Grande partecipazione di pubblico all’inaugurazione della via intitolata a Massimo Troisi. Era presente tutta l’isola: rappresentanti dei tre comuni (Malfa, Santa Marina e Leni); cittadini; turisti e non solo… Testimonial dell’evento è stata Maria Grazia Cucinotta che ha tolto il drappo, scoprendo la targa della Via Massimo Troisi, stradella conosciuta per le tante scene del film. Alla presenza degli altri grandi nomi del film, lo scenografo Lorenzo Baraldi e la costumista Gianna Gissi, è stata inaugurata anche la mostra “Il Postino: Salina, la metafora della poesia”, presso la Casa Sebastiano Lo Monaco, che resterà aperta al pubblico per tutti i pomeriggi di luglio per poi trasferirsi a Roma.
Il momento più commovente, sottolineato dalla musica di Bacalov, è stato percorrere via Massimo Troisi, giù, fino al belvedere dove è stata presentata al pubblico “L'ombra del postino”, la nuova scultura dedicata all’artista scomparso, di Giuseppe Faranna e Sergio La Spina, realizzata da Fabio Pilato. In serata, spazio alla grande musica italiana di Enzo Gragnaniello e Gianni Conte, che hanno scaldato i cuori di tutta la platea.
Maestro Baraldi, perché la scelta di Pollara per le riprese del film?
Dovevo ricreare l’Italia degli anni 50, il regista mi ha chiesto di fare dei sopralluoghi , ma in tutta Italia c’era troppo cemento; ho fatto il giro di tutte le isole, ma la più naturale, quella ancora incontaminata era Salina. Ultima isola visitata. Pollara, ancora vergine, senza strade, “ che fatica andar sù e giù dalle balate scoscese sulla spiaggia…”!
Maria Grazia, dopo vent’anni dalle riprese cosa ti ricordi di questa strada?
L’abbiamo fatta a piedi almeno mille volte, approfittavi per scappare dal set per cercare un posto dove prendere il sole, mangiare una granita…Quest’isola ha fatto sognare e continua a far sognare il mondo intero. Ti fa sentire fiera di essere siciliana: la meraviglia della scogliera, della spiaggia, di tutti i colori…Questa è un’isola che ti regala tante emozioni, è una vita a parte che prende vita anche dentro la pellicola.
Il momento più commovente, sottolineato dalla musica di Bacalov, è stato percorrere via Massimo Troisi, giù, fino al belvedere dove è stata presentata al pubblico “L'ombra del postino”, la nuova scultura dedicata all’artista scomparso, di Giuseppe Faranna e Sergio La Spina, realizzata da Fabio Pilato. In serata, spazio alla grande musica italiana di Enzo Gragnaniello e Gianni Conte, che hanno scaldato i cuori di tutta la platea.
Maestro Baraldi, perché la scelta di Pollara per le riprese del film?
Dovevo ricreare l’Italia degli anni 50, il regista mi ha chiesto di fare dei sopralluoghi , ma in tutta Italia c’era troppo cemento; ho fatto il giro di tutte le isole, ma la più naturale, quella ancora incontaminata era Salina. Ultima isola visitata. Pollara, ancora vergine, senza strade, “ che fatica andar sù e giù dalle balate scoscese sulla spiaggia…”!
Maria Grazia, dopo vent’anni dalle riprese cosa ti ricordi di questa strada?
L’abbiamo fatta a piedi almeno mille volte, approfittavi per scappare dal set per cercare un posto dove prendere il sole, mangiare una granita…Quest’isola ha fatto sognare e continua a far sognare il mondo intero. Ti fa sentire fiera di essere siciliana: la meraviglia della scogliera, della spiaggia, di tutti i colori…Questa è un’isola che ti regala tante emozioni, è una vita a parte che prende vita anche dentro la pellicola.
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