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mercoledì 25 febbraio 2015

La geniale voce fuori campo di Massimo Troisi per la puntata zero di "Massimo ascolto" (VIDEO)

Massimo rappresentava la quotidianità per Giovanni Benincasa, autore televisivo. Il Nostro gli lasciava continuamente esilaranti messaggi sulla segreteria telefonica, cercava la sua compagnia come quella di una dei pochi e veri amici, così come quella di Massimo Bonetti. Al punto che ognuno dei due usava chiedere all'altro ogni giorno se avesse già timbrato o meno il cartellino a casa di Massimo. Insieme a Marco Messeri furono pure costretti a cantare in una sorta di Festival di Sanremo domestico dove Massimo votava. Esilarante lo scherzo telefonico a Bonetti trasmesso qualche anno fa da "Matrix.

Massimo e Giovanni provarono ad un certo punto fare un programma televisivo, dal titolo "Massimo ascolto", che poi vide invece protagonista un altro amico vero come Massimo Lopez. In questo frammento della puntata zero che vi propongo ben si comprende il motivo del titolo e il ruolo di voce fuori campo che doveva avere Troisi nel dettare le condizioni per una perfetta conduzione televisiva. Gli intenti della trasmissione, tra il serio e il faceto, erano quelli di sostenere una cultura che facesse audience, ma Massimo segnalava in voce gli ingredienti da inserire per fare ascolto quando questo calava ("un po' di cosce...e sale"). Satira profetica e parodia di quello che sempre di più è diventata la televisione italiana. Anzi, credo proprio che quest'ultima abbia tristemente superato oggi anche le più nere aspettative di Massimo e Giovanni.

Una causa o un effetto di tutto ciò, legati comunque ad un problema di memoria e buon gusto, forse si celano nelle parole di Giovanni Benincasa a Speciale Tg1 (2004): "Massimo ha inventato un modo di essere amico, ed anche un'assenza clamorosa. Un ragazzo che oggi non sa chi è Troisi mi fa sentire un pugno allo stomaco incredibile".

Cristiano

                                                      

venerdì 30 gennaio 2015

Immagini inedite di Massimo Troisi e Pino Daniele in "Unici", il 3 febbraio su Raidue

Nel promo della trasmissione si parla di "inediti" e compare anche Massimo. Un motivo in più per seguire questa trasmssione dal titolo così adatto a questi due ragazzotti napoletani... "Unici", stesso format dedicato a Massimo per il ventennale, sempre curato da Giorgio Verdelli. Appuntamento su Raidue martedì 3 febbraio alle ore 21:10.

A un mese di distanza dalla sofferta e sentita scomparsa di Pino Daniele, andrà in onda su RaiDue uno speciale della serie “Unici” per ricordare il cantautore partenopeo morto nella notte tra il 3 e il 4 gennaio scorso. L’appuntamento, dal titolo “Tu dimmi quando – Pino Daniele”, in programma martedì 3 febbraio, alle ore 21.10, raccontato dall’autore Giorgio Verdelli, che ha conosciuto bene l’artista, “vuole – spiega una nota della Rai – essere il ritratto del musicista, della città e dell’esplosione di creatività che negli anni Ottanta ha reso Napoli protagonista di un grande rinnovamento”.

Parteciperanno, tra gli altri, Toni e Peppe Servillo, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese, Clementino, Rocco Hunt, Gianni Minà e Renzo Arbore.

Ognuno di questi artisti si recherà in un luogo che ha ricoperto un ruolo rappresentativo nella vita del cantautore partenopeo o condividerà un personale ed intimo ricordo: Gragnaniello andrà nella scuola elementare che frequentò insieme a Pino Daniele, mentre Edoardo Bennato ripercorrerà gli inizi della carriera e il suo rapporto con il cantante.

Nel corso del programma andranno in onda anche filmati inediti di esibizioni di Pino Daniele poco conosciute e aneddoti speciali che saranno sicuramente apprezzati da tutti coloro che hanno amato la sua musica, la sua storia.

 
(Napolitan.it)
 

domenica 1 giugno 2014

Dai giornali dell'epoca: Masimo Troisi, dire cose nuove con il coraggio di esprimere il dubbio

Umile ma conscio di poter dare qualcosa di importante, con una lucidità disarmante, fuori dagli schemi e dal coro, senza inutili peli sulla lingua. Questo era Massimo Troisi già nel 1982, e lo sarebbe stato per sempre. Di seguito pubblico un prezioso e inclassificabile articolo scritto da lui per il Radiocorriere.

Cristiano


Quella che segue è una riflessione che Massimo Troisi consegnò al glorioso Radiocorriere Tv nel 1982, quando era atteso all'opera seconda dopo lo straordinario successo di «Ricomincio da tre». L'articolo accompagnò lo special tv a lui dedicato in «Che fai...ridi?», in onda su RaiTre il 21 gennaio '82, in prima serata. Invece di raccontare la sua vita, intervistando amici e parenti a San Giorgio a Cremano, Troisi ebbe l'idea geniale di raccontare la sua morte. E così in «È morto Troisi, viva Troisi!» tutti i colleghi, da Arbore a Benigni, da Nichetti a Verdone, porgendogli l'estremo saluto, trovano il modo per parlarne, finalmente, malissimo. «Abbiamo come al solito - disse Troisi - lavorato bene, scherzando molto».

di MASSIMO TROISI
Non ho cominciato questo mestiere con premeditazione. Ero poco più che adolescente, passato già attraverso la rivoluzione, l’America, le donne e i motori… insomma tutta la trafila. Così mi sono ritrovato a fare l’attore per alcuni amici che avevano messo su uno spettacolino. Io ero convinto di essere timido, ne ero sicuro; poi, stando «là ’n coppa» con le luci in faccia, senza vedere la gente che stava sotto a guardare, mi sono accorto che invece stavo proprio bene. Mi è venuta voglia di continuare, di scrivere le mie cose, e la gente ha fatto il resto: si è messa a ridere. Io non sono un «faticatore» instancabile; ho pure pensato: «Ecco un modo per non andare in un ufficio, per non avere degli orari…» Ora sono programmato fino all’’83… ma non mi lamento, non è che dico «guarda un po’ se il successo doveva capitare proprio a me che sono un bravo ragazzo, semplice, senza grilli per la testa…» Lo so di essere un privilegiato. Anche rispetto a mio padre, che ho visto andare a «faticare» con la febbre alta, ai miei fratelli… La comicità è una cosa seria. Se sia un modo per star dentro la realtà o per sfuggirla non saprei. Sono l’ultima persona in grado di dare risposte precise su qualsiasi argomento e questo è un argomento difficile. Personalmente la realtà la esorcizzo, cercando però di non perdere di vista il problema, il fatto che sto raccontando. Non mi sento un professionista né, d’altra parte, credo nell’improvvisazione: i tempi della comicità, con le domande e le risposte, sono già stati scritti. E dai «grandi»… Noi «piccoli» ci dobbiamo prostrare, mantenendo però l’inconscia presunzione di poter dire cose nuove. Appena questa sana presunzione diventa conscia, ci si ritrova ad essere degli epigoni più o meno bravi di questi miti. 

Tutto il rispetto, dunque, per Sordi, Manfredi, Totò, Scarpetta, Eduardo (che comunque non vivono con il nostro rispetto) e andiamo avanti cercando di fare del buon cinema. Io non penso di avere inventato nulla, racconto quello che vedo, le cose che vorrei smuovere o di cui vorrei in qualche modo liberarmi: la religione, la patria, la famiglia… Spero solo che quando sarò vecchio qualcuno mi dia un posto d’attore, perché allora non avrò tanto da dire di mio. Già ora non potrei più parlare dei problemi degli adolescenti… arriverebbe subito un quindicenne a dirmi «Massimo, vedi te le fesserie che vai dicendo…» e avrebbe ragione: l’ultimo ha sempre ragione, racconta la sua storia, la sua esperienza e può farlo solo lui. Questo è successo per i «vecchi» autori e quelli «nuovi». È arrivato Moretti e sembrava il Messia, si è gridato al miracolo. Che fosse bravo o no, portava un linguaggio diverso da quello a cui il pubblico era abituato da decenni. Oggi chiunque abbia meno di trent’anni ha quasi l'obbligo di fare un film. Abbiamo il filone del «giovanilismo», come abbiamo avuto quello western o quello pornografico… Si arriverà ai ragazzini di otto anni («se quello di tredici ci ha detto qualcosa di nuovo, figurati questo!») e poi qualcosa accadrà. Secondo me non bisogna aspettarsi troppo dalla gente di spettacolo, anche perché più diventa famosa e più si ritrova strangolata dall’obbligo di dimostrare quanto è intelligente. Specialmente i comici vivono questo personale e terribile dramma e arrivano al punto in cui non fanno più ridere. 

Ecco spiegato il motivo per il quale il mio secondo film non è ancora uscito: non voglio dimostrare niente. Anzi, io credo profondamente nel dubbio e nel coraggio di esprimerlo. Questa società è competitiva, devi vivere facendo finta di sapere tutto… Così poi torni a casa e hai l'insonnia da «diverso»… Invece è bello sapere che c'è tanta altra gente che non dorme, che si sente diversa, come te. Ci sono stati tempi in cui sembrava che la «rivoluzione» dovesse scendere da un palco insieme a una chitarra e quattro battute: ma come si fa a dire alla gente quello che deve o non deve fare? «Questo è uno che ha capito» e invece, pure se ha capito qualcosa, quel poveraccio vive i problemi di tutti e non ha proprio niente da insegnare. Personalmente, poi, ho sempre creduto più al prefetto che a Bennato.

  
 

martedì 6 agosto 2013

Anna Pavignano ci smentisce direttamente la notizia della sua collaborazione alla fiction su Massimo Troisi

Massimo Troisi Anna Pavignano Da domani mi alzo tardiDopo l'ennesimo rilancio della notizia dell'imminente inizio delle riprese della fiction dedicata a Massimo Troisi avevamo scelto di non pubblicare niente sia a causa di un certo scetticismo riguardo l'operazione sia  perché alcune informazioni venute fuori non ci risultavano veritiere. A riprova di questo Anna Pavignano ha ritenuto di smentire la sua partecipazione alla sceneggiatura della suddetta fiction scrivendo direttamente sul nostro gruppo Facebook. Riportiamo qui sotto le sue parole, certi che le sue decisioni siano volte a tutelare e a rispettare il giusto ricordo di Massimo. Restiamo invece sbigottiti dall'approssimazione giornalistica con la quale si scrivono e si lasciano pubblicare certi pezzi, senza verificare i fatti e chiedere conferma ai diretti interessati. D'altronde siamo nell'era del copia e incolla universale, degli aggregatori e delle testate web dirette da principianti nemmeno in grado di scrivere due righe. Le bufale ci mettono un istante a entrare in circolo e a rimbalzare di pagina in pagina.

Un abbraccio a tutti,
Cristiano


NON MI RESTA CHE SMENTIRE. Molti amici me lo stanno chiedendo in privato e rispondo a tutti: non sto scrivendo la sceneggiatura della fiction su Massimo Troisi. Se è vero che a ottobre inizieranno le riprese, probabilmente lo stanno facendo altri colleghi. A suo tempo, quando mi fu proposto di scrivere la sceneggiatura, rifiutai l'offerta. Non senza conflitti. Per me, che tanto ho condiviso con lui, scrivere questa storia implicava qualcosa che andava al di là del lavoro e non me la sono sentita. Avevo già scritto il libro "Da domani mi alzo tardi" e quindi avevo già raccontato Massimo a modo mio. La notizia che io sono l'autrice della sceneggiatura della fiction è uscita su vari giornali e non so come ci è arrivata, ma a me non resta che smentirla.

Anna Pavignano

venerdì 13 gennaio 2012

Massimo Troisi e Pino Daniele, uno stesso sentire per le pene d'amore e non solo

La sofferenza in amore è un vuoto a perdere, non ci guadagni niente, a parte i cantautori che ci scrivono 'e canzoni... 
(Massimo Troisi)
   
Come due amici che riempiono il tempo con la propria arte, Massimo Troisi e Pino Daniele scrissero due canzoni in macchina. Parole del primo, arpeggi del secondo per "T'aggia vede' morta" e " 'O ssaje comme fa 'o core". Una sferzante, l'altra decisamente più malinconica, ma entrambe tese a esorcizzare e quindi confermare le pene d'amore. 
 
Ad "Alta Classe" (1992), con Gianni Minà, Massimo recita i versi di "'O ssaje comme fa 'o core", proprio sugli arpeggi di Pino. Lui che cantava non beccando proprio tutte le note, tanto in privato con gli amici, organizzando veri e propri Festival di Sanremo domestici, quanto talvolta anche in pubblico (vedi "La porti un bacione a Firenze/Lacreme napulitane", con Renzo Arbore in tv).  
Riporto di seguito il video di "Alta Classe" e due significative dichiarazioni di Pino Daniele, estensione in musica dello stesso sentire di Massimo e non a caso compositore di alcune colonne sonore per le sue pellicole, musiche che - come sostiene in generale Michael Radford - non accompagnano semplicemente un film, ma ne esprimono l'anima.  

Intervistatore: "C'è un brano che non è mai presente nei suoi show, T'aggia vede' morta, come mai?"
Pino Daniele: "Il testo è di Massimo. Ricordo perfettamente che eravamo in macchina e lui buttò giù le parole. Non riesco proprio a cantarlo, la malinconia mi strozzerebbe le parole in gola"
 (2008)

"Ragazzi, ho dimenticato di andare a prendere Massimo stasera. Ma l'ho visto, sta ccà." 
(Pino Daniele durante un suo concerto del 1994)

Tanti anni fa uno striscione recitava: "Pino Daniele sul palco, Massimo Troisi nel cuore".


                                                     

sabato 9 ottobre 2010

Una fiction tutta dedicata a Massimo Troisi, le parole di Valsecchi

In arrivo fiction su Troisi L'attore avrà il volto di TroianoIn arrivo fiction su Troisi
L'attore avrà il volto di Troiano


Un film su Canale 5, titolo "Ricomincio da me". Protagonista, nel ruolo del grande artista napoletano scomparso a soli 41 anni, l'interprete della serie "Ris", Fabio Troiano. Il produttore Valsecchi: "Massimo era una persona speciale, oggi ci sono i dvd dei suoi film ma i giovani non l'hanno mai conosciuto". 

"Racconteremo il sogno di un ragazzo del Sud che va alla conquista del cinema, il sogno realizzato di un grande attore, che avrebbe potuto ancora dare tanto". Il produttore Pietro Valsecchi (Un eroe borghese, Il capo dei capi) prepara un film per Canale 5 sulla vita di Massimo Troisi. Si ititolerà Ricomincio da me, protagonista sarà Fabio Troiano, 36 anni, visto in tv nella serie "Ris" e adottato dal cinema. Le riprese - ma ancora non è stato scelto il regista - partiranno a primavera; Anna Pavignano, da sempre coautrice dei film di Troisi, curerà la sceneggiatura. "L'Italia è un paese che dimentica in fretta - dice il produttore - oggi ci sono i dvd dei film di Massimo, ma i giovani - penso a mio figlio adolescente - non l'hanno conosciuto. Era tempo che stavo pensando al progetto di un film sulla storia umana e professionale di Troisi, e credo che finalmente i tempi siano maturi". Valsecchi era amico dell'attore regista: "Massimo era una persona speciale, un uomo ironico ma dotato di grande sensibilità. Era intelligente e molto spiritoso, abbiamo passato insieme una settimana indimenticabile in un centro benessere. Mi sfidava a biliardo e vinceva sempre lui".

Troisi, scomparso nel '94 a soli 41 anni stroncato da un attacco cardiaco, è rimasto uno degli attori più amati: aveva iniziato con La Smorfia, dopo il debutto il grande successo in tv si era imposto al cinema. Nei film metteva in scena se stesso, un ragazzo di provincia (era nato a San Giorgio a Cremano, alle porte di Napoli) sfortunato con le donne, sognatore, un po' ingenuo. Indimenticabili  "Ricomincio da tre", "No grazie, il caffè mi rende nervoso", "Scusate il ritardo". "Non ci resta che piangere", "Pensavo fosse amore invece era un calesse ". Nel 1996 fu candidato all'Oscar come miglior attore per "Il Postino" (il film ebbe in tutto cinque candidature, vinse l'Oscar Bacalov per la colonna sonora).

Timido, dotato di una vena poetica rara, Troisi raccontava che da ragazzino era rimasto folgorato da "Roma città aperta" di Rossellini, film che lo aveva emozionato e spinto verso il cinema. Anche se il primo pensiero, dopo aver visto quel capolavoro, era stato un altro: "Massimo, da grande tu devi fà 'o geometra".

(08 ottobre 2010)

Silvia Fumarola 
www.repubblica.it