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mercoledì 13 giugno 2012

4 giugno 1994 – 4 giugno 2012: diciotto anni senza Massimo Troisi

Aveva detto “non dimenticatemi”. Con un filo di voce, sofferente e alla vigilia della sua scomparsa, aveva deciso di salutare in questo modo la troupe del suo ultimo capolavoro, “Il postino”, riunita per festeggiare la fine delle riprese. Che fu anche la fine della sua breve vita. Oggi, a diciotto anni dalla sua scomparsa, quelle parole sembrano urlare alle orecchie di chi l’ha amato e lo ama ancora: “non dimenticatemi”.
Non una dichiarazione alla Troisi.

Lui, sempre chiuso in se stesso, imbarazzato dai suoi sentimenti, continuamente in lotta con le sue emozioni, difficilmente si era lasciato andare in questo modo. L’ha fatto prima di andarsene, dicendo forse la frase più scontata e banale della sua straordinaria ed irripetibile carriera. Impossibile dimenticarlo, impossibile non sentire la sua presenza ancora oggi. Per quasi vent’anni ha raccontato all’Italia e al mondo una Napoli lontana da ogni riduttivo e mortificante stereotipo, costringendo il pubblico non napoletano a capire il suo dialetto, la sua lingua fatta più di gesti che di parole, il suo mondo di risate e nostalgia, comicità irresistibile e tenera visione della vita.
“Il successo è solo una cassa amplificatore…viene fuori quello che tu sei prima”, disse in un’intervista di Gigi Marzullo. Con la sua popolarità è venuto fuori uno dei più grandi attori che Napoli e l’Italia intera ha potuto ammirare, un vero e proprio filosofo del Novecento, un ragazzo di San Giorgio a Cremano che ha saputo accogliere l’eredità di Totò e dei De Filippo senza mai cadere nell’imitazione, nella copia mascherata dei grandi del passato, raggiungendo anzi la loro altezza con la sua semplicità e la sua grandezza d’animo.

Oggi, diciotto anni dopo, il 4 giugno il cielo sembra esprimere la tristezza di chi ha rubato alla terra un genio unico, la mancanza di Troisi si sente anche nell’eredità che lui ha lasciato e che nessuno ha saputo raccogliere. Inutile cercare di affibiargli un erede, un Siani qualunque, con tutto il rispetto per il simpatico comico napoletano: Massimo resterà “una di quelle persone che si incontrano quando la vita ha deciso di farti un regalo”, una luce eterna che, se fosse ancora in vita, avrebbe illuminato ancora più forte la sua città. Chissà cosa avrebbe fatto, in che modo ci avrebbe regalato ancora delle perle indimenticabili, con quali film e quali frasi avrebbe fotografato la Napoli di oggi. Il condizionale è d’obbligo, purtroppo. Massimo non c’è più. Massimo ha deciso di viaggiare lontano da questa terra, lasciandoci orfani di un fratello che riesce ancora oggi a farci ridere e piangere. Piangiamo perché non c’è più, ridiamo perché c’è stato. E c’è ancora, anche se non fisicamente. Perché Massimo Troisi resterà un figlio di Napoli che non smetterà mai di vivere nel ricordo di chi lo ha amato. Un ricordo che la Rai ha deciso di trasmettere in una puntata speciale condotta dall’amico Enzo Decaro, in cui artisti e amici vari hanno commemorato la sua scomparsa. Massimo da lassù ha riso con loro, forse ha riso di loro, perché a lui non piacciono le celebrazioni. Ma lo avrà fatto di nascosto, perché la sua delicatezza non gli avrebbe permesso di essere irrispettoso.

Pierpaolo Orefice
  

martedì 21 febbraio 2012

Biografia di un minollo immaginario scritta da Massimo Troisi

I suoi film, a partire dai titoli, sono un chiaro esempio di quanto Troisi si divertisse a ridicolizzare e frantumare i cliché. Lo stesso intento possiamo rintracciarlo seguendo le sue interviste, da quelle storiche con Pippo ("posso chiamarti Pippo?") Baudo e Gigi Marzullo, a quelle meno conosciute. 
Oggi riportiamo una biografia immaginaria scritta da Massimo tanti anni fa, breve testo in cui, con una certa "eleganza" stilistica, riesce a smascherare (e ribaltare) la solennità preconfezionata delle biografie ufficiali.


1883, 21 febbraio. Nasce Franz Hideman, figlio di Georg Hideman (nato nel 1853) e di Ottile Kohn (nata nel 1857)
1885, ottobre. La famiglia si trasferisce da Maiselgasse 16 a Maiselgase 18.
Febbraio. Nasce Hermann Hideman.
Dicembre. La famiglia si trasferisce da Maiselgasse 18 a Maiselgasse 20.
1887, primavera. Per il bene di Franz che secondo il padre frequenta cattive amicizie, la famiglia si trasferisce da Maiselgasse 20 a Maiselgasse 22.
Settembre. Nasce Heinrich Hideman.
1889, settembre. Franz comincia le scuole elementari al Sacro Cuore di Gesù. Nasce Magda Hideman.
1890, aprile. Franz viene espulso dalla scuola.
1891, settembre. Costretto a cambiare scuola, Franz si iscrive al Sacro Orecchio Naso e Gola di Gesù.
1893, agosto. Gli appare la Madonna ma non crede ai suoi occhi.
1895, maggio. La famiglia si trasferisce in Norengasse 26. Già Maiselgasse 24.
Estate. Vacanza al mare con lo zio Siegfrid.
1897, dicembre. Saluta una persona per strada scambiandola per un suo amico. Accortosi dell'errore si difende dicendo: “Scusi, ma da dietro siete proprio uguale ad un mio amico”.
1900, estate. Vacanza al mare con lo zio Siegfrid.
1901, marzo. Sente la voce del nonno morto. Crede alle sue orecchie. Gli occhi si offendono a morte.
1906, autunno. Franz mostra all'amico Oscar Zalezly un fascio dei suoi scritti, frammenti di un romanzo e alcune foto pornografiche scattate da lui stesso.
1908, gennaio. Si riconcilia con gli occhi.
1910, luglio. Per interessamento del suo amico Zalezly la rivista “Scritti odi e nuovi orientamenti” gli pubblica le foto pornografiche.
1912, novembre. In casa del suo amico Eduard Metz conosce Marareta Zeliner e se ne innamora.
Gennaio. Prima esperienza sessuale per Franz Hideman se si escludono le due vacanze con lo zio Siegfrid.
1913. Franz scrive molto di giorno, poiché la notte dorme.
Il suo primo saggio si intitola:
“L'amore non influisce sui furti d'appartamento”.
 
Fonte: GIUSTI M. a cura di, 2004, Il mondo intero proprio, Milano: Mondadori

Questa biografia immaginaria viene letta da Massimo Lopez e Giovanni Benincasa nel documentario Rai "Ritratti: Massimo Troisi - Anche gli angeli volevano ridere" di Giancarlo Governi.
  

sabato 10 dicembre 2011

Pensiero breve: un occhio a Facebook, parafrasando Massimo Troisi

In una memorabile intervista concessa a Gigi Marzullo, Massimo Troisi parlava in questi termini del successo:  “Il successo è solo una cassa amplificatore…viene fuori quello che tu sei prima. Se eri imbecille prima di avere successo diventi imbecillissimo, se eri umano diventi umanissimo.” 

Oggi, pensando a quelle parole, ho trovato una qualche somiglianza tra il successo e Facebook. Navigando sul re dei social network, scoprendo pagine, gruppi e frasi che mi lasciano perplesso, mi è venuto da pensare che forse Facebook è anch’esso una “cassa amplificatore”. Una spietata lente d’ingrandimento che aumenta il volume di ogni cosa che incontra, soprattutto di quell’imbecillità di cui parlava il grande Massimo. La speranza vive in quelle dimostrazioni di umanità che, su Facebook e nella vita al di fuori del social network, sono spesso oscurate dalla maggiore risonanza che hanno le azioni degli “imbecillissimi”.
 
Pierpaolo Orefice