venerdì 14 gennaio 2011

Il rispetto di Pasolini per i comici (e per Massimo Troisi)

Quello che segue è uno stralcio di una recensione del film "Che cosa sono le nuvole?", episodio del film collettivo "Capriccio all'italiana del 1967". L'episodio diretto da Pier Paolo Pasolini vede come protagonista il grande Totò e ne consiglio a tutti la poetica visione. 
Pasolini non ha avuto il tempo di conoscere niente di Massimo, ma Massimo ha dichiarato più volte la sua ammirazione per la sua opera di poeta, regista e scrittore. Leggere del rispetto di Pier Paolo per i comici è come raccontare di una stima in qualche modo reciproca.

Cristiano
 
Pasolini ha realizzato un'opera dimostrando di possedere ciò che il cinema italiano non ha mai avuto: rispetto per i comici. "Con Pierpaolo non andavamo spesso al cinema, però quando c'erano Franco e Ciccio in televisione li guardavamo e se ammazzavamo da ride". È Davoli che parla. Grandi comici facevano ridere pur recitando in film pietosi. La grande opportunità di sfogo è stata offerta solo ai mattatori, talenti onnipresenti come Gassman, Sordi, Manfredi: attori capaci di abbracciare anche il comico. Ma i veri comici sono come i poeti: ne nascono tre o quattro dentro un secolo. E com'è vero che a secolo concluso Pasolini sarà tra i pochi che conteranno, i suoi comici sono tra i pochi che meritano di essere ricordati, ed approfonditi. Il coraggio del regista è stato davvero notevole; nessuno avrebbe pensato a Franco Franchi per un cinema di poesia. Pasolini l'ha fatto. 

Tratto da Pasolini.net



MASSIMO TROISI SU PIER PAOLO PASOLINI:

"Il film che mi ha fatto avvicinare al cinema è stato "Edipo re" di Pasolini. Lo vidi a San Giorgio a Cremano, quando ero ragazzo. Non capii niente eppure ne fui affascinato. Ancora oggi Pasolini è l'autore che maggiormente mi emoziona. Ha proprio ragione Ettore Scola: per amare non c'è bisogno di capire. Pasolini è una persona che stimo. Mi piace tutto di lui: i libri, i film… Tutto.  A me piacerebbe essere così. C'è sempre la speranza che la gente sbagli sala, e invece di entrare in quella dove fanno Rambo entri in quella dove fanno un vecchio film di Pasolini". 

"Insomma, io non è che voglio levare Rambo agli altri.  Però non levate Pasolini a me."
(in “Il Messaggero”, 12 febbraio 1989) 


"Quando penso a un Pasolini, a come agiva rispetto alla società, alle cose, mi stimo molto poco."  (intervista di Alessandra Levantesi a Massimo Troisi apparsa su “Videoparade”, 1989)
 

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