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sabato 31 agosto 2013

Massimo Troisi: parole e musica di alcuni big partenopei

Tullio De Piscopo Massimo Troisi
Tullio De Piscopo 
Massimo Troisi, non dico è stato, ma è la maschera, dopo gli anni '60, del palcoscenico napoletano, perchè dopo Totò, De Filippo, Nino Taranto, c'è subito Troisi, questa maschera moderna, che ha fatto veramente conoscere l'umorismo moderno napoletano, in un dialetto strettissimo, come usava fare lui, in tutta Europa. Io il primo film suo lo vidi al nord dell'Italia e la gente era veramente impazzita per questa sua maschera, perchè lui aveva, ripeto, una maschera incredibile. Abbiamo iniziato, si può dire, assieme, perchè eravamo nella stessa agenzia teatrale, dove c'era anche Pippo Baudo, io facevo la parte musicale, loro con il trio della Smorfia, assieme ad altri artisti di cabaret, la parte teatrale, con l'agenzia Gentile e Marangoni. Ho un ricordo di lui sempre bello e vivo per tutte le cose che abbiamo trascorso assieme. Ho il ricordo sempre impresso di quando ebbi la notizia della sua scomparsa alla fine di un concerto pomeridiano al Lirico di Milano, in taxi mentre andavo a casa e mi diede questa notizia il giornalista dell'Ansa, ed io rimasi impietrito.
 
Enzo Gragnaniello Massimo TroisiEnzo Gragnaniello 
Troisi, innanzitutto, rappresentava la poesia, con la sua persona, con il suo viso, con le sue espressioni, con il suono della sua voce, come si muoveva, la sua gentilezza, non è stato mai volgare, è questa è una cosa importante, perchè i napoletani mettono sempre qualcosa di volgare, quando uno è insicuro si butta sul volgare, a volte nemmeno facendolo apposta, lui non ne aveva bisogno, era bello così com'era. Mi ricordo sempre la sua bella immagine d'artista. Un aneddoto molto simpatico, mi ricordo, tempo fa, ci incontrammo per la prima volta in RAI, e lui prima ancora che io lo salutassi, mi salutò dicendomi: "Ehi, Enzo, cumm stai?", trasmettendomi una forte familiarità, dimostrando una forte sensibilità. Son quelle cose che uno sente dentro, e quella è una cosa che mi è rimasta molto impressa, e io l'ho abbracciato come uno che conoscevo da tanti anni, e questa è una cosa bella, quando le persone sono artisti veri, sono semplici, se devono salutare una persona la salutano senza etichetta, e lui allora era già famoso per il film "Ricomincio da tre", quindi io lo conoscevo e forse lui non mi conosceva tanto bene come lo conoscevo io, però è stato lui a salutarmi, ripeto, come se ci conoscessimo da tanti anni. Poi l'abbiamo visto sempre, in tutte le interviste, nei film, è sempre stato una persona simpatica e gentile, e traspariva la sua poesia nel suo modo di parlare, con la sua gentilezza, questa è la base di tutto. Questo è quello che ricordo di lui, un'immagine bellissima!
 
Federico Salvatore Massimo Troisi
Federico Salvatore 
Come sintetizzo in pochissime parole la grandezza e quanto Napoli deve a Massimo Troisi? Ci vorrebbero fiumi di parole, non quelle sanremesi. Io sono un collezionista di Pulcinella, studio Pulcinella, però mi interessa la parte antropologica di Pulcinella, ed ho trovato delle affinità nell'anima di Massimo Troisi con Pulcinella, probabilmente anche nel mio, perché faccio questo lavoro. Massimo è Pulcinella senza maschera. A parte che Pulcinella è stato, nel pieno del suo vigore, della sua vita centrale, è stato censurato, e ha operato lo stesso senza maschera. Per me Troisi rappresenta il Pulcinella che porta. Poichè Pulcinella è stato internazionale, Pulcinella è stato francese, Pulcinella è stato inglese, Pulcinella ha superato il Volturno. Massimo ha fatto la stessa cosa, l'unico napoletano con la napoletanità che ha superato il Volturno, quindi per me rappresenta un'ultima possibilità che abbiamo avuto, da un punto di vista teatrale e cinematografico, di superare, di uscire dallo stereotipo della napoletanità, fine a se stessa. Napoli è una fucina di attori, di cantanti, ...però restano quà, perché purtroppo siamo legati ad una tradizione che va superata. Io ho presentato un brano che si chiama "Il passatista", perché mi piace fare dei progetti per il passato, voglio conservare quello che ho ottenuto, però Massimo ha dimostrato che il napoletano può uscire da questa napoletanità. Ora tu puoi interpretare come vuoi, io posso dire che il messaggio che ho ricevuto da Massimo, è stata questa voglia di andare oltre, di non rimanere ghettizzati, nel vero senso della parola, nella città di Napoli.
 
Corrado Sfogli (Nuova Compagnia di Canto Popolare) 
Il pensiero che possiamo avere noi della Nuova Compagnia di Canto Popolare su Massimo Troisi è che rappresentava e rappresenta ancora oggi, come la Nuova Compagnia di Canto Popolare, un'immagine assolutamente meno stereotipata e comune di Napoli. E' un poeta, molto spirituale, e quindi molto vicino all'immagine della Compagnia. Lui non ha mai portato l'immagine del comico stravaccato, oppure quello che doveva per forza far ridere, la sua comicità era una comicità interna, profonda, da poeta. Lo stesso penso sia la Compagnia. La Compagnia non ha mai portato all'esterno della città, cioè nel mondo, un discorso folklorico stereotipato di luoghi comuni, è sempre stata sempre al di fuori di certi schemi e di certi parametri di cui purtroppo la città di Napoli ancora vive, e continua a vivere.




sabato 24 agosto 2013

E Massimo Troisi dov'è? Se lo chiedono anche Principe e Socio M. (VIDEO)

massimo troisi pino daniele
Ciro Raimo del nostro gruppo Facebook ci ha segnalato questo brano e il relativo video con un emblematico omaggio a Massimo Troisi. Il titolo della canzone richiama il grande Mister Volare Domenico Modugno e un’epoca lontana che non c’è più, con alcune sue coppie artistiche: si parte appunto da Massimo Troisi e Lello Arena fino ad arrivare a Stanlio e Ollio, Batman e Robin, The Blues Brothers, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini e via discorrendo. Per farci un attimo riflettere sui riferimenti che avevamo una volta e su quelli, sempre più poveri e tristi, che ci ritroviamo oggi. Grazie a Prinicipe e Socio M., già autori di un toccante brano dedicato tutto a Massimo Troisi.
Cristiano
 
Mimmo che volava - (Principe e Socio M.)

Eh...ma Mimmo che volava dov'è?
Vittorio Gassman dov'è?
E Massimo Troisi dov'è?
Eh...ma l'operaio dov'è?
Il panettiere dov'è?
Qualcuno che mi dica sono come te!

Questa è la storia dei ragazzi che sono cambiati
oh ma non ce ne 'sta uno che ha pigliato d'o pate*
vabè…tutti figli i dei figli di…
Se voi avete avuto Vittorio De Sica…
noi abbiamo avuto Christian De Sica!
Se voi avete avuto Steno… noi abbiamo avuto i fratelli Vanzina!
Se voi avete avuto Pasolini, Comencini, Rossellini… noi abbiamo i fratelli Muccini!
Se voi avete avuto De Filippo… noi abbiamo avuto De Filippi!

Eh...ma Mimmo che volava dov'è?
Vittorio Gassman dov'è?
E Massimo Troisi dov'è?
Eh...ma l'operaio dov'è?
Il panettiere dov'è?
Qualcuno che mi dica sono come te!

Questa è la storia dei ragazzi figli di nessuno
un trono, due urla e diventi qualcuno
più piangi, più fingi, più raggiungi la gloria
autografi, serate...ed è finita la storia!
Bambini ipnotizzati dalla televisione
stanno imbalsamando una generazione
delitti, processi...pieni di folla
i genitori in fila….e i figli tirano colla!

Eh...ma Mimmo che volava dov'è?
Vittorio Gassman dov'è?
E Massimo Troisi dov'è?
Eh...ma l'operaio dov'è?
Il panettiere dov'è?
Qualcuno che mi dica sono come te!
Eh…ma dimmi quell' Italia dov'è?
Di Carosone, Tognazzi...dov'è?
La tua generazione com'è?

E non è vero che per noi il cielo è sempre più blu
ma chi ci è stato mai nel blu dipinto di blu
svalutation….revolution….ahiaiaiai!

Eh...ma Mimmo che volava dov'è?
Mimmo che volava dov'è?
                         

mercoledì 13 giugno 2012

4 giugno 1994 – 4 giugno 2012: diciotto anni senza Massimo Troisi

Aveva detto “non dimenticatemi”. Con un filo di voce, sofferente e alla vigilia della sua scomparsa, aveva deciso di salutare in questo modo la troupe del suo ultimo capolavoro, “Il postino”, riunita per festeggiare la fine delle riprese. Che fu anche la fine della sua breve vita. Oggi, a diciotto anni dalla sua scomparsa, quelle parole sembrano urlare alle orecchie di chi l’ha amato e lo ama ancora: “non dimenticatemi”.
Non una dichiarazione alla Troisi.

Lui, sempre chiuso in se stesso, imbarazzato dai suoi sentimenti, continuamente in lotta con le sue emozioni, difficilmente si era lasciato andare in questo modo. L’ha fatto prima di andarsene, dicendo forse la frase più scontata e banale della sua straordinaria ed irripetibile carriera. Impossibile dimenticarlo, impossibile non sentire la sua presenza ancora oggi. Per quasi vent’anni ha raccontato all’Italia e al mondo una Napoli lontana da ogni riduttivo e mortificante stereotipo, costringendo il pubblico non napoletano a capire il suo dialetto, la sua lingua fatta più di gesti che di parole, il suo mondo di risate e nostalgia, comicità irresistibile e tenera visione della vita.
“Il successo è solo una cassa amplificatore…viene fuori quello che tu sei prima”, disse in un’intervista di Gigi Marzullo. Con la sua popolarità è venuto fuori uno dei più grandi attori che Napoli e l’Italia intera ha potuto ammirare, un vero e proprio filosofo del Novecento, un ragazzo di San Giorgio a Cremano che ha saputo accogliere l’eredità di Totò e dei De Filippo senza mai cadere nell’imitazione, nella copia mascherata dei grandi del passato, raggiungendo anzi la loro altezza con la sua semplicità e la sua grandezza d’animo.

Oggi, diciotto anni dopo, il 4 giugno il cielo sembra esprimere la tristezza di chi ha rubato alla terra un genio unico, la mancanza di Troisi si sente anche nell’eredità che lui ha lasciato e che nessuno ha saputo raccogliere. Inutile cercare di affibiargli un erede, un Siani qualunque, con tutto il rispetto per il simpatico comico napoletano: Massimo resterà “una di quelle persone che si incontrano quando la vita ha deciso di farti un regalo”, una luce eterna che, se fosse ancora in vita, avrebbe illuminato ancora più forte la sua città. Chissà cosa avrebbe fatto, in che modo ci avrebbe regalato ancora delle perle indimenticabili, con quali film e quali frasi avrebbe fotografato la Napoli di oggi. Il condizionale è d’obbligo, purtroppo. Massimo non c’è più. Massimo ha deciso di viaggiare lontano da questa terra, lasciandoci orfani di un fratello che riesce ancora oggi a farci ridere e piangere. Piangiamo perché non c’è più, ridiamo perché c’è stato. E c’è ancora, anche se non fisicamente. Perché Massimo Troisi resterà un figlio di Napoli che non smetterà mai di vivere nel ricordo di chi lo ha amato. Un ricordo che la Rai ha deciso di trasmettere in una puntata speciale condotta dall’amico Enzo Decaro, in cui artisti e amici vari hanno commemorato la sua scomparsa. Massimo da lassù ha riso con loro, forse ha riso di loro, perché a lui non piacciono le celebrazioni. Ma lo avrà fatto di nascosto, perché la sua delicatezza non gli avrebbe permesso di essere irrispettoso.

Pierpaolo Orefice