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sabato 24 agosto 2013

E Massimo Troisi dov'è? Se lo chiedono anche Principe e Socio M. (VIDEO)

massimo troisi pino daniele
Ciro Raimo del nostro gruppo Facebook ci ha segnalato questo brano e il relativo video con un emblematico omaggio a Massimo Troisi. Il titolo della canzone richiama il grande Mister Volare Domenico Modugno e un’epoca lontana che non c’è più, con alcune sue coppie artistiche: si parte appunto da Massimo Troisi e Lello Arena fino ad arrivare a Stanlio e Ollio, Batman e Robin, The Blues Brothers, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini e via discorrendo. Per farci un attimo riflettere sui riferimenti che avevamo una volta e su quelli, sempre più poveri e tristi, che ci ritroviamo oggi. Grazie a Prinicipe e Socio M., già autori di un toccante brano dedicato tutto a Massimo Troisi.
Cristiano
 
Mimmo che volava - (Principe e Socio M.)

Eh...ma Mimmo che volava dov'è?
Vittorio Gassman dov'è?
E Massimo Troisi dov'è?
Eh...ma l'operaio dov'è?
Il panettiere dov'è?
Qualcuno che mi dica sono come te!

Questa è la storia dei ragazzi che sono cambiati
oh ma non ce ne 'sta uno che ha pigliato d'o pate*
vabè…tutti figli i dei figli di…
Se voi avete avuto Vittorio De Sica…
noi abbiamo avuto Christian De Sica!
Se voi avete avuto Steno… noi abbiamo avuto i fratelli Vanzina!
Se voi avete avuto Pasolini, Comencini, Rossellini… noi abbiamo i fratelli Muccini!
Se voi avete avuto De Filippo… noi abbiamo avuto De Filippi!

Eh...ma Mimmo che volava dov'è?
Vittorio Gassman dov'è?
E Massimo Troisi dov'è?
Eh...ma l'operaio dov'è?
Il panettiere dov'è?
Qualcuno che mi dica sono come te!

Questa è la storia dei ragazzi figli di nessuno
un trono, due urla e diventi qualcuno
più piangi, più fingi, più raggiungi la gloria
autografi, serate...ed è finita la storia!
Bambini ipnotizzati dalla televisione
stanno imbalsamando una generazione
delitti, processi...pieni di folla
i genitori in fila….e i figli tirano colla!

Eh...ma Mimmo che volava dov'è?
Vittorio Gassman dov'è?
E Massimo Troisi dov'è?
Eh...ma l'operaio dov'è?
Il panettiere dov'è?
Qualcuno che mi dica sono come te!
Eh…ma dimmi quell' Italia dov'è?
Di Carosone, Tognazzi...dov'è?
La tua generazione com'è?

E non è vero che per noi il cielo è sempre più blu
ma chi ci è stato mai nel blu dipinto di blu
svalutation….revolution….ahiaiaiai!

Eh...ma Mimmo che volava dov'è?
Mimmo che volava dov'è?
                         

domenica 29 agosto 2010

Massimo Troisi e Raimondo Vianello: il bisogno di vivere e far vivere emozioni

Troppe cose “… devono essersi perse da qualche parte”, cara Claudia ("Cara … Chiara", cit. dal Calesse). Grazie per il tuo profondo spunto di riflessione contenuto nel tuo post dello scorso 19 luglio: in troppi campi c’è da sentirsi “derubati” di qualcosa e, in noi in particolare, è prepotente la sensazione di aver subìto un “furto” in più. Dopo quell’immenso RESPIRO che ci ha regalato Massimo dalla e in ogni sua comparsa, sembra essere tornata quell’aria stantìa di cose uguali a se stesse, oppure copiate male o, peggio ancora, cose “sfornate” per un pubblico che vuole solo essere super stimolato per “distrarsi” ed evadere, rinunciando così a…vivere veramente.
 
Lui possedeva dentro, connaturato, il bisogno di “vivere e far vivere emozioni”, il bisogno di spazi interiori per sentirsi, ritrovarsi e regalare questa energia. L’ha pure accennato in un film: “Così mi distraete, soffro male, soffro poco…”. Sicuramente già a quei tempi (era l'anno del Calesse, il 1991) l’audience dettava legge e bisognava avere molto coraggio di uscire fuori dal coro, ma in Massimo avveniva in modo istintivo perché possedeva il coraggio delle proprie emozioni, in un mondo in cui, già allora, era difficile avere il coraggio delle proprie azioni (“Vorrei indignarmi di più e saper comunicare questa indignazione senza diventare una delle voci indistinte del coro”, ha detto una volta). Per questo, istintivamente, sentiva di non dover rispondere ad alcun cliché, lui era già fuori dal coro, gli bastava ESSERE e basta (“questo l’hanno già detto ”).

“NO, non è ancora nato un altro Massimo Troisi” ha dichiarato Pippo Baudo in un’intervista, e non credo l’abbia detto per piaggeria o motivi di “audience” (appunto): conosceva Massimo, l’ha incontrato tante volte, visibilmente conquistato dai suoi interventi. Sentiva anche lui che qualcosa faceva la differenza nei “duetti” con quell’artista: un mix prezioso di umanità, naturalezza, istinto, capacità comunicativa, ironia e soprattutto di buon gusto, di cui Massimo era portatore sano.
  
Quest’anno c’era un motivo in più per “confezionare” qualcosa di più rispondente oltre che al nome di Massimo, anche a quello di Raimondo Vianello, scomparso pochi mesi fa, al quale è stata dedicata questa quindicesima edizione del Premio Troisi. E si trattava appunto dell'omaggio ad un altro grande della comicità.
Ben detto, Claudia: “… con molta probabilità unica nota positiva di tutto il Premio”. Mi piaceva Raimondo, anche lui aveva un distinguo al quale non ha mai saputo-voluto rinunciare: “Era un portatore sano di ironia” ha detto recentemente il buon Costanzo. Superfluo aggiungere che, quando l’ho letto, ho pensato subito al “nostro” e, seppur confermando che nessuno ha su di me l’ “effetto calamita” che mi suscita Massimo, in Raimondo, forse, qualcosa me lo ha sempre ricordato, nonostante la distanza generazionale e di …genere “comico”.

Per questo ho ritrovato delle assonanze con quanto ho letto su Raimondo dopo la sua scomparsa e vorrei condividerle con voi.

- "Rallegrava tutti con il suo umorismo, che denotava anche cultura e sensibilità." (Patrizia De Blanck)
  
- "M’incantavo studiando la sua recitazione perfetta. Sempre arguto, misurato, impeccabile, sul set come nella vita. Sapeva di essere un maestro, ma non lo faceva pesare." (Little Tony)
 
- "La finezza del suo umorismo era lo specchio della sua eleganza morale." (Adriano Aragozzini)

- "Da lui ho appreso le leggi della comicità, i suoi tempi e i suoi confini." (Pippo Franco)

- "Tu non reciti per far ridere, tu fai ridere e basta, non fai il comico, ci sei nato." (Massimo Boldi)

- "… la sua flemma, le pause cariche di sottintesi, quel muoversi pigro e dinoccolato…devi misurare al centesimo i tempi, le sillabe, le facce…" (Alessandro Penna)

- "Quando muore un grande, come Raimondo Vianello, c’è un solo modo per sfuggire alla retorica: raccontarlo com’era. In purezza. Non ce ne sono più di persone così. La tv (ma anche la politica, la società, lo sport…) è piena di gente che si prende troppo, o troppo poco, sul serio." (Umberto Brindani)
  
"Se io voglio assomigliare a qualcuno, voglio fare come ha fatto lui…non sono più io ma divento…imitatore", diceva in un’altra delle sue sagge affermazioni Massimo. Per questo non è possibile, nel panorama di oggi, trovare un altro Troisi. "Non si è mai (più) visto, si fosse visto una volta … uno po’ dicere ‘s’è visto’. E invece no!". Vincenzo, protagonista di "Scusate il ritardo", insegna.

Daniela V.
 

lunedì 19 luglio 2010

Cercasi comicità e cercasi Massimo. Devono essersi persi da qualche parte…

A volte uno (una, nel mio caso) si chiede dove sia finita la comicità. Già, la comicità pura, ovvero l’arte di far ridere di gusto ma con intelligenza, con la pancia ma anche con cuore e cervello. Ma, soprattutto, ci si può chiedere dove stia andando la comicità sanguigna, quella di testa e anima che ha caratterizzato tutta l’opera di uno dei più grandi geni dell’arte comica del Novecento: Massimo Troisi.
   
Al genio di San Giorgio a Cremano è dedicato il Premio Massimo Troisi: Osservatorio sulla Comicità. Quest'anno, però, ci saranno più ospiti e meno serate e sotto la direzione artistica di Maurizio Costanzo il Premio diventa “glamour”. L’edizione di quest’anno (la quindicesima) è dedicata a Raimondo Vianello, con molta probabilità unica nota positiva di tutto il Premio. La manifestazione, da quando è nata, si propone di scoprire e dar spazio ai nuovi talenti comici italiani ma quest’anno, tra Deborah Salvalaggio, Manuela Arcuri e Carolina Marconi, ci si chiede dove siano finiti comicità e umorismo. In tutta onestà questa pare un’edizione poco o nulla dedicata allo spirito e, senza dubbio, molto poco riferita a Massimo Troisi e alla sua arte.
    
C’è stata qualche reazione a quest’organizzazione, al voler ridisegnare la kermesse snaturandola e dandole un taglio che non le si addice. Dario Cassini, Pierdavide Carone, Massimo Lopez con il musical “Ciao Frankie” dedicato a "The Voice" Frank Sinatra e, addirittura, Gigi D’Alessio con una tappa del suo concerto. E poi ancora Arisa ed Enzino Iacchetti, premiato con il Trofeo Troisi alla carriera. Magari quest’ultima cosa ci potrebbe anche stare, ma davvero, volendo essere pignoli, ripetiamo, dov’è la comicità? Quali sono i nuovi talenti? Dov’è finita l’eredità di Massimo Troisi? Forse Costanzo voleva ridare lustro a una manifestazione un po’ appannata dal tempo, ma che c’entrano questi nomi con la comicità e con Massimo Troisi? Va bene dedicare l’edizione al grande Raimondo Vianello (il Premio è stato dedicato, negli anni, a Vittorio De Sica, Tina Pica, Ugo Tognazzi Peppino De Filippo e Nino Taranto, fra gli altri), ma il resto? Siamo sicuri che questo sia il Premio Troisi, o abbiamo sbagliato posto?

Claudia Verardi

   
...e Massimo in questa foto sembra dire a queste persone: "Ma che avite cumbinato? 'Naggia a vvuje..".

Cristiano