Un'intervista a Clarissa Burt, compagna di Massimo Troisi fino agli inizi degli anni Novanta, non per far gossip ma per raccontare la natura di una donna che gli è stata accanto. Perché forse ci aiuta anche a conoscere un altro pezzettino di lui. Un saluto a lei, che qualche volta è capitata su queste pagine.
Cristiano
Per avere successo non ha mai spalancato le gambe: un motivo di orgoglio
per Clarissa Burt, che fu scelta come madrina del
Troisi Festival, kermesse che si è tenuta a Morcone
(Benevento).
Che cosa ti ha spinto ad accettare l’invito degli
organizzatori del Troisi Festival?
«Prima di tutto l’amore nei confronti
di Massimo Troisi, un uomo speciale con il quale sono stata assieme
alla fine degli anni Ottanta. Massimo è stato l’amore della mia vita:
come avrei potuto dire di no?».
Sono passati diciannove anni dalla morte
di Massimo, ma. l’affetto del pubblico è sempre vivo…
«Massimo era
esattamente così come lo si vedeva. Lui amava far ridere la gente, in
maniera semplice e intelligente. Non era mai scontato e non voleva certo
apparire a tutti i costi».
Il Troisi Festival rappresenta un’ottima
vetrina per tanti giovani talenti…
«È stimolante per me aiutare i
giovani, probabilmente perché quando ho cominciato io a fare questo
mestiere nessuno lo ha fatto».
Sono stati duri i tuoi esordi nel mondo
dello spettacolo?
«Sì anche perché quando sono arrivata in Italia (nel
1977, ndr) non avevo soldi e neppure una famiglia alle spalle che
potesse sostenermi economicamente».
Dev’essere stata dura per te…
«Mio
padre aveva lasciato la nostra casa e sono quarant’anni che non lo vedo.
Con mia madre, inoltre, non avevo un buon rapporto. Ero la più grande
di tre figli e non sono potuta andare all’università. Insomma, non avevo
altra scelta se non quella di sfondare. E, fortunatamente, mi è andata
bene».
Che cos’è il successo?
«Io non ho mai avuto l’aiuto di nessuno.
Per questo, quando mi si chiede cosa sia per me il successo, senza voler
essere volgare, rispondo che sta tutto nel fare le cose con le gambe
chiuse. E mai nessuno, di fronte a questa mia affermazione, ha mai
potuto insinuare che io sia una bugiarda. Posso ringraziare soltanto me
stessa e anche chi mi ha offerto delle opportunità».
Qualche nome?
«Raffaella Carrà, Pippo Baudo, Giancarlo Magalli, Gerry Scotti e Gigi
Sabani. Tutti artisti di serie A che sono riusciti ad arrivare in cima
grazie anche alla loro correttezza dal punto di vista umano».
Per tanti
anni la più amata dagli italiani è stadia Raffaella Carrà. Oggi lo è
Belen Rodriguez…
«Sono andata via dall’Italia nel 2005 e non so molto
della Rodriguez. Credo, però, che Belen sia una di quelle che è riuscita
a fare carriera con le sue forze…».
Molti continuano a chiedersi cosa
ti abbia spinto dopo ventotto anni ad abbandonare l’Italia….
«Ho sempre
nutrito un grande affetto nei confronti dell’Italia. Nonostante questo,
ho deciso di partire quando ho capito che l’economia stava cambiando.
Dopo ventotto anni, inoltre, sentivo l’esigenza di una ventata di aria
nuova. Infine, mia nonna voleva che tornassi negli States per
condividere i suoi ultimi anni di vita».
Il matrimonio rientra nei tuoi
progetti?
«Sto ancora cercando un marito (ride, ndr). Scherzi a parte, a
54 anni credo di essere pronta per il matrimonio. Oggi abbraccerei
volentieri l’idea di vivere per il resto della mia vita accanto a un
uomo».
E un figlio? Ti piacerebbe averlo?
«C’è il caso di Carmen Russo
che alla mia età è riuscita a diventare mamma, ma so anche che lei per
raggiungere questo traguardo ha dovuto sottoporsi a cure molto
impegnative. Non credo che in futuro avrò un figlio. Intanto mi consolo
con i miei otto nipoti».