Due mesi fa a Torino ho incontrato Gaetano Daniele, amico fraterno di Massimo Troisi e produttore con lui di quasi tutti i suoi film. Collaborò con Massimo dai tempi del Centro Teatro Spazio, per poi fondare con lui la casa di produzione "Esterno Mediterraneo".
Gaetano è una presenza molto discreta e cordiale. Mai una parola di troppo; non a caso è stato uno dei più grandi amici di Troisi.
Colgo l'occasione per ringraziarlo per la sua sensibilità e per la disponibilità, e per la gentile concessione del seguente aneddoto inedito, che mi ha svelato in esclusiva per questo blog.
"Quando Massimo recitava per La Smorfia, durante le riprese di Non Stop, avvenute a Torino nel 1978, indossava un'unica calzamaglia nera. Era di lana. Era l'unica calzamaglia che aveva e che lavava raramente per forza di cose: le repliche, fortunatamente, si susseguivano numerose e gli spostamenti da una piazza all'altra erano continui, cosicché il tempo mancava. Tant'è che, per una serata al locale Centralino in via delle Rosine, visto che la calza di lana era sporca, se ne comprò un'altra. Una calzamaglia sintetica.
"Quando Massimo recitava per La Smorfia, durante le riprese di Non Stop, avvenute a Torino nel 1978, indossava un'unica calzamaglia nera. Era di lana. Era l'unica calzamaglia che aveva e che lavava raramente per forza di cose: le repliche, fortunatamente, si susseguivano numerose e gli spostamenti da una piazza all'altra erano continui, cosicché il tempo mancava. Tant'è che, per una serata al locale Centralino in via delle Rosine, visto che la calza di lana era sporca, se ne comprò un'altra. Una calzamaglia sintetica.
Una sera, quando andò in scena, proprio mentre recitava "L'annunciazione", iniziò a sentirsi male: "E la barca tornò sola, e la barca tornò sola..scusate un momento". Si alzò dalla sedia, andò dietro le quinte e svenne. Tutto per colpa delle calze sintetiche: gli sembrava di non respirare dentro quelle calze! La cosa buffa è stata che chiese scusa al pubblico e andò a svenire di nascosto.
Per scaramanzia, da allora, continuò ad usare le solite calze nere di lana."
Per scaramanzia, da allora, continuò ad usare le solite calze nere di lana."
In un piccolo episodio come questo è racchiusa una personalità autentica, allergica a ciò che nella vita risulta soffocante e finto.
Annalisa
Come sempre per le cose di Massimo, ho accolto questo aneddoto con l’emozione di una scoperta di casa, di famiglia, una caratteristica custodita da un mio antenato. Come l’ennesima delicatezza di un cuore e un corpo che…non potevano vestire sintetico, artificiale. La finzione, in tutte le sue sfumature e in qualunque forma, non potevano esistere nell’animo di Massimo!
Straordinario il suo chiedere scusa e andare a svenire di nascosto, quasi anomalo in questa società dell’ostentazione. Di fronte a simili “racconti”, soprattutto oggi, trovo quasi ovvia la dipartita del nostro. Penso davvero che Massimo non avrebbe voluto sostenere troppo a lungo tanta visibilità, disponibilità a tutti i costi, piaggerìa e opportunismo. Penso che nel tempo, se fosse rimasto tra noi col corpo, avrebbe comunque preso una decisione alla Mina. Avrebbe avvertito chiaramente lo stridore dei tempi interiori con quelli sociali.
Anch’io non ho mai tollerato le calzamaglia sintetiche, e non potendo sempre permettermi di andare a … svenire di nascosto, ho smesso di comprarle! Da una vita.
Un grazie immenso, Annalisa, per questi intensi spunti di riflessione!
Daniela
Un grazie enorme al grande Gaetano Daniele, una persona di Massimo in tutti i sensi: discreto, poco appariscente, sempre generoso e profondo. Lo stesso grazie speciale va alle altrettanto dolcissime Annalisa e Daniela, due amiche e "collaboratrici" eccezionali, tra le bellissime persone che Massimo mi ha dato l'opportunità di conoscere.
Cristiano
Penso anche io che, se fosse rimasto con noi, prima o poi avrebbe preso una decisione alla Mina. Non avrebbe preso parte alla finzione FINTA che troviamo oggi in ogni dove. Ho 23 anni e non guardo la televisione. Se ci fosse Massimo almeno una volta al giotno in Tv, la guarderei ogni giorno. La tv che è un mezzo di comunicazione, ormai, non comunica più come dovrebbe. Massimo, menomale che è esistito, con tutta la sua pigrizia, come disse Benigni, ha fatto più miracoli il suo verbo, che quello dell'amato San Gennaro.
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento, Gianluca. Massimo era un uomo fuori dal suo tempo già allora, figurati come lo sarebbe adesso. Neanche io guardo la televisione ormai da anni...e forse me l'ha insegnato proprio lui. ;)
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