giovedì 3 ottobre 2013

Il Troisi di Fabio Troiano: "Interpreterò Massimo dietro le quinte"

Quasi ovunque aleggia scetticismo nei confronti della fiction su Massimo Troisi che pare verrà girata a breve. Chi non manifesta dissenso vede il bicchiere mezzo pieno sostenendo che con un'operazione di questo tipo può far conoscere un grante attore scomparso prematuramente, principalmente ai più giovani. Per il resto i commenti evidenziano un Troiano che non ha niente a che fare con Troisi e la scadente qualità del prodotto fiction e dei suoi interpreti. 
Antonio, ad esempio, scrive: "ridurre la vita, seppur breve ahimè, di un GRANDIOSO ATTORE ad un paio di puntate da trasmettere la domenica ed il lunedì successivo per poi venire replicate nel nulla del palinsesto estivo...Meglio vedere una replica in HD di Ricomncio da Tre o Scusate il Ritardo dove c'è il VERO Massimo Troisi anzichè una brutta copia recitata da un attore che nemmeno gli somiglia". Secondo Natalia invece: "lo splendore di Massimo Troisi stava nella sua assoluta spontaneità. Impossbile ridurlo ad un copione, per rifare il suo personaggio bisognerebbe solo ne nascesse uno uguale, cioè è impossibile. Al massimo si può fare un film documentario, Massimo e' irragiungibile. Chi tenta questa impresa non ha capito niente di lui. Inoltre Troiano, per quanto sia un attore piacevole, ha una recitazione forzata. In "Ris" era pieno di ammiccamenti senza, senso iper lontano da Massimo Troisi". Lui dice che, almeno a Gragnano, attendono con ansia la fiction e gli hanno "affidato" Massimo. Aspettiamo e vediamo. Ma lo scetticismo sul perché tutto questo si faccia e con quale risultato resta.

Cristiano
 

L'attore protagonista del film tv "Ricomincio da me"
"Massimo è uno di famiglia, come Eduardo e Totò"
di Titta Fiore

«Quando Massimo Troisi morì, quel mese di giugno del 1994, avevo diciannove anni. Il dolore che provai solo un napoletano può capirlo». Fabio Troiano è nato a Torino, ma i suoi genitori sono di Gragnano, la città dei mulini e dei pastai. Ragion per cui l’attore si sente napoletano a tutti gli effetti. Conosce luoghi e dialetto, stati d’animo e sfumature. E ora l’esperienza gli tornerà utilissima, perché sarà lui a far rivivere sullo schermo il mito senza tempo di Troisi nel film tv prodotto dalla Taodue di Pietro Valsecchi per Canale 5, «Ricomincio da me», più volte annunciato e tra qualche giorno al via con la regia di Luca Miniero, il cineasta campione d’incasso di «Benvenuti al Sud».
Una bella responsabilità, Troiano.
«Lo so, ma anche una bellissima sfida. Vogliamo raccontare la sua vita e la sua arte, ma dietro le quinte. Mostrare quello che non si conosce, che non si è visto. Non gli sketch, tanto per dire, ma ciò che accadeva nei camerini. L’altra faccia di Troisi».
E lei?
«Il mio sarà un atto d’amore verso un mito del cinema italiano. Mi metterò da parte, non avrebbe senso cercare di imitarlo né di produrmi nella classica prova d’attore, non è questo l’approccio giusto».
Come si è preparato, allora?
«Mi sono documentato guardando filmati noti e inediti, parlando con chi lo ha conosciuto. E poi il mio punto di riferimento resta il lavoro minuzioso degli sceneggiatori Mizio Curcio, Andrea Nobile e Gianluca Ansanelli, nato anche dagli incontri con le persone più vicine a Massimo come Lello Arena, Enzo Decaro, Anna Pavignano...».
Lei, invece, Troisi lo ha conosciuto?
«Purtroppo no, non ho avuto questo piacere, ma per me fa parte della famiglia, come Eduardo e Totò».
I suoi film, invece, li avrà studiati.
«I film di Massimo si devono vedere a prescindere, perché raccontano con leggerezza la vita così com’è. Nelle sue storie di straordinaria modernità la gente si riconosceva e si riconosce ancora».
La sua lingua era inimitabile. Lei con il napoletano come se la cava?
«I miei genitori sono di Gragnano, dove ho vissuto da bambino e dove abbiamo una casa. Io con mio padre parlo solo in napoletano».
La base quindi c’è, resta la gestualità...
«Il mio lavoro di attore sarà su questo, ed è anche la parte interessante del mestiere».
Difficile calarsi nei panni di un’icona molto amata...
«Difficilissimo. Ma realizzo un sogno. Massimo era il mio punto di riferimento. Con mia madre da piccolo dicevo sempre che mi sarebbe bastato fare uno solo dei film che girava lui, mi piaceva molto... Poi da grande mi sono reso conto che Troisi è inarrivabile. Era avanti anni luce».
Fuori dai cliché.
«La gente gli andava dietro, con lui riusciva a ridere e a riflettere».
Nel film si vedrà?
«La sceneggiatura ripercorre le fasi importanti della sua vita, la gioventù a San Giorgio a Cremano, il periodo della Smorfia, il boom di ”Ricomincio da tre”, la televisione, l’amore per il calcio, la malattia, gli ultimi mesi durante le riprese del ”Postino”... Raccontiamo il percorso di una vita interrotta troppo presto».
Secondo lei i giovani conoscono Troisi?
«In parte sì, soprattutto per tradizione familiare. Oggi i miti nascono e muoiono in fretta, la velocità dell’informazione è un’arma a doppio taglio. L’amore per Massimo, invece, ha radici profonde».
Il riserbo della famiglia Troisi è noto, ne teme il giudizio?
«Sì, è normale. Mi sento carico di responsabilità nei loro confronti e verso il pubblico. Le racconto una cosa: quest’estate sono stato per un periodo a Gragnano e a Napoli e ovunque ho sentito crescere l’attesa per il nostro film. La gente diceva: ”Abbi cura del nostro Massimo”. Me lo affidavano, come uno di famiglia. È stato bellissimo».

   

Nessun commento:

Posta un commento

"Ricordati che..." puoi commentare! Scrivi la tua riflessione riguardo al post.