Credo sia compito molto arduo tenere ferma la propria
verità nel corso degli anni, una linea sottile e delicata che in pochi seguono.
Una “voglia innata di verità” animava Pino Mango, che come il nostro Massimo
ha saputo ancorare le sue radici e serbare amore per le cose più importanti.
“L’amore invisibile”, quello che Mango descrive in occasione dei suoi
primi 60 anni, che con maestria e minuzia imprime nel suo ultimo lavoro, questa
volta l’ultimo per sempre. Due personalità, quella di Massimo, schiva,
ma caparbia allo stesso tempo, capace di giocare anche nei momenti più delicati
e quella di Mango, caparbio e diretto allo stesso modo, spesso
considerato un artista scomodo e antipatico.
Cosa avrebbe detto Massimo, se avesse avuto modo di duettare con Mango
in una nota trasmissione televisiva? All’affermazione che l’artista più
soffre e più scrive meglio avrebbe risposto: “Appunto tu soffri 2 giorni e fai
una canzone di 3 minuti, ma io per fare un film, io aggia soffrì da quando ero
piccolino proprio. Io per fare un film di 3 ore so stato tradito già
dall’ostetrica, cioè mentre m stava a piglian ha lassat a me e aggiuta a piglià
a natu bambin'”.
Ha destato un pò di meraviglia il sogno che Pino ha raccontato ad
alcuni dei sui collaboratori prima di lasciarci. Ha detto che la notte prima
aveva sognato di bere del buon vino con Fabrizio De André. Chissà, magari
potremmo meravigliarci ancor di più se una volta arrivato lassù abbia visto
aggiungersi un bicchiere di vino in più. Massimo amava la buona
compagnia e soprattutto l’atmosfera dei momenti più intimi fatti di musica,
canto e sketch. Sarebbe bello poterli immaginare così, calorosamente insieme,
ognuno al suo posto, che giocano e provano a creare ancora la magia delle
parole.
Pino, un artista
insolito e unico che fino alla fine ha continuato ad esprimere le proprie
emozioni attraverso gli elementi essenziali della natura. Massimo gli
avrebbe detto: “Si tropp complicat'… sofisticat'”. E’ a dir poco superfluo
elencare tutti i suoi titoli, ne citiamo alcuni: da “Io pioggia tu mattino”,
che attirò l’attenzione di Patty Pravo, a “Se mi sfiori” inserita da Mia
Martini in un suo album, “Angela ormai”, “Arlecchino”, “Sentirti”, “Nero e
blu”, “Oro”, “Lei verrà”, “Bella d’estate” scritta con Lucio Dalla, “Tu…si” sul
palco dell’ Ariston, “Sirtaki” e “Ma com’è rossa la ciliegia” scritte in
collaborazione con Mogol, “Nella mia città”, “Mediterraneo”, “Giulietta”, “Dove
vai”, “Credo”, “Stai con me”, “Amore per te”. Fino alle nuove sperimentazioni
degli anni 2000 come “Ti porto in Africa”, “La Rondine” e “Chissà se nevica”.
Anni in cui si cimenta anche come autore di poesie raccolte in un libro
intitolato “Nel malamente mondo non ti trovo”.
L’anno in cui ci ha lasciato esce, invece, l'album “L'amore è invisibile”.
Nel disco tre inediti e riletture di Sting, U2, Beatles, David Bowie Fabrizio
De Andrè, Lucio Battisti, Amedeo Minghi, Don Backy, il nostro caro Pino Daniele
e una canzone della tradizione sarda. Forse tutto ciò può bastare… ma non
credo. Ciao Pino, questo tempo che ci aspetta possa continuare ad intonare le
tue melodie e inondare noi tutti con la bellezza delle tue poesie. Un caro
saluto anche a te, Massimo, ormai veterano del nostro cielo. Un
Nuovo Inizio a voi lassù e un Buon Anno a noi quaggiù.
Angela
Nel video qui sotto possiamo scoprire un Mango allergico alla telecamera, al quale non piace rivedersi. Massimo diceva: "Io non mi piaccio mai. Sono talmente autocritico, che non mi suicido per non lasciare un biglietto che mi sembrerebbe ridicolo".
Un Mango commosso dalla musica napoletana, fatta col cuore e con la sensibilità ormai scomparse, che esegue con chitarra e voce "I' te vurria vasà". Sappiamo come alcune canzoni tradizionali napoletane fossero cavalli di battaglia di Massimo fin dalle vacanze ad Ascea con Gaetano Daniele.
Un Mango che fa quello che sente, odiando l'artifizio; schivo, che non fa stampare la propria foto sui manifesti. Che torna a casa non appena può, legato alle sue radici che gli sono servite a capire dove voleva andare. Su Napoli Massimo affermava: "Io non mi sento mai rapportato ai napoletani. Io mi sento napoletano,
che è diverso, ti levi dall'imbarazzo della bandiera o dei comunicati o
delle cose. Io so' napulitano, nun l'aggio dimostra' a nisciuno e nun
l'aggio spiega' a nisciuno. Penso, sogno in napoletano, quando parlo
italiano mi sembra di essere falso. Sembra un vezzo, un atteggiamento,
invece soltanto in questo modo credo di esprimermi con sincerità e
credibilità".
Un Mango voglioso di verità, sincerità, onestà, a costo di apparire antipatico. Uno vero come Massimo, insomma, che vuole che la gente pensi, che segue il suo istinto, per il quale la vita è una cosa seria, che va salvaguardata e rivisitata. Uno che non bleffa, allergico al playback, che si definisce onesto e presuntuoso, orgoglioso della sua terra. Ci piaceva omaggiare l'uomo e l'artista Mango e accostare qualche sua sfumatura al Nostro.
Cristiano
Vi lasciamo con il consiglio all'ascolto di cinque brani di Mango e il relativo link Youtube, di quelli anche meno conosciuti ma che meritano davvero.
Dall'album "L'albero delle fate":