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mercoledì 17 dicembre 2014

Massimo Troisi: il coraggio delle proprie emozioni

Nulla è vita nel soggetto tranne il fatto che esso rabbrividisce. 
Theodor L. W. Adorno

Come ha scritto Anna Pavignano sul nostro gruppo, "Massimo diceva di sentirsi timido, impacciato, non all'altezza delle situazioni... Non si è come si è, ma come ci si sente..". Ma, aggiungo io, è anche vero che lui era più di quello che forse si sentiva di essere. Resta quella splendida virtù che è il coraggio delle proprie emozioni.

Emozioni che scaturiscono anche dal premio che il blog "Ho voglia di cinema" ci ha assegnato un po' di tempo fa. E che riporto qui sotto, consigliandovi di fare un salto su http://hovogliadicinema.blogspot.com/ e ringraziando di cuore Antonella.



lunedì 24 marzo 2014

Il teatro Valle occupato di Roma omaggia Massimo Troisi

massimo-troisi-ricomincio-da-tre-scena-film-6464Martedì 25 e sabato 29 Marzo 2014, il Teatro Valle Occupato di Roma, a vent’anni dalla morte di Massimo Troisi, rende omaggio all’artista con due proiezioni e uno spettacolo di reading. 

Il primo appuntamento, martedì 25 Marzo dalle ore 21.00, prevede la proiezione dei film “Ricomincio da tre”, il primo a vederlo nelle vesti di attore, sceneggiatore e regista (1981) e “Non ci resta che piangere”, scritto, diretto e interpretato con Roberto Benigni (1985); mentre, sabato 29 Marzo, Anna Pavignano, co-sceneggiatrice dei suoi film, compagna di vita e autrice del libro “Da domani mi alzo tardi”, tiene un reading tratto dall’omonimo libro, accompagnata dal musicista Alfredo Morabito e da video inediti.
  
 

martedì 6 agosto 2013

Anna Pavignano ci smentisce direttamente la notizia della sua collaborazione alla fiction su Massimo Troisi

Massimo Troisi Anna Pavignano Da domani mi alzo tardiDopo l'ennesimo rilancio della notizia dell'imminente inizio delle riprese della fiction dedicata a Massimo Troisi avevamo scelto di non pubblicare niente sia a causa di un certo scetticismo riguardo l'operazione sia  perché alcune informazioni venute fuori non ci risultavano veritiere. A riprova di questo Anna Pavignano ha ritenuto di smentire la sua partecipazione alla sceneggiatura della suddetta fiction scrivendo direttamente sul nostro gruppo Facebook. Riportiamo qui sotto le sue parole, certi che le sue decisioni siano volte a tutelare e a rispettare il giusto ricordo di Massimo. Restiamo invece sbigottiti dall'approssimazione giornalistica con la quale si scrivono e si lasciano pubblicare certi pezzi, senza verificare i fatti e chiedere conferma ai diretti interessati. D'altronde siamo nell'era del copia e incolla universale, degli aggregatori e delle testate web dirette da principianti nemmeno in grado di scrivere due righe. Le bufale ci mettono un istante a entrare in circolo e a rimbalzare di pagina in pagina.

Un abbraccio a tutti,
Cristiano


NON MI RESTA CHE SMENTIRE. Molti amici me lo stanno chiedendo in privato e rispondo a tutti: non sto scrivendo la sceneggiatura della fiction su Massimo Troisi. Se è vero che a ottobre inizieranno le riprese, probabilmente lo stanno facendo altri colleghi. A suo tempo, quando mi fu proposto di scrivere la sceneggiatura, rifiutai l'offerta. Non senza conflitti. Per me, che tanto ho condiviso con lui, scrivere questa storia implicava qualcosa che andava al di là del lavoro e non me la sono sentita. Avevo già scritto il libro "Da domani mi alzo tardi" e quindi avevo già raccontato Massimo a modo mio. La notizia che io sono l'autrice della sceneggiatura della fiction è uscita su vari giornali e non so come ci è arrivata, ma a me non resta che smentirla.

Anna Pavignano

domenica 9 settembre 2012

Speciale "La valigia dei sogni" dedicato a "Il postino" su La7

Questa sera alle 21:10 su La7 andrà in onda "Il postino". A seguire, alle ore 23:05 circa "La valigia dei sogni", speciale dedicato a Massimo e al film. Sopralluoghi a Procida e a Salina e interviste ad Anna Pavignano, Maria Grazia Cucinotta e Renato Scarpa. Chi non può guardarlo dia un'occhiata ai video on line del sito di La7 nei prossimi giorni.
In coda al post potrete commentare la trasmissione.
Cristiano

L’ultimo viaggio de “La valigia dei sogni”, edizione 2012, si trasforma in un grande e affettuoso omaggio a Massimo Troisi, comico straordinario, regista e attore di grande talento, uomo e artista che manca ogni giorno a tutti noi. Il film col quale “La valigia” lo saluta, e gli dedica un grazie immenso, è l’ultimo suo, forse il meno comico tra tutti, ma di sicuro il più poetico e commovente. Se non il migliore, di certo tra i suoi più belli. Simone Annicchiarico racconterà "Il postino", del 1994 (diretto da Massimo Troisi in collaborazione con Michael Radford), e le due isole in cui è stato girato: Procida, nel golfo di Napoli, e Salina, la più verde e forse la più incantevole delle Eolie. Sarà un altro viaggio per mare, durante il quale verranno raccolti i ricordi di alcune delle tante persone che a Massimo hanno voluto bene. Parlerà chi al film ha partecipato direttamente, chi ha avuto la fortuna di condividere con Troisi la genesi o il set di una pellicola bellissima. Ascolteremo le parole di Anna Pavignano, per lungo tempo compagna nella vita del comico napoletano e sceneggiatrice di quasi tutti i suoi film, "Il postino" compreso, e la voce, altrettanto emozionata, di Maria Grazia Cucinotta, che nel film interpreta il ruolo della bellissima Beatrice Russo. A completare un coro di testimonianze toccanti, capaci di restituire intatta tutta la bellezza di Massimo Troisi, c’è l’attore italiano Renato Scarpa, che nella pellicola veste, straordinariamente, i panni di un direttore delle poste comunista.
   

sabato 9 giugno 2012

Riguardando "Un poeta per amico": tra "Telethon" e "Alle falde del Kilimangiaro" prevale l'amarezza di non aver fatto abbastanza

Poco Massimo, poche emozioni. Resta certamente l'amaro in bocca di un'occasione persa per ricordarlo in maniera non convenzionale, più sentita e sensata. Non ho cronometrato, ma credo che su due ore di trasmissione montata forse nemmeno la metà del tempo è stato impiegato a parlare davvero di Massimo Troisi e a dedicargli pensieri, ricordi, ringraziamenti. Ne è venuto invece fuori uno strano incrocio tra "Telethon" e una puntata di "Alle falde del kilimangiaro" che ha deluso molti.
Ero presente all'auditorium della Rai di Napoli durante la registrazione e solo riguardando poi tutto quello che hanno trasmesso in tv ho capito meglio le numerose critiche che hanno infuocato il nostro gruppo facebook. Alcune scelte sono risultate davvero incomprensibili, superficiali. Un esempio su tutti: l'intervento e il racconto del grande critico teatrale Enrico Fiore completamente tagliato. Si era prodigato in un lungo racconto, che certo doveva essere ridotto, ricco di deliziosi aneddoti su La Smorfia, i cui componenti erano stati definiti da lui "marziani". Invece nulla, in trasmissione si vede solo lui che avvicina il microfono alla bocca e poi stop. Stacco e andiamo avanti. Poi invece ci lasciano il racconto delle tastiere anni  '70 di Gaetano Curreri, a cui va comunque tutto il nostro rispetto. E pensare che le parole di Fiore erano una delle poche cose interessanti e inerenti della serata.  
E' solo un esempio, vi dicevo. Oltre tre ore di materiale registrato in studio, alcune delle cose scartate e non utilizzate erano le migliori. In sala, dal vivo, un qualcosina in più che c'entrasse con Massimo si era fatto. Niente di straordinario, certo, ma allo spettatore da casa non è rimasto nemmeno quello. Ed è comprensibile la delusione, nonostante il 14,4% di share che comunque testimonia la sete di Massimo che ancora oggi hanno gli italiani. Sete rimasta insoddisfatta per anni e che adesso si protrarrà chissà ancora per quanto tempo.
Ad ogni modo devo constatare ancora una volta, mio malgrado, che sono pochissime le persone che possono dare emozione e giustizia al ricordo di Massimo Troisi. Che sia arrivato magari il momento di dar voce alla gente comune, non famosa, anche se non ha avuto la fortuna di conoscerlo direttamente? Proprio ieri ho letto una dichiarazione di Lello Arena che sembra pensarla allo stesso modo: "Massimo doveva essere messo in condizione di recitare ancora. Lui resta fonte di ispirazione non ricordo asettico. Vive tra la gente. Sarebbe stato importante veicolare le testimonianze di cittadini comuni che spesso incrocio: mi abbracciano, si commuovono soltanto perchè ho avuto la fortuna di lavorare con lui, di vivere il quotidiano con lui. Ecco, questa sarebbe stata la vera commemorazione di un personaggio unico e intramontabile". A costo di peccare di presunzione tiro in ballo noi, il nostro gruppo, composto da tanti irriducibili con una forte passione e una storia da raccontare riguardo Massimo. Emozione e qualità, anche se non dovrei dirlo io. Però vuoi mettere che non costiamo niente e che al posto di martellare la gente con l'sms solidale in beneficenza in Africa ci mandi direttamente i soldi, pur risicati, della produzione? Conosciamo veramente Massimo, non come alcuni passati dalla Rai di Napoli lunedì che probabilmente non sapevano nemmeno chi era, avremmo fatto sicuramente una cosa più emozionante, di contenuto, con criterio. Avevo inviato alcuni dei post di questo blog a Enzo, riguardanti la poesia e l'accostamento di Massimo a grandi poeti e scrittori. Magari non avrà avuto nemmeno il tempo di leggerli. Ma c'erano sei (e dico, sottolineo sei) autori preposti a scrivere un programma, sei menti che dovrebbero far questo di mestiere. Si poteva e si doveva tirar fuori di più. Mancava un'idea, un collante, un nesso, un filo rosso. Io, che non sono nessuno, butto lì un'idea: si poteva procedere per parole chiave tratte dai lavori di Massimo, con letture, riflessioni, citazioni. Amore, malattia, lavoro, religione, poesia, politica e così via. E invece troppa musica (alcune canzoni decisamente fuori tema), pochi fatti. Io che a volte mi chiedo se davvero sarei in grado di fare questo mestiere in questa occasione ho intravisto lampi di ottimismo personale.
Una domanda mi sorge poi spontanea: Enzo Decaro ha almeno supervisionato il montaggio? Ma soprattutto chi e come ha montato il tutto? Sul finale si sente Enzo, in un frangente tagliato malissimo, parlare come se la pianista Rita Marcotulli avesse tradotto un qualcosa in lingua napoletana. Quello che poi si scopre essere la poesia brasiliana riscritta in dialetto da Massimo. Emerge una certa improvvisazione e il pubblico, che non è stupido, se ne accorge. Ci sarà stato sicuramente poco tempo per le prove e solo la postproduzione ha celato, a volte maldestramente, i diversi errori e problemi tecnici della serata. Sono dell'opinione che una cosa o la si fa bene o non la si fa affatto. E che Massimo meritava una cosa fatta bene. Artisti senza alcun legame con lui messi lì in vetrina sembravano improvvisare anche loro (il leader degli Stadio canta una canzone del suo maestro Lucio Dalla con un foglietto in mano per leggere le parole???). Tra tutti salvo Enrico Fiore (che ho potuto ascoltare solo io), il grande Renato Scarpa (ma qui nessuna sorpresa) e  l'intervento di Anna Pavignano. Di ottima fattura anche il duetto sax soprano-sax tenore targato Di Battista-Senese, prodigatisi in una canzone scritta da Massimo a quattro mani con Gaetano Daniele. Il resto è noia, condito dalla demagogia spicciola di Alessandro Siani che gioca sul sicuro nell'accattivarsi le folle giocando sullo psicodramma Equitalia, apre il contributo video parlando inspiegabilmente della vittoria della Coppa Italia, sfoggia una furba riverenza verso il nostro (non si fa mancare un pizzico di retorica: Massimo era nei cuori della gente già prima della sua morte) e parla nostalgicamente di una Napoli "non banale, educata, dolce, arguta" salvo poi fare di un personaggio come Tatore il suo cavallo di battaglia. E vogliamo sorvolare sull'errore relativo alla data della morte di Massimo, un "5" giugno ridoppiato malissimo in "4" da qualcuno in Rai. 
Nobilissimo il fine della beneficenza (400 mila euro raccolti via sms), nulla da dire sulle buone intenzioni di Enzo Decaro. Non credo assolutamente a speculazioni di sorta o a scelte fatte in malafede e per convenienza. Si è sbagliato, è venuta fuori una cosa sicuramente non soddisfacente. Per fretta, inadeguatezza o non so cos'altro.
Chiudo ritornando per un attimo su Renato Scarpa, di cui forse pochi conoscono bene lo spessore umano, svelando un aneddoto che serve a inquadrare meglio un uomo, prima che un attore, di altri tempi. Alla Massimo, potremmo dire. Uno dei pochi che quando parla di lui si illumina, si commuove e si emoziona sempre, gli è sinceramente grato, proprio come noi. Sei certo che non ha secondi fini, materiali o egocentrici. Lunedì sera ha dovuto ripetere il suo ingresso con la bici due volte e tra la prima e la seconda aveva il microfono acceso. Si è sentito chiaramente quando ha detto a Decaro: "No, non dico cose non vere". Ho capito durante il suo intervento di cosa parlava, anche conoscendo alcuni retroscena. Ha detto davanti alle telecamere che la bici che aveva tra le mani era quella che usava perlopiù Gerardo Ferrara, controfigura di Massimo ne "Il postino". Volevano che dicesse diversamente, non l'ha fatto e hanno poi tagliato il relativo passaggio nel montaggio definitivo, in cui resta solo Decaro che ringrazia il sindaco di San Giorgio per aver concesso la bici. Racconto questo episodio non per far gossip, ma per far conoscere meglio di che pasta è fatto Renato Scarpa, professionista silenzioso e grande persona, conosciuta di recente a San Giorgio a Cremano. Mi piacerebbe molto vedere, anche se so per certo che non ne avrò mai la possibilità, un qualcosa organizzato e gestito proprio da lui in memoria di Massimo. Sono sicuro che metterebbe d'accordo molti di noi, se non tutti. Basta poco, basta il cuore.
Cristiano