sabato 26 giugno 2010

Antonio Skármeta uno di noi, per sempre con Massimo nel cuore

Senza questo signore cileno dal faccione solare non ci sarebbe stato nessun Mario Ruoppolo, nessun postino a farci rabbrividire dalle emozioni ogni volta che guardiamo quel capolavoro di film. Antonio Skármeta, incredibilmente 70enne, sorride con la sua classica espressione pulita e gioviale. Massimo, mi dice mentre chiacchieriamo, è un pò il suo angelo custode e la sua guida spirituale da quando se n'è andato. Lui, uomo di grande cultura ma vicinissimo alla gente comune, come tutti i grandi artisti sa rendere fruibile a chiunque la letteratura più alta. Scrittore vero e carnale, cantore della straordinarietà della vita quotidiana proprio come Neruda e anche Pasolini. E come Massimo Troisi.
   
E' a Napoli in occasione della messa in scena teatrale del suo testo "18 carati", nell'ambito del Teatro Festival. L'ho incontrato a margine di un incontro in vista del prossimo forum delle culture, che si terrà sempre nella città partenopea nel 2013. Mi avvicino a lui per presentarmi e la sensazione è che sarebbe in grado di mettere a proprio agio chiunque incontri. Con grande disponibilità si ferma con me per  scambiare due chiacchiere, con l'aiuto dell'interprete di spagnolo. Ma lui capisce subito dove voglio andare a parare, e quando dalla mia bocca escono le due paroline magiche "Massimo Troisi" il viso gli si illumina più di quanto non lo sia già normalmente. Gli parlo del blog, del gruppo di "Amici di Massimo Troisi" radicato qua e là per l'Italia. Mi prega addirittura di considerare insieme al gruppo anche lui amico di Massimo. Uno di noi, insomma. Sorride ancora quando cito Mario Ruoppolo con il suo libro da autografare tra le mani. "Me lo rende unico, maestro?". Detto, fatto. "Para Cristiano, de tu amigo Antonio Skarmeta". Lo ringrazio di aver scritto questo libro, anche se so che tanti l'hanno già fatto prima di me. E mi sembra di sentire Massimo che mi dice: "E certo Cristià, tu 'o vai a intervistà aropp' 16 anni dal film! 'E fatt' come Gianni Minà con l'intervista a me sette giorni dopo la conquista dello scudetto del Napoli." Sorridiamo insieme, quasi come se avesse sentito queste parole presenti in realtà solo nella mia mente. Parliamo ancora per un pò, poi gli chiedo di fare un saluto, che filmerò, al blog e al gruppo. Non se lo fa dire due volte, e dal video vi accorgerete con quanta spontaneità e calore ci parla. E' per tutti voi.
  
Antonio Skármeta non ha mai dimenticato il suo postino. In un pomeriggio d'autunno di tanti anni fa incontrò Massimo convalescente nella sua villa ai Parioli e fu allo stesso tempo affascinato e inquietato dalla sua somiglianza caratteriale con Mario Jimenez, il protagonista del suo romanzo. Si salutarono con un breve abbraccio che diede allo scrittore cileno un'insolita emozione, e gli comunicava perfettamente il grande desiderio di Massimo di interpretare il suo postino, a costo di consegnare al film anche l'ultimo palpito del suo cuore malandato. Antonio crede fermamente che noi tutti siamo fatti di enigma e che i disegni del destino siano imperscrutabili. Il cuore ha lasciato vivere Massimo giusto il necessario perché portasse a compimento la lavorazione de "Il postino". Lui gli parla a cuore aperto come se fosse ancora qui tra noi, con la dolcezza e la poesia che contraddistingue entrambi: "forse oggi, dovunque sei, infine hai la risposta alla domanda dalla quale era iniziata l'amicizia del tuo personaggio Mario con Neruda: il mondo intero è la metafora di qualcosa?".
 
Sa che deve tanto a Massimo, e non meramente il fatto di aver proposto a Vittorio Cecchi Gori l'acquisizione dei diritti per fare un film dal suo libro. Come uno di noi ci regala in esclusiva un saluto per il blog e per il gruppo "Amici di Massimo Troisi", un messaggio sentito e di cuore per il suo e per il nostro amico. Ha sentito l'odore della passione vera, non quella fatta solo di parole deliranti, fanatismi, imitazioni spersonalizzanti, invidie e interessi, e ci è andato a nozze.
  
Grazie Antonio, grazie per essere uno di noi e uno tra noi e al tempo stesso uno delle più grandi penne della letteratura internazionale. Con un angelo custode ed una guida spirituale speciale accanto. Proprio come noi.
  
Cristiano

                          
"A tutti gli amici di Massimo Troisi, voglio che sappiano che io li considero anche amici miei. Massimo Troisi è una di quelle persone che unisce la gente, la unisce nella poesía, nella tenerezza, nell'affetto, nel talento. Consideratemi, per favore, un vostro amico." 

Antonio Skármeta 
(Grazie a Pako per la traduzione letterale)
   

1 commento:

  1. Quel libro è stato fatale nella vita di Massimo. Ha stimolato in lui il bisogno di parlare di nuovo d'amore, questa volta con poesia, ed il cinismo non tocca neanche per un momento l'ultima pellicola del nostro, perchè in fondo l'amore è molto più profondo di qualsiasi ragionamento teorico. E poi tutto era stato detto in Pensavo fosse amore.
    Ogni fotogramma de Il Postino, ogni gesto di Massimo, il suo volto segnato dalla sofferenza fisica, mostrano la sua grandezza d'animo e la sua determinazione artistica.
    Anche se ci ha lasciato e ci ha fatto male, il suo era un cammino che doveva percorrere, e noi siamo fortunati ereditieri di una preziosa perla del cinema.
    Skarmeta, nel suo bel faccione, esprime a sua volta un grandissimo affetto verso l'umanità, quell'abbraccio letterario che sentiamo alla lettura del suo libro. E che Massimo a sua volta ha ricevuto.
    Il Postino è un dono. Skarmeta ha regalato un racconto ai suoi lettori, Massimo ci ha regalato il film. E noi regaliamo il nostro pensiero a lui, e a coloro che ancora oggi, con purezza e arte, sono capaci di farci emozionare per davvero.
    Grazie Cristiano, per la tua costanza e sensibilità.
    Annalisa

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