sabato 14 giugno 2014

Carlo Verdone: "Ero amico di Massimo perché rispettavo i suoi tempi, al cinema guardavamo i filmoni americani"

Carlo Verdone si è espresso tante volte su Massimo Troisi, amico e collega, ma non si meraviglia affatto che il ventennale di quella morte precoce e crudele, annunciata eppure inaccettabile susciti, oltre ai rimpianti, interessamenti e coinvolgimenti così vividi ed estesi. 

«A me capita spesso di pensare a Massimo e di rifletterci intensamente: una personalità complessa, profonda e non facilmente accessibile come la sua all’orizzonte del cinema italiano non è più apparsa. Siamo stati amici, del resto, proprio perché ho sempre rispettato i suoi tempi, le sue abitudini, le sue idiosincrasie e nei confronti del contiguo itinerario professionale ho mantenuto un atteggiamento sincero, fluido, spontaneo e di conseguenza mai assillante. Non gli ho mai chiesto, per esempio, d’accomunare sceneggiature, film, progetti e forse per questo ero uno dei pochi a incrinare i suoi proverbiali baluardi di pigrizia. Al mio compleanno veniva volentieri, per esempio (dovrei avere ancora le foto in cui tiene in braccio mia figlia), così come a qualche proiezione dei documentari d’arte di Luca, ma il piacere principale era quello di andare al cinema. Sempre se fossi andato a prenderlo e riportarlo a casa con la mia auto. Sempre al primo spettacolo (predilette le tre del pomeriggio); sempre in sale piccole e defilate; preferibilmente a vedere filmoni americani, spettacolari e in testa al botteghino».
 
Beh, sarebbe stato divertente e istruttivo origliare i vostri discorsi, per così dire, tecnici nel merito. Ed eravate forse un po’ complici in questi campi non proprio culturalmente corretti.
«Poco per quanto riguarda le acchiappanze. Mi ricordo quella volta che dovevo accompagnarlo a pescare una tipa chissà dove e dedicarmi alla sorella, ma siccome non c’erano ancora i navigatori vagammo in auto un’ora e mezza per strade periferiche di Roma smoccolando. E quando si giunse al dunque, la sua partner a un certo punto se ne uscì dicendo: "Ma che è ‘sto rumore? Sto impazzendo". Era il tic-tac della valvola cardiaca che Massimo si portava dietro con meravigliosa indifferenza. Ti ribadisco, però, che era un animale casalingo, era a suo agio quando stava da solo o riceveva nel suo confortevole fortino dal pomeriggio della sveglia alle tardissime ore del sonno. E il calcio era il suo svago n°1, tanto è vero che una volta da lui incontrai Maradona che gli aveva appena autografato una gigantografia e sarebbe rimasto a cena».

FONTE: http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CULTURA/carlo-verdone-amp-laquo-vi-racconto-il-mio-amico-massimo-troisi-amp-raquo/notizie/719972.shtml
 

1 commento:

  1. UNA INTERESSANTE INTERVISTA DEL GRANDE CARLO VERDONE. GIANLUIGI MELUCCI

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