Il film d'animazione della Pixar era in lizza per una statuetta
Enrico Casarosa: ho visto e rivisto i film di Massimo per carpire i segreti della grande gestualità napoletana
Con il corto “La Luna” è stato il primo italiano candidato agli
Oscar per un film d’animazione. Quella sera non ha vinto, “sulla luna”
però, metaforicamente, ci è andato lo stesso. Enrico Casarosa,
quarant’anni, genevose, da dieci vive e lavora, come story artist, negli
Stati Uniti, alla Pixar. In un’intervista al Fatto Quotidiano ha
raccontato di essersi ispirato a Troisi per alcuni dei personaggi del
suo cartoon. «Abbiamo guardato un sacco di film con Massimo Troisi per
portare un po’ di quel gesticolare napoletano dentro ai nostri
personaggi», ha spiegato.
Casarosa aveva la necessità di caratterizzare alcuni dei protagonisti del suo corto.
“La Luna” è la storia di un bambino che scopre il lavoro che fanno i
propri familiari quando, una notte, il padre e il nonno decidono di
portarlo in barca con loro. Nell’idea di Casarosa il bambino, come il
padre e il nonno, dovevano avere un’espressione, un’aria, un
atteggiamento italiano. Come dare quindi ai personaggi di un cartoon
simili caratteristiche? Attraverso la gestualità e il modo di parlare,
ha pensato Casarosa.
E chi allora, meglio di altri, poteva rendere sullo schermo simili
caratteristiche in modo che i disegnatori e gli sceneggiatori potessero
capire quali espressioni e quali movimenti dare ai personaggi del
cartoon? Per il disegnatore italiano i cartoonist potevano imparare solo
da Massimo. Enrico Casarosa da dieci anni lavora alla Pixar. Negli
ultimi anni ha lavorato a lungometraggi di successo come Ratatouille, Cars e Up.
Quando, tempo fa, ha proposto al direttore creativo della Pixar John
Alan Lasseter di finanziare "La Luna", il produttore cinematografico
statunitense non ci ha pensato troppo prima di dire sì, convinto
proprio, riporta l’intervista, da quel “sapore” italiano dei personaggi.
Domenico Andolfo
28 febbraio 2012
28 febbraio 2012
FONTE: Corriere del mezzogiorno
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