E' già passato un anno dalla scomparsa di Pino Daniele. E a noi piace sempre immaginarlo insieme al nostro Massimo, da qualche parte, a ridere e a creare. Nel mare di parole più o meno sensate che in questi giorni scorrono ovunque mi piace riportare quanto un altro Massimo, Ranieri, ha scritto sul quotidiano "Il mattino". Qualche parola anche per il Nostro, essenziale ma molto significativa.
"Nel 1997 avevo inciso la canzone di Pino «Quando» in un album intitolato
«Canzoni in corsa»: lì avevo giocato facile, aggiungendo il richiamo di
Massimo Troisi, altro napoletano da esportazione, altro esempio della
nostra cultura migliore: popolare, democratica, capace di raccontare
anche i mali e le ingiustizie che ci incatenano senza rinunciare a un
sorriso. L’ho cantato persino allo stadio Olimpico quel pezzo: quanto mi
manca la voce di Pino che la intonava nella sua Napoli e la folla,
puntuale, che urlava «Massimo, Massimo, Massimo». Oggi grida «Pino,
Pino, Pino», e lo faccio anch’io, orfano come tanti di un artista
straordinario di cui ho avuto l’onore di essere amico".
Mancano tanto, troppo, Massimo e Pino. Non solo ai napoletani, ma a chiunque viaggi sulle stesse lunghezze d'onda dei sentimenti. Me ne accorgo quotidianamente sul nostro gruppo Facebook, posto speciale e crocevia di anime belle e sensibili. Mancano tanto eppure sono sempre più presenti. La sensazione è che adesso la Napoli che amiamo e che siamo abbia perso tutte o quasi le sue voci più vere, più artistiche e genuine. E che siamo tutti un po' orfani, probabilmente per sempre. In attesa di qualche altro lazzaro felice capace di riprendere un discorso interrotto bruscamente nel 1994 e nel 2015.
Buon anno a tutti,
Cristiano
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