Postino: "Cioè voi che volete dire allora, che il mondo intero no? il mondo
intero proprio...dico col mare, col cielo, con la pioggia, le nuvole..."
Poeta: "Ora tu puoi già dire eccetera eccetera..."
Postino"Eh, eccetera eccetera...cioè il mondo intero allora è la metafora di qualcosa?"
Poeta: "........."
Postino: "Ho detto una stronzata..."
Poeta: "No, per niente..."
Poeta: "Ora tu puoi già dire eccetera eccetera..."
Postino"Eh, eccetera eccetera...cioè il mondo intero allora è la metafora di qualcosa?"
Poeta: "........."
Postino: "Ho detto una stronzata..."
Poeta: "No, per niente..."
Postino: "Avete fatto una faccia strana.."
Poeta: "Mario facciamo un patto: adesso faccio un bel bagno e rifletterò sulla tua domanda. E poi domani ti darò una risposta"
Postino: "Ma veramente?"
Poeta: "Sì, veramente"
Soltanto il postino Mario Ruoppolo conoscerà la risposta del poeta Neruda, semmai ci sarà stata. Ma forse la risposta era già presente nella domanda e Mario entusiasta della scoperta ha voluto porla comunque. La
poesia è forse preesistente alla sua stesura, maestosa e inafferrabile,
dirompente, si racchiude anche nella più (apparentemente) insignificante
scheggia del mondo. E' dannatamente, magicamente misteriosa; silenziosa
come la risposta di Don Pablo. Questo dice Pessoa. Ma Mario Ruoppolo crea una metafora incoscientemente, senza mettersi a tavolino per scrivere una poesia. E qui arriviamo a Sandro Penna.
La poesia è in ogni cosa: nel mare e nella terra, nel
lago e sulla sponda del fiume. È anche nella città, non lo si può
negare; qui dove sono mi sembra evidente: c'è poesia in questo tavolo,
in questo foglio, in questo calamaio; c'è poesia nel frastuono delle
vetture nelle strade, c'è poesia in ogni momento e persino nelle cose
ordinarie, nel ridicolo movimento di un operaio che, dall'altra parte
della strada, sta dipingendo l'insegna di una macelleria.
Il mio senso interiore predomina in tal misura sui miei cinque sensi, vedo in questa vita le cose -così credo- in un modo differente da quello degli altri. Per me c'è -c'è stata- tutta una ricchezza di significati in cose così ridicole come la chiave di una porta, un chiodo sulla parete, i baffi di un gatto. Per me, c'è tutta una pienezza di suggestioni spirituali in una gallina che attraversa la strada con i suoi pulcini. Per me c'è tutto un significato più profondo degli stessi timori umani, nell'odore del sandalo, nei vecchi barattoli di un mucchio di spazzatura, in una scatola di fiammiferi abbandonata in un fosso, in due fogli sporchi che in un giorno di vento svolazzano e si inseguono lungo la strada. Perché la poesia è stupore, meraviglia come qualcuno che, cadendo dal cielo con piena coscienza del suo cadere, contemplasse attonito le cose. Come qualcuno che conoscesse l'anima stessa delle cose, e facesse il possibile per rammentare questa conoscenza, ricordando che non erano così come le conobbe, non in questa forma e condizione, ma non ricordando nient'altro
Il mio senso interiore predomina in tal misura sui miei cinque sensi, vedo in questa vita le cose -così credo- in un modo differente da quello degli altri. Per me c'è -c'è stata- tutta una ricchezza di significati in cose così ridicole come la chiave di una porta, un chiodo sulla parete, i baffi di un gatto. Per me, c'è tutta una pienezza di suggestioni spirituali in una gallina che attraversa la strada con i suoi pulcini. Per me c'è tutto un significato più profondo degli stessi timori umani, nell'odore del sandalo, nei vecchi barattoli di un mucchio di spazzatura, in una scatola di fiammiferi abbandonata in un fosso, in due fogli sporchi che in un giorno di vento svolazzano e si inseguono lungo la strada. Perché la poesia è stupore, meraviglia come qualcuno che, cadendo dal cielo con piena coscienza del suo cadere, contemplasse attonito le cose. Come qualcuno che conoscesse l'anima stessa delle cose, e facesse il possibile per rammentare questa conoscenza, ricordando che non erano così come le conobbe, non in questa forma e condizione, ma non ricordando nient'altro
Fernando António Nogueira Pessoa
Sarebbe ridicolo citare D'Annunzio che dice che i versi sono nell'aria, il poeta li deve solo cercare. Ma insomma, in fondo, un po' di verità c'era. E non per lui, forse per lui meno di tutti, ma per i poeti veri è così. I poeti veri non devono avere coscienza, non devono mettersi a tavolino e dire: 'Scrivo una poesia'.
Sandro Penna
Le riflessioni degli "Amici di Massimo Troisi":
- Ho dovuto aspettare qualche minuto per trarne delle riflessioni: così denso di significati che bisogna attendere un po' prima di rendere nero su bianco ciò che trasmette. Credo che la poesia esista anche prima che venga elaborata dall'artista, ma serve anche per rendere mediante metafore ed altre figure retoriche ciò che degli elementi oggettivamente semplici trasmettono a noi soggettivamente. Solo su un'affermazione non sono d'accordo, ovvero quella di non ritenere D'Annunzio un vero poeta: d'accordo, un autore molto sperimentatore, forse dallo stile un po' troppo "pomposo" ma anche lui un vero poeta della natura e delle emozioni, seppure un po' particolare.
Valentina
- Credo che la poesia sia il contenitore di ogni nostro pensiero. Sia per chi la scrive, sia per chi la legge o "per chi gli serve". Quando i nostri sono pensieri che non vogliamo trattenere - perché fatti di amore, amicizia, contemplazione del bello, amarezza o tragedie che ci toccano nel profondo- il contenitore si apre e la poesia ci fa conoscere. Agli altri come a noi stessi. L'inafferrabilità della poesia sta nel nostro timore di dar loro una forma; l'inafferrabilità della poesia sta perciò in tutti i pensieri che preferiamo tenere nascosti. Sono poesie che non scriviamo o non leggiamo.
Francesca