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martedì 22 marzo 2016

Massimo Troisi al Bari International Film Festival accompagna l'omaggio a Ettore Scola e a Marcello Mastroianni

Vent'anni fa se ne andava Marcello Mastroianni ed Ettore Scola avrebbe parlato in questo periodo personalmente con alcuni attori e registi per organizzarne l'omaggio al Bari International Film Festival 2016. Il maestro, presidente della manifestazione, ci ha lasciato però lo scorso 19 gennaio, ad un mese esatto dal compleanno di Massimo Troisi. E adesso sarà egli stesso uno dei personaggi al centro del prossimo Bif&st. All'interno della rassegna "Scola-Mastroianni 9½" troverà spazio anche il nostro Massimo: l'8 aprile sarà infatti proiettato il film "Che ora è" (ore 20:00, ingresso libero), che è valso a lui e a Mastroianni la Coppa Volpi per la Migliore interpretazione maschile al Festival di Venezia.

Altri appuntamenti del Bif&st 2016 riguardanti Massimo Troisi saranno i seguenti: il 5 aprile "Ettore Scola su Troisi e il lavoro degli attori" (ore 17:00, ingresso libero), il 7 aprile "Il viaggio di Capitan Fracassa" con a seguire una conversazione con Ornella Muti (ore 15:45, ingresso libero) e l'8 aprile la proiezione di "Splendor" (ore 9:15, ingressso riservato). 

Una importante manifestazione cinematografica che dà, insomma, il giusto spazio a Massimo accanto a due suoi grandi amici e colleghi.
 

sabato 31 ottobre 2015

Rassegna di film di Massimo Troisi in tv su Mediaset e ritorno in sala di "Ricomincio da tre" in versione restaurata

massimo troisi cinema comici napoliAncora un omaggio di una rete televisiva al nostro Massimo Troisi. Questa volta legato al ritorno in sala di Ricomincio da tre per i giorni del 23 e del 24 novembre, nella versione restaurata dalla Cineteca Nazionale che segnalai in anteprima in dvd qui. E' il canale Premium Cinema Emotion a dedicare il mese di novembre al nostro, ogni lunedì alle ore 19:15 con cinque film.

Il primo è "Scusate il ritardo" che andrà in onda lunedì 2 novembre, con Lello Arena e Giuliana De Sio. Si prosegue con "Non ci resta che piangere", diretto oltre che da Massimo Troisi anche da Roberto Benigni, il 9 novembre. "Le vie del Signore sono finite" è il film del 16 novembre, "Pensavo fosse amore invece era un calesse" quello del 23 novembre (con la colonna sonora dominata dalla splendida "Quando" di Pino Daniele). Chiude la rassegna il 30 novembre il film "Che ora è", diretto da Ettore Scola con Massimo Troisi e Marcello Mastroianni.

Come sempre guarderemo "insieme" i film sul nostro gruppo Facebook "Non ci resta che ricordarti - Amici di Massimo Troisi" per commentare in diretta, citare, postare fotogrammi, divertirci ed emozionarci ognuno dalla propria città, lontani eppure così vicini grazie alla nostra passione per Massimo.

Cristiano
 

giovedì 4 giugno 2015

Ventuno anni (mai) senza Massimo Troisi: Sky Cinema gli dedica una maratona di film

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Il 4 giugno del 1994, a soli 41 anni, è scomparso improvvisamente stroncato da un infarto uno dei comici più eclettici del panorama italiano, Massimo Troisi. A 21 anni dalla scomparsa Sky Cinema celebra il grande attore napoletano con un ciclo dal titolo 'Le vie di Troisi sono infinite'.

Si parte proprio il 4 giugno, quando Sky Cinema 1 in prima serata manderà in onda 'Non ci resta che piangere', per la prima volta in versione restaurata in tv. L'appuntamento dedicato all'indimenticabile attore napoletano prosegue su Sky Cinema Cult hd a partire dall'11 giugno, ogni giovedì dal preserale alla seconda serata. Si parte giovedì 11 giugno alle 19.05 con 'Scusate il ritardo'; in prima serata invece 'Le vie del signore sono finite', dove troviamo l'attore nei panni di un barbiere paralizzato a causa di una malattia psicosomatica dovuta a delusione amorosa. Chiude in seconda serata 'No, grazie, il caffè mi rende nervoso', dove si assiste a una serie di misteriosi omicidi durante il Festival Nuova Napoli.  

Giovedì 18 giugno in preserale lo ritroviamo in 'Hotel Colonial', mentre in prima serata l'appuntamento prosegue con il tira e molla sentimentale fra la libraria Cecilia e il ristoratore Tommaso in 'Pensavo fosse amore invece era un calesse'. In seconda serata 'Il postino', l'ultimo film interpretato dall'attore prima della sua morte, vincitore del premio Oscar nel 1996 per la colonna sonora, che racconta la commovente storia di amicizia tra un postino e il poeta Pablo Neruda

Ultimo appuntamento giovedì 25 giugno con 'Che ora è' di Ettore Scola, cronaca di una giornata nella vita di un avvocato romano sessantenne (Marcello Mastroianni) in compagnia del figlio che fa il servizio militare a Civitavecchia (Massimo Troisi), mentre chiude il ciclo 'Non ci resta che piangere', con l'irresistibile coppia comica composta da Roberto Benigni e Massimo Troisi, nei panni di un maestro elementare e di un bidello coinvolti in un incredibile viaggio nel tempo. Dall'11 giugno, ogni giovedì dal preserale alla seconda serata l'appuntamento è con il ciclo 'Le vie di Troisi sono infinite' su Sky Cinema Cult HD.

martedì 23 settembre 2014

Silvia Scola: "Massimo Troisi e mio padre avevano la stessa idea di Napoli"

"Papà aveva un rapporto molto stretto con Massimo, che frequentava casa nostra, ed è stato molto addolorato per la sua morte, solo di recente è riuscito a rivedere "Il postino", era troppo triste per la perdita del suo amico. Papà quando mi chiese di scrivere il film "Che ora è" in cui Troisi interpreta il figlio e Mastroianni il padre, aveva proprio in mente Massimo per quel ruolo. Per scriverlo mi sono ispirata al nostro rapporto di padre e figlia, anche se paradossalmente io ho scritto più il personaggio di Mastroianni e papà quello di Troisi. Mio padre e Troisi erano uniti anche dalla stessa idea di Napoli, come Massimo, anche lui detesta quell'oleografia di una città tutta spaghetti e mandolino, vuole sempre vederne anche le ombre."  

Silvia Scola, figlia del regista Ettore e co-sceneggiatrice di "Che ora è" e "Il viaggio di Capitan Fracassa" con Massimo Troisi.
  

lunedì 22 settembre 2014

Massimo Troisi non assomiglia a nessun altro. Parola di Marcello Mastroianni


"Massimo è intelligente, bravo. Non assomiglia a nessun altro, è interessante quel suo modo di recitare fatto tutto di invenzioni, rotture, recitazione sincopata, sembra che non finisca mai i discorsi, che non abbiano un senso e invece ce l'hanno moltissimo. Mi piace pure essendo molto diverso da me". 

Marcello Mastroianni
  
   

sabato 6 settembre 2014

Gli aneddoti dell'addetta stampa Cristiana Caimmi su "Non ci resta che piangere"

«Ero giovanissima, agli inizi. Adesso è chiaro che con "Non ci resta che piangere" partecipammo a un film che è rimasto nella storia del cinema italiano, ma allora ricordo che ho sofferto le pene dell’inferno alla proiezione perché la critica non fu così entusiasta. Il pubblico però premiò le fatiche dei due comici imponendoli definitivamente nella nuova Commedia all’Italiana. Iniziai con Ricomincio da tre. Poi Troisi mi disse: "Prova a fare per me l’ufficio stampa di questo film". E da allora lavorai con Massimo fino al Postino, e da Non ci resta che piangere in poi anche con Benigni».

«Essendo girato in presa diretta, spesso sentivi che la troupe non ne poteva più dal ridere. Si faceva fatica a trattenersi. Per la conferenza stampa invece i giornalisti erano una quarantina. A quell’epoca erano molti di meno. Benigni e Troisi fecero praticamente uno spettacolo dal vivo con le loro improvvisazioni. I giornalisti erano disperati, facevano domande, e loro raccontavano storie di fantasia senza parlare della trama. Oggi non potrebbero mai».

«La prima foto inviata all’Ansa li ritraeva in macchina, serissimi e in bianco e nero con il titolo che campeggiava in basso. Sembrerà serioso. Invece no! Bastava questo contrasto impensabile a farti ridere. Loro insieme erano così. Due persone serissime sul lavoro, estremamente colte e soprattutto geniali. Massimo mentre lavoravamo era capace di citare da Sant’Agostino agli Scritti corsari di Pasolini, per poi tornare sulla sceneggiatura. Furono scuola per tutti noi». 

Cristiana Caimmi
  

domenica 6 luglio 2014

Massimo-tour a Civitavecchia sui luoghi di "Che ora è", con Massimo Troisi e Marcello Mastroianni

"Abbiamo girato Che ora è proprio per non far finire Splendor, per continuare a stare insieme, ma veramente. Di Che ora è ne abbiamo parlato tanto tutti e tre (con Scola e Mastroianni), è nato al ristorante. Poi giravamo Splendor ma parlavamo dell'altro continuamente. Dei tre film con Scola senz'altro amo di più questo, il più piccolo nel senso buono e dove con Marcello stavamo sempre insieme. Nella storia io e Mastoianni quasi ci scambiamo i ruoli: lui è allegro, anzioso, vitale, irrequieto come un giovane; io sono calmo e posato come un uomo maturo".

Massimo Troisi


                         

lunedì 14 aprile 2014

Ettore Scola ricorda Massimo Troisi: "Un intellettuale che restituiva nobiltà all'animo meridionale"

«Massimo Troisi? Mi ha conquistato con il suo essere poco napoletano, rifiutava come me i luoghi comuni sul meridione, la retorica, l'esagerazione e l'ostentata familiarità. Era un intellettuale perché sapeva regalare una risata impegnata e non diretta alla semplice evasione». Ettore Scola scava nella sua memoria per ricostruire la figura di un amico e collega. Due campani accomunati dalla passione per il cinema, ma prima di tutto complici nella missione di «restituire valore e nobiltà all'animo meridionale». Sul set i due artisti si sono incontrati tre volte: nel 1989 per «Splendor» e «Che ora è», insieme anche a Marcello Mastroianni, e l'anno seguente per «Il viaggio di Capitan Fracassa», un omaggio alla commedia dell'arte. Scola torna a parlare di Troisi in pubblico in occasione della quinta edizione del Bari international film festival, di cui è presidente dal 2009. La kermesse barese dedica la sua seconda retrospettiva, dopo quella riservata a Gian Maria Volonté, al grande attore e regista partenopeo.
  
Ma come avvenne l'incontro tra Scola e Troisi?
«Non è stato per il cinema, la prima volta che ho visto Massimo faceva teatro con la Smorfia, in trio con Enzo Decaro e Lello Arena, e mi colpì la sua comicità, studiata e attenta a non cadere negli stereotipi, cosa non scontata per un napoletano. Per Troisi la farsa doveva sempre contenere un aspetto di critica costruttiva. Era un artista ‘‘impegnato'', parola oggi dimenticata, purtroppo, lui studiava e conosceva profondamente il suo tempo. Ad esempio lui e Volonté non hanno nulla in comune, sono due attori completamente diversi, ma erano entrambi due intellettuali».

Che stavano per lavorare insieme.

«A dir la verità furono loro a propormi un progetto: volevano interpretare due anarchici sconclusionati in giro per l'Italia agli inizi del Novecento. Purtroppo, poi, non si fece più nulla».

Com'era Troisi sul set?
«Eravamo come due familiari che lavorano insieme, tra me e lui c'era una grande complicità. Avevamo un rapporto fatto di comprensione, stima e di ‘‘consolanza'': provavamo entrambi un grande piacere nel lavorare insieme, ci scambiavamo consigli e pareri. I suoi film in quegli anni erano campioni d'incassi, un po' come il fenomeno Checco Zalone di adesso. Io stesso gli dicevo che fare film con me non gli conveniva, erano un genere troppo di nicchia. Lui invece mi rispondeva: ‘‘Ettore con te mi riposo e non mi sembra di faticare''. Questo per un regista era un grande complimento».

Che cosa faceva arrabbiare Troisi?
«S'indignava quando gli dicevano delle ovvietà sull'essere meridionale. Nei suoi film da regista, viene fuori questa sua riflessione, per esempio, sull'uomo del Sud condannato ad emigrare e mai a spostarsi per conoscenza. La sua forza? Riusciva a comunicare anche senza farsi capire. Il suo modo di parlare non era chiaro, lui si mangiava le consonanti e la fine delle parole. Era un grande attore comico, ma oserei dire anche del cinema muto. Si era liberato di certe preoccupazioni che avevano gli attori e parlava agli spettatori con lo sguardo».

Scola cosa consiglia di vedere nella retrospettiva?

«Sicuramente i suoi film d'esordio che colpirono l'immaginario italiano per la loro originalità, un comico del sud che si ribellava al ‘‘sudismo''. E poi ovviamente i miei, frutto di un rapporto quasi tra padre e figlio che non si è mai interrotto».


Michele Ventrella

 
  

mercoledì 11 aprile 2012

Massimo Troisi around the world

"Non si capisce", urlavano sicuri,
"questo Troisi se ne resti al Sud!"
Adesso lo capiscono i canguri,
gli Indiani e i miliardari di Holliwood!

(Roberto Benigni)









"Splendor" - Trailer francese
                                  
"El cartero (Y Pablo Neruda)" - Trailer spagnolo
                                                      
"The postman" - Trailer inglese
                                 
Massimo Troisi a Little Italy
                                                    
Da "Morto Troisi, viva Troisi!": LA PRINCIPESSA ANNA D'INGHILTERRA
                                
Da "Morto Troisi, viva Troisi!": CHE COSA NE PENSI DELLA SVIZZERA?
                                                
Da "Hotel Colonial": EMIGRANTI VENETI E CAMPANI
                                

Locandine estere

 

 

 

Commenti "internazionali" sulla nostra pagina facebook dedicata a "Il postino":
 
"PRACHTIGE FILM!!!! (Film magnifico!!!)" (Samira Mahassine - Belgio)


"Il postino è il mio film, graziiiiiiiiiie!!!" (Hayaty Amal - Olanda)

"Gefällt mir! Sehr! Sehr! (Mi piace! Moltissimo! Moltissimo!" (Christina Piontek - Germania)

"マッ シモ・トロージ、繊細な演技をする素晴らしい役者さんでした。この映画を見て、パブロ・ネルーダという詩人の事を知りました (Gli attori sono di grande effetto, incredibile. Massimo Troisi è delicato. Grazie a questo film, che è da vedere, ho conosciuto il poeta Pablo Neruda)" (... - Giappone)

"Un coeur simple et pur qui rencontre la poésie de Pablo Neruda. Une grande leçon d'humilité et d'émotion. La beauté du sud de l'Italie, l'amour et la poésie, baignés par un soleil lumineux. Du vrai bonheur." (Bernard Cali - Parigi)    

giovedì 9 febbraio 2012

"Che ora è" a teatro con Pino Quartullo. E' sempre l'ora di Massimo Troisi

Una volta tanto sono andato a teatro anche per Massimo. "Che ora è" è arrivato a Napoli, e con lo spettacolo anche la mostra fotografica documentata per il nostro blog da Angela poco più di un mese fa (http://amicidimassimotroisi.blogspot.com/2012/01/massimo-troisi-la-passione-che-non.html). A dire il vero non ho trovato qui a Napoli tutte le foto che avevo visto nelle immagini inviatemi da lei. Ad ogni modo grandi emozioni per un qualcosa dedicato anche a Massimo Troisi, ogni tanto, nella sua città. 
E poi lo spettacolo. Potete leggere le mie impressioni nella recensione che segue, qui desidero spendere due parole per Pino Quartullo, che ha voluto fortemente questo spettacolo. Ha spazzato via ogni scetticismo con la sua regia e la sua interpretazione; davvero un attore concreto e misurato. E una gran bella persona, conosciuta in camerino dopo la rappresentazione davanti ad una torta per festeggiare la sua prima napoletana. Abbiamo discusso della messa in scena, ha addirittura accolto una mia osservazione che più tardi Ettore Scola a cena ha approvato. Piccola modifica in corso alla pièce. Io mi sono azzardato, ma lui si è rivelata una persona umile e pronta all'ascolto di chiunque. Umile...ma onesta, insomma. Proprio come piace a noi. 
Se potete fateci un salto, fino a domenica lo spettacolo è in scena al Delle Palme di Napoli.

Cristiano

Pino Quartullo in scena con “Che ora è” al Delle Palme di Napoli

“Che ora è”, spettacolo prodotto, diretto e interpretato da Pino Quartullo e tratto dalla sceneggiatura del film omonimo diretto da Ettore Scola nel lontano 1989, arriva a Napoli. L’emozione è palpabile e Pino lo confessa a fine serata dal palco. Il fascino della prova del pubblico napoletano in questo caso raddoppia per via di quel Massimo Troisi che fu splendido protagonista insieme a Marcello Mastroianni della pellicola che fruttò ai due una Coppa Volpi a ex aequo per la migliore interpretazione. L’esame è superato, il pubblico applaude entusiasta anche per la presenza di Ettore Scola in sala. Uno spettacolo misurato, attento a non scimmiottare il film e i suoi attori, con una messa in scena essenziale ma efficace. Accanto a Quartullo (che interpreta il ruolo che fu di Mastroianni, quello di un brillante avvocato romano) c’è la piacevole sorpresa Clementino (nei panni che furono di Troisi e cioè del figlio Michele, militare indolente). Non da meno la giovane Valentina De Giovanni, che interpreta la fidanzata di Michele.
  
Lo spettacolo racconta di un padre e un figlio che trascorrono una giornata insieme in quel di Civitavecchia, un incontro-scontro che termina in fin dei conti alla pari, lasciando spazio a sprazzi di comprensione reciproca. Un vecchio orologio da taschino del nonno regalato a Michele scherma e fa superare i momenti più aspri del confronto, risvegliando ricordi ed emozioni sopite. Quartullo e Clementino si cuciono addosso i personaggi strizzando spesso l’occhio ai toni della commedia e dimostrando un ottimo affiatamento. La trasposizione dal cinema al teatro è perlopiù riuscita; appaiono talvolta ridondanti le spiegazioni date dai protagonisti al pubblico, ma per il resto la rappresentazione fila via snella e gradevole.

Si ride, si riflette e ci si rispecchia. L’adattamento è firmato, oltre che da Quartullo, da Paola e Silvia Scola. Le musiche sono quelle originali, composte dal maestro Armando Trovajoli per il film. Un piccolo capolavoro per la profondità con cui tocca il tema del rapporto padre-figlio, in maniera talvolta dura ma senza mai rinunciare ad un’ironia sagace, che lascia il segno.

Cristiano Esposito

Lo spettacolo resta in scena al teatro Delle Palme di Napoli fino a domenica 12 febbraio 2012. Per info consultare il sito www.teatrodellepalme.it.

  

mercoledì 4 gennaio 2012

Massimo Troisi, la passione che non delude mai. Racconto di una giornata alla mostra fotografica di "Che ora è"

Alle volte ci accingiamo imperterriti a cercare ciò che più amiamo con l’idea di trovare a tutti i costi quello in cui crediamo. Non sempre è così, ma in questo caso…

Che ora è? Ore 8:05 stazione Termini, binario 25, avevo dimenticato che fosse uno degli ultimi, una distanza da accorciare solo correndo.

Ore 8:15  partenza: direzione Civitavecchia.
Immediatamente l’affanno subiva un arresto inaspettato, aprendo il varco ad uno stato emotivo già noto: una serenità; un affetto improvviso a dir poco familiare; una voglia di andare, tornare e di nuovo andare, pur di ritrovare… Un po’ come capita a chi si mette in viaggio per ritrovare un proprio caro portato via dal tempo, che ad un certo punto e chissà per quale arcana ragione ci si ritrova a rivivere comunque in un modo o nell’altro. 

Mentre il treno si muoveva lentamente e si lasciava alle spalle gli addii delle partenze, poco lontano, alla mia sinistra, altri suoi simili fermi, in rimessa, forse in disuso mi hanno portato alla mente l’immagine di quel bambino che ogni anno sperava in un dono diverso, ma che puntualmente riceveva sempre e solo l’ennesimo trenino. Che scema quella befana!  
 
All’arrivo, Civitavecchia aveva l’aspetto tipico che si scorge quando il vento e la pioggia bisticciano con il mare dando origine a suoni, immagini e addirittura dialoghi, ben rappresentati nell’invenzione di Ettore Scola, trasfusa nella pellicola del 1989 propriamente intitolata “Che ora è”.
Uno dei capolavori più delicati sul tema del contrasto generazionale padre-figlio, ma soprattutto di un padre e di un figlio che con un po’ di ritardo scoprono di non conoscersi abbastanza e che lentamente, ripercorrendo  le fila dei ricordi e delle parole non dette, portano alla luce i disagi e le incomprensioni trascorse. Il tutto dietro uno scenario fermo, dalle luci basse; che sa di umido come tutti i ricordi, anche un po’cupo, che paradossalmente rende vivo tutto ciò che viene a galla.

A distanza di 22 anni il teatro Traiano di Civitavecchia rende omaggio ai protagonisti del film, Massimo Troisi e Marcello Mastroianni, con una mostra fotografica realizzata con le foto di Mario Tursi, da poco scomparso.
All’arrivo il teatro sembrava attendermi, entro, mi giro intorno, un po’ disorientata direi, forse dall’emozione. Un momento assai difficile da descrivere, volevo riempirmi di quegli sguardi, umori, sorrisi accesi, accennati, di ogni ghigno impresso lì sulle stampe, riempirmi di tutto ciò che era stato.
Inizio pian piano a scorgere una serie di foto, ordinate in successione in base alle scene del film. Più che in un teatro sentivo di stare in una chiesa, un luogo caro, ma sacro.
Lentamente mi sono affacciata nella sala per guardare da dove aveva inizio tutto quello che stavo cercando e retrocedendo di qualche passo, per un attimo ho sperato che quel percorso numerato fosse più lungo del previsto.

E’ bastato il primo telo su cui si adagiavano le prime foto ed improvvisamente eccomi lì! Un balzo vertiginoso mi ha buttata in quella storia dai toni grigi; in quei giorni trascorsi e rappresentati passo dopo passo dalle foto successive, ed io, senza avere la benché minima cognizione di quello che fu veramente, ho cominciato a rivivere momento dopo momento, tutte le dinamiche di un set.

Mentre seguivo lentamente l’ordine delle scene, sono stata assalita da una strana sensazione: non si trattava di un set qualunque dove si dava vita semplicemente ad una sceneggiatura, ma di un set che, volutamente o non, narrava la storia vera di due uomini diversi, ma complementari: Massimo, più giovane, dedito al gioco, ma con la consapevolezza che solo lui conosceva alla sua età, ripreso a volte in momenti di grande riflessione e Marcello, che fuori dal set più che un papà sembrava essere un consigliere, un sostegno, un caro zio che avendo qualche anno in più si muoveva da gran benefattore elargendo e tramandando aneddoti, proverbi ed esperienze a chi in quel momento gli stava più vicino.
Due uomini diversi, dal cui volto si evinceva il senso di ogni cosa che si muoveva nelle loro vite.
La sensazione che si prova guardandole tutte, sia quelle sul set, che fuori dal set è che questi due uomini alternino momenti di giocosità assoluta a momenti di forte compostezza.
Scene oggi inusuali.
Una carrellata di pose, che dall’inizio alla fine sembrano rappresentare con minuzia di particolari tutta la mimica dell’uomo-attore. Paradossalmente la semplicità delle immagini descrive ed esalta la poliedricità dell’artista. Invano risulterebbe l’intenzione di descriverle tutte, perché in ognuna vi sono mille sfaccettature ed ognuna racconta i sorrisi e le lacrime di una vita.
Ci sarebbe troppo da dire…

Ve n’è una che ritrae Massimo seduto ed attorniato da una decina di giovani leve rigorosamente in divisa da cui si evince l’espressione tipica del compagnone qual’era, addolcita da un leggero imbarazzo e da quella timidezza che in fondo non lo aveva mai abbandonato.

Un’altra molto intensa, una tra le più belle, dove lui seduto su un vecchio muretto, con il capo girato, con una gamba penzoloni e l’altra richiusa e riposta in alto verso di se, mostra un profilo inedito, con lo sguardo di un pensatore rivolto in lontananza.

E poi ancora lui, con i suoi sorrisi variopinti di allegria, consumati di ironia, dolci, amari che prova un giro di giostra con Mastroianni.
Sempre lui che segue interessato un discorso di Scola, che chissà quali consigli gli avrà riservato.
Lui, il ragazzo del 1989, schivo, modesto e generoso, alle volte straordinariamente “biricchino”.

Ancora una volta ho trovato tutto quello che cercavo…

Angela Paoletta