Il
post di Claudia, nato da riflessioni comuni sulla sorte del Premio
Massimo Troisi, incarna bene la natura e una delle funzioni di questo
blog che ho deciso di aprire. Ogni membro di "Amici di Massimo Troisi",
con la sua personalità, sente di dover in qualche modo di fare il suo
affinché Massimo non finisca nel dimenticatoio, affinché il suo cuore
ballerino batta ancora nei nostri. Lo citiamo, ci cibiamo di lui per
quello che ci dà ogni giorno, e anche per un senso di gratitudine.
Un
evento che porta il nome di Massimo Troisi deve avere ospiti davvero
legati a lui, magari grati come lo siamo noi, non meramente per fini
economici. Bisogna immaginare la manifestazione come fosse condotta da
lui e da ciò che a lui piaceva, dal suo stile e dalla sua filosofia
discreta. Appaiono poco appropriati i nomi roboanti che vanno per la maggiore al momento, senza
per questo implicare necessariamente una reale forma d'arte. Troppo spesso si ricorda
Massimo Troisi solo a parole, poco e niente viene fatto per tramandare
tangibilmente la sua opera soprattutto alle nuove generazioni. Il poco
che si fa puntualmente vede partecipe chi già lo conosceva, la solita élite che viene coinvolta. Serve a poco
commemorarlo in modo melenso solo il 19 febbraio e il 4 giugno. Occorre
ricordare la sua esistenza, far capire ai ragazzi chi era e cosa ha
fatto, senza trasformarlo in un marchio commerciale. Noi siamo qui anche
per provare a impedire che ciò accada. Grazie Claudia.
Cristiano
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