Maria Grazia Cucinotta torna su queste pagine per dedicare un affettuoso saluto al gruppo "Amici di Massimo Troisi". L'attrice de "Il postino", sempre in grande forma, si dice ancora grata al nostro Massimo e comunque una di noi, in una passione che non può finire mai. Davvero un onore aver lavorato su un set con lei che si è dimostrata riservata, professionale ma anche estremamente gioiosa una volta che abbiamo cominciato a parlare di Massimo.
Siamo anche su Facebook, col gruppo ufficiale "Non ci restra che ricordarti" !!!!
sabato 19 agosto 2023
sabato 2 aprile 2022
"Scusate il ritardo" di Massimo Troisi in streaming: uno dei tanti film capolavoro non pervenuti
Tra i film di Massimo Troisi spicca l'assenza di "Scusate il ritardo" in streaming, su qualsiasi piattaforma lo si cerchi. È solo uno dei tanti titoli capolavoro assenti e non è soltanto una questione di diritti d'autore. Uno dei più grandi successi di inizio anni Ottanta con coprotagonisti Giuliana De Sio e Lello Arena, acquistabile certamente in dvd (e non in bluray, ma questa è un'altra questione che affronteremo in separata sede) ma non reperibile altrove in rete, legalmente si intende. Tra l'altro proprio nei mesi in cui gli introiti dello streaming hanno messo la freccia e sorpassato quelli dei titoli fisici.
Inutile cercare il film di Massimo Troisi su Netflix, su Disney+, dove pure campeggia "Non ci resta che piangere", men che meno su Amazon Prime Video. Una questione che non può lasciare indifferenti appassionati troisiani e non, anche nell'ottica di tramandare film preziosi alle nuove generazioni. Affinché "Scusate il ritardo" continui ad esistere, per estremizzare il concetto, è un qualcosa al quale occorre porre rimedio. Invece per ora resta l'ennesimo atto di abbandono di un serio lavoro di salvaguardia dell'opera del Nostro.
C'è da dire che Massimo Troisi è in buona, anzi ottima compagnia, tra gli autori di opere importanti e irreperibili in streaming: citiamo a questo proposito "La dolce vita" di Federico Fellini, "Il piccolo diavolo" di Roberto Benigni e "Un borghese piccolo piccolo" di Mario Monicelli. Ma l'elenco potrebbe essere molto più lungo.
Quali possono essere i motivi di tali mancanze? In primis c'è ovviamente una questione di diritti d'autore, di accordi mancati o di indisponibilità a concederli. Ed ecco che paradossalmente nell'era di internet è meno facile trovare "Scusate il ritardo" di Massimo Troisi rispetto agli anni delle videocassette. Si privilegiano i contenuti originali a discapito di ciò che è datato e viene reso meno affascinante.
Allo stesso modo a scegliere i contenuti che finiscono sulle piattaforme sono freddi algoritmi che prendono in considerazione gli altrettanto freddi numeri che fanno più facilmente i prodotti nuovi, magari celebri perché diventati virali. Sono questi che spostano gli abbonati, in una spirale che mette seriamente a rischio i capolavori di un tempo.
venerdì 1 aprile 2022
Nathalie Caldonazzo: "Massimo Troisi è unico, ecco chi gli si avvicina di più"
Come accade il più delle volte arriva automatica la domanda sul rapporto di Nathalie Caldonazzo con Massimo Troisi. Questa volta la risposta evidenzia la sua difficoltà di descrivere brevemente l'essenza dell'attore e regista napoletano e la sua capacità di essere al tempo stesso un artista unico e di rimanere un anti-divo, umile, in sordina, mai sbruffone. Arriva anche la citazione dei suoi tempi comici da maestro e un piccolo aneddoto. Pare infatti che Nathalie, conosciuta da Massimo Troisi in un ristorante romano agli inizi degli anni Novanta, si prodigasse in alcune imitazioni e che lui si divertisse molto ad ascoltarla. Il tono cambia vistosamente quando si passa invece a parlare di chi, tra gli "artisti" di oggi, prova costantemente a scimmiottare Massimo Troisi. Paradossalmente la Caldonazzo cita però Alessandro Siani come colui che maggiormente si potrebbe accostare al comico di San Giorgio a Cremano, pur ammettendo che nessuno ha saputo riempire il vuoto che ha lasciato.
venerdì 16 agosto 2019
giovedì 3 novembre 2016
Manuela Arcuri: "Ho il rammarico di non essere riuscita a lavorare con Massimo Troisi. Feci tanti provini, poi..."
martedì 6 settembre 2016
Lello Arena: "Troisi un genio più di Einstein. Siani non dice la sua per piacere a tutti"
«Solo 10 km di distanza da Napoli, ma li maledico accusandoli di egoismo e di volermi rovinare la vita. Penso che passare dal centro alla periferia sia la mia rovina, invece sarà la fortuna. Perché lì conosco Massimo».
Primo incontro?
«Spettacolo per la parrocchia e uno degli attori si ammala. Il regista dice: "Perché non prendiamo quel ragazzo che abita qui dietro? Quello che si lamenta sempre perché alle assemblee nessuno sta serio quando parla"».
Chi è?
«Massimo, che è iper-attivo politicamente, è in tutti i comitati di scuola e interviene sempre. Però ogni volta che apre bocca, per quel suo stile strampalato di spiegarsi, gli altri ridono anche se sta esprimendo concetti importanti. E alla fine è sempre abbacchiato: "Ma che vita mi aspetta se la gente ride quando dico cose serie?"».
Diceva dello spettacolo.
«Troisi accetta la sostituzione anche se non ha mai recitato. Gli spiego che la scena è semplice, deve impersonare un salumiere che elenca i prodotti tenuti nel cestino: "Puoi dirli nell' ordine che vuoi"».
Poi?
«Il giorno dopo c' è lo spettacolo: "Lello, ho studiato il copione a memoria, so l' ordine preciso". Entra in scena e inizia: "Ci sta o' salame, poi o' capocollo e poi.. Anzi no". Mi guarda. "Sssscusate, aggio sbagliato. Cioè, prima ci sta o' capocollo e poi o' salame. O forse no...". E via così. Il risultato è che, ostinandosi nel cercare di dire l' esatto ordine del copione, la scena che doveva durare 20 secondi dura 20 minuti».
E funziona.
«Un successo strepitoso. Massimo mi guarda: "Ssscusa Lello, ma questo è o' teatro?". E io: "Più o meno". Lui: "Posso venire qualche altra volta?". "Certo, sono in via Recanati"».
È l' inizio della vostra carriera, ma lei deve lasciare il rugby.
«Gioco in serie D, ma dopo ogni gara arrivo in scena ricucito e pieno di lividi. Massimo un giorno mi dice: "Lello, la gente pensa che allo spettacolo precedente ci hanno menato! Scegli: o il rugby o il teatro"».
Anche perché Troisi, più che la palla ovale, preferiva il calcio.
«Una volta mi obbliga ad andare a fare con lui una partita di beneficenza al San Paolo. Con noi gioca Mennea, che alla prima azione parte di corsa palla al piede e mi urla: "Lello, seguimi!!!". E io: "Ma che, sei cretino?"».
Meravigliosa questa. Continuiamo con il teatro.
«Io e Massimo apriamo il "Centro Teatro Spazio", una specie di comune frequentata da molti artisti».
Troisi però non sta bene e nel 1976 va negli Usa per farsi operare al cuore. Al suo ritorno nascono "I Saraceni": voi due ed Enzo Decaro.
È un successo e vi chiamano alla Rai per il programma "No stop".
«Magalli però ci chiede di cambiare nome, cosi decidiamo di diventare "La Smorfia", rifacendoci al libro dei sogni e alla mimica dell' attore».
È il boom. E lo sketch de "La Natività" (1979) diventa leggendario.
«Massimo ha pronto un monologo sui problemi di Napoli raccontati dalla moglie di un pescatore, ma sembra troppo pesante. Allora ci viene in mente di introdurre l' equivoco dell' Arcangelo Gabriele che sbaglia casa. E nasce: "Annunciaziò annunciaziò"».
Per fare l' Arcangelo lei si addobba in modo curioso.
«Trovo in casa la vestaglia di mia madre e la provo. Perfetta».
«Ma anche un grosso guaio dopo il primo passaggio in tv».
«In Rai arrivano centinaia di proteste e veniamo denunciati per vilipendio alla religione di Stato».
Come finisce?
«Il giudice ci chiede: "Volevate vilipendere la religione?". Noi: "No, era solo un pezzo comico". "Va bene, andate". Assolti. Però per anni quello sketch è rimasto chiuso nelle teche Rai, solo Arbore ha avuto il coraggio di rispolverarlo».
Nel momento migliore, però, "La Smorfia" si scioglie.
«A Napoli facciamo 19 giorni di tutto esaurito con "Così è (se vi piace)": i bagarini vendono i biglietti da 3mila lire a 60mila. Siamo come i Beatles, abbiamo tutti ai piedi, le ragazze fanno a gara per andare a letto con noi».
Ma vi dividete.
Lei e Troisi nel 1981 girate il film "Ricomincio da tre".
«Ci buttiamo nel cinema senza sapere come funziona e passiamo per stravaganti. Io mi occupo di tutto, dal casting alla produzione, dal caffè alla macchina da presa. E con Massimo c' è una grande intesa».
Tutta improvvisazione?
«Ma che scherza??? Quando si provava eravamo liberi di inventare e farci venire idee, ma una volta stabilita la scena Massimo voleva che si rispettasse il copione nei dettagli».
Dopo "No grazie, il caffè mi rende nervoso" (1982), esce "Scusate il ritardo" con cui lei vince il David di Donatello.
«Il film più completo, bella storia».
Eppure vi separate: Troisi si concentra sul cinema, lei continua a fare film, ma pure teatro e tv con Scherzi a Parte e Striscia la Notizia.
«Esigenze diverse, Massimo ha altri progetti. Ma forse anche la consapevolezza del futuro. E l' intenzione di non tenermi legato sapendo che prima o poi avrei dovuto fare a meno di lui».
Cosa intende?
«Non ha nemmeno voluto figli: sentiva che se ne sarebbe andato presto».
«Sono al saggio di mia figlia, squilla il cellulare. Una giornata di gioia si trasforma in tragedia».
«Rido. Per la sua imprevedibilità, le sue fantastiche stranezze. La sua voglia di goliardia».
«Un genio, più di Einstein perché è entrato nella vita delle persone comuni. Poi un amico. Un fratello. Una guida. Quando è morto mi sono detto che avrei fatto di tutto per non farlo dimenticare. Mi sto accorgendo che non serve: la gente lo ama ancora e lo amerà per sempre».
«Lo conosco per quello che fa e mi sembra stia girando un po' a vuoto. È un grande manager e ha ottime capacità, ma nun tiene o' coraggio di dire la sua, farci capire da che parte sta, prendere posizione su Napoli, sulla comicità, su se stesso. È il problema di chi vuole per forza piacere a tutti».