sabato 2 aprile 2022

"Scusate il ritardo" di Massimo Troisi in streaming: uno dei tanti film capolavoro non pervenuti

Tra i film di Massimo Troisi spicca l'assenza di "Scusate il ritardo" in streaming, su qualsiasi piattaforma lo si cerchi. È solo uno dei tanti titoli capolavoro assenti e non è soltanto una questione di diritti d'autore. Uno dei più grandi successi di inizio anni Ottanta con coprotagonisti Giuliana De Sio e Lello Arena, acquistabile certamente in dvd (e non in bluray, ma questa è un'altra questione che affronteremo in separata sede) ma non reperibile altrove in rete, legalmente si intende. Tra l'altro proprio nei mesi in cui gli introiti dello streaming hanno messo la freccia e sorpassato quelli dei titoli fisici.

Inutile cercare il film di Massimo Troisi su Netflix, su Disney+, dove pure campeggia "Non ci resta che piangere", men che meno su Amazon Prime Video. Una questione che non può lasciare indifferenti appassionati troisiani e non, anche nell'ottica di tramandare film preziosi alle nuove generazioni. Affinché "Scusate il ritardo" continui ad esistere, per estremizzare il concetto, è un qualcosa al quale occorre porre rimedio. Invece per ora resta l'ennesimo atto di abbandono di un serio lavoro di salvaguardia dell'opera del Nostro.

C'è da dire che Massimo Troisi è in buona, anzi ottima compagnia, tra gli autori di opere importanti e irreperibili in streaming: citiamo a questo proposito "La dolce vita" di Federico Fellini, "Il piccolo diavolo" di Roberto Benigni e "Un borghese piccolo piccolo" di Mario Monicelli. Ma l'elenco potrebbe essere molto più lungo.

Quali possono essere i motivi di tali mancanze? In primis c'è ovviamente una questione di diritti d'autore, di accordi mancati o di indisponibilità a concederli. Ed ecco che paradossalmente nell'era di internet è meno facile trovare "Scusate il ritardo" di Massimo Troisi rispetto agli anni delle videocassette. Si privilegiano i contenuti originali a discapito di ciò che è datato e viene reso meno affascinante.

Allo stesso modo a scegliere i contenuti che finiscono sulle piattaforme sono freddi algoritmi che prendono in considerazione gli altrettanto freddi numeri che fanno più facilmente i prodotti nuovi, magari celebri perché diventati virali. Sono questi che spostano gli abbonati, in una spirale che mette seriamente a rischio i capolavori di un tempo.

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