La Casa degli Italiani di Barcellona
ricorderà Massimo Troisi a 20 anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 4
giugno del 1994, con una tre giorni di film, dal 27 al 29 gennaio
prossimi
Non solo in Italia, ma anche
all'estero il comico, attore e regista napoletano ha lasciato il segno
e, a vent’anni dalla sua scomparsa, Barcellona gli rende omaggio con una
rassegna. Si inizia il 27 gennaio con uno dei suoi film più celebri, “Ricomincio
da tre” che verrà proiettato alle 19 presso la Casa degli italiani
nella città catalana. Primo film da attore e regista dopo i successi de
“La Smorfia”, il terzetto comico che vedeva protagonisti anche Lello
Arena ed Enzo Decaro, “Ricomincio da tre” è considerato il compendio
della prima produzione di Troisi. Il lungometraggio ha vinto il David di
Donatello, il massimo premio del cinema italiano, nel 1981 come miglior
film e miglior attore protagonista. Il 28 gennaio, sempre presso la Casa degli
italiani, sarà la volta di “Non ci resta che piangere”, mentre
mercoledì verrà proiettato “Pensavo fosse amore e invece era un
calesse”. Massimo Troisi colpì anche all'estero per la sua capacità espressiva,
verbale, mimica e gestuale, condita da un tocco di ironia e malinconia. Un attore
capace di scherzare sui problemi universali, con uno sguardo ingenuo ma
disincantato sulle cose della vita e del mondo.
A Barcellona risiede e lavora da un po' di tempo Angelo Orlando, l'Amedeo di "Pensavo fosse amore invece era un calesse", con cui ogni tanto sono in contatto. Quella straordinaria interpretazione gli valse il David di Donatello come migliore attore non protagonista. Angelo non si accontenta mai, è sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Introdurrà e seguirà la proiezione del film di stasera e renderà il giusto omaggio a Massimo.
"Massimo è stato l'incontro di una vita, l'occasione di incontrare uno degli uomini straordinari che hanno lasciato un segno. Ci ha lasciato troppo prematuramente, molto spesso mi ritrovo a pensare cosa mi avrebbe detto di questo periodo, in che cosa mi avrebbe coinvolto. Ma Massimo è ancora presente, la sua assenza è una presenza molto forte, soprattutto in chi sente la responsabilità di quello che ha lasciato. E cioè delle opere leggere, con una profondità però incredibile. Quando vivevo con lui quest'esperienza forse non mi rendevo tanto conto perché ero molto giovane. Mi sembrava una cosa normale lavorare con Massimo Troisi perché comunque facevo questo lavoro. Era normale lavorare con chi fa il cinema che ti piace fare. In realtà era un sogno che si realizzava. Non sapevo di star vivendo però un'esperienza unica e irripetibile perché comunque aver conosciuto Massimo è stata una grande fortuna ".
Angelo Orlando
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