lunedì 28 marzo 2011

Schegge di Massimo Troisi, sfogliando vecchi giornali in una serata piovosa

Stasera mi andava di riprendere e sfogliare il mio archivio di giornali e riviste in cui si parla di Massimo. Riporto qualche citazione particolare, schegge di emozioni, parole che restano.

Buona settimana a tutti.

Cristiano





"Parlando di sé, a modo suo, Troisi parlava anche di noi. Per questo ci ha colpito così tanto la sua morte, ci ha colpito tutti, e ci siamo sentiti improvvisamente più soli, precipitati in un mondo dove sembrava che non ci fosse rimasto più niente da ridere. Tragicamente adulto, tragicamente triste. Ma, ovviamente, si deve ricominciare. Diciamo da tre."

Marco Giusti




"Quel suo terrore mite nella scena memorabile di Ricomincio da tre, quando rimane da solo col matto nella stanza dell'ospedale. Le reazioni rassegnate all'impeto dell'amico Lello Arena, magnifico monocorde da stress.
Tutto era non prevedibile ma atteso. Tutti volevamo che Massimo reagisse in quel modo,  lo speravamo. Come speravamo che Totò buttasse le valigie giù dal vagone letto, o ficcasse sempre il braccio nei buchi dei potenti. O come quando volevamo che Stanlio mettesse nei pasticci Ollio. 
Troisi se ne è andato troppo presto, troppo presto per essere adulto, troppo presto per noi."

Vincenzo Salemme


"Vuoi il caffè?"
"No grazie, m'o piglio quanno me sceto."

Massimo Troisi alla sorella Annamaria, sabato 4 giugno 1994.

    





   
    

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