giovedì 19 marzo 2015

Auguri Pino! Due splendidi sessantenni che cercano un sorriso tra le nuvole (sempre con uno sguardo alla loro Napoli)...

Massimo Troisi e Pino Daniele. Entrambi sobri, entrambi quasi "ossessionati" dal voler rifuggire l'oleografia della Napoli tradizionale, ma entrambi profondamente napoletani, e napoletani moderni!
Almeno ai tempi loro lo sono stati.
Oggi entrambi si sarebbero trovati a disagio, ne
lla società volgare e dai valori rovesciati di oggi... Pino lo ha dimostrato, il suo disagio, credo che anche per Massimo sarebbe stato lo stesso.

Non sapremo mai se forse insieme avrebbero trovato la forza per resistere e rappresentare nuove vie... forse con Massimo, con la forza della sua ironia... o forse si sarebbero eclissati in un loro mondo per tenersi a distanza come in parte ha fatto Pino.
Non lo sapremo mai. 
 
Quello che so è che con la loro napoletanità "moderna" e perfettamente incastrata nel loro tempo (più di quanto non si credesse e di quanto non ci si accorgesse) hanno rappresentato per lungo tempo molti di noi napoletani e proprio per questo, per il loro essere "megafono" di un sentire che a Napoli esisteva eccome, hanno contribuito anche a cambiare, e in meglio, noi stessi e (quindi) la nostra città.

Olimpio


Pino ha scritto ed eseguito le musiche per le colonne sonore di tre film di Massimo: Ricomincio da tre (1981), Le vie del Signore sono finite (1987) e Pensavo fosse amore invece era un calesse (1991). Massimo di queste collaborazioni ha detto, con la sua solita ironia (in presenza di Pino): "Io ho fatto tutti i film per le musiche di Pino Daniele. Dicci la verità, dai, Pino! Noi lavoriamo così. Lui fa le canzoni, mi chiama e dice: "Allora io nelle parti più accussì, più malinconiche ci faccio le parti più drammatiche, quando la musica è svelta ci faccio le battute e sono anni che andiamo avanti così. Come scrive 'na canzone io ci faccio 'nu film comico." A Massimo sarebbe piaciuto anche scrivere una commedia musicale lavorando appunto con Pino.
 
Ho sempre avuto la sensazione, guardando un film di Massimo o ascoltando un brano di Pino, di essere di fronte alla stessa cosa, allo stesso modo di dire le stesse cose, alla stessa arte e poetica. Ho sempre ritenuto Pino (nato il 19 marzo, due anni dopo Massimo ma curiosamente lo stesso giorno del mese successivo) il corrispettivo di Massimo in musica, almeno fino al 1994. Nelle apparizioni insieme Massimo, introverso ma comunque più intrattenitore, sovrastava Pino, anch'egli timido e riservato ma ottima spalla delle sue gag. Entrambi condizionati in un modo o nell'altro dal ritmo non regolare del proprio cuore, fantasioso e un pò matto. Entrambi paragonano l'altro ad Eduardo, artisticamente parlando. Entrambi portano in giro per il mondo la napoletanità che sento più mia, come quasi nessun artista partenopeo oggi riesce a fare. Quella napoletanità che Massimo incarna magistralmente, e che lo stesso Pino ha saputo definire così bene: "La napoletanità autentica deve essere coltivata con discrezione, con cura, sforzandosi di eliminarne le parti superflue o ridondanti, frutto di un eccesso di gusto barocco, per arrivare, se possibile, alla essenzialità di sentimenti e pensieri che, una volta colti nel modo giusto, si mostrano fragili e delicati". Quanto è difficile oggi veder veicolata questa napoletanità, quella più autentica e genuina. Io mi affido ancora a loro.

Cristiano
 

Nessun commento:

Posta un commento

"Ricordati che..." puoi commentare! Scrivi la tua riflessione riguardo al post.