Una giornata a San Giorgio a Cremano per Massimo. Questa volta eravamo solo in tre in giro per il paese e ad assistere al lungo convegno a lui dedicato a Villa Bruno. Una bella iniziativa, una discreta organizzazione ma probabilmente è mancata la lucidità necessaria per farne un evento ancor più speciale. La maggior parte degli oratori veniva dal mondo accademico e relazionava con un linguaggio tecnico; il posto per una tale iniziativa era l'università e il giorno adatto non certo una domenica. Ma era oggi il giorno di Massimo; dispiace solo non aver visto tanta gente accorsa all'evento. Magari rendendo il tutto un pò più informale sarebbe stato diverso. Resta una piacevole giornata trascorsa tra amici uniti nel nome di una passione genuina, ritrovando con piacere diversi conoscenti e colleghi di Massimo. E l'incontro con una persona stupenda, nettamente la nota più lieta: Renato Scarpa, un appassionato come noi.
L'anno prossimo sono sessanta e ci daremo da fare per tramandare ancor di più la memoria e l'arte di Massimo Troisi. Non facciamo parte dell'intellighenzia più alta, non abbiamo grandissima risonanza ma in questi anni il nostro ci ha insegnato che la passione porta sempre lontano. Siamo ancora qui. Per te e con te. Senza celebrazioni, solo parlando di un amico che ci vive dentro.
Auguri Massimì!
Cristiano
Nun fa’ tardi, pe’ piacere…
Mi sono svegliato presto stamattina. Alle undici appena, solo per te, che ami dormire. Oggi è il tuo compleanno. Doccia, jeans, camicia bianca, sono pronto. Il regalo l’ho preso l’altro ieri, è un libro. Lo vidi per caso, nella vetrina di una libreria del centro. Si chiama “Il Postino di Neruda”, l’ha scritto un certo Antonio Skàrmeta. Non so chi sia, nè immaginavo di cosa parlasse il libro prima di comprarlo. Ho letto che è la storia di un postino, della sua amicizia con il poeta Pablo Neruda. Ho pensato un pò a noi due: io postino, tu poeta.Poeta che oggi compie ben cinquantanove anni.
Azz, te staje facenn’ viecchio! Penso alla tua faccia mentre ti dico questa frase e mi viene da ridere. Prendo il libro e mi incammino verso casa tua. Mi vengono in mente tutti i tuoi film, nel tragitto che mi sta portando da te. Il primo, quello in cui avevi fatto solo “tre ccose bbone”, oppure quello in cui con Benigni correvi all’indietro nel tempo. Mi hai fatto ridere tanto, mi hai regalato momenti unici, fatti di buon umore, di riflessione, di nostalgia, di malinconia.
Una volta, in un tuo film, non ricordo quale in questo momento, c’era un tuo primo piano, eri terribile. I tuoi occhi penetravano la telecamera, bucavano lo schermo ed entravano nel cuore di chi ti guardava. Eri disarmante.
Che fortuna essere tuo amico!
Guardo il libro, chissà se ti piacerà. Già so che anche se non dovesse piacerti non me lo dirai mai. Lo accetterai con un sorriso, ringrazierai, con la tua solita eleganza. Come quando ritiri un premio e ti limiti a dire un laconico “Grazie”, senza troppi giri di parole. Non ti è mai piaciuto parlare tanto. Non ne hai bisogno.
Non ho mai sentito nessuno parlare così tanto stando in silenzio. I tuoi silenzi sono lunghi monologhi, logorroici discorsi che toccano l’anima. Mi piace stare immobile ad ascoltarti, a guardarti.
Eccomi arrivato. Sono sotto al tuo palazzo. Busso, ma tu non rispondi. Non mi dire che staje ancora durmenn’! E’ mezzogiorno. Sei esagerato. Piazzo il dito sul citofono e lo lascio lì per un minuto. Niente, non ci sei. Strano.
Dal palazzo esce una signora, la tua vicina di casa. Mi dice che sei uscito presto stamattina, avevi un’aria triste. Hai preso la bicicletta e sei andato via.
Dove sarai andato? E poi, arò l’haje pigliata ‘a bicicletta? Tu a stento la sai portare.
Vabbuò pazienza, ti aspetterò qua, insieme al tuo libro.
Però nun fa’ tardi, pe’ piacere…
Buon Compleanno Massimo!
Pierpaolo Orefice
"Non ho mai sentito nessuno parlare così tanto stando in silenzio"
Un francese, autentico “coup de coeur" perché leggi questa frase scritta da Pierpaolo e pensi solo a Massimo e al suo saper comunicare oltre le parole.
E' diventato quasi maggiorenne il saluto, anch’esso silenzioso, che Massimo ci ha fatto quando ha deciso di "parlarci in silenzio" da un’altra dimensione, e i suoi messaggi o le associazioni a lui arrivano puntualmente a destinazione.
In silenzio, oppure malcelati in un’emozione.
Mi ha parlato anche ieri sera, nel refrain della canzone di Celentano e Morandi, a Sanremo: “Ti penso e cambia il mondo … ed oltre quel che c’è”.
Lo penso e mi sento alleggerita e più fiduciosa: mi capita spesso.
Nessun sentimentalismo, solo uno dei tanti modi in cui Massimo sa ancora comunicare in silenzio, almeno con me.
E sicuramente, in modo personale, con ognuno di quelli che lo amano: come con Pierpaolo che, con pazienza, lo aspetta in compagnia di quel libro.
Immagine bella e molto efficace.
Come tutti quelli che oggi, riuniti a San Giorgio o, come me, lontani dal suo paese d’origine, non hanno potuto fare a meno di guardarlo, sentirlo, ascoltarlo.
In silenzio.
Grazie a tutti voi che, con le vostre partecipazioni, contribuite a rendere familiarmente sonoro il silenzio di Massimo.
E grazie a CHI ha voluto donarcelo, 59 anni fa.
Daniela V.