"Ci sono due cose che un napoletano vero sa esattamente.
La prima ha a che fare con l’istinto di sopravvivenza: in qualsiasi punto della città, in qualsiasi momento, al chiuso o all’aperto, di notte o di giorno, si saprà orientare e ti saprà indicare in che direzione si trova il Vesuvio.
La seconda ha a che fare con un ricordo terribile, con una tragica scomparsa: un vero napoletano ti saprà dire che cosa stava facendo e dove si trovava quello sciagurato pomeriggio del 4 giugno del 1994, il giorno in cui si apprese della morte di Massimo Troisi."
(Da "081 - il romanzo" di Luca Delgado, Edizioni Homo Scrivens)
Verità in-con.fu-.ta-bi-le: ricordo esattamente anche per quanto tempo sono rimasta immobile sul letto senza riuscire a pronunciare alcun suono: ore senza parole!
RispondiEliminaNiente parole per una notizia che ho vissuto come agghiacciante. Quasi una cattiveria, crudele e dispettosa, per il “tutto” che Massimo rappresenta per me.
Un senso di ingiustizia insopportabile, come successivamente anche Michael Radford: “In un angolo del mio cervello ho sentito insopportabile e ingiusta la realtà della sua morte”.
Ma la notizia della morte di Massimo è stata anche il “colpo di grazia” per la mia passione: ho cominciato a chiedermi e ad approfondire chi era la persona dietro all’attore, e nulla mi è più sfuggito su Massimo da quel giorno. Almeno spero!
Ed è stato come se quella notizia gli avesse dato … nuova vita.
Anche grazie a te, Cristiano. Anche grazie a voi.
Daniela V.