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lunedì 19 ottobre 2015

Antonio Pascale in "Ricomincio da Massimo" a Pignataro Maggiore

massimo troisi marco messeri le vie del signore sono finite
Sabato scorso 17 ottobre 2015 lo scrittore Antonio Pascale si è reso protagonista, presso la sala concerti degli Amici della Musica di Pignataro Maggiore, di una sorta di conferenza-spettacolo dal titolo “Ricomincio da Massimo”, ispirata ad un brano del suo recente libro “Non scendete a Napoli – Controguida appassionata della città” (Rizzoli) e dedicata a Massimo Troisi. Brevi clip, scelti dal repertorio cinematografico e televisivo del noto attore napoletano, hanno avuto l’intento comunicativo di esplorare ed analizzare tematiche della contemporaneità, che Massimo Troisi era riuscito in maniera egregia a far emergere tramite una vis comica di intellettuale.

Nello specifico gli input sono stati la scena del professore che si fa il caffè con la macchinetta da uno perché vuole stare solo, una clip tratta dal programma “Blitz” di Minà in cui Massimo si confronta con Roberto Benigni sulla trasmissione “popolare” Domenica in , mentre la terza è un video rarissimo che si trova on line in cui Massimo Troisi parla del suo rapporto con il cibo. Sono tutti testi straordinari, attuali che descrivono non solo Napoli e l’Italia di oggi ma il mondo stesso e che offrono allo scrittore l’input per riflessioni sulla solitudine, sui rapporti tra l’intellettuale e l’"uomo comune" e infine sui cambiamenti economici e sociali collegati al cibo e alla dinamiche della sua distribuzione nel mondo.
 

venerdì 30 gennaio 2015

Immagini inedite di Massimo Troisi e Pino Daniele in "Unici", il 3 febbraio su Raidue

Nel promo della trasmissione si parla di "inediti" e compare anche Massimo. Un motivo in più per seguire questa trasmssione dal titolo così adatto a questi due ragazzotti napoletani... "Unici", stesso format dedicato a Massimo per il ventennale, sempre curato da Giorgio Verdelli. Appuntamento su Raidue martedì 3 febbraio alle ore 21:10.

A un mese di distanza dalla sofferta e sentita scomparsa di Pino Daniele, andrà in onda su RaiDue uno speciale della serie “Unici” per ricordare il cantautore partenopeo morto nella notte tra il 3 e il 4 gennaio scorso. L’appuntamento, dal titolo “Tu dimmi quando – Pino Daniele”, in programma martedì 3 febbraio, alle ore 21.10, raccontato dall’autore Giorgio Verdelli, che ha conosciuto bene l’artista, “vuole – spiega una nota della Rai – essere il ritratto del musicista, della città e dell’esplosione di creatività che negli anni Ottanta ha reso Napoli protagonista di un grande rinnovamento”.

Parteciperanno, tra gli altri, Toni e Peppe Servillo, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese, Clementino, Rocco Hunt, Gianni Minà e Renzo Arbore.

Ognuno di questi artisti si recherà in un luogo che ha ricoperto un ruolo rappresentativo nella vita del cantautore partenopeo o condividerà un personale ed intimo ricordo: Gragnaniello andrà nella scuola elementare che frequentò insieme a Pino Daniele, mentre Edoardo Bennato ripercorrerà gli inizi della carriera e il suo rapporto con il cantante.

Nel corso del programma andranno in onda anche filmati inediti di esibizioni di Pino Daniele poco conosciute e aneddoti speciali che saranno sicuramente apprezzati da tutti coloro che hanno amato la sua musica, la sua storia.

 
(Napolitan.it)
 

mercoledì 4 giugno 2014

Massimo Troisi vent'anni dopo: uno speciale di otto pagine nel Mattino in edicola

Sul Mattino in edicola oggi uno speciale di otto pagine interamente dedicato a Massimo Troisi con interventi di Raffaele La Capria, Antonio Skàrmeta, Pino Daniele, Diego Maradona, Giuliana De Sio, Toni Servillo, Lello Arena, Giuseppe Tornatore e con gli articoli di Valerio Caprara, Luciano Giannini, Diego Del Pozzo.

All'interno dello speciale anche un resoconto del forum che si è tenuto ieri al Mattino al quale hanno partecipato la sorella di Troisi, Rosaria, Gianni Minà, Enzo De Caro, Roberto De Simone, Ruggiero Cappuccio, Giuseppe Montesano, Lina Sastri, Lello Esposito, Silvio Perrella e il rapper Clementino.
   
 

domenica 24 marzo 2013

"Massimo Troisi: lieve, più forte dell'arroganza". Il ricordo di Gianni Minà

Siamo felici di ospitare, dietro sua gentile concessione, stralci dell'articolo che Gianni Minà scrisse a dieci anni dalla scomparsa di Massimo Troisi. 


Nel mese di giugno del 2004, sono stati dieci anni che Massimo Troisi se n'è andato anzitempo da questo mondo. Sempre nell'anno che è appena trascorso, Massimo avrebbe compiuto cinquant'anni. Le manifestazioni per ricordarlo sono state poche e, in alcuni casi, modeste e provinciali, come una serata su Rai Tre organizzata dal Comune di San Giorgio a Cremano dove c'era tutto meno lo spirito e l'eredità di Massimo Troisi. Ho custodito nel mio ufficio un programma in due puntate su Massimo registrato quasi due anni fa al Teatro Bellini di Napoli, intitolato "Noi meridionali, presunti emigranti" che è un percorso diverso sul mondo artistico e umano di Massimo, sulle sue scelte, sul suo modo di proporsi, sulla sua generazione che ha regalato a Napoli, venticinque anni fa, un incredibile rinascimento culturale nel teatro, nel cabaret, nel cinema, nelle arti plastiche e figurative oltre che nella musica. Il programma finora è stato visto solo da alcune centinaia di spettatori al Festival Sergio Leone di Torella dei Lombardi (provincia di Avellino) dove una sera dell'estate scorsa abbiamo ricostruito lo spirito della singolare amicizia che ha avvicinato a Massimo un burbero e visionario creatore di cinema come Sergio Leone, complice un viaggio in un villaggio vacanze della Costa d'Avorio.
Il programma nato con l'idea di presentarlo a Rai Tre non ha potuto finora essere proiettato per una questione di diritti delle sequenze de “Il postino” utilizzate per spiegare meglio la personalità di Troisi e il perchè dell'innamoramento per il libro dello scrittore cileno Antonio Skármeta che ha ispirato il film-testamento di Massimo. Volle girare, infatti, “Il postino” a rischio della propria salute (rinviando l'intervento al cuore già programmato) perchè la storia, riambientata in Italia del postino Mario Ruoppolo, che attraverso Pablo Neruda e la sua poesia scopre la coscienza civile e muore in una manifestazione di piazza repressa dalla polizia dell'epoca di Scelba, lo aveva emozionato così come i versi del grande Nobel cileno, esule nel '51-'52, proprio fra Napoli e Capri.
Quella scoperta lo aveva incuriosito e gli aveva rivelato l'universo appassionato dell'autore del “Canto general”.
Spero che un giorno o l'altro le autorizzazioni a trasmettere questo omaggio arrivino per ricordare agli italiani un attore e autore inimitabile. Perchè quel viaggio nel mondo e nelle idiosincrasie di Troisi, con le testimonianze di Antonio Skármeta, di Pietro Ingrao, di Roberto Benigni, di Ettore Scola, di attori come Mariano Rigillo e Linda Moretti, di Enzo Decaro, di Massimo Bonetti, di Anna Pavignano (sceneggiatrice di tutti i film di Massimo) e anche di Enzo Gragnaniello e James Senese, quel viaggio è un'occasione unica per riflettere sulla modernità artistica di Troisi, sulla vena innovativa della sua comicità, sul suo linguaggio, sul suo cinema e perfino sulla sua passione civile.
Per ricordarlo, ora che ci manca da dieci anni, mi piace riproporre quanto scrissi allora sull'Unità. 
 
Massimo Troisi era un essere umano leggero, lieve, forse stonato in un'epoca ed in una società dello spettacolo dove imporre la propria presenza, essere arroganti, è il comportamento di moda. Massimo sapeva stare al mondo rendendo gradevole la vita dei suoi amici e della gente che gli era cara senza sfiorare mai gli altri con le sue angustie. Del suo "cuore malato", operato a Houston per due volte, non parlava mai, al massimo ci scherzava sopra facendo il verso alle parole di una immortale canzone che talvolta intonava cercando di imitare Sergio Bruni. Si era fatto conoscere come comico negli anni ‘70 con il gruppo La Smorfia composto, oltre che da lui, da Enzo Decaro e Lello Arena, ed aveva raggiunto il successo con "Non Stop", una di quelle trasmissioni-laboratorio della RAI inventate da Bruno Voglino dove nascevano spesso artisti che duravano molto più di una stagione e comici non schiavi di una battuta o incapaci di andare oltre i due minuti di esibizione. Erano comici spesso inventori di un genere, lettori ironici del quotidiano, o interpreti sarcastici della società in cui vivevano. Fu la stagione, oltre che di Troisi, di Benigni, di Verdone, di Grillo. Sono passati soltanto 25 anni e sembra un'eternità. La tv schiava dell'audience, la tv commerciale ha disintegrato anche la capacità di far ridere intelligentemente. E non dico questo perchè Troisi, come gli altri che ho citato, erano indicati come "comici di sinistra", cosa che oggi apparirebbe un peccato. "Scusa, ma da che parte potevo stare? - mi disse una volta Troisi sorridendo - Songo nato a San Giorgio a Cremano e al pizzicagnolo che ogni mattina mi dava pane e mozzarella io dicevo sempre di aver fede, perché ai poveri ci pensa Dio. Pover'omme. Un giorno, stanco di segnare sul quaderno dei crediti, mi disse 'non sarebbe meglio, aspettando Dio, che a saldare il conto passasse tuo padre?'". Nel cinema fu una rivelazione con "Ricomincio da tre", un film del 1981 dove c'erano tutti i dubbi e le disillusioni della sua generazione, ma anche tutto il suo senso della vita, la sua filosofia basata sull'arte di accontentarsi, forse anche un po' della sua famosa pigrizia. Fu questo il sentimento che Massimo apprezzava come una cultura, più che il timore di non riuscire a ripetersi, a convincerlo ad aspettare più del previsto prima di dirigere "Scusate il Ritardo". Amava le donne e lo sport e voleva aver tempo per queste due passioni. "Chi l'ha detto che non è serio amare due donne nello stesso momento e perder tempo per fare la formazione della propria squadra?". Quando il Napoli vinse lo scudetto fu memorabile l'intervista a cui mi costrinse nella trasmissione organizzata per l'occasione facendo finta di essere l'unico napoletano a non aver avuto la notizia e commentandola sorpreso con tutti i luoghi comuni che riguardano il calcio e le interviste. Ricordo ancora come un incubo gioioso le puntate intere in cui Massimo e Benigni occupavano "Blitz", il programma domenicale che vent'anni fa facevo su Raidue. Come i grandi del neorealismo sapeva cogliere il particolare delle cose, delle situazioni, perfino i tic delle persone e trasformarli in una introspezione ironica. Eduardo De Filippo mi disse una volta che era un comico di domani con le radici nel passato. Sotto la sua pigrizia nascondeva però talvolta una volontà di ferro. "Il postino di Neruda", il film con Philippe Noiret terminato il giorno prima di morire, lo aveva inseguito per anni, dopo aver scoperto, come ho scritto, il libro di Skàrmeta, un autore cileno del quale mi aveva chiesto ogni dettaglio. Forse per una volta ha voluto controllare il suo cuore per riuscire a portare a termine un progetto amato. Se la storia è andata così, è stata una delle poche volte che ha permesso al suo raziocinio di prevalere sulle passioni. Ci manca tanto, Massimo. 


Gianni Minà, in "Vivaverdi", maggio-giugno 2004

Questo il link dell'articolo sul sito ufficiale di Gianni Minà: http://www.giannimina.it/index.php?option=com_content&task=view&id=157&Itemid=53
Stralci di questo pezzo furono pubblicati anche su "L'Unità" domenica 5 giugno 1994, all'indomani della scomparsa di Massimo.
 

venerdì 18 gennaio 2013

Massimo Troisi e Pino Daniele, portatori sani di napoletanità

'O SSAJE COMME FA 'O CORE

Tu stive 'nzieme a n'ato
je te guardaje
e primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie
pe' s'annammura'
già s'era fatt' annanze 'o core. 
"A me, a me!"
'O ssaje comme fa 'o core
quann' s'è annamurato.

Tu stive 'nzieme a me
je te guardavo e me ricev' 
"comme sarrà successo ca è fernuta?"
Ma je nun m'arrenn'
ce voglio pruva'.
Po' se facette annanze 'o core e me ricette
"Tu vuò pruvà? E pruov', je me ne vac'."

'O ssaje comme fa 'o core
quann s'è sbagliato. 

Poesia di Massimo Troisi musicata da Pino Daniele e inserita nell'album "Sotto 'o sole", del 1993.

 
Non c'era approdo umano o artistico, congeniale alla sua idea della vita e della professione, dove il cuore di Massimo non arrivasse "prima" degli occhi. 'O ssaje comme fa 'o core: la sensibilità di un vero artista arriva sempre prima del contatto fisico, materiale. Lo avevo conosciuto quando faceva parte del gruppo La smorfia, alla trasmissione Non stop. Ma, stranamente, mi sembrò, e forse sembrò a tutti e due, di esserci già incontrati. Dove? Nella regione impalpabile del cervello e dei sentimenti. Non è forse vero che "primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie", 'o core già s'è fatto avanti? Sentivamo che tutti e due ci eravamo incamminati lungo la stessa strada. Essere napoletani era per noi un ancoraggio formidabile, ma poi bisognava sganciare la cima e navigare in mare aperto. 
La scommessa è quella di conservare il modo di essere napoletani (radici, valori essenziali, consapevolezza dell'appartenenza) con l'apertura alle esperienze che vengono vissute, nel campo che ti riguarda, anche nel resto del mondo. Io e Massimo, ciascuno a modo suo, inseguivamo questa scommessa. Confrontarsi con gli altri e, se possibile, dare e prendere i rispettivi influssi positivi.
Quando ci conoscemmo, il più era già fatto, per le nostre relazioni. Eravamo "già" amici, perché andavamo nello stesso senso. Mi stette vicino, quando subii l'intervento (anche Pino ha avuto seri problemi cardiaci, ndr). Una presenza assidua e discreta, che mi ha aiutato non poco a riprendermi e a ricredere nel futuro. Quel singolare rapporto nostro, cresciuto su una sintonia di fondo, preesistente alla nostra conoscenza diretta, è andato avanti fino alla sua morte. E, non è retorica, per me dura ancora. Voglio dire, semplicemente, che per me è come se Massimo fosse ancora vivo e presente nelle mie giornate. Faccio finta che "ce simmo appiccecati", che abbiamo litigato, e che per questa minima ragione non ci vediamo più. Con la consapevolezza che poi questa banale ragione sarà superata.
Pino Daniele






Noi cerchiamo di non essere banali nella napoletanità, ma neanche a tutti i costi di andare oltre. Bisogna essere quello che uno è, con naturalezza. Vedi Pino, per esempio, gli ho visto tirare fuori musica e parole con una semplicità incredibile, a me sembrava un mostro. In moviola per esempio c'era una musica francese da fare. L' ha fatta davanti a me con la chitarra, e lui non è un mostro, è un guaglione normale, ma questa cosa gli viene con una tale semplicità...
 Massimo Troisi
  
E Troisi, si riconosce in Pino Daniele? "Sì, l' ho sempre pensato, anche quando non c' era questa collaborazione, ma ancora prima quando ancora stavo con la Smorfia. A "Non-stop" Pino venne come ospite, per la prima volta, e non so perché m'aggio sempre identificato musicalmente con Pino, che per me è come un Eduardo della canzone, non tanto come cultura precisa, ma come sentimento. Mi è sembrato sempre quello più vicino a me musicalmente. E' un po' l'Eduardo della canzone, un musicista che riesce a tirare fuori napoletanità e sentimento senza cadere nel folklore o nel partenopeo a tutti i costi. Per dirla all'inglese è una questione di feeling. Il fatto è che mi sono fidato pure perchè non capisco niente, voi sapete il mio orecchio a che cosa può arrivare... E' capace che se cade una pentola, la prendo per un concerto di Joe Cocker... Per questo alla fine chiesi la collaborazione di Pino. Con Pino ci capiamo. Gli ho solo raccontato la storia, e ha scritto la canzone e le musiche giuste, solo sul racconto. Ha scritto la musica ideale (per Le vie del Signore sono finite) senza aver avuto bisogno di vedere un metro di pellicola. Certo in queste cose c'è un margine di rischio, perché al di là della stima reciproca io potevo fare un film bruttissimo, e non ho detto che non sia così, e Pino poteva fare delle musiche tremende. Ma nella vita bisogna pure fidarsi di qualcuno. Se uno le cose le fa con divertimento con una persona che gli fa piacere di farle, si risparmia il cinquanta per cento di fatica. E Pino si è preso l' impegno immediatamente di fare queste musiche. Prima con i miei film Pino aveva avuto meno opportunità di esprimersi, perché c' era talmente tanto parlato...non restava neanche il tempo di bussare alla porta proprio perché io ci parlavo sopra. Qua c'è la possibilità perfino di fargli cantare la canzone."



Arrivati a Viareggio fui preso, naturalmente, dal desiderio di vedere il mare. E arrivati sulla spiaggia, mi tolsi scarpe e calzini, mi arrotolai il pantalone sulle caviglie e cominciai a passeggiare dove le onde si sdraiavano lente sulla sabbia... Massimo, fingendo grande preoccupazione per le mie sorti, s'avvicinò calmo ma solenne e, come se si rivolgesse a uno pronto a tuffarsi, mi disse: "Nun t'alluntanà, eh...".
Pino Daniele 


Pino ha scritto ed eseguito le musiche per le colonne sonore di tre film di Massimo: Ricomincio da tre (1981), Le vie del Signore sono finite (1987) e Pensavo fosse amore invece era un calesse (1991). Massimo di queste collaborazioni ha detto, con la sua solita ironia (in presenza di Pino): "Io ho fatto tutti i film per le musiche di Pino Daniele. Dicci la verità, dai, Pino! Noi lavoriamo così. Lui fa le canzoni, mi chiama e dice: "Allora io nelle parti più accussì, più malinconiche ci faccio le parti più drammatiche, quando la musica è svelta ci faccio le battute e sono anni che andiamo avanti così. Come scrive 'na canzone io ci faccio 'nu film comico." A Massimo sarebbe piaciuto anche scrivere una commedia musicale lavorando appunto con Pino.
 
Ho sempre avuto la sensazione, guardando un film di Massimo o ascoltando un brano di Pino, di essere di fronte alla stessa cosa, allo stesso modo di dire le stesse cose, alla stessa arte e poetica. Ho sempre ritenuto Pino (nato il 19 marzo, due anni dopo Massimo ma curiosamente lo stesso giorno del mese successivo) il corrispettivo di Massimo in musica, almeno fino al 1994. Nelle apparizioni insieme Massimo, introverso ma comunque più intrattenitore, sovrastava Pino, anch'egli timido e riservato ma ottima spalla delle sue gag. Entrambi condizionati in un modo o nell'altro dal ritmo non regolare del proprio cuore, fantasioso e un pò matto. Entrambi paragonano l'altro ad Eduardo, artisticamente parlando. Entrambi portano in giro per il mondo la napoletanità che sento più mia, come quasi nessun artista partenopeo oggi riesce a fare. Quella napoletanità che Massimo incarna magistralmente, e che lo stesso Pino ha saputo definire così bene: "La napoletanità autentica deve essere coltivata con discrezione, con cura, sforzandosi di eliminarne le parti superflue o ridondanti, frutto di un eccesso di gusto barocco, per arrivare, se possibile, alla essenzialità di sentimenti e pensieri che, una volta colti nel modo giusto, si mostrano fragili e delicati". Quanto è difficile oggi veder veicolata questa napoletanità, quella più autentica e genuina. Io mi affido ancora a loro.

Cristiano
  

venerdì 13 gennaio 2012

Massimo Troisi e Pino Daniele, uno stesso sentire per le pene d'amore e non solo

La sofferenza in amore è un vuoto a perdere, non ci guadagni niente, a parte i cantautori che ci scrivono 'e canzoni... 
(Massimo Troisi)
   
Come due amici che riempiono il tempo con la propria arte, Massimo Troisi e Pino Daniele scrissero due canzoni in macchina. Parole del primo, arpeggi del secondo per "T'aggia vede' morta" e " 'O ssaje comme fa 'o core". Una sferzante, l'altra decisamente più malinconica, ma entrambe tese a esorcizzare e quindi confermare le pene d'amore. 
 
Ad "Alta Classe" (1992), con Gianni Minà, Massimo recita i versi di "'O ssaje comme fa 'o core", proprio sugli arpeggi di Pino. Lui che cantava non beccando proprio tutte le note, tanto in privato con gli amici, organizzando veri e propri Festival di Sanremo domestici, quanto talvolta anche in pubblico (vedi "La porti un bacione a Firenze/Lacreme napulitane", con Renzo Arbore in tv).  
Riporto di seguito il video di "Alta Classe" e due significative dichiarazioni di Pino Daniele, estensione in musica dello stesso sentire di Massimo e non a caso compositore di alcune colonne sonore per le sue pellicole, musiche che - come sostiene in generale Michael Radford - non accompagnano semplicemente un film, ma ne esprimono l'anima.  

Intervistatore: "C'è un brano che non è mai presente nei suoi show, T'aggia vede' morta, come mai?"
Pino Daniele: "Il testo è di Massimo. Ricordo perfettamente che eravamo in macchina e lui buttò giù le parole. Non riesco proprio a cantarlo, la malinconia mi strozzerebbe le parole in gola"
 (2008)

"Ragazzi, ho dimenticato di andare a prendere Massimo stasera. Ma l'ho visto, sta ccà." 
(Pino Daniele durante un suo concerto del 1994)

Tanti anni fa uno striscione recitava: "Pino Daniele sul palco, Massimo Troisi nel cuore".


                                                     

giovedì 28 ottobre 2010

Chi non muore si ricorda (ogni tanto)...un pò di Massimo Troisi in "Maschi contro femmine"

Riportiamo con un pizzico d'orgoglio un articolo di corrieredelmezzogiorno.it che riguarda Massimo e il nuovo film di Fausto Brizzi. Segnaliamo, con un accenno di sorriso ricordando le parole di Massimo ad "Alta classe" (1992), che dopo tanti anni c'è ancora chi vuol per forza chiamare il suo penultimo film "Credevo fosse amore..." (con tanto di virgola)  e non "Pensavo fosse amore...".
Cristiano

 
"Maschi contro femmine" si parte citando Massimo Troisi e il pubblico si emoziona
Ieri la prima con il regista e gli attori a Napoli

NAPOLI - «In particolare un uomo e una donna sono le persone meno adatte a sposarsi tra di loro»: la strappa Massimo Troisi la prima risata di «Maschi contro femmine», il nuovo film di Fausto Brizzi, prodotto da Fulvio e Federica Lucisano con Rai Cinema e distribuito dalla 01, da ieri in 641 copie. «Subito dopo il riso - spiega Fabio De Luigi, uno dei protagonisti di questa esilarante commedia corale - durante la proiezione a Roma, non appena è "comparso" il nome di questo straordinario artista napoletano è scoppiato un grande, spontaneo applauso».

LA CITAZIONE DI TROISI - La citazione, fortemente voluta dal regista, è tratta da «Credevo fosse amore, invece era un calesse». «Ho voluto che introducesse il film - ha raccontato Brizzi - perché ne enuncia il tema: ossia l’incompatibilità di fondo tra i due sessi, che è reale. Gli uomini pensano che le donne siano esseri inferiori e le donne altrettanto degli uomini. E’ impossibile far ragionare un uomo come una donna e viceversa». «Questa frase - ha raccontato Alessandro Preziosi, l’unico napoletano del cast - è la cosa che più mi ha emozionato del film.

IL PARTICOLARE DI MASSIMO - La grammatica unica di Troisi, che con quel suo "in particolare" esprime la volontà di non voler giudicare niente e nessuno». In coppia, con perfetti tempi comici con Paola Cortellesi, l’attore sembra essere nato per cavalcare ruoli brillanti. Presentato ieri a Napoli (con bagno di folla per gli interpreti all’Happy Cinema, Space Med e Martos) il lungometraggio, che mira a sbancare il botteghino, vedrà una seconda parte, quella di «Femmine contro maschi», in uscita a febbraio il giorno di San Valentino, che si annuncia altrettanto divertente e piena di colpi di scena.

Rosaria Désirée Klain
28 ottobre 2010
Corriere del mezzogiorno