Che incredibile labirinto della memoria ci offre ogni giorno Massimo
Troisi. Ogni giorno da anni. Perché non c’è giorno che da qualche parte
qualcuno non ne cerchi il ricordo, ritrovandone il segno, il gesto, la
parola, frammenti che un’intera generazione ha imparato a conoscere, per
sorrisi che hanno lasciato il segno nel cuore di un numero enorme di
spettatori. Momenti “di culto”, occasioni per “citazioni”, segmenti di
“riflessione” in un quotidiano lessico amicale e familiare. Procediamo
così nell’universo di Massimo Troisi, dipanando il gomitolo di parole ed
emozioni che solo può condurre fuori dal labirinto delle sue
invenzioni. O invece scegliendo di rimanere ancora un poco imprigionati
in quel suo universo fatto di frasi geniali che fissarono le ansie, i
sogni, le illusioni, le delusioni, i sentimenti di una generazione,
proiettandosi poi lontano, per incuriosire e sedurre chi oggi lo
incontra nei personaggi dei suoi film che non ci si stanca di vedere,
nelle registrazioni del suo lavoro d’attore geniale. A mettere insieme
il complesso percorso di parole che ci ha lasciato, si resta sorpresi
ancora una volta da quel suo universo ricco di riflessioni e di spunti
critici. Fotografie di spietata ironia. Frasi che fanno sorridere e allo
stesso tempo fermano la risata e l’allontanano, per guardare oltre e
comprendere il senso della sua critica, mescolanza sapiente di apparente
ingenuità, amarezza, impertinenza e umorismo.
Giulio Baffi
Piazza Massimo Troisi a San Giorgio a Cremano (Napoli)
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