Video toccante e delicato...sulle note di una splendida canzone di Pino Daniele, autentico corrispettivo di Massimo per quanto riguarda la musica (almeno fino al 1994). Testo e atmosfera calzano a pennello per l'amore di Mario e Beatrice.
Valeva la pena condividervelo e augurarvi così un sereno e felice weekend.
Cristiano
I miei occhi su di te
stanno scivolando e quanto, quanto
quanto manca ancora per l'alba...
I miei occhi su di te
stanno scivolando e quanto, quanto
quanto manca ancora per l'alba...
in questo immenso che dura
tutta una vita o un minuto così
e non riesco più a parlare...
tutta una vita o un minuto così
e non riesco più a parlare...
In questo immenso che c'è fra le tue mani...
In questo immenso amore.
Splendido Cris ! Massimo è immenso!
RispondiEliminaIncantevole!Finalmente le parole retrocedono in una dolce danza lasciando avanzare il cuore che, attraverso queste immagini può vedere il suo sentire.
RispondiEliminaGrazie Cristiano
Esatto....tante note, poche parole...un mare di emozioni. Grazie a te, Angela!
RispondiEliminacomplimenti. pino daniele puo'stonare in certi casi(anche se non e'un neomelodico, a mio modesto parere, eccessivo!), mentre qui e'perfetto. parlano gia'da soli i soggetti, nel contesto stesso. e'un sottofondo che fa da sfondo non solo musicale. ebbbravo cristia';D
RispondiEliminavirginia
NBsaro'di parte perche'a me piace solo questo film...! ottimo!
Pino non stona, la sua voce è degenerata per problemi di cuore e di eccesivo fumo... E da diversi anni fa abuso di falsetto. Ironia della sorte è dalla morte di Massimo in poi che non scrive come prima e la voce si è fatta molto più acuta. Eggrazie Virgì' ;) A presto, torna a commentare!
RispondiEliminaL'accostamento tra la voce di Pino,per niente "stonato" secondo me ma semplicemente più maturo,e le immagini di Massimo mi prendono tanto.. Questo binomio doveva continuare ,c'era una simbiosi perfetta tra i due.Sono d'accordo con te Cristiano le canzoni di Pino coinvolgono di meno...Massimo nn lo ha più illuminato...Complimenti per le immagini stupende...
RispondiEliminaNon mi stancherò mai di dirlo: Massimo sta al cinema come Pino sta alla musica. E' il corrispettivo perfetto, lo stesso modo di esprimersi nella propria arte. Almeno per quanto riguarda il Pino Daniele ascoltato fino al 1994. Di uguale resta solo il suo modo di toccare la chitarra negli assoli....inconfondibile e magico.
RispondiEliminauau, la discussione dal verbo''stonare''e'partita in quarta!
RispondiEliminacmq caro cristiano, leggi cio'che dice marta: io intendevo proprio quello stucchevole napoletano effemminato con i falsetti amati da pinuzzo. non hai capito che nel mio commento l'accezione''stonare''non riguarda il modo di cantare, ma bensi'dove e'posto il canto stesso. in tal caso nel film. quindi a livello generico dicevo che quella cantilenare campana tipica poteva risultare eccessivamente neomelodica , appiccicaticcia, gommosa. beh, detto cio', grandi!
virginia
Pardon! ;) ...a presto!
RispondiEliminaVedo che il commento di Virginia ha suscitato un po’ di reazioni. Voglio indurvi ad una riflessione. Partirò da un punto un po’ lontano, ma che poi arriverà proprio dove siamo ora.
RispondiEliminaSto leggendo un libro che fa cosi: “La musica è una trappola, un espediente per raccontarti le cose come stanno. Ed è così rassicurante all’orecchio, così comoda da indossare, che le parole arrivano in ritardo, quasi dovessi fare uno sforzo per sentirle….”. “ In quegli anni ancora liberi ( anni ‘70 ), perfino la musica leggera riusciva a ordire qualche complotto. Gli artisti carini, giovani, intonati, autori di canzonette che facevano innamorare le ragazze e arricchire i discografici, erano in realtà dei depressi infiltrati nel music business allo scopo di diffondere fra i fans una concezione tragica dell’esistenza. Facevano la bella faccia per confidarti delle cose tremende quando restavi solo in camera con loro e li mettevi sui giradischi ”.
Tralasciando per un attimo il senso che l’autore, con queste poche righe, ha voluto infondere, ora dico: E’ possibile che in quegli stessi anni, quegli artisti carini, giovani e intonati, dalle voci cristalline, osannati coralmente, abbiano fatto sognare e innamorare un’intera generazione? Mentre oggi, davanti ad un artista di un peso inestimabile, ci si ferma a trovare il pelo nell’uovo? Si, è possibile. E perché? Perché oggi la scala dei valori e il peso che diamo alle cose non è comparabile a quella di ieri. Dico ancora: Quando abbiamo di fronte un maestro come Pino, che non solo ha gridato le verità di Napoli con un’eleganza mostruosa, ma come pochi ha costruito un genere musicale irripetibile, perché non proviamo a lasciarci andare? Insomma perché non proviamo a vivere le emozioni tralasciando i tecnicismi del caso che poco o niente contano di fronte ad un musicista di levatura altissima come Pino. Cosa si prova quando si ascolta la sua musica? Lo sapete tutti, vero? Allora che aspettate a percepirne il valore piuttosto che le tonalità vocali? Vi farà solo un gran bene. Un saluto a tutti
Tutti cambiamo col passare degli anni; naturale sia cambiato anche Pino. Fermo restando che per mia opinione personale non scrive più (nè si spende) come quando era in vita Massimo, ad ogni tour vado almeno ad un concerto ad ascoltarlo. Comunque credo che è un pò più difficile arrivare alla sua grandezza in tutte le sfaccettature per chi non è meridionale...ci vuole un certo legame con la terra, la lingua, le sonorità delle strade, le storie e il modo di vivere. Ci si arriva lo stesso ma con un tipo di studio diverso, con un ascolto più attento rispetto al nostro.
RispondiEliminaAppunto tutto cambia con l’evoluzione e/o involuzione sociale: l’individuo cambia e così anche l’artista; cambiano le atmosfere, gli usi, le percezioni e le intuizioni; ma soprattutto cambia l’ispirazione, così fece intendere Pino in un’intervista rilasciata qualche tempo fa. Tutto cambia quando non c’è più quello di prima, tutto cambia quando gli amici se ne vanno, la realtà si tramuta e così si rompe quell’incanto che generava continue suggestioni. Poi gli anni passano ed anche l’artista si ritrova a sostenere qualche seccatura, gli eventuali impresti più o meno superabili che si affacciano, a volte ti bussano e a volte no, ma quando arrivano non ti puoi sottrarre e così inizi a fare i conti con "mamma salute". Pertanto tutto cambia, ma quello che c’è stato resta.Grazie a Virginia che con un solo "verbo" ha reso possibile questo confronto.
RispondiEliminaOra arriva la provazione: Perchè i meridionali comprendono sempre tutto,artisti d ogni dove, nord, sud, ovest,est?
Ciao Angela, l'hai chiamata "provocazione" e non so quanta ironia ci sia nella tua domanda o quanto volutamente tu abbia compiuto una generalizzazione.
RispondiEliminaPrendendo sul serio le tue parole, posso dire di non essere d'accordo con te.
A qualsiasi latitudine puoi incontrare persone amanti della cultura, con una grande sensibilità e profondità d'animo, capaci di comprendere il percorso di un artista (o più artisti), cogliere il suo pensiero e insieme a lui sviscerarlo arrivando a provare empatia.
Può succedere con un artista conterraneo o con un artista che vede altri luoghi, sente altri profumi, ha un'altra storia dalla tua, eppure hai la sensazione di trovarti sulla sua stessa lunghezza d'onda.
Sicuramente in un ambiente culturalmente stimolante è più probabile che crescano individui inclini all'arte, come è vero che in luoghi disagiati possono "inaspettatamente" formarsi artisti o acuti critici d'arte.
Ora non voglio addentrarmi in un'analisi del rapporto tra "natura" e "cultura", tra "biologia" e "ambiente", finisco solo dicendo che oltre alla vera o presunta presenza di fattori congeniti, è importante, se non fondamentale, avere una Guida, qualcuno che ti educhi alle emozioni, ovunque tu abiti.
prego angela!
RispondiEliminavirginia
NBciao a tutti, di certo a voi e non agli amici di...maria de filippi§(ahah, freddura-time)
Ciao Marta,
RispondiEliminala mia più che una provocazione era una battuta vera e propria, un modo per ironizzare sulle tipiche e generiche, ma spesso anche divertenti allusioni generate nel tempo in merito alle “diversità” del nostro Paese. Non farei mai niente di simile, magari alle volte può prendere il sopravvento un sentimento di puro campanilismo (che tra l’altro confesso di aver riscoperto da poco, avendo vissuto per tanto tempo fuori), ma nulla che porti ad una “generalizzazione offensiva”.
Mi dispiace se la mia frase è stata fraintesa, forse l’ho formulata male. Ti ringrazio per aver espresso e chiarito ogni punto con un’intensa riflessione. Non poteva esserci conclusione migliore!
Condivido tutto quello che hai espresso, un plauso particolare per l’ultimo pensiero che hai serbato alla “Guida” delle emozioni. Grazie e mi scuso ancora con tutti, in particolare con Virginia naturalmente, per aver generato qualche dubbio. Un saluto a tutti.
Nessuna scusa da fare, siamo qui per discutere, riflettere e arricchirci. Finché c'è rispetto reciproco tutto è consentito. Grazie per aver alimentato questa bella discussione!
RispondiEliminaCiao Angela, ciao tutti,
RispondiEliminanon mi era parsa una generalizzazione offensiva, semmai un'esagerazione. Fin da subito ho sottolineato che non mi era chiaro il tuo intento e, non tralasciando i miei dubbi, ho espresso il mio punto di vista. Mi fa piacere aver chiarito.
...Comunque non ci sono scuse da chiedere, questo vuol essere un luogo di confronto, in cui ognuno tanto schiettamente quanto civilmente può esprimere pareri.
ciao angela,
RispondiEliminatranquilla e grazie ancora per avermi citata piu'volte:Dsi e'passati da un sottofondo musicale,
travalicando immagini e pensieri, per approdare
a ritagliare vari spunti su cui poter riflettere. di vario genere e saltando qua e la'.
a parer mio il bello e'non fossilizzarsi su qualcosa e basta; invece optare a spaziare, coinvolgere cio'che ci viene in mente e mischiarlo come in questo caso. detto cio', ovviamente ciao a tutti e buone feste!
virginia