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venerdì 19 febbraio 2016

E sono 63! Auguri, Massimo! Su Sky una giornata tutta troisiana

massimo troisi compleanno sky ricomincio da tre
Auguroni Massimì, siamo ancora qui. Un altro compleanno con te lontano eppure così vicino. Con te che hai ancora tutti i riccioli neri, che ci dici cose già riascoltate migliaia di volte ma sempre così nuove e straordinarie. Non finisci mai.

Cristiano

E domani 20 febbraio Sky Cinema Cult ha deciso di festeggiare Massimo Troisi con una programmazione speciale. Si comincia alle 6:00 del mattino con "Hotel Colonial", dove Massimo è affiancato da John Savage e Robert Duvall. Alle 7:50 si prosegue con "Il postino", mentre alle 9:50 verrà trasmesso il film "No grazie, il caffè mi rende nervoso". Alle 11:40 spazio al lungometraggio d'esordio: "Ricomincio da tre", replicato poi alle 22:55. Completano la speciale giornata troisiana alle 13:35 "Scusate il ritardo", alle 15:30 "Che ora è", alle 17:10 "Le vie del Signore sono finite" (ritrasmesso alle 00:50 del 21 febbraio), alle 19:10 "Pensavo fosse amore invece era un calesse" e alle 21:00 "Non ci resta che piangere". Una bella maratona, insomma, e una bellissima iniziativa del canale satellitare Sky.
 

martedì 10 novembre 2015

Massimo Troisi e Pino Daniele in un emozionante ritratto (VIDEO)

Pochi secondi, tante emozioni. Un bel ritratto di Massimo Troisi e Pino Daniele sulle note di "Qualcosa arriverà", colonna sonora del film "Le vie del Signore sono finite" del 1987. Basta poco per far svoltare una giornata. 
Sinceri complimenti a Domenico Velletri.

Salutoni troisiani a tutti.

Cristiano


                                                  

venerdì 2 ottobre 2015

Un divertente reportage video da Parigi sui luoghi di "Le vie del Signore sono finite" di Massimo Troisi

massimo troisi le vie del signore sono finite parigi
Il grande amico di Massimo (e mio) Roberto, specializzato in location come me, ci manda questo suo divertente reportage dai luoghi di "Le vie del Signore sono finite" a Parigi. Una simpatia contagiosa, una risata travolgente che ci teletrasportano tutti lì insieme a lui e a Camillo Pianese, ripassando scene e battute che hanno preso vita proprio su quel selciato. Farsi migliaia di chilometri per passione per calpestare quei posti, condividere le proprie emozioni e la propria gioia. Amici di Massimo Troisi è anche questo, ed è qualcosa di assolutamente unico.

Grazie a Roberto.

Cristiano
 
                            
Massimo Troisi Parigi Le vie del Signore sono finite Notredame

Massimo Troisi Parigi Le vie del Signore sono finite Notredame
 

giovedì 3 settembre 2015

Massimo Troisi nei ricordi della sorella Rosaria, dieci anni fa

massimo troisi rosaria troisi cinema comici
La migliore chiave di lettura per capire Massimo è di estreme semplicità e tenerezza. Basta vedere cos'è successo dopo di lui per comprendere quanto sia riuscito a entrare nel cuore di tutti. Vedere com’è ancora forte la voglia di tenerlo con noi, nel calore della vita, grazie al suo ricordo costante, basta per rendersi conto di come abbia saputo vivere una vita piena e intensa, anche se troppo breve. Per noi della famiglia Massimo non è mai cambiato: quando tornava a casa era sempre talmente uguale a se stesso che non ci eravamo resi conto fino in fondo del suo successo, del suo lavoro. Con lo sgomento della sua scomparsa è arrivato anche lo stupore di prendere atto di quanto le cose che aveva fatto fossero importanti. Lui diceva sempre di essere fortunato. Un privilegiato che poteva esprimersi nel modo che gli era più congeniale, ma era pur sempre lavoro e Massimo, tornando in famiglia, non parlava quasi mai del lavoro. 

Noi preferivamo andarci cauti, sapevamo bene quali problemi avesse avuto in passato e preferivamo avvicinarci a simili argomenti in punta di piedi: ho sempre pensato che la vita gli dovesse un risarcimento, quello di poter godere in modo completo dell’esistenza, dopo un inizio che era stato tanto avaro. Noi siamo una famiglia semplice, lo dico con orgoglio, senza evocare cliché e stereotipi: mio padre ha sempre lavorato, era nelle Ferrovie, non si navigava certo nell'oro, ma avevamo una vita dignitosa e, soprattutto, molto «viva». Come diceva sempre Massimo, parlando del modo in cui siamo cresciuti: «Se si’ imbecille, diventi imbecillissimo, se si’ umano, umanissimo». Ecco, lui è diventato umanissimo, con quei piccoli difetti come la pigrizia, l'indolenza e la capacità di astrarsi da ogni conversazione, se non aveva voglia di ascoltare, ma con pregi giganteschi: una semplicità disarmante, una lealtà assoluta e una mitezza totale che gli impedivano di essere scortese persino con quelli con cui non andava d'accordo. Anche in casa, persino nei momenti di «scontro generazionale» con il padre, non ha mai alzato la voce. Se contestava, lo faceva sempre in modo elegante, intimo, civile, proprio come ha poi fatto nel «Postino». Del resto Massimo ha mantenuto sempre il contatto con le radici, con gli amici della giovinezza, a San Giorgio a Cremano. E quando sono arrivati gli amici della vita professionale, erano sempre speciali, come Roberto Benigni: del resto sono molto simili, sarebbero diventati amici comunque. In famiglia, quando al telefono sentivamo che c'era qualche nuova fidanzata, lo «sfruculiavamo» citando Viviani: «Femmene belle, sempre 'na dozzina», ma Massimo era molto riservato. Come diceva, «le famiglie numerose diventano teatri stabili», e noi abbiamo sempre avuto il gusto di scherzare e prenderci in giro anche se lui, in privato, non era «nu pazzariello». Del resto, mica perché uno è attore comico deve passare la vita a far ridere gli altri, no? Nei suoi film vedo sempre tanto di lui e della nostra famiglia. In «Che ora è», ad esempio, quando tira l'orologio fuori dal taschino e dice «sono le tredici», Massimo cita papà, il suo modo da ferroviere di scandire ore e minuti, una finezza che mi ha dato un'emozione in più, mentre in «Le vie del Signore sono finite» c'è la tradizione della memoria storica narrata dai nostri nonni, nei loro racconti sulla guerra. «Scusate il ritardo», poi, più leggero, è proprio un ritratto delle dinamiche della nostra famiglia. 

Io credo che oggi Massimo possa ancora trasmettere un messaggio importante a quei giovani che si sentono bloccati e impotenti, che pensano non si possa fare nulla se non si va in televisione: se Massimo, nato in una cittadina che non figura nemmeno su tutte le carte geografiche, che non ha studiato recitazione, che non aveva un padre ricco e potente, che aveva pure una salute cagionevole, ce l'ha fatta ed è arrivato fino agli Oscar, partendo da San Giorgio a Cremano, allora bisogna imparare ad avere sempre fiducia in se stessi e nelle proprie qualità. In tanti anni di carriera Massimo non ha mai partecipato a un talk-show, non ha mai messo piede nel salotto di Costanzo e se fosse vivo oggi non andrebbe alle trasmissioni di Vespa: se lui ce l'ha fatta con queste scelte, allora vuol dire che tutti possono farcela, è questo il messaggio di ottimismo che ci ha lasciato. Spero che le nuove generazioni sappiano ascoltarlo.

Rosaria Troisi 
29/10/2005

giovedì 19 marzo 2015

Auguri Pino! Due splendidi sessantenni che cercano un sorriso tra le nuvole (sempre con uno sguardo alla loro Napoli)...

Massimo Troisi e Pino Daniele. Entrambi sobri, entrambi quasi "ossessionati" dal voler rifuggire l'oleografia della Napoli tradizionale, ma entrambi profondamente napoletani, e napoletani moderni!
Almeno ai tempi loro lo sono stati.
Oggi entrambi si sarebbero trovati a disagio, ne
lla società volgare e dai valori rovesciati di oggi... Pino lo ha dimostrato, il suo disagio, credo che anche per Massimo sarebbe stato lo stesso.

Non sapremo mai se forse insieme avrebbero trovato la forza per resistere e rappresentare nuove vie... forse con Massimo, con la forza della sua ironia... o forse si sarebbero eclissati in un loro mondo per tenersi a distanza come in parte ha fatto Pino.
Non lo sapremo mai. 
 
Quello che so è che con la loro napoletanità "moderna" e perfettamente incastrata nel loro tempo (più di quanto non si credesse e di quanto non ci si accorgesse) hanno rappresentato per lungo tempo molti di noi napoletani e proprio per questo, per il loro essere "megafono" di un sentire che a Napoli esisteva eccome, hanno contribuito anche a cambiare, e in meglio, noi stessi e (quindi) la nostra città.

Olimpio


Pino ha scritto ed eseguito le musiche per le colonne sonore di tre film di Massimo: Ricomincio da tre (1981), Le vie del Signore sono finite (1987) e Pensavo fosse amore invece era un calesse (1991). Massimo di queste collaborazioni ha detto, con la sua solita ironia (in presenza di Pino): "Io ho fatto tutti i film per le musiche di Pino Daniele. Dicci la verità, dai, Pino! Noi lavoriamo così. Lui fa le canzoni, mi chiama e dice: "Allora io nelle parti più accussì, più malinconiche ci faccio le parti più drammatiche, quando la musica è svelta ci faccio le battute e sono anni che andiamo avanti così. Come scrive 'na canzone io ci faccio 'nu film comico." A Massimo sarebbe piaciuto anche scrivere una commedia musicale lavorando appunto con Pino.
 
Ho sempre avuto la sensazione, guardando un film di Massimo o ascoltando un brano di Pino, di essere di fronte alla stessa cosa, allo stesso modo di dire le stesse cose, alla stessa arte e poetica. Ho sempre ritenuto Pino (nato il 19 marzo, due anni dopo Massimo ma curiosamente lo stesso giorno del mese successivo) il corrispettivo di Massimo in musica, almeno fino al 1994. Nelle apparizioni insieme Massimo, introverso ma comunque più intrattenitore, sovrastava Pino, anch'egli timido e riservato ma ottima spalla delle sue gag. Entrambi condizionati in un modo o nell'altro dal ritmo non regolare del proprio cuore, fantasioso e un pò matto. Entrambi paragonano l'altro ad Eduardo, artisticamente parlando. Entrambi portano in giro per il mondo la napoletanità che sento più mia, come quasi nessun artista partenopeo oggi riesce a fare. Quella napoletanità che Massimo incarna magistralmente, e che lo stesso Pino ha saputo definire così bene: "La napoletanità autentica deve essere coltivata con discrezione, con cura, sforzandosi di eliminarne le parti superflue o ridondanti, frutto di un eccesso di gusto barocco, per arrivare, se possibile, alla essenzialità di sentimenti e pensieri che, una volta colti nel modo giusto, si mostrano fragili e delicati". Quanto è difficile oggi veder veicolata questa napoletanità, quella più autentica e genuina. Io mi affido ancora a loro.

Cristiano
 

giovedì 30 ottobre 2014

Il cuore secondo Massimo Troisi: amori e calessi

Mi rispecchio molto nell'idea di Massimo sull'amore. Forse non è un caso che io sia nato nel giorno dell'anniversario di Cecilia e Tommaso, quelli del calesse. Raccolgo qui alcune parole del Nostro sul tema dell'amore; parole ironiche, talvolta amare, risposte mai banali, profonde e illuminanti nella loro non scontatezza. E in coda al post riporto il mio video montaggio "L'amore è solo quello eterno", un discorso di Massimo sull'amore composto da tanti pezzetti dei suoi film, che ho fatto mio.

Buon amore a tutti, di qualunque natura esso sia.

Cristiano 
 
   
Massimo intervistato da Pippo Baudo  
Pippo Baudo: Tu piaci alle donne... come te lo spieghi?
Massimo Troisi: Cioè, com'è... “come te lo spieghi?” ?
Pippo Baudo: Siccome abbiamo ricevuto molte telefonate da parte di donne che dicevano: “perché non è venuto Massimo Troisi la scorsa settimana?” Quindi noi desumiamo che tu piaci molto alle donne. Ecco, tu come te lo spieghi?
Massimo Troisi: A me è quest'ultima cosa che nun capisc... cioè... “tu come te lo spieghi?” Che significa? Come per dire: “tu fai schif, come ti spieghi questa cosa...?”
Pippo Baudo: No... cioè, come ti spieghi che tu piaccia...
Massimo Troisi: Ma non me lo spiego! Pippo, è 'na cosa... normale! Uno è uomo e piace alle donne, se è donna piace all'uomo, se... cioè se m'aviss dit: “abbiamo ricevuto un sacco di telefonate di cavalli che dicevano 'ci piace Troisi!' ” allora te dicet: “Ma Pippo, come te lo spieghi stu fatt?”
      
   
Da "Le vie del Signore sono finite"   
Camillo – Troisi: Ci sarà una donna che ti piace, una femmina! Qual è la donna tua ideale, per esempio?
Orlando - Bonetti: Non ce l'ho una ideale, Camillo. L'importante per me è essere amato e non ci sono mai riuscito.
Camillo – Troisi: Sì, ma una che ti piace ci sarà! Comm ti piace a te la donna?
Orlando - Bonetti: Non lo so... mi piace, mi piacerebbe bionda, con gli occhi celesti, con le mani affusolate, lunghe; sensibile, intelligente, che capisca anche senza parlare... ma niente di più.
Camillo – Troisi: Azz... niente... niente più, Orlà, e menumal! Tien... trecient'... nun n'a tenev 'a donna ideale.. qua ce vonn sette o otto femmine inziem...

  
Massimo a proposito dello scudetto del Napoli
"Pe' sta dentro, guard, guard d'o arriv... pe' sta dentr... a me me piacess essere proprio la moglie di un giocatore... a me mo', per dire, se tu mi faciss diventà la moglie di Renica, mi faciss cuntent...
Gianni Minà: Guarda che forse sarà in sala la moglie di Renica...
Massimo Troisi: E io la invidio! Signora, io vi invidio! Vi invidio Renica, io vuliss essere sua moglie. Capito, torn' a casa e mi dice “Sai, cara, Maradona che cosa ha detto? Che l'anno prossimo forse facciamo ancora...” tutte piccole cose... ma, non la moglie, perché so' uomo, non offendendo, ma... almeno l'amante di una delle mogli dei giocatori! No... no, pe' carità, Gianni! So' tutte brave persone, le rispetto! Vi amo tutti... pe' fa n'esempio, dici... come amo questa squadra... l'amante di una delle mogli... che vene là e me dice “Sai, mio marito m'ha detto che Maradona ha detto che l'anno prossimo forse...” e... viverla! Sta dentro, inzomm, pe' carità, tutti amici, eh, nun scherziamm!"
   
   
Sull'amore   
"L'amore, per esempio, è una cosa che a me me piace, come sentimento, no veramente, è nu sentimento che non è malvagio pecché è raro, cioè è raro che uno riesce a trovà l'amore accussì... però devo dire che c'è ancora un'offerta esagerata di amore, non è che uno corre il rischio di rimanerci senza... ci può rimané senza per un piccolo periodo, però, non lo so, vai e ti puoi sempre immaginà che lo ritrovi negli occhi della cassiera del bar sotto casa, oppure nella collega d'ufficio, oppure in una voce della centralinista della Sip. Quindi, voglio dire, è raro, è 'na cosa che ti fa soffrire, però, viva Dio! Ce ne sta tanto, nun te lo fann mancà! Inzomm, voglio dire, nun è come la malattia. La malattia invece è un qualcosa di raro, di agognato, però allo stesso tempo è malvagio, pecché se quello nun ce l'hai, se te lascia 'a salute, però nun è che tu dici "però la ritrovo negli occhi della cassiera del bar"... che truov? Nun truov nient... se stai poco bene, stai poco bene comunque. Quindi chell' nun me piace. L'amore me piace anche pe' questo: quando c'è, quando nun c'è e per le prospettive che nun te può mai mancare... secondo me, poi. Uno può dire "ma io senza amore...no, come fai...c'è una sola volta nella vita" ...so' fatti suoi, l'intervista la stai facendo a me, ti dico io come la penso!"
 
  
Amore o calesse? 
"Quante volte, i' quest l'agg spiegato nun sai quante vote, …quante volte è capitato che uno è convinto di essere innamorato di una persona. Dopo due, tre anni, così... guarda una fotografia o la rivede e dice "ma come è possibile che so' stato con questa persona?"; quindi vuol dire che non era amore, ma era un sentimento altrettanto nobile, dignitoso, come può essere la passione o come può essere il bisogno d'affetto... o come può essere gelosia o come può essere bisogno di sesso, a volte uno c'ha quell'istinto, accussì... e te ne accorgi dopo... e allora quello non è amore a è un calesse."
   
    
T'aggia vede' morta - testo musicato da Pino Daniele

T'aggia vede' morta pe' tutt' 'e notte
ch'aggio passato cull'uocchie apierte
t'aggio cercato pe' dint' 'o lietto.
  
T'aggia vede' morta
pe' chello che è stato
primma 'e sape' che staje 'nzieme a 'n ato
primma che moro o cado malato

comm' faccio a me scurda'
che si' stat' 'o primm'ammore
si servesse a te scurda'
me facesse 'o munno a pere
sulo pe' nun te n'ncuntra'.

T'aggia vede' morta
'e morte lenta
pe' fa' felice pure i parenti
ca si tu muore so' cchiu cuntente.

T'aggia vede' morta 'mmiezo a 'na via
tu e chella grande cessa' e tua zia
che va dicenn' ca è colpa mia
comm' faccio a me scurda'
ca si' stat' 'o primm'ammore
si servesse a te scurda'
me facesse 'o munno a pere...sulo pe' nun te n'ncuntra'!
      
   
Da "Pensavo fosse amore invece era un calesse"
Cecilia – Neri: Abbiamo deciso insieme di comprare una casa.
Tommaso – Troisi: Come mai? Che, avete problemi?
Cecilia – Neri: Problemi? No, perché?
Tommaso – Troisi: Mah... se uno sta bene insieme non capisco perché debba andare a prendere... uno dice “viviamo insieme” quando vuol dire che le cose nun vann... infatti quando peggiorano dice “perché non ci sposiamo?”... se proprio cominciate che non ce la fate più... “facciamo un figlio” così quando alla fine vi odiate ma siete vecchi... “che ci lasciamo adesso che siamo vecchi?”... è quello il percorso. 


'O SSAJE COMME FA 'O CORE

Tu stive 'nzieme a n'ato
je te guardaje
e primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie
pe' s'annammura'
già s'era fatt' annanze 'o core.
A me, a me
'o ssaje comme fa 'o core
quann' s'è 'nnamurato.
Tu stive 'nzieme a me
je te guardavo e me ricev'
comme sarà  succiesso ca è fernuto
ma je nun m'arrenn'
ce voglio pruva'.
Po' se facette annanze 'o core e me ricette:
tu vuo' pruvà? e pruova, je me ne vaco
'o ssaje comme fa 'o core
quann s'è sbagliato


"L'amore credo sia quel sentimento che riesce ad uscire indenne dal tempo che passa, che riesce a durare, che vince la stanchezza, la noia, i dolori, le rotture di scatole. Ma bisogna attendere tanto prima di riconoscerlo. Si può dire solo a posteriori se uno ha davvero amato, perché mentre si ama non lo si capisce."

"Non mi dimenticherò mai quello che mi diceva mio nonno Pasquale, e cioè che dal cuore deriva tutto, gioie e affanni"

 
(Massimo Troisi)
     
                               

domenica 5 ottobre 2014

I sondaggi di Francesca: a quale coppia del cinema di Massimo Troisi siete più affezionati?

Inauguriamo un nuovo spazio, ideato da Francesca sul gruppo Facebook e che ha avuto un grandissimo successo. Sintetizzo qui impressioni e risultati ma il tutto non è finito, per tutti i lettori del blog è possibile continuare il sondaggio lasciando il proprio commento in coda a questo post. Aspettiamo le vostre opinioni!

In questo primo sondaggio Francesca chiedeva a quale coppia del cinema troisiano siamo più affezionati. Claudia risponde per prima votando Vincenzo-Anna, io la seguo a ruota con un ex aequo tra loro due e Camillo-Vittoria. La stessa Francesca vota per Vincenzo-Anna come Laura ("Farei vedere questo film a tutte le adolescenti che hanno tutte quelle fantasie sugli uomini, per ricondurle a un sano principio di realtà"), anche se emerge una certa avversione per lui specie in occasione del famoso Napoli-Cesena. Ma alla fin fine non si può far altro che adorare il personaggio di Vincenzo. Secondo Teresa la stessa coppia di "Scusate il ritardo" rispecchia il 90% delle coppie reali e lei stessa vi si rivede molto. A questo punto le donne solidarizzano e evidenziano come almeno una volta si siano trovate in una situazione simile al Napoli-Cesena.
A questo punto spezzo però una lancia a favore dei maschietti. Nella mente di tutti resta questo Napoli-Cesena, ma avercene di uomini che come Vincenzo amano davvero e chiedono di restare nonostante tutto. E non dimentichiamo nemmeno che esistono tanti Napoli-Cesena al femminile in cui le donne sono talvolta talmente immerse da curarsi non sempre adeguatamente dei compagni. Per Claudia le donne hanno spesso difficoltà a capire gli uomini, perchè parecchio diversi. La scena sulla falsa riga di Napoli - Cesena "è capitata e continua a capitare. Solo che adesso sono più tollerante, e più accondiscendente verso il mio compagno rispetto a quando ero più giovane. Se ho imparato qualcosa sul rapporto uomo/donna di certo lo devo anche a Massimo Troisi". Ammette poi che anche lei ha avuto qualche Napoli-Cesena al femminile in cui ha dato poca attenzione al suo lui; ora cerca di evitarlo.
Votano Anna-Vincenzo anche Nicola e Giovanna.

Daniele vota Tommaso e Cecilia come Anna ("Con Massimo ogni volta si piange e si ride nello stesso tempo! Ogni volta che lo riguardo, lo riascolto, sorrido, rido e poi comincio a piangere perché manca, manca tanto!") e Vanessa (che ricorda "l'odore del mio socio"); per Francesca i due sono al secondo posto con Elena e Raùla al seguito. Anche Anita preferisce la coppia del calesse, la più verosimile "perché lei vuole quello che ha, ma le manca quello che aveva! E poi la pensa come Tommaso: "Certe cose si devono dire alle spalle". 

Petronilla esprime la sua preferenza per Mario e Pia.  

Mario e Beatrice de "Il postino" non riscuotono consensi (tranne quello di Patrizia) pur trattandosi di uno dei film più amati. Ma lì la storia porta a legarsi quasi solo alla figura di Mario come postino e poeta piuttosto che come fidanzato e marito di Beatrice. Viene approfondita maggiormente la scoperta di una nuova vita per il protagonista in generale e non ci si focalizza quasi per niente sul rapporto di coppia. Abbiamo pochi elementi di Beatrice e del loro rapporto per affezionarci alla coppia in quanto tale. L'intento degli sceneggiatori era occuparsi più di altro. Per Maurizio però c'entra anche la recitazione della Cucinotta e forse non ha tutti i torti. Francesca replica: "Sarà che sono affezionata a tutti i film di Massimo al punto che non riesco ad immaginarli diversi, ma credo di non poter dire chi altre avrei messo al posto della Cucinotta. Era un'attrice in erba, ma tutto sommato era quello che ci voleva per quel ruolo. Una bellezza del sud, per niente sofisticata o raffinata, tutt'altro, selvaggia come un'isola inesplorata!".

Roberto vota per Camillo e Vittoria, commosso dalla scena finale di un amore ritrovato. Io li pongo in cima alla classifica insieme a Vincenzo e Anna. Anche Pasquale vota per la coppia riunitasi in quel di Parigi, essendo molto affezionato a "Le vie del Signore sono finite". Corrado sceglie loro due principalmente per Vittoria, il personaggio femminile più dolce per lui, che si autodefinisce un orsacchiotto.
Francesca: "Anche Pia è dolcissima, puoi cantarle le tue canzoni e lei ti insegna il gioco della palla"
Corrado: "E ma lì per arrivare ad un bacino...sono orsacchiotto ma fino ad un certo punto. Anche se io conosco un sacco di canzonette..."

Anita chiede ad un certo punto quale sia la compagna più antipatica, nei panni demoniaci di Enzo Decaro di rosa vestito. Per lei è Marta ("insopportabile e fredda"), come per Francesca. Troppe arie da emancipata sicura di sé. Io aggiungo Cecilia, per Anita solo gelosa. Eppure vuole lasciare Tommaso, poi si mette con un bruttone, lo fa passare per il top e si comporta freddamente col suo ex. Nicola non capisce il perché di tanta antipatia per Marta. Alla fine a Gaetano serviva una scossa. Francesca ritiene che si possa apparire emancipate meno consapevolmente, facendo sentire meno un certo senso di superiorità.
Per Alessandra, invece, la meno simpatica è Cecilia, alias Francesca Neri. Anna trova Cecilia "in certi momenti un po fuori di testa. É la donna enfatizzata in tutto! Forse questo era lo scopo farci riflettere su quanto siamo pesanti e complicate. Lui poi che la adora, ma non riesce a comprenderla né a prenderla in nessun verso! Ma la passione tra loro quando c'é la fa da padrona....io mi imbambolo ogni volta". Anita le risponde: "Ma si, secondo me a volte siamo tutte un po' Cecilia e un po' Tommaso..ci accorgiamo delle cose solo quando non le abbiamo più, viviamo spesso (o comunque ci sarà capitato) con quel bisogno di possesso, forse anche un po' immaturo, che pensiamo sia amore...invece poi ci ritroviamo sul calesse...E comunque Enea è bell!!!!".

Insomma, the winners are...Vincenzo ed Anna, la coppia di "Scusate il ritardo". Tra le motivazioni anche il fatto che Vincenzo insegni molto sui silenzi degli uomini. Le sue distrazioni servivano anche a coprire l'indicibilità dei sentimenti e a riempire certi silenzi imbarazzanti. Vanno forte anche Tommaso e Cecilia, al secondo posto,  e Camillo e Vittoria, al terzo.



Poi c'è chi non sa scegliere perché ha tutte le coppie stampate nella mente, come Maria. Per Nello basta che ci sia Massimo.

Ciò che conta è che Massimo ci porta ancora a riflettere e discutere dietro lo spunto della sua arte cinematografica, parlando di tutti noi sempre con freschezza ed attualità.  
Chiudiamo il post con una bella frase di Francesca: "Il mio Napoli-Cesena, che mi distrae portando via tutta la mia attenzione, è il gruppo Non ci resta che ricordati - Amici di Massimo Troisi".

Grazie di cuore a tutti,

Cristiano
 

venerdì 12 settembre 2014

Massimo Troisi protagonista del 16° Napoli Film Festival

Dal 29 settembre all’8 ottobre all'interno del 16° Napoli Film Festival ci sarà un viaggio nel cinema di Massimo Troisi. Sullo schermo del cinema Metropolitan verranno riproposte le cinque opere da lui dirette e interpretate: "Ricomincio da tre", "Scusate il ritardo", "Non ci resta che piangere", "Le vie del Signore sono finite", "Pensavo fosse amore invece era un calesse".
    

mercoledì 28 maggio 2014

L'incontro di Tiziana con Rosaria Troisi, a San Severo per la presentazione del libro "Oltre il respiro - Massimo Troisi, mio fratello"

Pubblico con grande gioia il racconto dell'incontro della nostra Tiziana con Rosaria Troisi a Lucera. Mi ritrovo pienamente nelle emozioni e nelle sensazioni che scaturiscono dal contatto con una persona davvero speciale, ogni singola volta che la incontro, nonostante la conosca ormai da dieci anni. Ed ogni volta ritrovo gli occhi di Massimo, la sue genuinità, la sua semplicità e un'ironia fine e intelligente tutta al femminile.

Cristiano





Quasi per caso vengo a sapere che a pochi chilometri da casa Rosaria Troisi presenterà il suo libro "Oltre il respiro", dedicato al fratello Massimo. Questo libro l'ho preso tempo fa, letto quasi tutto d'un fiato, un bel racconto correlato di fotografie bellissime, personali. Da non perdere perciò l'occasione di essere là, per ascoltare storie raccontate da chi lo conosce da sempre.
 
Dopo aver rilasciato qualche intervista alla tv locale, ecco la signora Troisi che entra nella sala della libreria allestita per l'evento. La prima cosa che ha detto dopo essersi seduta è stata "adesso possiamo anche prenderci tutti un caffè" per metterci tutti a nostro agio e sottolineare il clima amichevole della conversazione! Ho notato che era molto tesa, inizialmente quasi tremava... Lei è davvero differente da Massimo come aspetto! Piccolina, minutina...ma quando parlava in alcuni momenti sembrava fosse lui a parlare....c'è da dire che in una cosa certamente somiglia a Massimo ed è l'ironia, quando faceva una battuta era davvero di una simpatia disarmante. Ha cominciato raccontando dell'influenza di suo fratello sulle nuove generazioni. Ha parlato di esempio, il buon esempio che un personaggio come lui può essere per le nuove generazioni. Se ce l'ha fatta Massimo, diceva, così timido ed insicuro, partito da un paesino che non era nemmeno sulla cartina...beh, allora ce la possono fare tutti, seguendo l'esempio della semplicità. 

Si è parlato di molte cose: gli esordi, gli aneddoti presi da vicende famigliari, il rapporto di Massimo con i parenti....cose che bene o male, chi lo segue, conosce già. Molte di queste cose sono scritte nel libro infatti! Diciamo che le poche cose che per me rappresentano delle chicche inedite degne di nota riguardano la testimonianza di una signora del pubblico che ha raccontato di aver avuto il privilegio di conoscere Massimo durante uno spettacolo de "La smorfia" in un teatro di Pugnochiuso. La signora raccontava che Massimo era completamente terrorizzato, che le chiedeva "e se non faccio ridere, che faccio?" completamente impaurito, timido, insicuro! Conosco la proverbiale timidezza di Massimo, ma l'idea che arrivasse a tormentarsi anche prima di uno spettacolo, mi ha fatto proprio sorridere! Infatti la signora Troisi ha aggiunto che lui spesso arrivava a mettere in dubbio l'intelligenza altrui a causa della sua insicurezza: "questo è intelligente? Dice che sono bravo. Però io so che è intelligente. Allora sono bravo davvero" !!! Fenomenale!
Un'altra cosa che mi ha fatto sorridere: la sorella di Massimo raccontava di quando lui
preferisse uscire di casa piuttosto che accogliere i parenti in visita, solo per evitare le domande sulla scuola! Prendeva il cappottino e se la filava!!!!!! Non mi dilungherò sul resto degli aneddoti perchè sono conosciuti e presenti nello stesso libro e posso solo dire di essere stata d'accordo con lei quando ha detto che in fondo sperava che in un angolino di quella libreria, ci fosse anche lui che ci sentiva parlare. L'unica cosa che sono riuscita a dirle è che per me era davvero importante essere lì ed è stato un piacere poter assistere ad un evento del genere.

Fa sempre piacere sentire parlare di Massimo, è una cosa che mi mette di buon umore e completa, un pezzettino alla volta, l'immagine di una persona che non ho conosciuto ma di cui mi piace conoscere sempre più cose. E' lo stesso motivo che mi spinge a costringere chiunque l'abbia conosciuto o visto a ripetermi la storia dell'incontro ogni volta che ci vediamo! Consiglio a tutti la lettura del libro e consiglierò sempre a tutti di avvicinarsi alla figura di Troisi perchè è davvero una bella esperienza, l'idea che sia esistita una persona così spontanea, e MAI banale, fa recuperare terreno al genere umano.
 
Tiziana
   

lunedì 27 gennaio 2014

Massimo Troisi-tour a Lucera sui luoghi di "Le vie del Signore sono finite"

Dopo Parigi è la volta dei luoghi di Lucera che furono il set di "Le vie del Signore sono finite". La grande famiglia di "Amici di Massimo Troisi", sparsa in tutto il mondo, e questa volta in particolare la grande appassionata Tiziana, ci consente di rivivere in queste foto ricordi ed emozioni cominciate quasi trent'anni fa. Riscoprire oggi i luoghi di Massimo è riappropriarsi di un pezzetto di lui, respirare anche a distanza un po' della sua anima. Perciò ringrazio di cuore Tiziana per queste splendide foto, rese ancora più suggestive da un bianco e nero eterno, come l'arte e la poesia di Massimo.

Cristiano