canzone di Celentano e Morandi, a Sanremo: “Ti penso e cambia il mondo … ed oltre quel che c’è”.
Lo penso e mi sento alleggerita e più fiduciosa: mi capita spesso.
Nessun sentimentalismo, solo uno dei tanti modi in cui Massimo sa ancora comunicare in silenzio, almeno con me.

E sicuramente, in modo personale, con ognuno di quelli che lo amano: come con Pierpaolo che, con pazienza, lo aspetta in compagnia di quel libro.
Immagine bella e molto efficace.

Come tutti quelli che oggi, riuniti a San Giorgio o, come me, lontani dal suo paese d’origine, non hanno potuto fare a meno di guardarlo, sentirlo, ascoltarlo.
In silenzio.

Grazie a tutti voi che, con le vostre partecipazioni, contribuite a rendere familiarmente sonoro il silenzio di Massimo.

E grazie a CHI  ha voluto donarcelo, 59 anni fa.

Daniela V.
  

mercoledì 8 febbraio 2012

Il nuovo Massimo Troisi (???)

Poco più di un anno fa pubblicammo questo post e il relativo montaggio video per segnalare alcune "analogie" filmiche tra Massimo Troisi e Alessandro Siani: http://amicidimassimotroisi.blogspot.com/2011/01/massimo-troisi-e-alessandro-siani-la.html. Il video riscosse un certo successo tra i lettori. A questo proposito segnaliamo un video di un membro del nostro gruppo facebook, che ci rende ancora più chiara la differenza tra un omaggio e un'analogia "sospetta": https://www.facebook.com/photo.php?v=2078109626521.

Da allora abbiamo trovato molti d'accordo con noi, anche sul giudizio relativo al comico napoletano più in voga attualmente. Riportiamo di seguito un articolo firmato da Marco Vignolo Gargini, che ci sembra abbia colto nel segno. Lui ci risponde con amicizia in uno dei commenti in fondo al post.
Dopo diversi anni quella di Siani resta una comicità sempre a spese di qualcuno, una continua aggressione allo spettatore in sala, uno sfottò e una retorica continui, privi di spessore e riflessioni acute. Se deve essere lui oggi a portare Napoli in giro per i cinema, i teatri o le televisioni italiane si auspicano meno demenzialità chiassose e più contenuti che si stacchino dall'epoca che, ahimè, stiamo vivendo.
Devo ripetere un concetto, visto che è duro da arrivare a tutti: qui non sto mettendo io in piedi un paragone, sono i giornalisti/giornalai, i media che insistono nel farlo, con ignoranza e opportunismo. E qualcuno ci crede pure, e questo non va bene.
Qualcuno nei commenti mi ha scritto: "Alla presentazione del film 'Benvenuti al Nord', Alessandro Siani ha risposto alla domanda sul confronto con Troisi. "No,Massimo era un fuoriclasse,era un Maradona,io al massimo sono un Lavezzi". Mi verrebbe da rispondere a Siani, sulla scorta del video che ho montato con le suddette "analogie": "E allora gioca semplice, non provare a palleggiare maldestramente con le arance come hai visto fare a qualcun altro".
Cristiano

Napoli: da Massimo Troisi… ad Alessandro Siani

Mancano soltanto due anni al ventennale della scomparsa di Massimo Troisi e già siamo in grado di poter stabilire che dell’antica e nobilissima arte comica e drammatica partenopea resta poco o niente. Troisi è stato l’ultimo esponente di una tradizione secolare, si può ben dire che a lui il testimone sia stato consegnato direttamente dalle mani del grande Eduardo, sebbene per poco tempo. Dopo Massimo Troisi abbiamo avuto tanti, tantissimi attori, o presunti tali, che hanno frequentato i cabaret, il teatro, la tv, il cinema, ma nessuno con il talento e le potenzialità dell’artista di San Giorgio a Cremano. È un dato di fatto, il posto di Pulcinella resta vacante, e per Pulcinella intendo anche l’evoluzione e il superamento della maschera napoletana. A livello linguistico, mimico, drammaturgico ci eravamo accorti tutti che Troisi avrebbe garantito questa rigenerazione, dando nuova linfa agli antichi copioni, purtroppo non potevamo sapere che sarebbe stata un’esperienza di così breve durata e, soprattutto, un’eredità difficile da raccogliere. Oggi sembra che Alessandro Siani rappresenti il non plus ultra dell’ultima generazione di comici napoletani, o perlomeno stanno facendo in modo di presentarcelo così… Al di là dei testi piuttosto banali, delle battute, dei tormentoni, dei personaggi (quel Tatore che trent’anni fa non avrebbe fatto ridere nessuno), Siani manca di spessore drammaturgico, sbraita, si muove come un Pazzariello in libera uscita, farfuglia, crede di poter attrarre con la barbetta e gli occhi cerulei… Massimo Troisi non aveva bisogno di personaggi, di tormentoni, era lui stesso lo spettacolo, il film, il dramma, e con la propria sottigliezza intellettuale sapeva traghettare Napoli fuori dai luoghi comuni, dalle macchiette. Siani invece è un regresso, un livellamento verso il basso, sia dal punto di vista lessicale che attoriale, quasi a rappresentare l’epoca che stiamo vivendo, priva di originalità, chiassosa, smunta, buffa più che comica. Troisi oggi è riconosciuto internazionalmente, a lui vengono dedicati convegni e rassegne cinematografiche… non credo che Siani saprà fare altrettanto (ha 37 anni, l’età in cui Troisi aveva già diretto, scritto e interpretato la maggior parte dei suoi film), almeno che… San Gennaro non faccia il miracolo!

Marco Vignolo Gargini


Da un'intervista della nostra Claudia Verardi a Renato Scarpa (il mitico Robertino e capo telegrafista di Mario Ruoppolo):

Qualche giovane comico napoletano sta riproponendo un tipo di comicità basato sui luoghi comuni e sui difetti partenopei, ribaltando in qualche modo il lavoro che proprio Massimo Troisi aveva fatto sul “nuovo napoletano che non deve per forza emigrare, ma può anche viaggiare” con tutto quello che ne consegue. Tu che ne pensi? Non sei napoletano, ma hai sempre frequentato molto sia la città che il suo cinema.
Renato Scarpa: Penso che Massimo abbia fatto una Rivoluzione. Proprio quella di cui Napoli ha bisogno. II soggettivismo esasperato che diventa senso di responsabilità individuale, l'autoironia, il ridere ammettendo la propria fragilità, coltivare il dubbio, trasformare la parola "cliente" in quella di "cittadino" come nel 1799.