Sono passati esattamente dieci anni da quella telefonata emozionante di Rosaria Troisi che mi invitava alla presentazione del suo nuovo libro dedicato a Massimo, "Come un cesto di viole". "Vieni, mi raccomando, vedi che ti ho fatto una sorpresa!". Mi ero appena diplomato in ragioneria col massimo dei voti con Massimo: grazie all'impagabile aiuto di Gaetano Daniele e ai suoi appunti sul preventivo del costo di un film ero riuscito a incentrare la mia tesina di maturità tutta su di lui, trovando un argomento attinente per ogni materia, religione ed educazione fisica incluse. "Ma allora tu sì nu mostro! E vattenn' mmiez' 'e mostri!", fu ancora il commento a riguardo da parte dell'ironicissima Rosaria.
All'epoca c'era solo il sito www.noncirestachericordarti.too.it, padre naturale di "Amici di Massimo Troisi, che mi permise di conoscerla e che fu recensito anche dal quotidiano "Il mattino". E il gruppo "Amici di Massimo Troisi", non essendo ancora decollato Facebook, viveva su una mailing list, attivo e variegato già allora. Ero giovane, teneramente ingenuo, e questo traspare dalle righe che scrissi anni prima e che riporto di seguito, inserite da Rosaria appunto nel libro "Come un cesto di viole". Sfogliando le pagine ecco comparire anche una delle prime cose portate da me sulla tomba di Massimo: una cartolina con una poesia di Totò. L'emozione e la gratitudine si trasformarono in un mare di commozione per me. Da allora niente è cambiato: la stima per Rosaria, la passione che è cresciuta, ha attraversato nuove fasi, ha influenzato i miei interessi, i miei studi, il mio lavoro e mi ha portato, come sempre, tante nuove belle conoscenze di persone speciali nel nostro gruppo di appassionati veraci sparsi per il mondo. Ma la certezza intatta è che questa passione mi accompagnerà tutta la vita. Grazie Massimo, grazie Rosaria.
Cristiano
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