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martedì 21 febbraio 2012

Biografia di un minollo immaginario scritta da Massimo Troisi

I suoi film, a partire dai titoli, sono un chiaro esempio di quanto Troisi si divertisse a ridicolizzare e frantumare i cliché. Lo stesso intento possiamo rintracciarlo seguendo le sue interviste, da quelle storiche con Pippo ("posso chiamarti Pippo?") Baudo e Gigi Marzullo, a quelle meno conosciute. 
Oggi riportiamo una biografia immaginaria scritta da Massimo tanti anni fa, breve testo in cui, con una certa "eleganza" stilistica, riesce a smascherare (e ribaltare) la solennità preconfezionata delle biografie ufficiali.


1883, 21 febbraio. Nasce Franz Hideman, figlio di Georg Hideman (nato nel 1853) e di Ottile Kohn (nata nel 1857)
1885, ottobre. La famiglia si trasferisce da Maiselgasse 16 a Maiselgase 18.
Febbraio. Nasce Hermann Hideman.
Dicembre. La famiglia si trasferisce da Maiselgasse 18 a Maiselgasse 20.
1887, primavera. Per il bene di Franz che secondo il padre frequenta cattive amicizie, la famiglia si trasferisce da Maiselgasse 20 a Maiselgasse 22.
Settembre. Nasce Heinrich Hideman.
1889, settembre. Franz comincia le scuole elementari al Sacro Cuore di Gesù. Nasce Magda Hideman.
1890, aprile. Franz viene espulso dalla scuola.
1891, settembre. Costretto a cambiare scuola, Franz si iscrive al Sacro Orecchio Naso e Gola di Gesù.
1893, agosto. Gli appare la Madonna ma non crede ai suoi occhi.
1895, maggio. La famiglia si trasferisce in Norengasse 26. Già Maiselgasse 24.
Estate. Vacanza al mare con lo zio Siegfrid.
1897, dicembre. Saluta una persona per strada scambiandola per un suo amico. Accortosi dell'errore si difende dicendo: “Scusi, ma da dietro siete proprio uguale ad un mio amico”.
1900, estate. Vacanza al mare con lo zio Siegfrid.
1901, marzo. Sente la voce del nonno morto. Crede alle sue orecchie. Gli occhi si offendono a morte.
1906, autunno. Franz mostra all'amico Oscar Zalezly un fascio dei suoi scritti, frammenti di un romanzo e alcune foto pornografiche scattate da lui stesso.
1908, gennaio. Si riconcilia con gli occhi.
1910, luglio. Per interessamento del suo amico Zalezly la rivista “Scritti odi e nuovi orientamenti” gli pubblica le foto pornografiche.
1912, novembre. In casa del suo amico Eduard Metz conosce Marareta Zeliner e se ne innamora.
Gennaio. Prima esperienza sessuale per Franz Hideman se si escludono le due vacanze con lo zio Siegfrid.
1913. Franz scrive molto di giorno, poiché la notte dorme.
Il suo primo saggio si intitola:
“L'amore non influisce sui furti d'appartamento”.
 
Fonte: GIUSTI M. a cura di, 2004, Il mondo intero proprio, Milano: Mondadori

Questa biografia immaginaria viene letta da Massimo Lopez e Giovanni Benincasa nel documentario Rai "Ritratti: Massimo Troisi - Anche gli angeli volevano ridere" di Giancarlo Governi.
  

lunedì 28 marzo 2011

Schegge di Massimo Troisi, sfogliando vecchi giornali in una serata piovosa

Stasera mi andava di riprendere e sfogliare il mio archivio di giornali e riviste in cui si parla di Massimo. Riporto qualche citazione particolare, schegge di emozioni, parole che restano.

Buona settimana a tutti.

Cristiano





"Parlando di sé, a modo suo, Troisi parlava anche di noi. Per questo ci ha colpito così tanto la sua morte, ci ha colpito tutti, e ci siamo sentiti improvvisamente più soli, precipitati in un mondo dove sembrava che non ci fosse rimasto più niente da ridere. Tragicamente adulto, tragicamente triste. Ma, ovviamente, si deve ricominciare. Diciamo da tre."

Marco Giusti




"Quel suo terrore mite nella scena memorabile di Ricomincio da tre, quando rimane da solo col matto nella stanza dell'ospedale. Le reazioni rassegnate all'impeto dell'amico Lello Arena, magnifico monocorde da stress.
Tutto era non prevedibile ma atteso. Tutti volevamo che Massimo reagisse in quel modo,  lo speravamo. Come speravamo che Totò buttasse le valigie giù dal vagone letto, o ficcasse sempre il braccio nei buchi dei potenti. O come quando volevamo che Stanlio mettesse nei pasticci Ollio. 
Troisi se ne è andato troppo presto, troppo presto per essere adulto, troppo presto per noi."

Vincenzo Salemme


"Vuoi il caffè?"
"No grazie, m'o piglio quanno me sceto."

Massimo Troisi alla sorella Annamaria, sabato 4 giugno 1994.